il punto di vista

Stop alla registrazione delle lezioni dopo l’emergenza: perché è un bene per gli studenti

Durante la pandemia, la videoregistrazione delle lezioni è stato un importante ausilio per gli studenti. Eppure, semestre dopo semestre, esse sono diventate, più che un’opportunità, una pericolosa ancora di salvataggio. Ecco perché se bisogna continuare a usarle, vanno regolamentate

Pubblicato il 22 Apr 2022

Gianna Angelini

Direttrice scientifica di AANT

scuola

Dal primo aprile siamo usciti ufficialmente dall’emergenza sanitaria e molte cose cambiano anche per la scuola: secondo le indicazioni generali, infatti, si dovrà smettere di registrare le lezioni. Cosa che ovviamente ha messo in crisi molti studenti, soprattutto  quelli che hanno iniziato l’accademia in regime di lockdown.

La dipendenza degli studenti dai supporti digitali

Dal punto di vista della didattica, internamente alle istituzioni accademiche si valuta se mantenere le opportunità offerte alle studentesse e agli studenti a causa delle agevolazioni legate al Covid, fino alla fine del semestre: possibilità, cioè, di seguire i corsi in DAD, ottenere materiale di supporto alla didattica sia di tipo sincrono che asincrono. Intanto sono ormai quattro i semestri in cui gli studenti hanno preso familiarità con un nuovo modo di “essere presenti” a lezione e ascoltarne i contenuti. E cominciano a esserne fortemente condizionati. Soprattutto se sono iscritti al terzo anno quest’anno e quel tipo di modalità è l’unica che hanno conosciuto a livello accademico.

Quello che voglio offrire in questo articolo è la mia testimonianza da docente, che al quarto turno di esami post provvedimenti legati alla pandemia, si trova a fare delle riflessioni sulla dipendenza che alcuni studenti stanno maturando nei confronti dei supporti digitali all’apprendimento per cercare di capire se questo sia un aspetto da valutare positivamente o al contrario, negativamente.

La premessa è che insegno materie teoriche, tra le altre “Teoria della percezione e psicologia della forma”, “Semiotica”, “Semiotica dell’arte”, e andando avanti su questa scia, in Istituti AFAM. Quasi sempre si tratta di insegnamenti che nel piano di studi sono posti al primo anno e ho a che fare spesso con matricole.

Il tema della registrazione delle lezioni

Il tema della registrazione delle lezioni non è di certo nuovo. Alla fine degli anni ’90, quando ero io ad essere matricola, erano tanti i ragazzi che piazzavano registratori sulla cattedra e si facevano pagare per le sbobinature delle lezioni. I docenti erano soliti leggere pagine a pagine dattiloscritte a volte senza alzare la testa dal foglio, ed il loro tono era spesso e volentieri così monocorde, che facilmente si perdeva la concentrazione. Le sbobinature, che riproducevano fedelmente quegli scritti con l’aggiunta di qualche frase in più dovuta a sporadiche domande, potevano essere indubbiamente utili per ritrovare il filo di tutto il discorso. Di fatto esse rappresentavano quasi una dispensa da aggiungere ai testi obbligatori.

Con gli anni però le tecniche di insegnamento sono cambiate molto, perché le nuove tecnologie hanno educato i giovani a un modo completamente diverso di fruire dei contenuti e la lettura di testi scritti durante le lezioni è diventato semplicemente inconcepibile. E di fronte a lezioni per così dire più spettacolari, inframezzate da video, link on line, dimostrazioni visive, le audio registrazioni chiaramente hanno perso il loro appeal.

Le videoregistrazioni in tempo di covid

La pandemia da Covid però ha fatto tornare di moda questa tendenza, sostituendo le audio registrazioni alle videoregistrazioni. Per lo più si tratta di videoregistrazioni di lezioni sincrone, lasciate agli studenti per agevolare l’apprendimento permettendo di ovviare ai problemi di connessione, che spesso li costringono a seguire a singhiozzi, oppure semplicemente di fruire delle lezioni come se fossero in presenza non potendo seguire per diversi motivi.

