Se è vero che la scuola, oggi, deve preparare i ragazzi a vivere e lavorare nel mondo di domani (e magari anche in quello di dopodomani!), allora il suo obiettivo prioritario è sviluppare capacità utili ad apprendere per tutto l’arco della vita. Infatti, noi non sappiamo come sarà fatto il mondo di domani, né tanto meno quello di dopodomani, non sappiamo quali tecnologie avremo a disposizione, quali “nuovi” lavori esisteranno, e come saranno cambiati quelli che già esistono. Sappiamo soltanto che la tecnologia sta entrando sempre più capillarmente nelle nostre vite e che il mondo di domani sarà, con tutta probabilità, molto diverso da quello di oggi e da quello di dopodomani.
È per questo che è così importante che la scuola aiuti a “imparare a imparare”. È proprio grazie alla nostra capacità di imparare, come individui e come collettività, che siamo arrivati fino ad oggi e, sperabilmente, potremo vivere con consapevolezza il nostro domani.
Un problema di motivazione e controllo
Imparare a imparare è, essenzialmente, un problema di motivazione e controllo. È un problema di consapevolezza di ciò che si vuole fare della propria vita, della direzione in cui portano i propri interessi e le proprie attitudini, ma anche di capacità di impegnarsi, di saper affrontare gli ostacoli senza scoraggiarsi, di saper scegliere le strategie, le risorse e gli strumenti più adatti a risolvere i problemi che fronteggiamo. Nella letteratura scientifica, si parla di autoregolazione dell’apprendimento: il processo con cui un individuo controlla in maniera attiva e consapevole il proprio apprendimento.
L’autoregolazione dell’apprendimento
L’autoregolazione non ha a che vedere soltanto con il controllo degli aspetti cognitivi (la concentrazione, le strategie di apprendimento, la valutazione dei propri risultati), ma anche di quelli emotivi (lo scoraggiamento, l’autostima,) e comportamentali (l’impegno, la capacità di pianificare l’apprendimento e organizzarsi in maniera ottimale, di darsi delle scadenze e di rispettarle). Ora, ciascuno di noi possiede queste capacità in diversa misura, e molti sono in grado di autoregolarsi molto meglio nel proprio ambito professionale, e meno bene in ambiti con cui hanno scarsa familiarità. Il motivo è che l’autoregolazione migliora praticandola. Quindi, se vogliamo aiutare a far crescere le capacità di autoregolazione dei nostri studenti dobbiamo offrir loro opportunità di praticarle. In maniera graduale, naturalmente, ma dobbiamo abituarli a compiere delle scelte in merito ai contenuti, ai modi, ai tempi, del loro apprendimento. Il percorso scolastico diventa così un graduale percorso di responsabilizzazione crescente rispetto ai propri apprendimenti.
Tecnologie e nuovi modi di apprendere
La diffusione sempre più capillare delle tecnologie nella nostra società, e in particolare quella dei dispositivi mobili, sta modificando profondamente i modi di apprendere degli individui, offrendo loro opportunità inedite ma anche investendoli di sempre maggior responsabilità rispetto ai propri percorsi di apprendimento. Grazie alle tecnologie, l’ambiente in cui viviamo si sta trasformando in un unico ambiente che offre continue opportunità di apprendere ma che richiede sempre maggiori capacità di autoregolazione. Basti pensare a come tutti usiamo i cellulari per reperire informazioni, per raggiungere colleghi, amici e chiunque possa esserci di aiuto a risolvere un problema, o per configurare, personalizzare e organizzare l’ambiente in cui viviamo e lavoriamo.
Imparare a cogliere le opportunità delle tecnologie
A causa alle tecnologie, i confini tra il contesto della vita privata, del lavoro e dell’apprendimento sono sempre più labili. Ci muoviamo costantemente in un ambiente ibrido, costituito da un ambiente reale espanso dagli ambienti virtuali a cui abbiamo accesso. Questo ambiente ibrido ha un ruolo ambivalente rispetto alle capacità di autoregolazione dell’apprendimento: da un lato le mette a dura prova (si pensi alle difficoltà di orientamento nel mare magnum delle informazioni messe a disposizione dalla rete), dall’altro, offre strumenti e funzionalità che consentono o addirittura stimolano l’uso di queste capacità (si pensi alla possibilità di reperire e scegliere tra diverse risorse per informarsi o apprendere oppure agli strumenti di pianificazione e organizzazione delle informazioni presenti su qualunque dispositivo). La chiave è imparare a cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia senza lasciarsi controllare.
Tecnologia: insegnare ai ragazzi come e quando non usarla
Ciò non significa solo sapere come e quando usarla, ma anche sapere come e quando non usarla: spegnere il cellulare durante un concerto o una lezione sono strategie di auto-regolazione. Accenderlo per cercare informazioni utili a risolvere un problema anche. Memorizzare scadenze o chiamare un esperto per ottenere aiuto pure. Per insegnare ai ragazzi ad autoregolare i loro processi di apprendimento, quindi, il proibizionismo non serve: dobbiamo insegnare loro a prendere queste decisioni in autonomia, altrimenti, appena usciti da scuola, saranno facili vittime del potere distrattivo delle tecnologie.
Cosa può fare l’insegnante
Ciò che l’insegnante può fare è favorire lo sviluppo di capacità di utilizzo consapevole di questi strumenti. Potrà insegnare a non cercare la soluzione di un problema complesso prima di aver provato a risolverlo in autonomia, a valutare attentamente l’attendibilità delle informazioni trovate in internet, a configurarsi l’ambiente di apprendimento in modo che sia funzionale all’apprendimento stesso, e non controproducente e distraente. Sono proprio queste capacità di controllo che occorre sviluppare nei ragazzi, per aiutarli a costruirsi la capacità di imparare lungo tutto l’arco della vita.