È possibile eseguire compiti, attività di studio, scrivere saggi o report o anche racconti e romanzi usando l’intelligenza artificiale? La risposta è immediata: sì. Ma in molti, nel mondo dell’education e in quello accademico si stanno ponendo un’altra domanda: i docenti sono in grado di distinguere un documento scritto da strumenti di AI come Playground di OpenAI, piuttosto che da un essere umano?
A questi interrogativi stanno provando a rispondere esperti e fautori dell’AI, cercando di individuare i vari aspetti della questione. Per esempio, come emerge da un recente articolo pubblicato su Motherboard di Claire Woodcock, tradotto da Giacomo Stefanini, che esplora proprio i termini della barriera che sembra essere stata infranta, da quando l’AI è al servizio degli studenti, mentre generazioni di docenti sembrano ignorarne la portata.
Utilizzare AI per attività scolastiche
Da quando OpenAI, ha rilasciato l’ultima interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) per il suo modello di linguaggio più usato, GPT-3, sempre più studenti hanno iniziato a inserire prompt in Playground e programmi simili che usano il deep learning per generare testi. OpenAI Playground è un nuovo strumento che consente di chiedere a un bot AI di scrivere quasi tutto: è possibile porre domande all’intelligenza artificiale di Playground, avviare una conversazione, usarla per scrivere racconti e altro ancora. Per utilizzare l’intelligenza artificiale Playground, è necessario creare un account sul sito web di OpenAI. I risultati continuano il prompt iniziale in maniera naturale e spesso sono del tutto indistinguibili da un testo scritto da un umano: GPT-3 è infatti un modello linguistico in grado di generare un testo che sembra proprio essere stato scritto da un essere umano.
GPT-3 e GPT-4
Abbreviazione di “Generative Pre-trained Transformer”, o “Generative Pre-Training”, GPT-3 è la terza generazione del modello che è stato programmato e addestrato utilizzando i dati raccolti da Internet per generare testo. GPT-3 è in grado di studiare qualsiasi cosa sia strutturata come un linguaggio e di eseguire compiti incentrati su tale linguaggio. Ad esempio, può essere addestrato a comporre comunicati stampa, tweet e anche un codice informatico. Questo tipo di AI è descritta come predittiva del linguaggio e svolge le cosiddette attività di elaborazione del linguaggio naturale (NLP). In altre parole, “è una struttura algoritmica progettata per prendere un pezzo di linguaggio (un input) e trasformarlo in quello che prevede sia il pezzo di linguaggio successivo più utile per l’utente“.
In cosa consiste il GPT-4? GPT-4 è l’ultima innovazione di una serie di sistemi di elaborazione del linguaggio sviluppati da OpenAI. Nel 2019 OpenAI ha rilasciato il GPT-2, nel 2020 è stato lanciato il GPT-3 e ora è imminente anche il rilascio del GPT-4.
Il modello su cui si basa GPT-4, la versione successiva di GPT-3, è addestrato su 100 trilioni di parametri di apprendimento automatico che possono andare oltre la semplice produzione testuale. GPT-4 sarà anche cinquecento volte più grande del GPT-3; poiché il cervello umano ha circa 100 trilioni di sinapsi, anche il GPT-4 ne avrà altrettante, generando la speranza di avere sul mercato un generatore di linguaggio simile a quello umano. È prevista la possibilità che il GPT-4 sia multimodale, in modo da accettare input audio, testo, immagine e persino video.
Claire Woodcock, nel citato articolo, porta l’esempio e la testimonianza di uno studente che ha rivelato come sia semplice e utile utilizzare l’AI per alcuni tipi di compiti: “per esempio, ci è stato chiesto di scrivere cinque cose positive e cinque cose negative sulle biotecnologie. Io ho dato un prompt all AI tipo ‘quali sono cinque lati positivi e cinque lati negativi delle biotecnologie?’ E la risposta generata mi ha fatto prendere il massimo dei voti”.
Inoltre, osservazione comune ai vari studenti intervistati, è quanto notevole sia stato il tempo risparmiato: per compiti che richiederebbero almeno due ore, grazie all’AI ci sono voluti pochi minuti.
