il bilancio

LIM, come funziona e i vantaggi (ma molte classi non ce l’hanno ancora)

A oltre 12 anni dalla loro introduzione, non tutte le scuole hanno una LIM per classe, nonostante gli evidenti vantaggi per la didattica. È ancora lunga, insomma, la strada per portare le risorse digitali al centro dell’azione educativa ed istruttiva di tutte le scuole presenti sul territorio nazionale. Ecco cosa manca

Pubblicato il 27 Lug 2018

Giovanni Dursi

docente di Filosofia e Scienze umane - Formatore

LIM, lavagna interattiva multimediale, scuola digitale, didattica innovativa

Una dotazione “basic” come la lavagna interattiva multimediale (LIM), introdotta nel 2006, non è ancora disponibile in tutte le classi, così come non è ancora generalizzata la connessione wireless a favore degli utenti delle scuole che con i portatili possono trasferire ad personam il controllo della stessa LIM. Eppure la LIM dà molti vantaggi alla didattica.

Tutti i vantaggi della LIM

L’essenzialità e la sintesi sono elementi caratterizzanti i contenuti veicolati sul diascopio lavagna luminosa (noto già dagli Anni ’60; in proposito cfr. G. Corallo, Il lavoro scientifico, Adriatica, Bari, 1966); i criteri indicati per una corretta schedatura “per contenuto” sono efficacissimi per comprendere come costruire una “scheda” luminosa. E’ anche possibile fotocopiare immagini o schemi o brani da qualunque fonte stampata su trasparenti termoresistenti che si comportano come normali fogli di carta, rendendo agevole la riproduzione di qualsiasi oggetto d’apprendimento. Da sottolineare la funzione di stimolo svolta dall’uso del colore potendo scrivere con pennarelli “permanent” di varie gradazioni e di diversa intensità. Inoltre, nel corso della spiegazione la flessibilità e reversibilità dei materiali didattici proposti è possibile ogni qual volta necessario richiamare un argomento o un particolare contenuto esposto in precedenza.

I materiali progettati e realizzati per uso didattico mediante il diascopio lavagna luminosa possono costituire la dotazione d’una costituenda “lucidoteca” alla quale attingere durante le attività curricolari da parte dei docenti che concorrono all’elaborazione e realizzazione degli stessi, evitando eccessi di personalizzazione ed esaltando, nella condivisione dei materiali didattici, le diverse competenze.

Il contatto docente–allievo non si interrompe durante l’uso del diascopio lavagna luminosa; l’insegnante, in realtà, mantiene il controllo della classe osservandone il grado d’attenzione, la continuità dell’apprendimento e la loro eventuale difficoltà. Va detto che l’uso del diascopio lavagna luminosa non fornisce garanzia assoluta circa l’attenzione dovuta in termini di tempo di concentrazione richiesto per l’apprendimento dei contenuti proposti pur permettendo molte applicazioni in tutte le materie d’insegnamento.

Come è noto, la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) è un dispositivo che consente di scrivere e disegnare come in precedenza, ma usando pennarelli virtuali. Essendo collegata ad un personal computer permette il mantenimento del classico paradigma didattico concentrato sulla lavagna, per quanto predisposto all’integrazione multimediale, con accesso alla rete telematica policentrica (Internet) e la possibilità d’utilizzare qualsiasi software didattico.

LIM e competenze

Tecnicamente con la LIM è possibile controllare tutte le applicazioni del pc, usare la tecnica della retroproiezione o quella frontale, utilizzare appositi pseudo-pennarelli oppure interagire con il pc toccando la LIM con qualunque oggetto o con le dita (modalità touch screen), gestendo le risorse software in dotazione che consentono di inserire immagini, sfondi, d’evidenziare, registrare. È del 2006 la (Circolare M.I.U.R. 11 settembre 2006) l’introduzione nelle scuole delle LIM, ma ancora oggi non tutte le scuole hanno potuto provvedere alla dotazione necessaria per uniformare la didattica alla richiesta sociale d’innovazione. Inoltre, va tenuto presente che si tratta di un mezzo per l’insegnamento e l’apprendimento, non la panacea. Usare la LIM vuol significare specifiche competenza in atto (formazione in servizio dei Docenti) ed obiettivi didattici correlati essendo un’integrazione dei vari strumenti in uso, non ultimi i contenuti delle biblioteche virtuali da tempo accessibili istantaneamente, in funzione degli idonei apprendimenti che si intendono promuovere. La diffusione dei pc, dei videoproiettori e soprattutto dei programmi europei e nazionali volti a favorire il rinnovamento irreversibile della didattica apre orizzonti d’interesse, ma vanno messe ingenti e congrue risorse digitali al servizio dell’azione educativa ed istruttiva di tutte le scuole presenti sul territorio nazionale, esattamente come hanno fatto altri paesi, soprattutto quelli del nord Europa.