Le videolezioni

Anche in questo caso non ci troviamo di fronte a una questione nuova. Fin dal 1998 si hanno report di sperimentazioni in tal senso (Ronchetti 2011). Il tema delle video lezioni, poi, come supporto utile ad affrontare l’apprendimento, soprattutto nei primi anni di studio universitario è, anche qui, già stato trattato. Ma forse ripartire da alcuni risultati del passato può esserci utile per un ragionamento sul presente e, forse, sul futuro. Scrive Ronchetti (2011; traduzione mia): “I principali vantaggi che abbiamo visto nell’uso delle video lezioni sono stati la capacità di: a) aiutare gli studenti lavoratori colmando il vuoto dato dalla loro assenza durante le lezioni regolari; b) sostenere gli studenti regolari dando loro l’opportunità di recuperare le lezioni perse a causa di assenze forzate o elettive; c) assistere gli studenti che hanno difficoltà con la lingua parlata della lezione; d) dare agli studenti un mezzo per rivedere le sezioni critiche e controllare i loro appunti”.

Videoregistrazioni, una pericolosa “ancora di salvataggio”?

Durante l’emergenza Covid, il punto b) è quello che ha permesso la maturazione dell’esigenza delle videoregistrazioni, eppure, semestre dopo semestre, esse sono diventate, più che un’opportunità, a mio avviso, una pericolosa ancora di salvataggio. Se durante i primi semestri di emergenza erano gli studenti offline a lamentarsi nel caso in cui il docente si fosse dimenticato di videoregistrare (perché ovviamente non abituato), perché perdeva di fatto la lezione, in questo ultimo semestre di DAD erano gli studenti in presenza ad assicurarsi che la registrazione della lezione fosse partita, nonostante fossero, non solo presenti alla lezione, ma presenti in aula. Perché avrebbero potuto risentire la lezione per essere sicuri di aver capito bene, anche più di una volta.

Le cose che mi sono sentita ripetere più spesso durante questa ultima sessione di esame sono state: ho dovuto risentire questa lezione almeno tre volte prima di capire questo concetto, per questo corso le video-lezioni sono state fondamentali per puntualizzare i concetti principali, e così via.

Insegno materie teoriche dal 2004. So che per le materie teoriche la collaborazione degli studenti in classe è fondamentale per l’ancoraggio dei contenuti, ma so anche che per questo gli studenti devono essere motivati e so soprattutto che il ruolo di noi docenti è quello di essere mediatori, tra il modo di apprendere dei giovani e le scritture che rappresentano l’impalcatura della nostra conoscenza. Non avevo studenti in aula che ripetevano a memoria le mie spiegazioni da molti anni, probabilmente dagli anni delle sbobinature appunto. Perché la bibliografia a corredo delle mie lezioni dovrebbe rappresentare la fonte su cui cercare quelle risposte ai dubbi relativi a dei concetti non del tutto compresi a lezione o su cui gli appunti non sono troppo precisi. Trovo questo atteggiamento molto sano. L’approfondimento bibliografico o sitografico a corredo delle lezioni. La ricerca di chiarimenti altrove. E sebbene credo possa essere davvero molto utile, con una giusta educazione al loro utilizzo, avere delle lezioni registrate per colmare dei momenti di assenza, o per entrare meglio all’interno di un discorso, trovo invece un po’ preoccupante che questo possa trasformarsi in un ancoraggio alle parole del docente per dimostrare di aver interiorizzato la lezione e pensare di poter superare meglio l’esame.

Conclusioni

Al contrario, per quello che riguarda la mia esperienza di docente, trovo il fatto di rivedere le mie stesse lezioni molto utile. In questi quattro semestri, rivedendo i miei differenti corsi, ho imparato molte cose. Come evitare di essere prolissa rispetto ad alcuni concetti generali, per esempio, e come poter essere invece più incisiva e dialogica quando offro degli esempi, e così via. Ritengo che poter rivedere i propri corsi sia una opportunità che ogni docente dovrebbe cogliere, senza vergognarsi anche di condividere con altri questa esperienza, accettando di aprirsi a delle riflessioni utili in tema di divulgazione.

Ma per quello che riguarda gli studenti, sinceramente la mia speranza, è che si regolamenti l’uso delle videoregistrazioni il prima possibile. Altrimenti, bene che spariscano insieme all’emergenza.

Bibliografia

Ronchetti, M. “Using Video Lectures to Make Teaching More Interactive”, reperibile on one all’indirizzo: https://www.researchgate.net/publication/44199862_Using_video_lectures_to_make_teaching_more_interactive

Ronchetti, M.: “Video-lectures over internet: the impact on education”. In: E- infrastructures and Technologies for Lifelong Learning: Next Generation Environments, pp. 253–270. IGI Global, New York (2011)

Ronchetti, M.: “Perspectives of the Application of Video Streaming to Education”. In: Streaming Media Architectures, Techniques, and Applications: Recent Advances, Hershey PA, USA: Information Science Reference, pp. 411-428 IGI Global, New York (2011)

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