oltre il covid

Una didattica digitale “integrata” per il nuovo anno: le opportunità da non disperdere

Le tecnologie da sole non bastano a garantire una risposta efficace, ma il tassello che la Didattica a distanza potrà costruire nella risposta complessiva della scuola è una opportunità per il sistema sociale nel suo complesso. Che non va sprecata

Pubblicato il 24 Ago 2020

Annalisa Buffardi

Ricercatrice, Indire - Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa

learning

Quello della didattica a distanza è uno dei temi della relazione scuola-tecnologie che l’esperienza pandemica ha portato all’attenzione come prevalente, per rispondere alle necessità determinate dal confinamento. Non esaurisce, tuttavia, il valore delle potenzialità che il digitale reca con sé anche nelle aule fisiche, né la portata dei limiti che ne accompagnano la diffusione in ambito educativo.

Con la fine del lockdown, è necessario però ricollocare il ruolo delle tecnologie non nel solco della risposta emergenziale – per la quale la moltiplicazione delle video-lezioni e dei sincroni tra docenti e studenti potrebbe ancora apparire valida – ma nella galassia di opportunità digitali che le nuove tecnologie possono offrire alla didattica.

La sfida della scuola di fronte alle nuove tecnologie

Sulla sfida della scuola di fronte alla diffusione delle tecnologie digitali si è discusso molto negli ultimi decenni, ripercorrendo fronti di dibattito polarizzati tra apocalittici e integrati, oppure sfumando gli estremi per focalizzare l’attenzione sulle modalità di utilizzo delle Ict nella didattica scolastica.

Il dialogo tra mondo della scuola, esperti, studiosi e policy maker ha posto l’attenzione, da diverse angolazioni, sulle competenze digitali degli studenti e dei docenti, sulle implicazioni pedagogiche, sui contenuti e sui metodi didattici, sui vecchi e nuovi divari, sulle dotazioni tecnologiche, in termini di hardware e di software, a scuola e a casa.

La sfida posta dal digitale è diventata emergenza nel periodo di diffusione Covid-19, imponendo l’uso degli spazi della rete in modalità esclusiva e sostitutiva della presenza fisica. Una modalità che, sebbene potenzialmente efficace in diversi altri contesti educativi, non rappresenta la via principale del digitale nella pratica scolastica.

Anche l’estensione dello smartworking in emergenza ha rivitalizzato il dibattito sulle diverse implicazioni del lavoro agile, a distanza e “intelligente”. E in quel caso è più evidente che la modalità di lavoro tradizionale, contrapposta, non è quella svolta senza l’ausilio delle tecnologie, bensì l’attività prestata presso la sede fisica di servizio. Allo stesso modo, la didattica a distanza scolastica nel periodo del Coronavirus Sars-CoV-2 -che nella sua attuazione si è espressa come Dad, Fad, e-learning – ha riportato all’attenzione il tema delle lezioni e dell’apprendimento a distanza, ma è stata condizionata dalla totale assenza di una delle forme principali attraverso cui si coltiva la “relazione educativa”, che nella presenza fisica esprime anche “cura” e “ascolto” e accompagna la crescita di giovani studenti e piccoli allievi. Partendo dunque dal presupposto dell’emergenza e della sottrazione (della presenza fisica) la didattica a distanza ai tempi del Covid-19, è stata una risposta – l’unica possibile – alle restrizioni imposte per limitare la circolazione del virus.

Una didattica digitale integrata per il nuovo anno

Non Dad, ma didattica a distanza in emergenza, e come tale non pianificata e non integrata in un ritmo blended di affiancamento con le attività in presenza. Partendo da questi presupposti, è stata orientata a garantire una generale continuità dell’esperienza didattica, più o meno valida a seconda dei casi, a restituire “presenza”, a colmare il vuoto dell’isolamento.

Con o senza piattaforme commerciali dedicate all’apprendimento, i canali del web e le sue fonti di conoscenza, le diverse applicazioni e gli specifici software per esercitazioni e pratiche laboratoriali online, gli ambienti per la condivisione e il lavoro collaborativo rappresentano risorse per arricchire e integrare la “tradizionale” didattica svolta in presenza. L’eredità del Covid-19, su questi fronti, potrà essere cercata nella consuetudine sperimentata di una pratica digitale più o meno diffusa, partendo dall’analisi delle potenzialità registrate e dai limiti incontrati nelle comunità scolastica di riferimento.

La didattica digitale integrata, per il prossimo anno scolastico, dovrà quindi tenere conto dei primi risultati raggiunti nella sperimentazione forzata. E dovrà andare oltre, “integrando”, nel breve periodo, tempi e spazi online con quelli fisici, in una forma blended ancora condizionata dalla probabile convivenza con il virus, nell’incertezza di una possibile nuova ondata epidemica. Con il vantaggio reso dall’esperienza appena conclusa e dall’opportunità di una pianificazione, comunque ancora su tempi troppo brevi e ancora di sapore emergenziale. Dovrà poi andare oltre, nel lungo periodo, combinando presenza fisica e digitale, in una progettualità educativa che possa ottimizzare i vantaggi della apertura, della connettività e della collaborazione, resi possibile dalla diffusione dei media digitali.

La risposta della rete alle necessità del periodo di emergenza

La mole di webinar e di contenuti educativi realizzati nel periodo in cui gli schermi hanno in gran parte colmato le distanze fisiche rappresentano un elemento tangibile – nella immaterialità del digitale – che può contribuire oggi ad arricchire il patrimonio di risorse per la scuola, a seconda dei casi sia come contenuti didattici a disposizione di insegnanti e studenti, sia sul fronte della formazione dei docenti. Da questo punto di vista, l’iperattività collettiva e connettiva in rete dei mesi del lockdown promette di alimentare il patrimonio di Open Educational Resources, risorse educative organizzate, liberamente disponibili per la scuola, sviluppa e a partire dal contributo di diversi esperti e dall’iniziativa di enti e istituzioni.

Gli archivi di webinar di Indire – Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa- quelli di Federica Web Learning- Centro dell’Università di Napoli Federico II per l’innovazione, la sperimentazione e la diffusione della didattica multimediale- e il portale web di contenuti educativi per gli studenti resi disponibili da tutti gli enti di ricerca nazionali, offrono una via rapida per un possibile transito verso una didattica digitale scolastica che può essere costruita sulla circolazione, condivisione e sul riuso di contenuti educativi autorevoli e affidabili. E mostra inoltre, una risposta della Rete alle necessità del periodo di emergenza, attraverso la partecipazione degli esperti e delle istituzioni. La mole di risorse digitali prodotte evidenzia anche, in diversi casi, la risposta diretta delle scuole, che hanno preso parte, organizzato e condiviso eventi, attività e contenuti, a partire dalle proprie reti di relazioni, formali e informali, istituzionali e aziendali. Il sistema di opportunità territoriali, fondato su rapporti e dinamiche consolidate, è già emerso, in diversi casi, come rilevante nel fornire supporto alle scuole nella gestione del primo ciclo pandemico. A ridosso del prossimo anno scolastico acquisisce una rinnovata importanza, per costruire quel sistema misto che potrà restituire un significato alla proposta didattica digitale, se questa potrà essere effettivamente integrata nell’offerta in presenza, articolando ambienti online, scolastici e territoriali in una programmazione organica e coerente, indoor, outdoor, online.

Conclusioni

La crisi e l’incertezza generale del periodo Covid-19, la sottrazione della presenza fisica e le condizioni di isolamento, le difficoltà di gestione familiare che hanno coinvolto tanto i genitori degli allievi quanto gli stessi docenti, hanno generato una situazione in cui molti insegnanti, studenti e famiglie hanno sperimentato la didattica a distanza nelle peggiori condizioni possibili. Il risultato non può rappresentare quindi un bilancio della Dad, ma solo della capacità di risposta all’emergenza, comunque vincolata da punti di partenza non sempre ottimali e non omogenei tra le diverse realtà.

L’esperienza dell’anno scolastico da poco concluso costituisce una fase importante nella costruzione della relazione tra scuola e tecnologie, sia pensando al prossimo periodo di convivenza con il virus, sia nella prospettiva di lungo termine, nel processo di definizione di pratiche educative che colgano le opportunità del digitale, anche calibrandone le potenzialità di fronte alla mutevolezza degli scenari culturali e sociali, che la situazione pandemica ha reso evidente.

La prima lezione è nel valore delle connessioni, online e offline. Come ha efficacemente evidenziato la sociologa Chiara Saraceno nel corso del seminario preparatorio agli eventi del Festival dello Sviluppo Sostenibile dell’Asvis – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – l’emergenza che abbiamo vissuto ha mostrato chiaramente le interdipendenze tra famiglia, lavoro e scuola, facendo emergere la necessità di una risposta politica coordinata, ad esempio nella gestione dei “tempi”, che tenga conto dei rischi di un rafforzamento delle diseguaglianze di genere.

Anche da questa angolazione, l’esperienza appena vissuta spinge a allargare quanto più possibile lo sguardo verso il più ampio sistema di connessioni tra i diversi elementi in gioco nella risposta da offrire per la prossima fase, che resta difficile e incerta nelle sue possibili evoluzioni. La didattica a distanza rappresenterà un momento importante nell’organizzazione dell’anno scolastico che ci attende. Ma la scuola da sola non potrà rispondere alle esigenze connesse di un sistema articolato, basato sulle interdipendenze tra gli elementi, le cui conseguenze positive e negative, ricadranno, come sempre, oltre i limiti del sistema educativo.

Nel sistema di opportunità che il digitale apre per gestire le prossime e complesse fasi di convivenza con il virus, la didattica a distanza rappresenta un tassello, che potrà essere ben costruito ottimizzando esperienze, relazioni, contenuti, piattaforme di idee e di tecnologie sperimentate finora, contando su solide alleanze territoriali e istituzionali e su politiche in grado di connettere le varie parti evitandone il collasso. Le tecnologie da sole non bastano a garantire una risposta efficace. Ma il tassello che la Dad potrà costruire nella risposta complessiva della scuola è una opportunità per il sistema sociale nel suo complesso.

La necessità di connettere le parti per garantire una organizzazione coerente nelle diverse aree culturali e territoriali del paese è probabilmente la prima riflessione, esito dell’esperienza di presenza in rete sperimentata nei recenti mesi.

La produzione e circolazione di risorse didattiche nel web lo ha evidenziato sul piano dei contenuti. La proliferazione di webinar metodologici lo ha fatto emergere sul versante della formazione. La partecipazione dei diversi attori del mondo della ricerca, istituzionale, accademico e scolastico ha mostrato il valore connettivo della rete per nutrire di presenza l’isolamento e la perdita dei consueti punti di riferimento, generando nuovo valore e nuove conoscenze.

Nella ripresa del prossimo anno scolastico, mettere insieme le esigenze delle diverse parti del sistema sociale potrà garantire la sostenibilità delle risposte al di là della prima emergenza. Partendo dalla gestione dei tempi e degli spazi, categorie già ridefinite dalla trasformazione digitale e ulteriormente ribaltate, a diversi livelli, nella situazione pandemica. Nell’articolazione tra territorio, scuola e digitale, e nelle connessioni tra le parti del sistema, spazio e tempo si apprestano ad assumere nella pratica scolastica nuovi significati che, da una prospettiva ottimistica, appaiono potenzialmente ricchi di relazioni, contenuti e di progettualità, educativa e sociale.

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