È in arrivo il Codice Etico che conterrà le indicazioni di comportamento per i docenti e il personale scolastico in merito all’uso dei social media.
Il documento è in fase finale di redazione ed è già stato sottoposto a una commissione di giuristi e sarà in linea con il già esistente Codice di comportamento nazionale per i dipendenti pubblici, modificato l’ultima volta nel giugno del 2023, anche con lo scopo di evitare contestazioni sindacali o sulla libertà di espressioni.
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Codice di comportamento nazionale per i dipendenti pubblici: cosa prevede
Nel capitolo dedicato all’uso dei mezzi di informazione e dei social network si legge che “il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.
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E che “le amministrazioni si possono dotare di una “social media policy” per ciascuna tipologia di piattaforma digitale, che deve individuare le condotte che possono danneggiare la reputazione delle amministrazioni. La normativa del 2023 stabilisce che i dipendenti pubblici dovranno astenersi da commenti o interventi che possano danneggiare il prestigio e il decoro della PA. L’utilizzo degli account istituzionali sarà consentito esclusivamente per attività connesse al lavoro, mentre l’uso di caselle di posta elettronica personali sarà limitato a casi eccezionali di forza maggiore.
Particolare attenzione viene posta alla divulgazione di documenti e informazioni, che dovrà essere strettamente correlata alle finalità professionali.
Il codice della Funzione pubblica contiene già una social media policy, il nuovo intervento mira a fornire linee guida dettagliate per il personale scolastico.
Casi recenti e dibattito sull’uso dei social media da parte dei docenti
L’ultimo caso che ha fatto scalpore sulle pagine dei media è quella della maestra Elena Maraga, docente in un istituto paritario cattolico, attiva sulla piattaforma Onlyfans, dove ha aperto un profilo e dove sono state trovate da alcuni genitori della scuola foto della docente in desabillée. I responsabili dell’istituto trevigiano si sono affrettati a sospenderla dal servizio in attesa di provvedimenti. Nel frattempo la maestra, che svolge anche l’attività di body builder, dopo una breve sparizione dai profili pubblici ha continuato la sua attività online, aumentando vertiginosamente i follower.
Altro caso che aveva fatto scalpore in rete è la vicenda che aveva avuto per protagonista il docente e scrittore Christian Raimo, professore di filosofia e storia in un liceo del III Municipio di Roma, che aveva postato circa un anno fa sul suo profilo Facebook pesanti critiche all’operato del Ministro dell’Istruzione, subendo il trattamento della censura, sospensione dal servizio per 3 mesi e riduzione dello stipendio per quel periodo di tempo. Le parole scritte sui social erano stato oggetto di un provvedimento disciplinare per una presunta violazione del codice etico per i dipendenti pubblici.
Il ruolo dei social media nella comunicazione scolastica
Ai casi balzati all’onore della cronaca si aggiungono quotidianamente episodi noti e meno noti dell’uso dei social media, in particolare WhatApp, dove si mescolano di continuo comunicazioni ufficiali e private.
E si aggiunge a questo anche la diffusione sempre più ampia dei profili social degli istituti, dove ancora una volta i post di carattere informativo si ritrovano nello stesso spazio virtuale delle comunicazioni informali e non ufficiali. A questo proposito moltissime scuole nel proprio Piano Triennale per l’Offerta Formativa PTOF si sono dotate di protocolli interni, che sostengono come i social media siano una risorsa che deve essere utilizzata in coerenza con le funzioni e gli obiettivi fondamentali dell’Istituto stesso.
Regolamenti interni e iniziative delle associazioni
Le singole scuole hanno provveduto in molti casi a stilare regolamenti interni, a dare indicazioni chiare ed esplicite al proprio personale.
Dal canto loro anche le varie associazioni di categoria si stanno muovendo. Nello specifico la Fism, Federazione italiana scuole materne che riunisce gli istituti dell’infanzia paritarie, non-profit, cattoliche o di ispirazione cristiana di cui fa parte anche l’asilo del trevigiano sede di servizio per la maestra comparsa su OnlyFans, si dice pronta ad approvare un proprio codice etico per disciplinare il comportamento degli insegnanti sui social media.
La questione non è nuova e qualche anno fa (2018) se ne era già parlato a commento di una proposta lanciata dall’Associazione Nazionale Presidi – ANP che ribadiva la necessità di dare regole sull’uso delle chat e dei social nei rapporti tra studenti e insegnanti.