il confronto

Quanto pesano le università “telematiche” nel panorama italiano? I dati per capirlo



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Le università telematiche stanno crescendo significativamente in Italia, con un aumento costante delle immatricolazioni negli ultimi dieci anni. Questa tendenza, accentuata dalla pandemia, indica una trasformazione nelle preferenze educative e nel panorama accademico italiano

Pubblicato il 21 gen 2025

Giulia Sironi

Dottoranda in Educazione nella Società Contemporanea Dipartimento di Eccellenza dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca Capted-Next



università fuoricorso (1)

Il concetto di università tradizionale, fatta di aule, lavagne, proiettori e soprattutto lezioni in presenza con docenti in carne ed ossa, è diventato sempre più relativo ai giorni nostri. Di fatto, ad oggi in Italia gli atenei tradizionali si trovano a condividere la scena con un gruppo di università sempre più numeroso ed affermato, nato esattamente 20 anni fa con l’istituzione dell’’Università “Guglielmo Marconi” (D.M, MIUR, 1 marzo 2004), la prima università telematica italiana.

Università tradizionali e telematiche, due realtà a confronto

Descriviamo allora di seguito il panorama dell’istruzione terziaria italiano, commentando i dati derivanti dall’analisi quantitativa relativa al numero di immatricolazioni e di iscrizioni nelle realtà accademiche telematiche.

Il fine dell’indagine consiste nell’iniziare a esaminare dati che, seppur parziali, possono aprire uno spazio fertile a riflessioni e alla ricerca di possibili tendenze, la cui esistenza e i cui fattori scatenanti potranno essere confermate o smentire con ulteriori indagini di natura qualitativa e quantitativa. Infine, prima di aprire definitivamente lo spazio dello studio di dati, occorre fare un’ultima precisazione circa la posizione di partenza sposata dall’autrice. Non si intende né dimostrare la superiorità delle università tradizionali rispetto a quelle telematiche, né sollevare critiche circa la qualità dell’istruzione erogata da queste ultime. Si sposa infatti un orientamento volto illustrare e descrivere un fenomeno che è ormai avviato: la crescita di nuovi spazi di apprendimento, di nuove forme di accesso all’istruzione e di nuove preferenze educative.

Immatricolazioni in crescita nelle università telematiche: dati alla mano

Di seguito è riportata la Tabella 1, la quale fornisce un quadro informativo completo sulla distribuzione delle immatricolazioni registrate nelle università telematiche e tradizionali nel periodo che va dall’anno accademico 2010/2011 all’anno 2023/2024.

Tabella 1 – Distribuzione delle immatricolazioni tra università tradizionali e telematiche nel periodo a.a. 2010/2011-2023/2024

A partire dall’anno accademico 2013/2014 fino all’anno 2022/2023 si può osservare come la percentuale degli immatricolati nelle università telematiche segua un trend di aumento costante a discapito del settore tradizionale.

Nello specifico, tra l’anno 2013/2014 e l’anno 2022/2023, in soli 9 anni, il numero delle immatricolazioni registrate nelle università telematiche è infatti più che quintuplicato, passando da 4.827 a 26.108 immatricolazioni. Ragionando in termini percentuali, nell’anno 2013/2014 le immatricolazioni nel settore telematico erano pari all’1,8% del totale di quell’anno, mentre nel 2022/2023 tale percentuale ha raggiunto quasi l’8% (7,8%). Dalla tabella è inoltre visibile che tra l’anno accademico del 2019/2020 e l’anno 2020/2021 si registra un incremento di ben 1,9 punti percentuali in riferimento alla percentuale di immatricolati nelle università telematiche. Infatti, fino a quel momento lo scarto annuale, come è possibile osservare, si attestava mediamente su 0,5 punti percentuali. A tal riguardo si presume che l’insorgere della pandemia Covid-19 possa aver giocato un ruolo fondamentale, pur non potendola indicare con certezza come l’unica causa dell’incremento. Infine, un dato decisamente interessante è riferito all’anno accademico 2023/2024 il quale segna la fine del trend crescente delle immatricolazioni in atenei telematici iniziato esattamente 10 anni prima. Sarebbe interessante svolgere un’indagine più approfondita in modo da identificare i fattori effettivi che hanno portato a questa inversione di tendenza.

Proseguendo nell’analisi, è ora utile inserire l’analisi bivariata tra il sesso del/lla immatricolato/a e la categoria, tradizionale o telematica, alla quale appartiene l’università scelta dagli/lle utenti.

Tabella 2 – Analisi bivariata tra sesso e categoria di ateneo

E’ abbastanza evidente che la percentuale degli utenti immatricolati nelle università telematiche registra punteggi più alti nella componente maschile rispetto a quella femmile. Tale dato può essere ancora più informativo nel momento in cui lo si analizza osservando la sua evoluzione nel tempo. Le Tabelle 3 e 4 contengono rispettivamente il numero delle immatricolate e degli immatricolati nelle università delle due categorie di riferimento, telematiche e tradizionali.

Tabella 3 – Distribuzione delle immatricolate tra università telematiche e tradizionali nel periodo storico a.a. 2010/2011-2023/2024.

Nel caso delle immatricolate si conferma il trend evidenziato prima: incremento costante del numero delle immatricolazioni registrate nelle università telematiche a partire dall’anno 2013/2014 fino all’anno 2022/2023 con successivo decremento in corrispondenza dell’ultimo anno accademico di cui si dispone di dati, l’anno 2023/2024.

Tabella 4 – Distribuzione degli immatricolati tra università telematiche e tradizionali nel periodo storico a.a 2010/2011-2023/2024.

In merito alla Tabella 4 non emergono differenze rilevanti rispetto alla situazione precedentemente descritta per la componente femminile. Nonostante ciò, è possibile trarre un’interessante considerazione da un’analisi longitudinale del periodo storico considerato. Infatti, in ciascun anno considerato, emerge che gli esponenti di sesso maschile scelgano con più frequenza, rispetto alla controparte femminile, di immatricolarsi in università telematiche. D’altra parte, però, per comprovare tale affermazione è necessario tenere monitorati i dati riferiti agli anni futuri. Sarebbe inoltre utile intraprendere ulteriori ricerche per fornire una spiegazione a tale fenomeno, individuandone così i fattori e le variabili alla base.

ll numero degli iscritti: le scelte accademiche di studenti e studentesse

Fino a questo punto dell’analisi si è ragionato in termini di immatricolazioni, occorre adesso entrare nel merito di un altro dato che può essere oggetto di riflessione, il numero degli iscritti complessivi negli atenei italiani. In primo luogo, la Tabella 5 illustra come gli/le iscritti/e sono distribuiti/e tra università di tradizionali e la loro controparte, le telematiche.

Tabella 5 – Distribuzione delle iscrizioni tra università tradizionali e telematiche nel periodo a.a. 2004/2005-2023/2024

La situazione non è tanto differente rispetto al quadro delle immatricolazioni in quanto anche per gli iscritti si rileva una costante crescita nel tempo del settore telematico a discapito di quello tradizionale.

Infatti, osservando i dati riferiti agli anni accademici del 2013/2014 e del 2023/2024 emerge che il numero degli iscritti telematici è più che quintuplicato, passando da 52.118 a 273.762 utenti.

Ragionando in termini percentuali, nel 2013/2014 il numero degli iscritti nel settore delle università telematiche era pari all’ 3,1% rispetto al totale di quell’anno, mentre nel 2023/2024 tale percentuale si assesta al 14,0%.

Infine, è bene fare qualche riflessione anche sull’intensità che la crescita di iscrizioni telematiche ha avuto nel tempo. Lo scarto in termini percentuali nel corso degli anni supera l’ 1 punto percentuale nel passaggio tra l’anno accademico 2016/2017 e il 2017/2018, giungendo poi a registrare una differenza di ben 2,1 punti percentuali tra il 2019/2020 e il 2020/2021.

Oltre all’ammontare del numero degli iscritti e alla categoria di appartenenza dell’università di riferimento, è inoltre possibile fornire informazioni anche circa le scelte degli utenti in relazione all’offerta formativa degli atenei.

Tabella 6 – Iscritti e iscritte per gruppo disciplinare

Da questa prima tabella (Tabella 6) emerge che i corsi di studio più gettonati sono afferenti all’ambito Economico (13,7% di iscritti), Medico-Sanitario e Farmaceutico (12,6%) e Giuridico (11,1%) mentre il fanalino di coda è rappresentato dall’ambito Informatico (1,8%).

Oltre al gruppo disciplinare di riferimento, il dataset di partenza permette inoltre di inserire un’ulteriore variabile d’analisi che fornisce del materiale utile per ulteriori considerazioni e ragionamenti. La variabile in oggetto è il sesso di appartenenza degli iscritti.

Tabella 7 – Distribuzione delle iscrizioni secondo le variabili Sesso e Gruppo Disciplinare

La Tabella 7 permette di fare un confronto tra le frequenze di iscrizione della componente femminile e di quella maschile ai diversi ambiti disciplinari dell’offerta formativa erogata dalle università. Dai dati risulta che la componente femminile predilige i corsi di studio del gruppo disciplinare Medico-Sanitario e Farmaceutico (14,8%), seguiti dai corsi del gruppo Giuridico (11,9%) ed Economico (11,7%).

Tale situazione coincide parzialmente a quanto si osserva per la controparte maschile.

Infatti, questi condividono con il sesso opposto le preferenze per ambito Giuridico (10,1%) ed Economico (16,3%), ma collocano al primo posto la scelta di indirizzi afferenti ad Ingegneria industriale e dell’informazione (18,6%).

Al contrario di quanto appena osservato, se si procede a considerare i dati riferiti ai gruppi disciplinari in cui si registra il numero più basso di iscritti/e, si delineano due scenari significativamente differenti in relazione al sesso degli iscritti.

Si registra la minor presenza di esponenti del sesso femminile in corsi afferenti al gruppo disciplinare di Informatica e Tecnologie ICT (0,5%), Scienze motorie e sportive (1,1%) e Agrario-Forestale e Veterinario (2,0%). Allo stesso tempo, invece, il minor numero di iscritti di sesso maschile si riferisce a corsi afferenti al gruppo disciplinare di Educazione e Formazione (1,0%), seguiti da quelli in ambito Psicologico (1,8%) e Linguistico (2,2%).

A questo punto dell’analisi, una volta analizzati i dati considerando le variabili sesso e gruppo disciplinare, è inevitabile interrogarsi sul ruolo svolto da un’ulteriore variabile, la natura telematica o tradizionale dell’ateneo in oggetto.

Le Tabelle 8 e 9 illustrano rispettivamente la distribuzione delle iscritte e degli iscritti considerando il gruppo disciplinare e il tipo di università.

Tabella 8 – Distribuzione delle iscritte per gruppo disciplinare e tipo (telematiche/tradizionali) di università

Dall’analisi emerge che fino ad oggi le studentesse si iscrivono in misura maggiore ad università telematiche per frequentare corsi afferenti al gruppo disciplinare di Scienze motorie e sportive (19,5%), seguiti da quelli in ambito Psicologico (10,8%) e di Educazione e Formazione (7,5%). Per contro, le facoltà telematiche che ricevono il minor numero di iscrizioni da parte del sesso femminile appartengono al gruppo disciplinare Medico-Sanitario e Farmaceutico (0,2%), seguito da quello di Informatica e Tecnologie ICT (0,6%) e infine dall’ambito Scientifico (0,8%).

