Formazione

La riforma ITS è legge, ecco gli ITS Academy: perché serviranno al Paese

Ecco perché serviva una riforma degli ITS, per la Scuola e per le aziende. Nell’attesa dei decreti attuativi della legge che lancia gli ITS Academy, vediamo prospettive e impatti occupazionali e formativi

Pubblicato il 20 Lug 2022

Rossella Rizzatto

Dirigente Scolastico Liceo Artistico "G. Sello" di Udine Coordinatore I.T.S. Academy Istituto Tecnico Superiore Legno e Arredo navale e nautico - Sostenibilità del prodotto, eco design di Udine

its academy riforma

È datata 12 luglio 2022 l’approvazione della la nuova Legge quadro di riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), ribattezzati oggi “ITS Academy”.

La riforma degli ITS in Italia

Obiettivo: disciplinare, semplificando, l’organizzazione e l’offerta formativa degli ITS, di far crescere in modo significativo il numero degli istituti e degli allievi e di incardinare l’alleanza formativa con il tessuto produttivo allo scopo di ridurre sensibilmente il divario esistente tra domanda e offerta lavorativa.

Come funzionano gli ITS | StudenTALK 🎤

Come funzionano gli ITS | StudenTALK 🎤

Guarda questo video su YouTube

Dopo un decennio di sperimentazioni di grande successo sull’intero territorio nazionale, gli ITS potranno godere di una stabilità progettuale triennale.

I nuovi fondi per ITS

Tutto questo sia grazie alle collaudate partnership con le aziende e con gli Enti, sia grazie alle risorse messe a diposizione del Ministero della Pubblica Istruzione, a valere sull’istituzione del Fondo nazionale per l’istruzione Tecnologica Superiore finanziato per quasi 50 milioni di euro a partire dal 2022 con obbligo di cofinanziamento regionale dei piani triennali da parte della Regione per almeno il 30 per cento delle risorse stanziate.

Esempio ottimale di allocazione delle risorse pubbliche essendo i corsi ITS istituiti solo se condivisi con le aziende le quali possono partecipare direttamente al progetto oppure offrire una serie di servizi mettendo a disposizione spazi e personale.

Nuovi ITS: soddisfare fabbisogni occupazionali delle aziende

Considerando che lo scopo è anche quello di non creare disoccupazione, la figura del tecnico specialistico di riferimento nasce e viene declinata a seguito dei fabbisogni occupazionali e formativi espressi dalle aziende del settore produttivo presenti nei territori, solitamente regionali, che aderiscono all’iniziativa e che sono state preventivamente e direttamente coinvolte nella fase di progettazione del percorso stesso.

Emerge soprattutto negli ultimi anni e con particolare veemenza come sia estremamente difficile per le imprese rintracciare professionalità in grado di soddisfare le richieste, condizione che desta stupore considerando che i dati del monitoraggio sull’andamento degli ITS svolto dall’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (Indire) confermano che l’80% dei diplomati ha trovato lavoro nel corso del 2021 e, di loro, più del 90% è stato assorbito nell’area produttiva in coerenza con il proprio percorso di studio.

Se si considera che nella sola regione Friuli-Venezia Giulia l’83% dei ragazzi che ha frequentato i quattro ITS ha trovato il posto entro un anno dal diploma, è evidente che valorizzare al massimo e con ogni strumento la filiera dell’istruzione tecnica superiore e del lavoro assieme debba essere il punto di forza degli investimenti. Nello specifico, analizzando i dati del MITS di Udine, il tasso di occupazione risulta del 94%, la restante percentuale è occupata dai ragazzi che decidono di proseguire con gli studi universitari.

E’ sempre più importante progettare percorsi che incontrino, da un lato, i bisogni formativi delle persone, dall’altro, e le esigenze di modernizzazione delle imprese così come evidenziano i risultati dell’Indagine sul fabbisogno delle aziende e dei giovani in ambito tecnico-scientifico” condotta da Rachel (nuova start up dei Big Data della ricerca) e le rilevazioni di Excelsior Informa relative ai profili professionali e ai livelli di istruzione richiesti dal territorio produttivo che confermano il trend crescente di motivazione dei ragazzi verso quelle realtà che favoriscono le occasioni di incontro vicine al tessuto occupazionale di alta specializzazione tecnica.

La capacità di un ITS di costruire integrazioni con il territorio è ricompensata dalla quasi totalità di mancanza di abbandono formativo e dall’elevata propensione delle aziende ad assumere gli allievi degli ITS.

I settori dove investire nei prossimi tre anni

Le informazioni indicano che per il prossimo triennio i settori in cui investire sono legati alle conoscenze dei processi e all’utilizzo di impianti e macchinari specifici collegati all’Ict per il mercato agroalimentare, il prodotto sostenibile, il biomedicale, il nautico e la logistica.

Come funzionano gli ITS Academy

Questa legge di riforma che battezza gli Enti in “ITS Academy”, fortemente voluta dai settori industriali del Paese e in linea con le indicazioni del PNRR, è un forte passo in avanti per questo settore formativo già efficace e consolidato, ma in attesa dal 2008, di una riforma che consenta di progettare corsi terziari job-oriented avanzati declinati per la formazione di super tecnici capaci di gestire filiere e processi ad alta qualità necessari per lo sviluppo della produttività nazionale.

Ciò significa che gli ITS Academy entrano a pieno titolo a far parte del sistema terziario di Istruzione Tecnologica Superiore sviluppando l’offerta formativa su sei macro aree che saranno definite per Decreto alle quali ogni ITS Academy farà riferimento:

  • mobilità sostenibile,
  • nuove tecnologie della vita;
  • nuove tecnologie per il Made in Italy,
  • efficienza energetica,
  • tecnologie dell’informazione e della comunicazione,
  • tecnologie innovative per il patrimonio culturale e attività connesse.

Risulta pertanto evidente l’individuazione degli ambiti di intervento formativo e la loro stretta connessione con gli obiettivi del PNRR, nonché il rapporto diretto con i territori e le tendenze di occupabilità dei tessuti produttivi.

La riforma poggia l’offerta formativa su due degli otto quadri europei delle qualificazioni (European Qualification Framework – EQF), suddividendola in un quinto livello di durata biennale e in un sesto livello di durata triennale comprendenti ore di formazione teorica, pratica, di laboratorio e tirocini aziendali nei settori specificamente coinvolti negli obiettivi di progettazione del corso superiore specialistico che potranno essere svolti anche all’estero e supportati da finanziamenti agli studi.

Superato con successo l’esame di valutazione finale gli allievi avranno anche l’opportunità di accedere direttamente ad alcuni concorsi pubblici quali, per citarne uno di nuova disponibilità, la selezione per il ruolo di insegnante tecnico-pratico presso il Ministero della Pubblica Istruzione.

In attesa dei decreti attuativi

Ora il settore ITS Academy sposta l’attenzione all’approdo della Legge di riforma in Gazzetta Ufficiale e soprattutto ai 17 Decreti attuativi affinché si possa concretamente dare avvio al cambio di passo già collaudato dal gioco di squadra tra l’alta formazione tecnica e le aziende perno al fianco dei nostri giovani talenti le quali si vedranno riconosciuto un credito d’imposta del 30 per cento aumentato al 60 per cento in caso di investimenti su ITS Academy nelle aree con maggiore disoccupazione.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati