formazione tecnica superiore

Riforma ITS cruciale per il PNRR, così favorirà la transizione ecologica e digitale

Recentemente protagonisti di una importante riforma, gli Istituti Tecnologici Superiori sono al lavoro per raggiungere entro il 2026 l’obiettivo dei 22 mila studenti in aula, puntando su digitalizzazione e sostenibilità ambientale

Pubblicato il 18 Ott 2022

Guido Torrielli

Presidente ITS Italy

scuola

Per molto tempo nel nostro Paese, in attesa di una profonda e decisiva riforma degli ITS, si è affrontato il tema della formazione tecnica superiore cercando all’estero modelli e punti di riferimento. Con uno sguardo misto di ammirazione e invidia abbiamo studiato e incensato per anni i nostri vicini europei senza riuscire a creare le condizioni in Italia per un efficace sistema terziario di istruzione tecnologica superiore, convinti forse di non poter recuperare il ritardo strutturale accumulato nei confronti della Germania e altri paesi del continente.

Oggi finalmente, grazie alla riforma approvata nel luglio di quest’anno al termine di un lungo percorso, possiamo dire con soddisfazione di avere in casa gli strumenti per ridurre questo gap. Questa riforma, votata unanimemente dalle forze politiche, può a ragione essere considerata, con le parole del Ministro dell’Istruzione Bianchi: “una delle riforme più importanti del nostro PNRR”.

Gli Istituti Tecnici Superiori - Prologo

Gli Istituti Tecnici Superiori - Prologo

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Perché quella degli ITS è una delle riforme più importanti del PNRR

Ma perché gli ITS dovrebbero essere così importanti per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza?

La riforma del sistema ITS rappresenta formalmente una riforma settoriale afferente alla componente “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione”, a sua volta parte della missione “Istruzione e ricerca”.

La riforma, dunque, potrebbe a prima vista essere considerata come una delle innumerevoli tessere del mosaico, non più importante delle altre 62 riforme previste dal Piano. E invece rappresenta a tutti gli effetti «una delle riforme più importanti del nostro PNRR» e lo è in quanto un efficace sistema di formazione tecnologica superiore rappresenta la condizione necessaria per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalle altre cinque missioni in cui è suddiviso il Piano[1]: dall’industria 4.0 alla digitalizzazione della PA, passando per la promozione della cultura e del territorio, l’efficientamento energetico, la mobilità sostenibile, le nuove tecnologie della vita… ciascuno di questi ambiti richiede oggi e continuerà a richiedere sempre più in futuro figure professionali specializzate in grado di rispondere efficacemente e da subito alle esigenze delle aziende e degli altri attori economici. Possiamo dire che la formazione tecnologica specialistica post-diploma rappresenti uno dei principali fattori abilitanti del PNRR, oltre che uno strumento fondamentale per garantire ai giovani una occupazione di qualità e opportunità di crescita umana e professionale.

Agli ITS un ruolo di primo piano nell’ambito dell’istruzione terziaria professionalizzante

Il mondo degli ITS si deve dunque attrezzare per poter svolgere questo compito. Da qui il miliardo e mezzo di euro stanziato per potenziare l’organizzazione e l’offerta formativa degli Istituti rafforzando al contempo l’integrazione dei percorsi ITS con il sistema universitario delle lauree professionalizzanti, così da garantire agli ITS un ruolo di primo piano nell’ambito dell’istruzione terziaria professionalizzante. Questi fondi, a partire dalla prima tranche da cinquecento milioni di euro già stanziata e prossima alla distribuzione, consentiranno in primo luogo agli Istituti di rinnovare e ampliare le proprie strutture e in particolare i laboratori, fondamentali per molte delle loro attività didattiche, e permetteranno di erogare nuovi corsi, ampliando le aree tecnologiche e rafforzando in particolare la presenza di corsi legati alla digitalizzazione e alla sostenibilità all’interno di tutti i percorsi formativi.

ITS Academy, la formazione per il lavoro “reale”: le opportunità per tutto il sistema educativo

È opinione, infatti, degli stessi ITS che digitale e sostenibilità non debbano essere considerati degli ambiti di formazione a sé stanti quanto piuttosto una matrice che deve permeare tutti gli ambiti di specializzazione e di preparazione tecnica. Non vi è settore, infatti, che non debba integrare know-how tecnologici afferenti alle due fondamentali transizioni della nostra epoca: quella ecologica e quella digitale. Transizioni che impegneranno le imprese di ogni ordine e grado ma che rappresenteranno una sfida di particolare difficoltà proprio per la fitta rete di PMI presenti nel nostro Paese, spesso sprovviste, ad oggi, di competenze e professionisti in grado di imprimere una accelerazione in questi ambiti. Anche per questo la recente riforma ha confermato e potenziato la centralità delle imprese nel sistema ITS di formazione terziaria. L’identità degli ITS sta infatti nel tessuto imprenditoriale e industriale dei territori di riferimento, tessuto che fa da traino e dà senso alla presenza stessa di questi Istituti, chiamati a promuovere innovazione e crescita rispondendo ai bisogni di competenze espressi dalle imprese.

Conclusioni

Così ci prepariamo a formare professionisti del futuro, ascoltando le esigenze espresse dal mondo produttivo e guardando alle trasformazioni in atto come opportunità uniche di formazione e soddisfazione professionale per migliaia di ragazze e ragazzi.

Note

  1. “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, “Inclusione e coesione”, “Salute” (https://italiadomani.gov.it/)

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