Tabella 9 – Distribuzione degli iscritti per gruppo disciplinare e tipo (telematiche/tradizionali) di università

Per quanto riguarda il quadro inerente le scelte degli studenti di sesso maschile, non emergono differenze rispetto a quanto riscontrato per la controparte femminile.

Giungendo quindi alla conclusione di tale analisi, occorre considerare un ultimo dato in grado di sintetizzare come le università telematiche stiano impattando sul panorama dell’istruzione terziaria italiano. A tal scopo, si ritiene utile confrontare il numero delle iscrizioni registrato nelle università telematiche negli anni accademici 2007/2008 e 2023/2024.

Tabella 10 – Tasso di crescita delle iscrizioni nelle università telematiche a.a. 2007/2008-2023/2024

La scelta dell’anno accademico 2007/2008 è stata dettata dall’individuazione del primo anno accademico in cui figurano iscrizioni in ciascun gruppo disciplinare. Ciò che emerge dalla Tabella 10, nella cui ultima colonna figura il tasso di crescita nei 16 anni considerati, è che a guidare la crescita sono le facoltà delle Scienze motorie e sportive (1,000). In seconda posizione si collocano i corsi di studio in campo Letterario-umanistico con un tasso di crescita pari a 0,984, seguiti poi dai corsi afferenti all’ambito Scientifico (0,993). Un dato che esula dalle precedenti evidenze è quello riferito al settore di Informatica e Tecnologie ICT, il quale ha iniziato a registrare iscritti a partire dal 2022/2023, raddoppiando il numero entro l’anno accademico successivo.

Infine, il fanalino di coda è costituito dalle facoltà di Architettura e Ingegneria civile, con un valore di 0,763.

Guardare al futuro: necessità di tutela da parte delle istituzioni

I dati osservati mostrano una consistente e continua crescita del settore dell’istruzione terziaria telematica a discapito di quello tradizionale. La diretta conseguenza di questo fenomeno si materializza nel fatto che gli atenei tradizionali si trovano ora a fronteggiare una nuova sfida: la competizione non coinvolge più solo le classiche università “fatte di mattoni” vicine e lontane, ma si allarga fino a comprendere anche il gli atenei telematici. E’ in tale sede che la classe dirigente delle università tradizionali deve interrogarsi su come gestire gli investimenti futuri, avendo cura inoltre di tessere buoni rapporti con la controparte telematica. Come si accennava all’inizio dell’articolo, lo scopo non è dimostrare la superiorità di un gruppo accademico rispetto ad un altro, ma anzi, comprendere il fenomeno in cui siamo immersi per permettere un dialogo tra queste due realtà formative. E’ proprio in questo contesto che è necessario un intervento chiaro e trasparente da parte del Governo, il quale deve regolamentare e tutelare la crescita del settore universitario.

Fonti

I Data set di analisi sono ricavati dal Portale dell’Istruzione superiore, il portale del Ministero della ricerca dove sono pubblicati in “open access” i dati sull’Università in Italia, in particolare i data set considerati sono i seguenti:

Immatricolati per ateneo 2010/11-2023/24:

https://dati-ustat.mur.gov.it/dataset/14aeb712-4665-4311-9e90-3e13639e8f50/resource/14938cd2-7683-4fff-b5e0-0741402a0dd2/download/02_immatricolatixateneo.csv

Iscritti per ateneo e gruppo:

https://dati-ustat.mur.gov.it/dataset/3dd9ca7f-9cc9-4a1a-915c-e569b181dbd5/resource/2020e61d-40d1-4465-bd67-aa748d5b7c76/download/18_iscrittixgruppoateneo.csv

L’analisi dei dati è stata realizzata utilizzando il software IBM SPSS Statistics Versione 29.0.2.0 (20)

Bibliografia

Decreto Ministeriale MIUR 1 marzo 2004, “Istituzione dell’Università telematica non statale “Guglielmo Marconi””. (Pubblicata in G. U. 18 marzo 2004, n. 65).

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