crisi del talento

Scuola e territorio: così l’orientamento può frenare la fuga dei cervelli

La fuga di cervelli ha sicuramente molte cause, ma potrebbe essere in parte evitata attraverso una didattica orientativa in costante contatto con un territorio e le sue imprese. Ecco le azioni indispensabili per formare cittadini resilienti

Pubblicato il 04 Dic 2019

Felicetto Massa

Istituto Tecnico Industriale Statale M.O.V.M. Don Giuseppe Morosini" di Ferentino (FR)

scuola

L’attenzione all’evoluzione del lavoro in continuo cambiamento ha comportato una revisione delle linee guida in materia di orientamento scolastico e di alternanza scuola-lavoro.

Le stesse, così come indicato dal decreto del MIUR numero 774 del 4 settembre 2019, sono applicabili, alle scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie a partire dall’anno scolastico 2019/2020.

La guida mantiene l’innovativa denominazione PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) al posto di “Alternanza Scuola-Lavoro” e vede una integrazione della stessa e programmazione didattica personalizzata all’orientamento in itinere delle scuole.

Una metodologia, indirizzata alla valorizzazione dei talenti, completata da strategie didattiche che hanno la finalità di garantire ad ogni studente una propria forma di eccellenza dell’apprendimento e dello sviluppo delle proprie potenzialità intellettive.

Il tutto necessariamente affiancato agli elementi caratteristici delle principali competenze trasversali per l’Apprendimento Permanente, elencate nella Raccomandazione del Consiglio Europeo del 22 maggio 2018:

  • competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare;
  • competenza in materia di cittadinanza;
  • competenza imprenditoriale;
  • competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.

La guida ha tutti gli elementi per la caccia al talento da parte di enti ed imprese, che stanno diventando sempre di più parte attiva nella didattica orientativa di Scuole Superiori di Secondo Grado e Università.

Le azioni contro la crisi del talento

Sono queste le azioni contro la “crisi del talento” (The Talent Crunch) che vedono sempre di più governi, imprese, associazioni e organizzazioni, impegnate nella strategia della formazione dei talenti.

Secondo un recente studio condotto da  Korn Ferry, società di consulenza organizzativa globale, la carenza di manodopera qualificata potrebbe portare, entro il 2030, alla perdita di reddito mondiale di 8,452 trilioni di dollari, pari alla somma dei PIL di Germania e Giappone.

La didattica orientativa nella vita dello studente italiano vede delle criticità soprattutto per la discontinuità. I PCTO si impongono come fase prolungata, addirittura triennale, ma queste buone pratiche devono persistere per tutto il periodo di istruzione della persona.

L’idea di costruirsi una competenza dovrebbe essere al centro dell’apprendimento dello studente.

Ad esempio, la prima stesura del proprio curriculum vitae, non può essere effettuata il giorno dopo dell’orale dell’esame di maturità o della discussione della tesi di laurea, ma deve iniziare molto prima, forse addirittura durante la frequenza della prima classe della scuola secondaria di primo grado.

Il bilancio delle competenze

E’ questa l’età in cui studenti e studentesse cominciano a fare progetti di vita sul proprio futuro professionale. Uno storytelling del proprio bilancio di competenze, che porterebbe ad una progressiva formulazione delle stelle acquisite attraverso una didattica tradizionale e personalizzata, attraverso le certificazioni informatiche e linguistiche ma anche nelle occasioni di apprendimento informale e nelle diverse situazioni di vita. Un curriculum vitae costruito attivamente ed aggiornato sistematicamente.

Il “bilancio delle competenze” quindi necessario a fare le riflessioni giuste per riconoscere, valutare e potenziare le capacità acquisite nel corso della vita in vari contesti, ma anche un percorso guidato per identificare eventuali lacune nelle proprie competenze.

Durante le attività di orientamento in ingresso alla scuola superiore di secondo grado sono state rilevate delle criticità che meriterebbero un confronto più aperto.

Siamo certi che i migliori talenti siano individuati nelle scuole superiori di secondo grado e università ?

Ad oggi sembra di si, visti gli impegni che stanno portando avanti le associazioni di imprese che fanno parte del mondo del lavoro per i diversi settori economici.

Di sicuro però una parte degli alunni che vede il passaggio alle superiori, non ha avuto modo di conoscere tutte le posizioni lavorative disponibili nel territorio di residenza.

Il contatto che non c’è tra le imprese e la scuola

Questo ridotto contatto con i settori economici chiede alle imprese estendere l’interesse alle scuole secondarie di primo grado per raccontarsi con il fine di provocare la necessaria scintilla di passione che si definirà in una scelta del percorso di studio più motivato e incline alla vera formazione del proprio talento.

Adottare una comunicazione “per tutti” in tutte le forme possibili di produzione didattica così come consigliato nelle strategie inclusive dell’Universal Design Learning per non dimenticare i tanti che presentano le difficoltà di apprendimento.

