Integrare nell’insegnamento delle lingue straniere strumenti web, app, multimedia, social media, social network e altri strumenti digitali può incrementare la motivazione degli studenti, ma anche contribuire a migliori risultati di apprendimento sia in termini linguistici che disciplinari.
Oltre a potenziare l’efficacia comunicativa e offrire utili risorse, spunti, materiali autentici in lingua straniera, le tecnologie e i social media permettono di costruire vere e proprie comunità di pratiche che possono raccogliere docenti provenienti da diversi paesi, accomunati dal desiderio di confrontarsi e di mettere a fattore comune esperienze, materiali, storie di successo, come la community internazionale “Techno-CLIL[3]”, formatasi intorno all’omonimo MOOC internazionale EVO (Electronic Village Online) di Tesol International, che oggi vanta più di 7000 membri.
La correlazione tra CLIL e tecnologie
La metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning) prevede l’apprendimento/insegnamento di contenuti disciplinari in lingua straniera veicolare, attivando il protagonismo dello studente, attraverso l’uso di tecniche e strategie didattiche attive e interattive, spesso anche con l’uso delle tecnologie. Questa metodologia è ormai entrata a far parte degli ordinamenti scolastici della scuola secondaria di secondo grado, in base ai DPR 88 e 89 del 2010[1].
Già nel Rapporto del 2014 “Improving the effectiveness of language learning: CLIL and Computer Assisted Language Learning”, la Commissione Europea sostiene la stretta correlazione tra CLIL e tecnologie. Partendo da un’analisi comparativa della situazione in diversi Stati Membri, la Commissione suggerisce proprio l’uso delle tecnologie e del web per favorire l’apprendimento delle lingue straniere e dei contenuti disciplinari in lingua straniera. Lo stesso documento è ripreso nella recente proposta di Raccomandazione del Consiglio per un approccio globale all’insegnamento/apprendimento delle lingue (Maggio 2018).
To CLIL or not to CLIL?
Il docente CLIL può avvalersi di un’ampia gamma di strumenti digitali da utilizzare per progettare e implementare le sue lezioni: archivi (es. Khan Academy, TED Talks, Tes); database di lezioni CLIL (es. CLILstore, TigTag CLIL); strumenti per la progettazione didattica (es. Learning Designer), strumenti per la valutazione (es. Rubistar)[4].
Acquisire consapevolezza dell’importanza dell’uso delle tecnologie per un CLIL di qualità rappresenta dunque una delle sfide della scuola del 21° secolo.
Non a caso, nell’ambito della seconda edizione di Didacta Italia, si è tenuto un evento realizzato sotto forma di debate, moderato da Letizia Cinganotto e Raffaella Carro, dal titolo provocatorio: “To CLIL or not to CLIL?”
Le competenze del docente CLIL
Tra i vari temi oggetto di discussione, si è affrontata la questione delle competenze del docente CLIL, che, in base al Decreto 6 del 2012 del MIUR, compongono un profilo molto articolato: competenze linguistiche (livello C1 del Quadro Comune Europeo di riferimento), competenze disciplinari, competenze metodologiche, competenze digitali.
In riferimento alle competenze digitali, Indire ha storicamente supportato il Miur nelle varie azioni di formazione dei docenti, a partire dai Piani di formazione Lim, fino al recente Piano Nazionale Scuola Digitale. Inoltre attualmente, oltre a sensibilizzare e sostenere la diffusione delle tecnologie nella prassi didattica quotidiana, Indire è impegnato, attraverso il Movimento delle Avanguardie Educative, in un ampio progetto di ricerca, supporto e disseminazione dell’innovazione scolastica a tutto tondo, considerando i vari aspetti del fare scuola: tempo, spazio, didattica.
Il CLIL a DIDACTA ITALIA 2018 Dal 18 al 20 ottobre 2018 si è svolta a Firenze, presso Fortezza da Basso, la seconda edizione della fiera DIDACTA ITALIA, che con i 23.794 partecipanti ai 474 workshop, seminari ed eventi, si è confermata luogo di riferimento su scala nazionale per il confronto, la riflessione e il lancio di nuove proposte per la scuola del futuro. La manifestazione è stata organizzata da Firenze Fiera in collaborazione con MIUR, Indire, Regione Toscana, Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Unioncamere, Didacta International, Camera di Commercio Italiana per la Germania (ITKAM) e Destination Florence Convention & Visitors Bureau. Tra i vari workshop organizzati nell’ambito della Fiera, si menziona in questa sede un evento realizzato sotto forma di debate, moderato da Letizia Cinganotto e Raffaella Carro, dal titolo provocatorio: “To CLIL or not to CLIL?” Il workshop è stato introdotto e contestualizzato dall’ispettrice Gisella Langè. A sostenere le tesi oggetto di dibattito, due esperti di CLIL: Lucilla Lopriore dell’Università di Roma Tre e Martin Dodman, della Libera Università degli Studi di Bolzano. Come proposto dai vari format di debate di matrice anglosassone attualmente in uso nelle scuole italiane come pratica didattica innovativa, i due debater si sono alternati sostenendo le loro posizioni pro o contro un determinato claim/motion, con interventi di 5 minuti ciascuno. |
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- Cfr. Cinganotto L. (2018), Apprendimento CLIL e interazione in classe, Aracne. ↑
- Si veda la rete delle scuole di Avanguardie Educative che hanno adottato il debate tra le varie idee dell’innovazione. ↑
- Cfr. Cinganotto L., Cuccurullo D. (2019) Techno-CLIL – Fare CLIL in digitale, I Quaderni della Ricerca n.42, Loescher. ↑
- Per un approfondimento si veda l’articolo di Letizia Cinganotto pubblicato sulla piattaforma della Commissione Europea School Education Gateway, tradotto in tutte le lingue dell’UE: https://www.schooleducationgateway.eu/it/pub/viewpoints/experts/when-content-and-learning-join.htm ↑