Open Data della Scuola

Scuola italiana: habemus open data, ecco perché è un giorno importante

E’ stato finalmente lanciato il Portale unico dei dati della scuola. E’ rivolto a tutti quelli – PA, famiglie, personale della scuola, alunni, esperti informatici, esperti amministrativi, giornalisti, cittadini – che vogliano conoscere il mondo della scuola italiana,

Pubblicato il 13 Mar 2017

scuola-140622150546

Per chi vive il mondo della scuola, ragiona in termini di “openness”, trasparenza, e magari lavora o – perché no – gioca con gli open data, il gran giorno è arrivato… è stato finalmente lanciato il Portale unico dei dati della scuola, già previsto dal comma 136 della Legge 107 del 2015, la Buona Scuola, che lo istituiva formalmente.

Fu una delle cose che personalmente mi colpì in maniera positiva, e ne scrissi nell’ormai lontano marzo 2015 in un articolo nel quale tentai di mettere in evidenza proprio gli aspetti più innovativi nella tanto vituperata L. 107/2015.

Come specificato sul portale stesso “è lo strumento che il Miur mette a disposizione dei cittadini per dare concreta attuazione al principio della trasparenza, garantendo così un accesso libero alle informazioni e ai dati della scuola senza autenticazione o identificazione, così come previsto dalla normativa vigente”.

Cosa contiene

Il portale ha ambizioni davvero grandi, oltre a semplificare, vuole garantire stabilmente l’accesso e la riutilizzabilità dei dati pubblici del sistema nazionale di istruzione e formazione e pubblicherà in formato aperto i dati relativi a:

  • bilanci delle scuole;
  • dati pubblici sul sistema nazionale di valutazione;
  • anagrafe dell’edilizia scolastica;
  • dati in forma aggregata dell’anagrafe degli studenti;
  • provvedimenti di incarico di docenza;
  • piani dell’offerta formativa, compresi quelli delle scuole paritarie del sistema nazionale di istruzione;
  • dati dell’osservatorio tecnologico;
  • materiali didattici e le opere autoprodotti dagli istituti scolastici e rilasciati in formato aperto.

Ci saranno anche i documenti, i dati e le informazioni utili a valutare l’avanzamento didattico, tecnologico e d’innovazione del sistema scolastico, la normativa, gli atti e le circolari adottate dal Ministero e infine, in accordo con il Garante per la protezione dei dati personali, anche i dati del curriculum dello studente e del curriculum del docente.

Tre sono le sezioni principali che caratterizzano il portale: “Open Data”, “Esplora i dati” e “Documentale”.

“Open Data” è lo spazio dedicato agli utenti esperti, interessati non solo a leggere ed elaborare i dati ma anche a creare nuove risorse, applicazioni, programmi e servizi di pubblica utilità. Ci sono i dati in formato open (data set), i metadati e per gli sviluppatori anche le API. È disponibile inoltre una sotto sezione SPARQL[1] (quindi Linked Open Data) per l’interrogazione dei database on-line.

“Esplora i dati” è l’area dedicata alla navigazione grafica dei dati: istogrammi, diagrammi, grafici a barre e tabelle, caratterizzano questo spazio. Chiunque può analizzare i dati in un layout grafico semplice personalizzando la ricerca in base alle proprie esigenze.

Infine c’è “Documentale” che ospiterà una serie di informazioni e documenti di vario genere: dalla normativa ai materiali didattici, al PTOF, agli incarichi di docenza e persino ai CV dei docenti e studenti. Una chiave di ricerca personalizzata consente di arrivare alle informazioni con pochi clic.

A chi si rivolge

Il portale unico dei dati della scuola è rivolto a tutti: amministrazioni pubbliche, famiglie, personale della scuola, alunni, esperti informatici, esperti amministrativi, giornalisti, cittadini… chiunque sia interessato e voglia conoscere il mondo della scuola italiana, fare analisi e sviluppare applicazioni di utilità.

Promuovere la trasparenza significa attivare un nuovo tipo di controllo sociale e favorire la partecipazione e collaborazione dei cittadini.

Ecco perché uno spazio aperto utile sia per condividere il patrimonio informativo sia per ricevere feedback. Le segnalazioni sono un canale importante per implementare nuove aree e nuovi dati di dettaglio sull’intero sistema istruzione.

Vista la complessità, la numerosità delle informazioni, nonché l’evoluzione dell’intero sistema scuola, il portale avrà aggiornamenti continui e ospiterà nuove aree rispetto a quelle che sono ora pubblicate, organizzando i contenuti sempre più ricchi nella maniera più semplice e congeniale per l’utente.

Politiche di riuso dei dati

I dataset pubblicati sul Portale sono resi disponibili in modalità aperta, secondo i termini della licenza IODL 2.0[2], per la loro piena valorizzazione e riuso anche per fini commerciali, purché ne venga citata la fonte. A questo scopo, per ampliare l’impatto della pubblicazione dei propri dataset, e per offrire strumenti adeguati, i successivi rilasci del portale saranno accompagnati da protocolli e politiche d’uso (riferimento al rapporto Big Data del MIUR[3]) che rispondano alle esigenze particolari del sistema educativo, della ricerca e in generale della società dell’informazione.

In particolare studenti/studentesse, ricercatori e sviluppatori avranno la possibilità di disporre di ambienti dedicati, eventualmente attraverso protocolli preferenziali, per l’auto-formazione e per le analisi dei dati.

Una valutazione a caldo

Provo ora a dare un parere dal punto di vista dell’opendataro di vecchio corso, perché dietro la moda degli open data esplosa da qualche anno a questa parte tra le amministrazioni pubbliche spesso si nascondono scatole vuote.

Un giro nel portale fatto in maniera abbastanza approfondita mi ha invece lasciato impressioni piuttosto positive.

La sezione “Open Data”

La sezione Open Data è suddivisa in 2 aree:

Riguardo quest’ultimo non mi azzardo in valutazioni che lascerebbero il tempo che trovano, perché si tratta di uno strumento pensato per chi lavora con gli open data in maniera spinta, come sviluppatori di applicazioni e di database, poiché consente l’interrogazione diretta della base di dati via web. Lascerei dunque eventuali considerazioni a chi ne sa più di me.

Per quanto concerne il catalogo invece, una comoda e funzionale barra di ricerca, sempre presente sulla testata della sezione “open-data”, facilita la ricerca dei singoli dataset mediante semplici parole chiave.

Il catalogo è suddiviso in 5 aree tematiche:

  • Scuole
  • Studenti
  • Personale scuola
  • Sistema nazionale di valutazione
  • Edilizia scolastica

Con un po’ di scraping web sono riuscito a tirare fuori un elenco dei dataset per ogni area tematica, che rimarrà aggiornato automaticamente man mano che verranno aggiunti ulteriori dati dal MIUR.

I dataset sono tutti relativi agli Anni Scolastici 2015/16 e 2016/17:

  • Scuole – L’area contiene 8 dataset con le anagrafiche delle singole scuole statali e paritarie.
  • Studenti – Ricca area con 20 dataset relativi agli studenti iscritti e alle classi suddivisi per tipo di scuola, genere (femminile, maschile) e nazionalità. La granularità geografica è a livello provinciale.
  • Personale scuola – Presenta 8 dataset relativi a docenti e personale ATA titolare e supplente per grado di istruzione, tipo posto, genere e fascia di età.
  • Sistema nazionale di valutazione – Autovalutazione e rubriche di valutazione delle scuole statali e paritarie sezioni Esiti e Processi organizzate in 5 dataset.
  • Edilizia scolastica – I 6 dataset riguardano l’ubicazione e alcune informazioni molto interessanti sugli edifici scolastici statali, come la loro origine ed età, superfici e volumi, la presenza di strutture annesse (es. palestre, mense), la raggiungibilità con mezzi pubblici, scuolabus, la presenza di vincoli (sismico, idrogeologico).

Ogni singolo dataset è disponibile per il download nei principali formati aperti, ovvero CSV, JSON, RDF e XML consentendo ogni possibilità di riuso per elaborazione dati e sviluppo di applicazioni. Una scheda di approfondimento descrive con grande dettaglio le metainformazioni dei dataset, dalla copertura temporale a quella geografica, i tempi di aggiornamento, le parole chiave associate. Il tracciato record, anch’esso scaricabile, completa i metadati con la descrizione dei campi che li costituiscono.

La sezione “Esplora i dati”

In questa sezione è disponibile un cruscotto dinamico che agevola la consultazione dei dati relativi alle scuole e agli studenti mediante delle rappresentazioni grafiche facili da navigare e personalizzare grazie a una serie di filtri a faccette[4].

Con pochi click gli utenti meno esperti possono visualizzare i dati con grafici a torta e mappe a livello provinciale e regionale, scaricabili anche in formato Excel e PDF per poterli utilizzare direttamente in documenti di testo o siti web.

La sezione “Documentale”

In questa sezione è disponibile la normativa pubblicata e nel tempo troveranno collocazione ulteriori documenti ed informazioni, da materiali didattici ai CV dei docenti. Attualmente punta alla sezione del sito web MIUR relativa alla normativa pubblicata mensilmente.

Conclusioni e prospettive

Dal mio punto di vista, il Portale unico dei dati della scuola è davvero ben fatto. Semplice e chiaro nell’interfaccia, ricco nei dati, completo nei metadati, si meriterebbe senza dubbio cinque stelle nella classificazione degli open data di Tim Berners-Lee[5] grazie all’endpoint SPARQL, che però non ho avuto modo di testare.

Il MIUR è stato uno dei primi ministeri ad essersi dotato di un sistema informatico per la gestione dei dati relativi a oltre un milione di insegnanti, milioni di studenti e migliaia di edifici scolastici. Il rilascio degli stessi in maniera aperta e libera attraverso un portale dedicato è stato un atto naturale e dovuto, peraltro pienamente riuscito.

Con i dati aperti e liberi rilasciati attraverso il portale sarà possibile per gli stessi studenti e i cittadini, i ricercatori, effettuare analisi di dati per studiare e se possibile migliorare il sistema scolastico italiano. Sarà possibile per gli amministratori pubblici e i professionisti pianificare meglio gli interventi sul territorio, ad esempio per mettere in sicurezza le scuole. Gli sviluppatori potranno creare applicazioni nei settori del trasporto, dei servizi alle scuole, utili agli studenti, ai docenti e alle famiglie.

Insomma, il portale è un piccolo passo per il MIUR, ma un grande passo verso mille opportunità per i cittadini, le famiglie e le imprese

[1] “SPARQL – Wikipedia.” https://it.wikipedia.org/wiki/SPARQL. Ultimo accesso: 9 mar. 2017.

[2] “Italian Open Data License – Wikipedia.” https://it.wikipedia.org/wiki/Italian_Open_Data_License.

[3] “Rapporto Big Data” – MIUR http://www.istruzione.it/allegati/2016/bigdata.pdf.

[4] “Faceted search – Wikipedia.” https://en.wikipedia.org/wiki/Faceted_search. Ultimo accesso: 9 mar. 2017.

[5] “5-star Open Data.” http://5stardata.info/. Ultimo accesso: 9 mar. 2017.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati