L’esperienza maturata dalla Regione Friuli Venezia Giulia identifica l’analisi delle best practice, il “fare rete” e le competenze tra gli ingredienti più importanti della ricetta per attuare la trasformazione digitale.
Questi ingredienti sono fondamentali perché si pongono in antitesi rispetto agli approcci autoreferenziali che spesso affliggono la pubblica amministrazione e che sono all’origine delle “logiche a silos”.
Negli ambienti scientifici, di cui il mondo digitale fa parte, è naturale un approccio alla risoluzione dei problemi basato sul confronto aperto e continuo nella community di riferimento; inoltre è consuetudine diffusa “copiare” e riutilizzare soluzioni efficaci già pensate da altri, nella convinzione che dall’esterno dell’organizzazione può spesso provenire la conoscenza per migliorare il proprio lavoro.
Ecco allora che la transizione alla modalità operativa digitale nella pubblica amministrazione diventa realmente efficace se guidata dalla consapevolezza che il cambiamento da una logica di chiusura autoreferenziale ad una apertura verso l’esterno, consiste in primis in un approccio “olistico”, inclusivo di tutte le componenti della realtà territoriale e dei livelli organizzativi, senza ridurre il processo a “una mera questione tecnico informatica”.
Un esempio concreto di approccio “olistico” alla trasformazione lo troviamo nel contesto della Scuola Digitale FVG e, in particolare, nel “programma regionale per la Scuola Digitale 2016-2018”.
Il modello di Scuola Digitale FVG si fonda infatti su una rete di collaborazione e interazione tra i vari livelli istituzionali e i soggetti, che a vario titolo sono coinvolti nel processo di sviluppo di prodotti e servizi digitali innovativi per il sistema scolastico dove le scelte di carattere strategico sono in capo all’Amministrazione regionale con l’obiettivo di rendere il sistema scolastico regionale maggiormente rispondente ai mutati bisogni educativi, assicurando nel contempo interventi coordinati e sinergici con il Piano Nazionale per la Scuola Digitale promosso dal MIUR.
Il modello di scuola digitale FVG identifica la connettività, gli strumenti digitali, la didattica, la formazione dei docenti e la dematerializzazione dei processi interni come dimensioni diverse dello stesso problema che devono essere considerate nel loro complesso e non come ambiti a sé stanti.
L’applicazione efficace del modello è garantita da una progettazione delle azioni del programma regionale orientata all’interdipendenza e alla connessione e intersezione degli ambiti.
Il leitmotiv che caratterizza tutte le azioni consiste nella ricerca e catalogazione delle buone pratiche, nella produzione di linee guida, nello stimolo delle comunità di pratica e nella formazione e tiene sempre in considerazione il pregresso e l’esperienza già acquisita all’interno di ciascun ambito.
Ad esempio, l’inserimento delle tecnologie digitali all’interno della didattica tradizionale è un processo che in Friuli Venezia Giulia non nasce oggi, ma a cui molti attori stanno lavorando da diversi di anni. Queste esperienze, per lo più legate a piccoli gruppi di docenti (o addirittura ad un singolo docente) e distribuite non omogeneamente sul territorio regionale, quasi mai hanno potuto fare da traino ad iniziative strutturate e di più ampio impatto.
Ecco allora che le azioni del programma regionale che prevedono la mappatura di queste buone pratiche, la loro documentazione e presentazione secondo degli standard di riferimento scientifici, la creazione del catalogo dei percorsi didattici per il digitale, unito alla disponibilità di un supporto esperto per i docenti che volessero introdurre un percorso innovativo e la presenza della rete per la diffusione e condivisione, diventa fondamentale per ottimizzare le future sperimentazioni, che non dovranno ripartire da zero, ma potranno confrontarsi con i risultati delle precedenti attività già svolte e monitorate.
La ricerca e mappatura delle best practice è svolta con l’aiuto delle reti di scuole già presenti sul territorio, sfruttando la loro memoria storica, supportate dal gruppo degli animatori digitali composto da docenti, studenti e altro personale, caratterizzati dell’entusiasmo per il digitale, opportunamente formati con percorsi che li rendono idonei anche per formare altri formatori. Il progetto, partito a settembre 2017, prevede di formare circa 100 animatori digitali in 18 mesi.
Il trait d’union tra le varie componenti del modello è rappresentato dal portale regionale dell’agenda digitale dove, nella specifica sezione dedicata alla scuola digitale, la community può interagire, conoscere il programma e i suoi obiettivi, visualizzare e richiedere i percorsi didattici nonché monitorare lo stato di attuazione.
La regia di livello regionale, prevista dal modello FVG, consente di mantenere la visione “olistica” degli ambiti favorendo, ad esempio, azioni di cablaggio strutturato delle scuole secondo standard omogenei e l’acquisto di strumenti per la didattica digitale, nell’ottica della classe 3.0, idonei a supportare quanto previsto dai percorsi didattici innovativi che verranno introdotti.
La sinergia continua anche con le azioni di agenda digitale FVG relative all’e-inclusion: la rete degli animatori digitali, così come pensata per la scuola, verrà infatti estesa in altri contesti come, ad esempio, agli enti locali e alle università della terza età, anche attraverso progetti di alternanza scuola lavoro per formare dei giovani da inserire nella rete affinché possano agire sul territorio in autonomia per contribuire a superare il divario digitale. Anche la conoscenza e i servizi realizzati dall’Accademia digitale FVG, una piattaforma integrata per la formazione, inserita nel Sistema Informativo Integrato Regionale (SIIR), a disposizione dei dipendenti e delle dipendenti della pubblica amministrazione e della sanità regionale con corsi in aula, e-learning e web seminar, è messa a fattor comune con le iniziative della scuola digitale e, in generale, di progetti affini come, ad esempio, i percorsi per l’invecchiamento attivo e contro il cyber bullismo.
Ad oggi sono stati catalogati 33 percorsi didattici innovativi che spaziano dal digital storytelling, al pensiero computazionale, all’uso consapevole della rete e sono stati finanziati e attivati, per l’annualità in corso, circa 70 percorsi su altrettante scuole.