intelligenza artificiale

LensaAI per la didattica: problemi e potenzialità

Sono molte le criticità di LensaAI, l’app nata per il fotoritocco ma ora usata per modificare i selfie. Ma tra le potenzialità va considerato l’uso che se ne può fare in campo didattico e artistico per acquisire o potenziare competenze critiche e coinvolgere i giovani in un uso corretto dell’app e delle tecnologie

Pubblicato il 01 Feb 2023

Carmelina Maurizio

Università degli Studi di Torino

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Ne hanno già scritto in molti e sono davvero tanti quelli che da uno qualunque dei social hanno potuto scoprire in queste settimane la sua comparsa nel web: stiamo parlando di Lensa AI e della più recente funzione “magic avatar”.

Ma come si utilizza Lensa? E come entra nella comunicazione e nella messaggistica? E, inoltre, potrebbe Lensa diventare una risorsa nel campo dell’istruzione?

Vediamo intanto come funziona.

Perché il successo di Lensa deve preoccuparci tutti

Cos’è Lensa AI

Lensa AI è un’app sviluppata da Prisma Labs, la stessa software house che nel 2016 ha lanciato l’app Prisma per trasformare le foto in dipinti. Lensa AI è disponibile per Android, con il nome di “Lensa: Photo/Pictures Editor“, e per iPhone, con il nome di “Lensa AI: Photo & Video Editor“.

All’inizio, fino al 2018, funzionava come un’app di fotoritocco e filtri con la capacità di trasformare le immagini in opere d’arte. Nel novembre 2022 è stata lanciata la funzione “Magic Avatar” che ha conquistato i social media generando immagini altamente condivisibili. Secondo la società di analisi del mercato delle app Sensor Tower in pochi giorni Lensa AI è stata scaricata oltre 4 milioni di volte, con un guadagno di oltre 8 milioni di dollari in meno di una settimana.

Su entrambi gli store l’app è classificata come sicura anche per i bambini. Secondo la PEGI, Pan European Game Information, il livello 3, quello che si trova nella schermata iniziale per identificare il livello di adeguatezza dell’app sulla base dell’età degli utenti, Lensa è adatto a tutte le età, non presenta rischi, non ci sono immagini o rumori in grado di spaventare bambini e adolescenti, niente parolacce o contenuti a sfondo sessuale, possono essere presenti lievissime forme di violenza (inserite comunque in un contesto giocoso e divertente, adatto ai bambini).

Cosa si può fare con Lensa

Lensa utilizza l’intelligenza artificiale per digitalizzare ritratti di diverse categorie, dagli anime al fantasy, fino a quello che definiscono “elegante”, che assomiglia più a un dipinto a olio su uno sfondo colorato o vuoto.

Lo scopo principale dell’app è quello di modificare i selfie degli utenti che decidono di installarla e così facendo applicano diversi filtri di bellezza alle foto e anche allo sfondo. L’app è in grado di rimuovere ogni imperfezione della pelle, ridefinire il contorno e la consistenza delle labbra, e in generale in modo facile e intuitivo consente di regolare luci, ombre e contrasto. Dopo aver selezionato le foto, la tecnologia su cui si basa impiega fino a 20 minuti per generare i ritratti in 10 stili: fantasy, fairy princess, focus, pop, stylish, anime, light, kawaii, iridescent e cosmic.

Usi propri e impropri

Diventa evidente che gli usi impropri dell’app sono molti e sconosciuti. Si passa infatti dalla modifica di selfie e altre immagini, da un uso potenzialmente infinito e teoricamente anche positivo per sviluppare senso critico ed estetico, fino alla deformazione, alla sessualizzazione forzata ed esagerata, al vero e proprio rischio di danni ad altri.

Tra le potenzialità di Lensa AI invece vanno considerate, posta e premessa la sua longevità in rete, l’uso che se ne può fare in campo didattico e artistico, andando ad utilizzare le diverse modalità di ritrattistica per acquisire o potenziare competenze critiche, per creare e sperimentare capacità di riconoscimento, per coinvolgere i giovani utenti in un uso corretto dell’app e delle tecnologie in generale.

