i rapporti

Ripensare la didattica nell’era del Covid-19: le proposte dell’OCSE

La didattica a distanza ha contribuito a far capire come piattaforme, software, webtool siano solo uno strumento a servizio della pedagogia e della didattica e quindi della “mente”. In diversi rapporti, l’Ocse ripercorre l’impatto del Covid, la gestione delle riaperture e suggerisce le risorse per l’home schooling

Pubblicato il 13 Ott 2020

Letizia Cinganotto

Ricercatrice Indire

Photo by Surface on Unsplash

“During the pandemic, remote learning became a lifeline for education but the opportunities that digital technologies offer go well beyond a stopgap solution during a crisis”

La citazione iniziale, tratta dal rapporto OCSE “The impact of Covid-19 on education – Insights from Education at a glance 2020”, induce a riflettere sulla rivoluzione avvenuta nell’ambito dell’educazione e dell’istruzione durante la crisi epidemiologica: la didattica a distanza forzata ha rappresentato una novità senza precedenti cui nessuno poteva essere preparato e le scoperte effettuate in questo periodo relativamente all’uso delle tecnologie e del digitale non possono essere vanificate, ma devono essere tesaurizzate e tenute in debita considerazione nella progettazione dei nuovi scenari di Didattica Digitale Integrata (DDI), secondo le Linee Guida del Ministero dell’Istruzione dell’agosto 2020.

In base al succitato Rapporto, i paesi dell’OCSE hanno usato un’ampia varietà di risorse per supportare la didattica a distanza forzata, tra cui i canali radiofonici e televisivi in broadcasting e piattaforme dedicate per l’erogazione di contenuti, video e materiali digitali, nonché per l’organizzazione di lezioni in sincrono con gli studenti, garantendo supporto anche alle famiglie in queste nuove forme di home schooling, come si evidenza dall’immagine sottostante, tratta dallo stesso Rapporto.

Le iniziative italiane per la scuola in fase di emergenza

Anche in Italia si è lavorato molto per garantire il supporto ai docenti, ai dirigenti scolastici e alle famiglie: basti pensare alle numerose iniziative promosse dal Ministero dell’Istruzione, cui INDIRE (Istituto Nazionale per la Documentazione, l’Innovazione e la Ricerca Educativa) ha collaborato grazie alle Reti di scuole dei Movimenti “Avanguardie Educative” e “Piccole Scuole” . I risultati ottenuti durante il periodo di emergenza sanitaria, seppure con le innumerevoli difficoltà incontrate, rappresentano la base di partenza per la progettazione della DDI del nuovo anno scolastico.

Un altro Rapporto dell’OCSE, “Spotlight 21. Coronavirus: back to school” illustra come i vari paesi abbiano organizzato e gestito la riapertura delle scuole, seguendo un processo graduale, illustrato dal grafico sottostante: dalla preparazione, alla risoluzione dei problemi, con l’obiettivo della ripresa e del recupero, passando attraverso la riflessione, la valutazione e la meta-cognizione sulle esperienze, punto di partenza per la trasformazione e la riprogettazione futura.

Source: Adapted from Azzi-Huck and Shims (2020), “Managing the impact of COVID-19 on education systems around the world: How countries are preparing, coping, and planning for recovery”,

Cosa ci insegna l’esperienza della didattica a distanza

Il succitato Rapporto dell’OCSE ci invita a riflettere su questi interrogativi: “Can we use this evidence to rethink ways of organising and delivering the curriculum? Reinforce multidisciplinary and collaborative models of teaching and learning? “

L’esperienza della didattica a distanza forzata può insegnarci a ripensare le scelte didattiche e l’organizzazione del curricolo, puntando all’adozione di modelli di apprendimento e insegnamento collaborativi, multidisciplinari, cross-curricolari, interdisciplinari.

E’ quanto auspicano le Linee Guida per la DDI del Ministero dell’Istruzione, che fanno riferimento ad alcune delle metodologie innovative di stampo socio-costruttivista, che possono essere adottate sia nella didattica in presenza che nella didattica a distanza, ibrida o integrata, in quanto pongono lo studente al centro del percorso formativo, rendendolo attore protagonista di ogni attività: didattica breve, apprendimento cooperativo, Project-Based Learning, flipped classroom, debate, per riportare le metodologie citate dal documento ministeriale.

Già nel 2014 INDIRE, promuovendo il Movimento delle Avanguardie Educative, in collaborazione con una rete di scuole, ormai divenute circa 1200, si impegnava a supportare i processi di individuazione, diffusione, radicalizzazione e messa a sistema dell’innovazione, definendo la Gallery delle “Idee” di Innovazione, cioè la varietà di tecniche e metodologie didattiche, in continua implementazione, con cui ripensare e innovare il modo di fare scuola, sia in presenza che a distanza.

Non a caso docenti e dirigenti scolastici già avviati ai processi di innovazione prima dell’epidemia, durante l’emergenza sanitaria sono riusciti con maggiore flessibilità a adattarsi ai nuovi modelli organizzativi, tecnologici e infrastrutturali, elaborando soluzioni creative, dinamiche e interattive nella didattica a distanza, che non fossero una mera trasposizione dei formati, dei tempi e dei contenuti della didattica in presenza.

Le risorse suggerite dall’Ocse

Anche l’uso del digitale come canale per la comunicazione, l’interazione e la didattica per molti docenti non è stata una scoperta durante il lockdown, ma semplicemente una conferma e un potenziamento, da mutuare in nuovi scenari misti o ibridi, a seconda dell’evolversi dello stato epidemiologico.

Come afferma Baricco in “The Game”, le vere rivoluzioni sono mentali prima che tecnologiche: in questo senso la didattica a distanza forzata ha sicuramente contribuito a far comprendere come le piattaforme, i software, i webtool siano appunto solo uno strumento a servizio della pedagogia e della didattica e quindi della “mente”.

A proposito di webtool, sempre l’OCSE in un altro Rapporto, “Supporting the continuation of teaching and learning during the COVID-19 Pandemic – Annotated resources for online learning”, suggerisce un’ampia gamma di risorse per la didattica a distanza o ibrida, traendo ispirazione dal framework di Pellegrino e Hilton (2012[1]).

Le risorse sono suddivise in tre categorie in base alle finalità didattiche:

  • Curriculum Resources: lezioni, video, moduli interattivi e altre risorse finalizzate a supportare direttamente gli studenti nell’acquisizione di conoscenze e nello sviluppo di competenze
  • Professional Development Resources: risorse rivolte a docenti e genitori per orientarli e guidarli nell’azione didattica a distanza e nelle varie forme di home schooling
  • Tools: strumenti, link, software, LMS con cui docenti, studenti o genitori possono accedere direttamente ai contenuti didattici.

Nell’immagine di seguito è riportata la tassonomia utilizzata per classificare le risorse.

“For educators, the COVID-19 Pandemic is a quintessential adaptive and transformative challenge”: con queste parole l’OCSE ci invita a riflettere sulla possibilità e sulla necessità di trasformare le sfide in opportunità, per costruire nuovi scenari educativi senza dimenticare né ignorare il passato, anzi imparando da questo.

Bibliografia

  1. Pellegrino, J.W. and M.L. Hilton (eds.) (2012), Education for Life and Work: Developing Transferable Knowledge and Skills in the Twenty-First Century, National Academies Press, Washington, DC.

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