Conferenze, articoli accademici, notizie sui media, libri, conversazioni a cena, in treno. L’uso dell’intelligenza artificiale è diffuso in ogni cosa, il recente G7 pugliese non ha fatto che amplificarne la pervasività. Eccessiva, forse. Ma utile almeno a ricordare che esistono degli ambiti in cui l’uso di questa tecnologia è stato esplorato fin qui solo superficialmente, e che ci sono enormi possibilità di creare impatti positivi in molteplici contesti. Uno su tutti: quello dell’istruzione universitaria.
L’AI nella comunicazione accademica: vantaggi e opportunità
Le possibilità di applicazione sono molteplici. Nella comunicazione accademica, per esempio, le applicazioni di intelligenza artificiale possono offrire vantaggi enormi a tutti gli stakeholder, dagli studenti, agli amministrativi ai docenti. Aiuto verso le esigenze degli studenti, profili di aula, selezione dei programmi di studio. L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per generare sintesi chiare e comprensibili dei contenuti dei corsi e delle relative opportunità professionali, migliorando trasparenza e accessibilità delle informazioni. In sostanza, possono dare agli studenti la possibilità di comprendere meglio le implicazioni (anche professionali) della scelta del proprio piano di studio. Li possono aiutare a fare scelte più ragionate e coerenti con i propri obiettivi di formazione.
O, semplicemente – se pensiamo all’adozione di assistenti virtuali in grado di scrivere in contenuti in molte lingue, e quindi di facilitare l’accesso alle informazioni da parte delle persone di nazionalità diverse – li possono aiutare a orientarsi meglio in un contesto complesso, non familiare.
Applicazioni dell’AI per la preparazione agli esami: il caso del Ministero dell’università
Applicazioni di intelligenza artificiale, come nel recente caso della piattaforma del Ministero dell’università e della ricerca per la preparazione ai test ad accesso programmato, possono essere messe a disposizione degli studenti per esercitarsi sulle prove d’esame in maniera personalizzata: test adattivi che si adeguano alle necessità formative degli studenti sono stati sperimentati con successo. Le stesse applicazioni possono essere impiegate per aiutare i docenti a creare e correggere le prove d’esame, lasciando loro la possibilità di dedicarsi ad attività a maggior valore aggiunto.
AI come supporto decisionale: pianificazione degli studi e scelta dei tirocini
Per tutti, infine, la possibilità di usare applicazioni di AI come supporto decisionale: dalla scelta del piano di studi al tirocinio più adatto alle proprie aspirazioni, alla scelta dell’area di ricerca, allo scouting di pubblicazioni.
Utilizzo dell’AI generativa tra gli studenti: dati dal Regno Unito
Gli studenti, intanto, sono sempre più veloci nell’adozione. Un sondaggio condotto dall’Higher Education Policy Institute (Hepi) a novembre 2023 e pubblicato lo scorso febbraio su oltre 1.000 laureandi del Regno Unito ha fatto luce sui dettagli dell’uso di strumenti di intelligenza generativa da parte degli studenti, quando dalle aule si passa alla compilazione dei test di valutazione. Secondo i risultati del sondaggio, “Più della metà degli studenti (53%) ha utilizzato l’IA generativa come aaiuto nelle valutazioni, più spesso come tutor. Più di uno studente su otto (13%) ha usato l’intelligenza artificiale generativa per generare testo per la valutazione. Solo il 5% degli studenti ha inserito il testo generato dall’IA nelle valutazioni senza modificarlo. Più di un terzo degli studenti che hanno usato l’IA non sa quanto spesso produca “allucinazioni” (fatti o statistiche inventate). Potrebbe emergere un divario digitale, con un numero maggiore di studenti provenienti da ambienti privilegiati che utilizzano l’IA rispetto a quelli provenienti da ambienti meno privilegiati”.
Ricerca e intelligenza artificiale: l’accoglienza nei contesti accademici
E i ricercatori? È una ricerca di Elsevier, Research Futures Report 2.0, a fare luce sul loro rapporto con l’AI: “I contenuti condivisi sui server di preprint, che sono archivi online che condividono i dati di articoli accademici in attesa di revisione paritaria, sono ora accettati dal 67% dei ricercatori come una buona fonte di comunicazione, con un aumento del 43% prima della pandemia. L’atteggiamento verso l’utilizzo dell’IA è diventato più favorevole, con il 16% dei ricercatori che la utilizza nel proprio lavoro. L’accettazione dell’IA nei lavori sottoposti a peer-review sta aumentando; attualmente, il 21% dei ricercatori afferma che leggerebbe articoli assistiti dall’IA, con un aumento del 5% rispetto al 2019. Tuttavia, il 58% dei ricercatori ha dichiarato di non essere disposto a leggere articoli generati dall’IA”.
Strumenti AI per l’analisi e la sintesi delle ricerche scientifiche
Non è tutto, perché i ricercatori stanno esplorando altri ambiti di applicazione dell’intelligenza artificiale: l’analisi e la sintesi delle ricerche scientifiche effettuate con strumenti Chat PDF, Explain Paper, Lateral AI, Open Read, Scholarcy, SciSpace Copilot e Unriddle. L’uso di questi strumenti, secondo Robert Pinzolits della University of Applied Sciences Burgenland “può fornire raccomandazioni che aiutano i ricercatori a identificare le aree di miglioramento e a fornire un feedback mirato su tali aree. Inoltre, questi strumenti possono facilitare l’organizzazione di articoli più lunghi e con strutture complesse, rendendoli più leggibili. Anche l’uso di strumenti di intelligenza artificiale nella scrittura e nell’editing accademico si è rivelato molto promettente. Gli algoritmi di intelligenza artificiale vengono utilizzati in strumenti come Jenni.ai, Paper Pal, Quillbot, Trinka, Wisio e Wordtune per migliorare gli standard di scrittura accademica e le espressioni linguistiche”.
Prospettive future: sperimentazioni e innovazioni in Italia
A che punto siamo, in Italia? Cineca sta conducendo degli esperimenti avanzati, dai chatbot evoluti in grado di assistere gli studenti nelle loro necessità di orientamento e di apprendimento, alle soluzioni che ottimizzano le attività di assistenza e ticketing. Ma soprattutto sta mettendo a sistema un dialogo fitto, continuo, intenso con gli atenei. Introducendo soluzioni che, come le soluzioni di AI per allenarsi alle prove d’esame, sono nate da poco come sperimentazioni, ma che nel giro di appena pochi anni potrebbero consentire alle università un approccio completamente nuovo, e più efficace, alla didattica e alla ricerca.