La scuola sta vivendo un momento che potremmo definire storico in termini di finanziamenti per l’ammodernamento della dotazione tecnologica: grazie alle risorse messe a disposizione dal PNRR assistiamo infatti a un cambio di paradigma che apre le porte alla possibilità di effettuare una programmazione ragionata su scala pluriennale.
Questo nuovo approccio offre un vantaggio su più livelli: da un lato, permette l’ingresso di nuovi attori nel mercato dell’innovazione scolastica; dall’altro offre agli istituti l’opportunità di scegliere tra un’ampia gamma di soluzioni quella che meglio si adatta alle loro esigenze.
Docenti e tecnologie, un rapporto complesso
Non sempre però inserire nuove dotazioni tecnologiche nel contesto didattico rappresenta una facilitazione: capita spesso, infatti, che i nuovi strumenti digitali introducano complessità e nuove barriere d’ingresso per i docenti. Aggiungere, quindi, non sempre rappresenta un vantaggio: per questo l’obiettivo dell’innovazione non è necessariamente comprare qualcosa in più ma innanzitutto migliorare quello che c’è.
La vera sfida per le scuole, in termini di efficienza e innovazione, diventa insomma quella di fornire al docente strumenti funzionali e accessibili, che gli consentano di svolgere al meglio le lezioni con l’ausilio delle nuove tecnologie.
Digitale a scuola, non facciamoci prendere dall’hype
L’innovazione, però, troppo spesso lascia il passo all’ultima moda in fatto di tecnologie come visori, realtà aumentata, 3D: sono sicuramente dotazioni all’avanguardia, che promettono molto in ambito education, ma si tratta anche di strumentazioni inutilizzabili se non accompagnate da formazione di alto livello.
Senza considerare che tecnologie sperimentali come queste tendono ad avere un’elevata obsolescenza. Basti pensare ai modelli dei visori per la realtà aumentata, il cui sviluppo è caratterizzato da rapidi e costanti avanzamenti tecnologici, aumento di potenza di elaborazione, cambiamenti di software di supporto e di design.
Motivi per cui l’utilizzo di queste tecnologie difficilmente sarà possibile nella quotidianità della didattica.
Il vero obiettivo dell’innovazione, quindi è ottimizzare le risorse che si hanno aggiungendo un plus che faccia la differenza: dare ai docenti uno strumento per fare lezione, integrato con tutti gli asset della scuola, che funzioni e non abbia barriere di utilizzo.
Gli interlocutori del cambiamento
Perché questo cambio di paradigma sia possibile, bisogna ovviamente trovarsi di fronte a una scuola attenta all’evoluzione delle metodologie didattiche. Una scuola pronta a cambiare i propri spazi fisici fondendoli con gli spazi virtuali di apprendimento; disposta a sostenere la trasformazione delle metodologie di insegnamento e apprendimento e a favorire lo sviluppo di competenze digitali fondamentali per l’accesso al lavoro.
Nella scuola, dirigenti e docenti attenti all’ innovazione non sono mai mancati ma finalmente, grazie alle ultime opportunità finanziare, viene riconosciuto loro quel ruolo guida fondamentale per trovare le migliori soluzioni in risposta alle esigenze della propria scuola.
Innovare semplificando: un percorso condiviso tra scuole e imprese
Lo sforzo di innovare semplificando deve essere condiviso tra scuole e imprese che decidono di rivolgersi al settore scolastico. Queste ultime hanno la grande responsabilità di trasferire soluzioni tecnologiche innovative in contesti poveri di competenze tecniche mantenendone intatte le opportunità. Si tratta di un obiettivo che, grazie al PNRR, è più che mai a portata di mano perché finalmente ci sono fondi che permettono di pianificare.
Per le scuole, quindi, siamo in una fase critica, in cui è importante non lasciarsi ammaliare dalle sirene dell’acquisto innovativo a tutti i costi, ma effettuare investimenti ragionati che permettono di adottare soluzioni in grado di realizzare quegli ambienti di apprendimento ibridi, propri della “Scuola 4.0” disegnata dal PNRR, in grado, cioè, di fondere le potenzialità educative e didattiche degli spazi fisici e virtuali.
È importante, pertanto, fare scelte oculate che offrano strumenti che durano nel tempo e non espongano le scuole a costi nascosti. Il rischio è quello di dotarsi di strumentazione destinata a prendere polvere negli armadi o soggetta a rinnovi di licenza e costi di manutenzione.
Virtualizzazione a scuola, la soluzione Qubiarch
Una soluzione tecnologica per rispondere ai rischi e alle opportunità del PNRR è Qubiarch, Virtual Desktop per Aule Didattiche e Laboratori.
Il Desktop Virtuale è un ambiente di lavoro legato all’utente e non ad uno specifico dispositivo. Quello Qubiarch è pensato per seguire il docente di aula in aula, offrendogli un vero e proprio “pc personale virtuale” a cui accedere con credenziali proprie. Tutti i dati, i programmi e le lezioni sono sempre a disposizione, sia che ci si trovi in classe, in laboratorio, in aula professori o a casa.
Il principale vantaggio per la scuola è che, con un unico intervento sistemico, introduce uno strumento di uso quotidiano che supera i limiti dei device fisici e rende omogenea l’esperienza di utilizzo a prescindere dalle competenze di base dei docenti e dalle dotazioni strumentali presenti nelle classi.
Eliminando i pc fisici condivisi è possibile aprirsi ad una serie di vantaggi altrimenti non raggiungibili. Si pensi ad esempio ad una scuola in cui i pc si accendono ad orari prestabiliti, che in caso di malfunzionamento possono essere rigenerati, che non espongono la scuola a perdita di dati perché sottoposti a continui backup o a rischi legati alla privacy.
Qubiarch rappresenta quindi un’infrastruttura che permette alla scuola di implementare nuove dinamiche e metodologie didattiche, fornendo ai docenti strumenti sempre aggiornati per garantire una didattica di qualità.
Nel contesto delle sfide dell’innovazione, uno dei rischi è quello di dover inseguire continuamente le ultime tendenze, il che comporta un ricambio costoso di computer e strumenti. Con i Virtual Desktop Qubiarch, la scuola ha invece due opzioni: riutilizzare i computer esistenti, adottando un approccio di economia circolare, trasformandoli in punti di accesso all’infrastruttura IT, oppure investire in nuove postazioni docenti, ad esempio con thin client a basso consumo energetico.
In sostanza, la soluzione Qubiarch semplifica l’innovazione tecnologica, mettendola a disposizione di una didattica che ne fa un uso efficace. È importante, infine, sottolineare che Qubiarch non comporta costi di rinnovo o licenze mentre le attività di manutenzione e assistenza sono in full remote erogate attraverso un semplice help desk.
BOX A CURA DI QUBIARCH
Contributo editoriale in collaborazione con Qubiarch