Le istituzioni delegate al successo formativo e professionale delle nuove generazioni (scuola ed Università, in particolare) ed il mondo aziendale sono da tempo concordi nel raccomandare azioni strategiche affermando che occorre puntare su programmi di formazione che alzino il livello delle competenze dei lavoratori – nel caso della scuola e dell’Università, si tratta di Docenti e del personale tecnico, amministrativo ed ausiliario – e li rendano in grado di offrire professionalità progredite, capaci d’evolvere permanentemente e in linea con quanto chiedono la knowledge society, il mercato dei beni e servizi e l’economia digitale: l’era dell’hi-tech comporta un alto grado di automazione, ma ha bisogno anche di esperti qualificati in tutti i settori specialistici d’attività, compresa la didattica. Sarà importante inoltre la capacità dei protagonisti stessi, a vario titolo, della rivoluzione tecnica, economica e socio-culturale, in corso d’espansione, di predisporsi ad accogliere la sfida dell’innovazione e di procedure step by step per organizzare la pluriennale offerta formativa pubblica in sintonia con le esigenze indifferibili di fruibilità condivisa di conoscenze; in questo percorso le modalità apprenditive, le forme istituzionali di accesso sono l’aspetto più importante delle attività d’istruzione, educazione e formazione.

ICT nella scuola, andamento troppo lento

A fronte di questi vantaggi della LIM, è molto difficile, se non impossibile redigere un bilancio esaltante sull’introduzione delle ICT nella scuola e nella consuetudinaria programmazione didattica inter-transdisciplinare. Certo, nella prospettiva secolare, un progresso è stato realizzato nel lento passaggio dai sussidi audiovisivi alla lavagna interattiva multimediale. Dalla lavagna d’ardesia a quella luminosa il cambiamento è evidente. Tuttavia, va considerato che i sussidi audiovisivi furono introdotti ufficialmente nella scuola pubblica italiana nei primi anni del XX secolo, disciplinati in epoca fascista dalla Circolare ministeriale n°105 del 1° Ottobre 1923 avente per oggetto “le proiezioni luminose, fisse o animate, nelle scuole medie e nelle scuole elementari”, con l’intento di “sistemare e completare tutte le iniziative in corso per l’impiego dei moderno mezzi d’illustrazione” … già adottati come sussidio didattico in parecchie città italiane”.

Anche nel lessico, va stigmatizzata una consuetudine che denuncia un’approssimazione oggi da evitare: l’espressione avrebbe dovuto essere “tecniche auditive, visive ed audiovisive” poiché solo per un’ellissi maldestra si afferma che la radio, le registrazioni audio o la proiezione fissa siano audiovisive. Va precisato che – indipendentemente dallo “strumento” in uso – l’attività d’insegnamento rende, di fatto, audiovisivo qualunque mezzo o strumento venga usato dal Docente nel condurre la lezione a cominciare dall’obsoleta lavagna di ardesia che prende vita con l’uso dei gessetti; questo strumento – ancora in uso – ha fornito l’imprinting nell’approccio all’illustrazione di contenuti pluridisciplinari in modo da influenzare anche la realizzazione di dispositivi entrati di recente nella didattica. Un breve excursus consente di comprendere che dalla “lanterna magica” del XVII secolo hanno avuto origine gli strumenti di proiezione fissa che sono distinti in attività riconducibili all’episcopia (proiezione di documenti opachi, pagine di libro o pagine che possono essere preparate dal Docente o dagli allievi) e ad attività riconducibili alla diascopia (proiezione di documenti trasparenti: diapositive, filmine o acetati).

LIM, il “salto” verso interattività e multimedialità

È evidente che la LIM rappresenta il salto tecnico fondamentale verso l’introduzione, l’uso e la consuetudine della interattività e della mutimedialità nella diuturna didattica pluridisciplinare. Non tutte le scuole oggi, però, ne dispongono per ogni gruppo classe.

Seppur a macchia di leopardo in ogni ordine e grado d’istruzione il diascopio lavagna luminosa, con il suo piano di proiezione orizzontale di notevoli dimensioni e una notevole luminosità, consente almeno funzionalità illustrative molteplici non alterando i ruoli didattici e consentendo agli allievi di partecipare seguendo con interesse la lezione e prendendo appunti (rif. G. Mariani e S. Galeano, 2010).

Il ruolo dell’insegnate è confermato dall’immissione dei contenuti disciplinari immediatamente fruibili dal gruppo classe che segue direttamente lo sviluppo interattivo della lezione proiettata o sul proprio device. Inoltre, il diascopio lavagna luminosa consente di cancellare, correggere e sottolineare in modo analogo alle modalità tradizionali con la peculiarità aggiuntiva di una memoria digitale del “quadro logico” in adozione da parte del singolo Docente. Infatti, la lezione è preparata in precedenza su lucidi, facili e veloci da preparare: disegni, grafici, tabelle, mappe concettuali, avvalendosi anche contributi video di filmati in modo da garantire vivacità e chiarezza espositiva.

Più LIM, più connessioni nelle scuole

Per essere efficaci nell’istruzione erogata, i gruppi classe hanno necessità di ricorrere a reti, files, e web site, indipendentemente dall’aula fisica che li accoglie. Un piano straordinario volto alla dotazione delle LIM, dove sono deficitarie, renderebbe permanente l’informazione interdisciplinare fruibile consentendo agli studenti di interagire con i materiali didattici resi disponibili nella rete. Tutte le evoluzioni dei software sono immediatamente utilizzabili e tutti i nuovi hardware potranno essere governati dalla LIM; in realtà, non è ancora generalizzata la connessione, con tecnologia wireless, a favore degli utenti delle scuole che con i portatili possono trasferire ad personam il controllo della stessa LIM; questo impedimento non è, ovviamente, di natura tecnica, bensì deriva da responsabilità d’ordine politico.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Social
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati