Gli anni recenti sono caratterizzati dalla “digitalizzazione” della società, dalla diffusione delle tecnologie e, soprattutto, dal conseguente aumento smisurato di dati ed informazioni disponibili.
Società 4.0, strumenti e conoscenze per gestire il cambiamento
In questa nuova società, cosiddetta 4.0, è necessario che le persone siano dotate degli strumenti indispensabili per poter gestire il cambiamento e non esserne sopraffatte. Da una parte è necessaria una “alfabetizzazione digitale”, cioè lo sviluppo di competenze di base in informatica, analoghe a quelle che si acquisiscono per esempio in matematica. Dall’altra è fondamentale l’apprendimento delle conoscenze fondamentali, per sviluppare gli strumenti cognitivi necessari per discernere l’informazione attendibile e analizzarla in modo critico e responsabile. Il ragionamento, il pensiero critico, le strategie di problem solving, nascono e crescono dallo studio delle discipline classiche (logica, filosofia, matematica, storia, greco, latino, ma anche etica e morale).
Verso la personalizzazione dei percorsi formativi
Anche il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente: scomparsa dei lavori ripetitivi, emergere di nuovi lavori (creativi, innovativi). Nuovi lavori per affrontare problemi fondamentali vecchi e nuovi, ma sempre più complessi: cambiamento climatico, energia, invecchiamento della popolazione, salute, ecc. Sono gli studi interdisciplinari quelli che preparano le giovani generazioni ad affrontare un mondo complesso, perché portano le/gli studenti a vedere i problemi da molteplici punti di vista e ad inventare nuovi modi di pensare che attraversano le varie discipline. Questo nell’ottica di andare verso la personalizzazione dei percorsi formativi e della conoscenza, analogamente a quanto si sta facendo in altri settori, si pensi ad esempio alla medicina personalizzata. E’ ormai sempre meno vero che “one size fits all”.
I corsi interdisciplinari delle principali Università
In questa direzione si muovono da anni le migliori università a livello internazionale. Ad esempio, Stanford incentiva gli studenti a seguire corsi interdisciplinari (si veda, ad esempio, questa pagina), mentre Harvard ha strutturato la scuola di Ingegneria su corsi interdisciplinari. Purdue University ha trasformato il College of Science per offrire molti corsi interdisciplinari. Anche il MIT offre, soprattutto al livello di corsi graduate, un’ampia scelta di corsi interdisciplinari. Ancora più radicale è il tentativo dell’università di Southampton di ripensare la propria offerta didattica per ampliare notevolmente l’interdisciplinarità dei propri corsi.
E in Italia?
In Italia questo processo è reso difficile dalla legislazione universitaria, che tramite Classi di Laurea e Settori Scientifici Disciplinari crea in genere una formazione universitaria settoriale e specialistica.
Tuttavia, alcuni Corsi di Studio che vanno nella direzione della multi ed interdisciplinarietà, essenzialmente a livello di Laurea Magistrale, sono stati recentemente proposti. Inoltre è ora in corso una revisione proprio della “classificazione dei saperi” che dovrebbe portare a maggiori aperture. D’altronde già Steve Jobs diceva: “For technology to be truly brilliant it must be completed with artistry”.
Ricerca multi e interdisciplinare
Così come la formazione, anche una ricerca che sia adeguata ad affrontare le sfide attuali deve avere componenti multi ed interdisciplinari. Nella ricerca multidisciplinare, discipline diverse collaborano per trovare insieme soluzioni, ma ognuna contribuisce per le proprie competenze, quindi le competenze stesse rimangono separate. Al contrario, nella ricerca interdisciplinare la conoscenza di discipline diverse permette di creare nuovi modelli, strumenti, approcci che non sarebbero potuti emergere in scenari monodisciplinari: si sviluppano nuovi modi per trovare nuove risposte.
Leonardo da Vinci era un eccezionale studioso – un genio – interdisciplinare, ma nella sua epoca l’insieme di conoscenze disponibili era limitato e la contaminazione dei saperi era la prassi. Ora c’è una enorme quantità di conoscenza e si sviluppano “silos” iperspecialistici di competenze, ma ancora mancano le soluzioni ai problemi fondamentali, che vanno trovate con un approccio “open-minded” e multiprospettico (anche se conservando ottime basi monodisciplinari, che sono comunque indispensabili).
Ricerca multi e interdisciplinare nelle principali Università
Nei paesi anglossassoni le migliori università si sono da tempo attivate per promuovere la ricerca interdisciplinare, ad esempio Harvard fin dal 2007 ha fortemente enfatizzato la ricerca interdisciplinare e cercato di modificare (almeno parzialmente) la sua struttura a dipartimenti troppo chiusi in se stessi (vedi l’articolo di Nature e la struttura non-dipartimentale della School of Engineering and applied sciences). La ricerca multidisciplinare è anche molto attiva ad Harvard, si veda, solo per esempio, questo progetto.
Negli Stati Uniti, la National Science Foundation finanzia da tempo progetti di ricerca interdisciplinare, mentre la National Academy of Science ha pubblicato un importante libro su come incentivare la ricerca interdisciplinare. Anche nel Regno Unito i Research Councils si sono attivati da tempo per sollecitare la ricerca interdisciplinare. La Comunità Europea promuove numerose attività interdisciplinari e multidisciplinari. In questo contesto, il programma Horizon 2020 focalizza la creazione di progetti con obiettivi concreti volti al progresso della società, piuttosto che su tematiche specifiche di ricerca.
Un futuro interdisciplinare
Il futuro è interdisciplinare. L’interdisciplinarietà può far avanzare la ricerca con scoperte fatte nell’intersezione delle varie discipline per migliorare la vita degli individui e lo stato del pianeta.
L’educazione interdisciplinare permette agli studenti di guardare i problemi da punti di vista nuovi e innovativi. Gli studenti possono diventare individui indipendenti, responsabili, coscienti, che “imparano ad imparare” e non perderanno più questa capacità per tutta la loro vita.