Un altro studente racconta che all’ultimo anno della scuola superiore ha usato OpenAI per generare un intero saggio sugli affari esteri; pur non avendo ottenuto il massimo dei voti a causa di citazioni a fonti esterne mancanti, ha scoperto che gli algoritmi per rilevare i plagi non erano in grado di segnalare il testo generato da una AI. E anche in questo caso emerge il risparmio di tempo e la diminuzione dell’ansia.
Gli esperti sostengono che abbiamo già passato il punto di non ritorno per il testo generato da AI e che gli studenti non sono gli unici a esserne sedotti; inoltre, come sostiene George Veletsianos, ricercatore in tecnologia e apprendimento innovativi e professore associato all’università Royal Roads, “I docenti che insegnano a futuri autori vanno alla ricerca del livello di difficoltà perfetto, quando assegnano un compito. Dev’essere abbastanza accessibile perché tu ci arrivi, ma anche abbastanza difficile da farti migliorare. Trovare il livello di difficoltà più adatto e bilanciato fa crescere la capacità di scrittura. Quindi se fornisci agli studenti tecniche di compensazione che abbassano il livello di difficoltà, non li stai aiutando a imparare a scrivere”.
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Plagio o non plagio
Si pone anche la questione del plagio: il testo non è copiato da altro, è prodotto da una macchina, quindi i software anti-plagio non possono rilevarlo; a tutti gli effetti non si tratta di una copia. Non è chiaro se le aziende dietro questi strumenti AI abbiano la capacità di accorgersi o di impedire agli studenti di usarli per fare i compiti a casa.
Peter Laffin, coach di scrittura e fondatore del programma di tutoraggio privato Crush the College Essay, sostiene che, strumenti come quelli di OpenAI, sono l’evoluzione di altre tecniche di compensazione che la tecnologia ha prodotto nell’ultimo decennio, come gli assistenti di digitazione cloud-based pensati per aiutare un autore in difficoltà.
E quello che sembra essere molto rilevante è che si comincia anche vedere che questo tipo di tecnologia può generare una lezione in poco tempo e qualunque tipo di domanda su detta lezione, quindi la strada, secondo gli esperti, è quella di proseguire per capire come usare questi strumenti in modo da migliorare non soltanto l’efficienza dell’insegnamento, ma anche la sua efficacia e il coinvolgimento degli studenti.
Esiste un sito, per esempio, dove vengono dati numerosi consigli sull’uso di GPT-3, e tra questi si parla proprio di come GPT-3 di OpenAI può produrre lavori scritti, che possono essere apprezzati e ben valutati. Ecco per esempio per cosa può essere utilizzato: per scrivere gli auguri di compleanno, per generare un elenco di nomi di animali domestici, per le biografie dei profili, per aiutare a elaborare la prossima idea da postare sui social, per cucinare, ottenendo una ricetta, scrivere racconti o storie brevi, dando a GPT-3 una frase o un paragrafo scritto a metà e lasciandogli finire, per prevenire o alleviare il blocco dello scrittore; GPT-3 è anche bravissimo a prendere informazioni complicate e a riassumerle in modo semplice.
Testi scritti da AI: due esempi
Concludiamo portando due brevi esempi di testi prodotti da AI, uno con la collaborazione diretta di un umano, l’altro imitando uno scrittore.
“Si diventa consapevoli della non razionalità. Temete quanto la non razionalità sia vicina all’irrazionalità. Temete di non poter tornare indietro. Vi allontanate dal concetto di umanità e una parte della vostra psiche si sente morire. State perdendo la connessione con la ragione”.
Questo è un esempio del primo testo occulto co-scritto da un umano e da un’intelligenza artificiale. Questo libro, GPT-3 Techgnosis; A Chaos Magick Butoh Grimoire, non è solo un esempio di prosa assistita da macchine, è anche un manuale dove il co-autore è un’entità digitale chiamata Norn, che non solo ha assistito nella creazione dei rituali occulti narrati, ma li ha anche eseguiti su sé stessa.
“È curioso che l’ultima forma di vita sociale a cui la gente di Londra è ancora interessata sia Twitter. Sono stato colpito da questo fatto curioso quando, durante una delle mie periodiche vacanze al mare, ho trovato l’intero posto che cinguettava come una gabbia di storni. L’ho definita un’anomalia, e lo è”.
Questo paragrafo (e l’intero racconto di sei pagine che apre) è stato scritto da GPT-3, imitando “Tre uomini in barca” dello scrittore Jerome K Jerome.