Un cittadino che non si forma per lavorare nel proprio territorio è sarà anche candidato ad alimentare la fuga dei cervelli che secondo I’ISTAT dal 2008 in un decennio, ha perso circa 420 mila residenti tra i quali più di 156 mila tra laureati (+33%) e diplomati (+42%) tra il 2013 e il 2017. Una crescita delle partenze che nel 2017 è aumentato del 4% rispetto al 2016.

Una didattica orientativa contro la fuga dei cervelli

La fuga di cervelli ha sicuramente molte altre cause, ma potrebbe essere evitata attraverso una didattica orientativa in costante contatto con un territorio che si fa conoscere.

In questo senso è forte è il messaggio delle politiche europee per la realizzazione degli obiettivi e delle strategie di “Lisbona 2010” e di “Europa 2020”, che vede l’Orientamento come diritto permanente di ogni persona, esercitato e sostenuto dalle “comunità educanti” in forme e modalità diverse e specifiche a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni.

Tra i 20 diritti del pilastro sociale dei diritti umani dell’Europa, il primo dice: “Ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro.”

Un Territorio, inteso anche come società, sarà totalmente inclusivo se si apre totalmente ai cittadini, a partire dalle opportunità offerte.

Le azioni indispensabili

Sarebbe opportuna una rete tra la scuola e gli stakeholders territoriali, che rilevi e aggiorni puntualmente i fabbisogni di risorse umane e quindi dei necessari di orientamento per la formazione di competenze.

Una rete coordinata dagli enti territoriali come comuni, aree metropolitane, province, regioni, che integri nelle politiche territoriali i tre obiettivi di sviluppo sostenibile della Agenda 2030 delle Nazioni Unite:

  • Obiettivo 1 (SDG1), “Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo”;
  • Obiettivo 4 (SDG4), ”Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”;
  • Obiettivo 11 (SDG11) “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”.

Le città che sempre di più si organizzano e indirizzano le loro politiche verso il paradigma olistico delle Smart City, devono fare del tutto per evitare lo svuotarsi dei cervelli che sono il vero motore dell’economia territoriale.

Non esiste una nota organizzativa dei territori in generale, delle Smart City e delle imprese per supportare l’orientamento dei giovani. La scuola da sola non riuscirà mai, le diverse linee guida per l’orientamento non bastano.

L’apprendimento informale dai territori come catalizzatore delle scintille di passione a sostegno della nascita di talenti e implementazione delle politiche giovanili, sempre più indirizzate alla prevenzione del fenomeno dei NEET (Not in education, employment or training), e della preoccupante povertà educativa, che rappresenta l’impossibilità per i minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni.

Occorre strutturare una formazione dei docenti, delle scuole di scuola media inferiore e superiore, che permetta di supportare lo studente nei diversi ambiti della consulenza orientativa:

  • La consapevolezza del territorio in cui si vive;
  • Le dinamiche e tendenze del mercato del lavoro;
  • Le opportunità e scelte formative;
  • Le strategie per la ricerca attiva del lavoro;
  • La comunicazione efficace con il mercato del lavoro.

Occorre una organizzazione territoriale diversa e attenta che integri le volontà di un coordinamento dei Ministeri dell’Istruzione, Sviluppo Economico e della Funzione Pubblica per la stesura di possibili “Linee Guida Interministeriali per l’Orientamento Permanente”.

Diventano necessari incentivi economici e fiscali alle imprese ed enti che si aprono alle scuole, presentando le opportunità, raccontando quello che sono e le competenze richieste per le diverse posizioni lavorative.

Occorre un sistematicità dei momenti di dialogo e di didattica personalizzata con gli alunni, a partire dalla prime classi della Secondaria di Primo Grado, per la costruzione progressiva del proprio Portfolio e del Curriculum Vitae, che sviluppi la consapevolezza della proprie passioni e orienti una scelta consapevole della Scuola Superiore di Secondo Grado.

Tutto questo per evitare di raggiungere ogni anno i dati preoccupanti emersi dell’indagine dei diplomati di Almadiploma che conferma attorno al 50 % dei pentiti sulla scelta della Scuola Secondaria di Secondo Grado frequentata.

Una voragine dei talenti, una voragine nell’economia del paese.

Un paese l’Italia, che deve cominciare a pensare di formare cittadini resilienti, in grado di reinventarsi una vita lavorativa e prendere atto che i contesti in cui possono esprimere il proprio talento possono cambiare e dare nuove e grandi opportunità.

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Bibliografia:

  • Trasformare il nostro mondo. Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015, Nazioni Unite.
  • La Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente – 22 maggio 2018
  • Linee guida dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (ai sensi dell’articolo 1, comma 785, legge 30 dicembre 2018, n. 145), MIUR
  • Linee Guida Nazionali per l’Orientamento Permanente, MIUR, Nota 4232 del 19 Febbraio 2014
  • I NEET in Italia, La distanza con il mercato del lavoro ed il rapporto dei Servizi Pubblici per l’Impiego, ANPAL SERVIZI, Luglio 2018
  • Il silenzio dei NEET, giovani in bilico tra rinuncia e desiderio, UNICEF ITALIA, Luglio 2019
  • Indagine Almadiploma

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