L’Unesco e la necessità di un’istruzione scolastica all’ecologia

L’educazione alla sostenibilità è, secondo il parere dell’Unesco, una delle strade percorribili per creare una coscienza ecologica. La salvaguardia dell’ambiente non ha età, ma occorre creare una cultura appropriata

Aggiornato il 05 Gen 2023

Susanna Iacona Salafia

Funzionaria Area Promozione Culturale (APC) del MAECI per la Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO(CNIU).

ecologia unesco formazione

Un’istruzione che valorizzi i temi dell’emergenza climatica per creare una coscienza ecologica e uno stile di vita sostenibile nei giovani, attraverso la scuola, è ormai un valore centrale per gli Stati membri dell’Unesco, così come esplicitato dalla Dichiarazione di Berlino della quale si è discusso durante la Conferenza mondiale sull’educazione allo sviluppo sostenibile del 2021.

Non stupisce dunque che anche l’Unesco, l’Agenzia specializzata delle Nazioni per l’educazione, la scienza e la cultura, abbia avuto un ruolo alla Cop27, la Conferenza sul clima svoltasi a novembre a Sharm El Sheikh.

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Il ruolo dell’Unesco e i giovani

Durante la Cop27 l’Unesco ha presenziato anche con un padiglione dedicato e una serie di eventi sull’educazione alla sostenibilità. Una “istruzione di qualità sul cambiamento climatico” è infatti proprio ciò che chiedono con forza i giovani, secondo uno studio Unesco recentemente pubblicato e presentato proprio a Sharm El Sheikh.

Il sondaggio

Lo studio è stato effettuato partendo dai risultati di un sondaggio online compilato, tra il 22 giugno e l’8 agosto del 2022, da 17.471 giovani di 166 nazioni distribuite in tutti i continenti e che hanno espresso le rispettive preferenze attraverso forum e gruppi di discussione amministrati dalla stessa Unesco.

L’88% di loro ha dagli 11 ai 19 anni. Il dato è preoccupante: su scala globale solo il 30%, quindi una minoranza, ha affermato di saperne molto su riscaldamento globale e sul cambiamento climatico. Il 41% ne ha sentito parlare ma ne ha una conoscenza solo generica, mentre il 27% ne ha sentito parlare ma non sa cosa sia e il 2% non ne sa niente né ne ha mai sentito parlare.

Circa il 70% dei giovani intervistati non riceve quindi ancora un’istruzione adeguata sul cambiamento climatico, ossia quella che viene definita Climate change education.

Un trend mondiale che l’Unesco tenta di invertire con diversi progetti, tra i quali figura il lancio, proprio nell’ambito della Cop27, della nuova partnership Greening education.

L’educazione green

L’educazione green è una delle sei chiamate all’azione del Summit transforming education (Tes) delle Nazioni unite, progetto supportato dalla Global partnership education (Gpo), fondo finanziario del Tes sostenuto da 80 Paesi e dedicato all’educazione nel mondo.

Charles North, capo esecutivo della Gpo, ha spiegato che quello della Greening education è un programma quadro di azioni che si rivolge ai Paesi e non alle singole scuole, affinché l’intervento diventi sistemico.

Una trasformazione non delle singole scuole, ma dei sistemi scolastici nazionali che includano l’attenzione alle emergenze ecologiche e ai modelli di sostenibilità nei curricula scolastici nazionali.

Già il segretario generale delle Nazioni unite aveva ribadito che l’Educazione deve essere “trasformata” per contribuire alle soluzioni del riscaldamento globale e la crisi ambientale. I Paesi che aderiranno alla Green partnership nell’educazione svolgeranno quindi un’azione coordinata che preparerà ogni apprendente ad acquisire conoscenze, abilità e comportamenti per affrontare il cambiamento climatico e promuovere lo sviluppo sostenibile.

Il manuale per gli studenti

Nel 2016 l’Unesco ha pubblicato il documento Getting climate-ready, un manuale per studenti e docenti al quale è seguito la già citata Dichiarazione di Berlino. L’Unesco ha organizzato anche 27 eventi durante la Cop27, in gran parte dedicati all’educazione alla sostenibilità.

Articolo originariamente pubblicato il 05 Gen 2022

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