SCUOLA DIGITALE

Formazione, quali strumenti didattici digitali adottare per nuove competenze



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Le nuove tecnologie sono già protagoniste nelle classi italiane, ma per governare la rivoluzione in atto servono strumenti in grado di far convergere le esigenze di docenti e studenti

Pubblicato il 24 apr 2024



Strumenti didattici digitali

Formazione e digitale costituiscono ormai un binomio indissolubile, e sono sempre di più i piani lungo cui queste due dimensioni si intrecciano. A seconda delle premesse e degli ecosistemi in cui si sviluppano, delle finalità dei progetti e degli attori coinvolti, cambiano i rapporti di forza e le declinazioni, ma una cosa è certa: la creazione di nuove competenze non può più prescindere dall’utilizzo di strumenti didattici digitali adeguati, così come il corretto utilizzo di queste soluzioni, in costante evoluzione, dipende da skill che vanno aggiornate continuamente.

La sfida della didattica: opportunità e criticità nella scuola italiana

L’ambito della didattica è forse quello più delicato da questo punto di vista, in quanto i protagonisti di questa rivoluzione hanno esigenze opposte e convergenti, rappresentando i due estremi dell’offerta formativa. Da una parte i docenti, che devono introiettare quotidianamente nuove skill per trasmettere i fondamenti di una disciplina che cambia a ritmi incessanti; dall’altra gli allievi, che su quella disciplina dovranno costruire conoscenze ed esperienze indispensabili per affrontare un mondo del lavoro, quello dei prossimi decenni, ancora in via di definizione.

Ma a che punto è la scuola italiana? Una fotografia piuttosto accurata l’ha scattata l’Osservatorio EdTech della School of Management del Politecnico di Milano, secondo cui il 97% degli istituti coinvolti nella seconda edizione della ricerca ha dichiarato di aver presentato una o più progettualità negli ultimi tre anni per la ricezione di finanziamenti volti a favorire l’innovazione tecnologica (in particolare nell’ambito del PNRR). Tuttavia, molte scuole hanno riscontrato difficoltà nell’accedere ai fondi, dovendo poi fronteggiare l’immancabile complessità burocratica legata alla comprensione dei requisiti richiesti e confrontarsi con l’assenza di competenze per una loro corretta gestione (72%).

Perché mettere il digitale al centro nelle scuole

I benefici legati all’adozione di soluzioni digitali per la didattica, del resto, sembrano indiscutibili: viene segnalato innanzitutto il maggior coinvolgimento degli studenti (78%), mentre per il 58% degli istituti italiani la digital transformation facilita l’inclusione di ragazzi più introversi e/o con bisogni particolari (68%) e aumenta l’efficacia delle attività didattiche (50%). “Il digitale è uno degli strumenti più efficaci, perché è in grado di offrire soluzioni di apprendimento personalizzate e immersive -, conferma Riccardo Tavola, Education Manager di Lenovo in Italia -. Grazie all’integrazione dei dispositivi di nuova generazione e all’educazione all’uso del digitale, siamo convinti si possa favorire lo sviluppo delle competenze digitali richieste per le professioni del futuro, migliorare la collaborazione tra studenti, oltre che tra allievi e insegnanti, e sviluppare la capacità di creare contenuti più completi, in modo organizzato. Quello che occorre è una nuova visione, che consenta al processo educativo di entrare in un rapporto di collaborazione e non di dipendenza rispetto agli strumenti digitali”. Ciò implica, secondo Tavola, “nuove competenze, quindi un investimento sui docenti, che permetta di scegliere tra le piattaforme e i device più adatti, senza subirli”.

Secondo Tavola, infatti, le scuole che investiranno negli insegnanti e nello sviluppo tecnologico saranno quelle che avranno più successo con gli studenti. A patto che si sviluppi la consapevolezza che ciascuna tecnologia orienta in maniera differente i processi di apprendimento e di insegnamento.

I giovani e il rapporto con gli strumenti didattici digitali per lo studio

D’altra parte si tratta di una realtà per certi versi consolidata, bisogna imparare a governarla. Stando ai risultati dell’indagine congiunta Skuola.net e Lenovo, circa la metà degli studenti (48%) utilizza infatti quotidianamente gli strumenti didattici digitali. Una percentuale che sale al 60% tra chi frequenta l’università.

Inoltre, il 39% degli intervistati – 2.500 ragazzi italiani di età compresa tra i 16 e i 24 anni, principalmente studenti degli ultimi anni delle scuole superiori o universitari – afferma di utilizzarli frequentemente a scopo didattico. Solo poco più del 10% dichiara di possedere dispositivi ma di integrarli raramente nelle attività di studio. I dispositivi più utilizzati sono soprattutto PC fissi e notebook (70%), mentre i tablet e gli smart paper, nuove tavolette che simulano la scrittura su carta, stanno guadagnando terreno e sono utilizzati da circa il 25% degli studenti. Chi usa i dispositivi digitali per prendere appunti ne evidenzia i vantaggi in termini di velocità (34%) e organizzazione nello studio (31%). Inoltre, il 14% apprezza il fatto di dover portare nell zaino meno materiale: l’11% del campione ritiene infine che l’uso dei dispositivi migliori la qualità e la completezza dei contenuti.

Uno studente su dieci riconosce però di non avere le competenze necessarie per utilizzare in modo produttivo i dispositivi digitali, e solo il 20% dei ragazzi delle scuole superiori afferma di essere incoraggiato a utilizzare dispositivi digitali come supporto allo studio, mentre il 35% riferisce che ne viene sconsigliato l’uso. Dall’altra parte della cattedra, rincara la dose il dato dell’Osservatorio EdTech che sottolinea come nel 59% delle scuole almeno la metà dei docenti non si senta a proprio agio nell’utilizzo delle nuove tecnologie. E questo nonostante nove istituti su dieci abbiano già attivato percorsi di formazione ad hoc.

Strumenti didattici digitali avanzati, cosa serve ai docenti

“L’innovazione digitale nella scuola passa prima di ogni altra cosa dalle esigenze del corpo docenti. Per questo è importante sviluppare insieme ai professionisti dell’educazione soluzioni che li aiutino a ispirare e potenziare le abilità degli studenti. Una di queste è la piattaforma di gestione della classe Lenovo LanSchool, realizzata dai docenti per i docenti e studiata per incentivare la collaborazione nella classe e massimizzare il tempo a disposizione dei professori per la didattica”, riporta Tavola.

Oltre ai classici strumenti di comunicazione, messaggistica e condivisione dello schermo, il sistema abilita delle funzioni di monitoraggio e protezione guidando l’apprendimento in classe e limitando l’accesso online ai siti Web approvati. “Lenovo LanSchool può anche disabilitare la fruizione di Internet durante test e quiz e oscurare gli schermi degli studenti, eventualmente bloccando i loro dispositivi per aiutarli a concentrarsi sui contenuti condivisi. Tutto ciò semplifica la comunicazione in classe e aiuta a gestire in modo intelligente i dispositivi di supporto alla lezione”. Aumentare il coinvolgimento per massimizzare l’apprendimento: questa è la condicio sine qua non per creare e rafforzare le competenze.

Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Lenovo

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