Per affrontare una crisi dell’educazione senza precedenti e, al contempo, rilanciarla e trasformarla, più di 130 nazioni hanno partecipato al Summit “Transforming Education” delle Nazioni Unite, nell’ambito della 44° assemblea generale, svoltosi a New York dal 16 al 19 settembre.
Ma al di là di tante belle parole quali sono adesso, a conclusione di questo importante evento, le azioni concrete che seguiranno? Un ruolo chiave sarà svolto senz’altro dall’UNESCO, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha svolto il Segretariato della Conferenza e che si occupa di Educazione, Scienza e Cultura.
Un Fondo internazionale per l’Educazione
Sarà compito del comitato di esperti UNESCO, gli “High level Steering”, per l’obiettivo 4 (Istruzione di qualità) dell’Agenda 2030, continuare monitorare i progressi post-summit, promuovendo e facilitando la conoscenza e lo scambio di pratiche, coinvolgendo i giovani e sostenendo la cooperazione intersettoriale multilaterale. Durante il Summit sono stati infatti annunciati “sei appelli all’azione” oltre ad alcune iniziative globali come il “Fondo internazionale per l’Educazione”, International Finance Facility for Education (IFFEd).
Si tratta di uno specifico strumento finanziario dedicato ad affrontare la crisi globale dell’educazione nei paesi a basso o medio reddito dove sono peraltro l’80% dei bambini del mondo senza istruzione. Il fondo è una diretta risposta ai tagli di budget per l’Istruzione nel mondo che hanno visto la riduzione da parte di 43 donatori ai paesi poveri e il taglio del 40% nel budget istruzione di questi Paesi. IFFEd sostiene i vari budget di aiuti per l’educazione moltiplicando le somme per 7 volte, focalizzandosi inizialmente su Asia e Africa, in collaborazione con le Banche internazionali per lo sviluppo asiatico(ADB) e africano (AfDB, prima di espandersi globalmente. Avrà a disposizione un fondo iniziale di 2 miliardi di dollari che saranno erogati ai paesi richiedenti nel 2023 fino ad arrivare a 10 miliardi dal 2030.
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Un movimento per trasformare l’educazione: i sei appelli all’azione
Transforming Education: educazione in trasformazione o trasformare l’educazione, non può rimanere dunque solo uno slogan o il tema di una conferenza ma deve divenire un movimento e dal basso, si auspica da più parti, con il coinvolgimento di tutti gli attori: docenti, studenti, famiglie fino alle più alte istituzioni e stakeholders. Vediamo quindi i sei appelli all’azione del Segretario Generale delle Nazioni Unite:
- rendere le scuole innanzitutto dei luoghi di benessere e sicuri, liberi dal bullismo e la violenza facilitando l’inclusività;
- promuovere l’eguaglianza di genere nell’accesso all’istruzione e le opportunità;
- valorizzare e rafforzare i nostri insegnanti;
- promuovere la consapevolezza dell’emergenza ambientale negli studenti;
- sfruttare la rivoluzione digitale in corso a vantaggio di ogni insegnante ed apprendente;
- aumentare le risorse finanziare destinate all’educazione.
Sono questi, dunque, i sei appelli all’azione del Segretario Generale delle Nazioni Unite per un impegno da parte di tutti gli Stati membri e sul quale bisogna adesso lavorare per passare dalle parole ai fatti. L’ultima azione, cioè un maggiore investimento finanziario nell’Educazione è senz’altro cruciale sia nel sud che nel nord del mondo. Lo 0,7% del PIL è la soglia minima indicata ma aumentare gradualmente questa quota minima di un 15-20% per il 2030.
Le sette azioni trasformative: il ruolo dei giovani
L’Unesco e l’istituto di statistica e del monitoraggio dell’educazione globale, accompagneranno anche i 7 “impegni trasformativi” dell’Educazione presi al Summit da parte degli stati membri. Questi ricalcano le stesse sei azioni menzionate prima prevedendo, nel settimo, anche il “rafforzamento dei giovani a divenire leader effettivi nel processo di riforma dell’educazione”.
Una iniziativa in tal senso è già partita dall’America Latina: l’Istituto UNESCO per l’Educazione Superiore IESALC e la Rete Internazionale ASPnet delle Scuole UNESCO hanno recentemente lanciato insieme il progetto “Young people on Trasforming Education Project (YPTP) allo scopo di esplorare le possibilità, per le nuove generazioni di studenti, degli strumenti digitali con nuovi metodi di apprendimento o usare la tecnologia per migliorare l’efficienza di un percorso autodidatta soprattutto nel passaggio dalla scuola all’Università.
Il progetto, iniziato a settembre, si concluderà nel giugno prossimo e prevede attività come la mappatura globale dei casi rilevanti. Nel summit Transforming Education i giovani hanno infatti avuto una parte importante presentando anche una “Declaration”, frutto delle valutazioni del forum giovanile.
Un importante evento di comunicazione da parte dei giovani delegati sui primi risultati del progetto si svolgerà il 12 dicembre prossimo in un webinar informativo.