Per esempio, la possibilità di generare un avatar potrebbe rientrare appieno nelle potenzialità educative e didattiche di un’app come questa: l’idea di un avatar nell’eLearning si è evoluta costantemente, dai primi slideshow che aggiungevano l’immagine di un presentatore con le forme del fumetto per un discorso fino alle odierne funzioni integrate nei più diffusi strumenti di authoring per aggiungere “persone ritagliate”, o come potrebbe essere utilizzando un’app come Lensa AI. Gli avatar possono essere narratori, facilitatori, personaggi, narratori, funzionari di gioco, formatori, insegnanti o qualsiasi cosa si voglia che siano. È noto come l’uso di avatar risolva i maggiori problemi dell’eLearning, creando l’adeguato livello di divertimento e coinvolgimento.

Le persone ritagliate, foto o illustrazioni, sono diventate lo standard di riferimento per molte aziende di eLearning, in quanto sono in grado di fornire un’idea di base dell’interazione tra i personaggi e possono essere facilmente create senza bisogno di un programmatore, un videografo o un animatore 3D.

Lensa AI e privacy

Il problema di un’app come Lensa è poi quello della privacy: milioni di utenti caricano diverse foto del proprio volto e poi non è ben chiaro dove queste foto vadano a finire; poiché il volto è un parametro biometrico che può sbloccare un dispositivo elettronico, oltre che un’informazione sensibile, diventa legittimo porsi la domanda sulla fine delle immagini caricate. L’estrema popolarità dell’app ha sollevato questioni relative alla privacy e alla natura potenzialmente dannosa delle app di editing e dei filtri che hanno invaso i social media dopo la creazione di Snapchat nel 2011, FaceTune nel 2013 e infine TikTok nel 2016.

Dal canto suo, Prisma Labs dichiara di distruggere tutte le foto subito dopo aver generato l’immagine modificata e aggiunge che i server che elaborano le immagini sono tutti negli Stati Uniti.

Infine, Prisma dichiara anche che Lensa AI si basa su Stable Diffusion, un modello di deep learning avanzato dedicato proprio alla generazione di immagini; come tutti gli algoritmi di deep learning, anche Stable Diffusion divora enormi quantità di dati in fase di “addestramento” e in molti temono che anche le nuove immagini caricate dagli utenti vengano utilizzate per migliorare l’algoritmo e, di conseguenza, anche l’app.

Qualcuno, come per esempio Kerry Bowman, bioeticista dell’Università di Toronto, ha dichiarato alla stampa internazionale di essere preoccupata per la sorte dei dati.

Tuttavia, l’azienda ha detto in un Tweet che le immagini vengono cancellate dal server dopo essere state generate.

A novembre 2022 FaceTune ha dovuto affrontare un’azione legale collettiva in Illinois in cui si sostiene che l’applicazione raccoglie, memorizza e utilizza illegalmente i dati dei consumatori in violazione dell’Illinois Biometric Information Privacy Act (BIPA)[7]. I querelanti sono tre genitori dell’Illinois che sostengono che Lightricks (la società madre di FaceTune) abbia raccolto i dati biometrici dei loro figli, di 4, 10 e 13 anni.

Lensa: non è l’IA ad avere un problema con il corpo delle donne, il problema è tutto nostro

Minori e foto “hot”

Un problema certamente confermato (e finora non smentito da Prisma Labs) è che Lensa AI utilizza e consente di rielaborare senza problemi anche foto di minorenni: non li distingue dagli adulti o, forse, non si pone proprio alcuna domanda sull’età del soggetto fotografato. Il problema nel problema, poi, è che Lensa AI può anche generare foto di nudo integrale partendo da una semplice testa. Quindi, non solo in teoria ma anche in pratica, con l’immagine della testa di un minorenne è possibile generare una foto fake pedopornografica. In generale, poi, i risultati dei filtri di bellezza applicati alle foto di donne risultano decisamente ipersessualizzati.

I costi

L’applicazione è gratuita, ma i ritratti hanno un costo. Con una prova gratuita di sette giorni, gli utenti possono caricare da 10 a 20 selfie e poi selezionare un pacchetto di avatar unici, che vanno da 50 per 3,99 dollari, 100 per 5,99 dollari o 200 per 7,99 dollari. L’abbonamento annuale costa 35,99 dollari.

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