Venticinque anni fa, Microsoft lanciava ufficialmente Active Directory (AD) come funzionalità chiave di Windows 2000 Server, segnando un cambiamento epocale nella gestione delle identità aziendali. Un quarto di secolo dopo, mentre Windows 2000 Server è ormai scomparso dai data center di tutto il mondo, Active Directory è più rilevante che mai.
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La longevità di Active Directory nella sicurezza aziendale
Una longevità del genere è quasi senza precedenti nel mondo della tecnologia. La maggior parte delle soluzioni aziendali viene riscritta, rinominata o sostituita nell’arco di un decennio, ma non AD. Lontano dall’essere un semplice reperto del passato è ancora oggi profondamente radicato nelle infrastrutture IT moderne, fungendo da pilastro per la gestione delle identità e degli accessi di innumerevoli organizzazioni.
Active Directory come fondamento della sicurezza nelle infrastrutture ibride
Active Directory rimane un componente fondamentale per la maggior parte delle medie e grandi aziende, garantendo a centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo un accesso senza interruzioni alle risorse aziendali. L’integrazione con AD (che spesso significa anche dipendenza da AD) è stata per anni un requisito essenziale per la maggior parte dei software on-premises.
Curiosamente, AD è oggi più importante di quanto non lo fosse dieci anni fa. Perché?
Perché, con la crescente adozione del cloud, le architetture di identità ibride si sono evolute per estendere le identità AD ai fornitori di servizi cloud come Microsoft Entra ID (precedentemente Azure AD). Questo approccio ibrido consente alle aziende di mantenere i loro sistemi di autenticazione basati su AD mentre adottano il cloud, fungendo da ponte tra le infrastrutture on-premises e le moderne applicazioni SaaS.
Nonostante le nuove soluzioni di identità basate sul cloud, molte aziende continuano a dipendere da AD, principalmente a causa degli enormi investimenti in applicazioni, policy e flussi di lavoro integrati con AD nel corso di due decenni. In alcuni casi, sostituire AD non è solo una sfida tecnica, ma anche un rischio per il business.
La sicurezza di Active Directory
Active Directory è morto? Mi viene chiesto spesso. La mia risposta è “assolutamente no”.
Sì, certo, Active Directory è maturo. E mentre Microsoft ha spostato la sua attenzione verso soluzioni di identità basate sul cloud, la realtà è che la maggior parte degli ambienti IT dipende ancora fortemente da AD.
Se chiedete ai team IT quando prevedono di dismettere AD, la risposta più comune per tre quarti di loro è “mai”.
Va detto che molti di loro vorrebbero abbandonare AD per un motivo predominante: la sicurezza. Le aziende sanno che modernizzare la sicurezza delle identità è fondamentale. AD è da tempo un obiettivo primario per i cyberattacchi, con il furto di credenziali, il Kerberoasting e gli attacchi NTLM relay tra le minacce più serie. Tuttavia, sostituire AD non è un’operazione immediata: prima bisognerebbe rimpiazzare o dismettere tutte le applicazioni che vi fanno affidamento. Ciò richiede una completa riprogettazione delle applicazioni, delle policy e dei controlli di accesso, con costi e rischi significativi.
Active Directory come obiettivo primario nella sicurezza informatica
Oggi, AD ed Entra ID sono utilizzati in oltre il 90% delle reti globali. Essendo il sistema di identità predefinito, AD è un bersaglio primario per gli attaccanti. È profondamente integrato nella maggior parte delle organizzazioni ed è cruciale per le operazioni IT, custodendo di fatto le “chiavi del regno”. Se un attaccante ottiene accesso privilegiato ad AD, può controllare qualsiasi risorsa aziendale che dipende da esso, ovvero quasi tutte.
Di conseguenza, AD è un obiettivo prioritario per i cybercriminali che vogliono condurre operazioni di ricognizione ed elevazione dei privilegi all’interno di reti compromesse.
Allo stesso tempo, anche le soluzioni di identità basate sul cloud—pur offrendo vantaggi in termini di scalabilità e sicurezza—stanno diventando sempre più vulnerabili agli attacchi informatici. Basta guardare alle recenti violazioni di alto profilo che hanno colpito i fornitori di identità cloud. Nessun sistema è invulnerabile, ed è per questo che molte aziende stanno adottando un approccio ibrido, mantenendo AD e implementando al contempo principi di Zero Trust e metodi di autenticazione moderni, come il login senza password e le policy di accesso condizionato.
Il futuro di Active Directory
Qual è il futuro di AD? Sebbene le implementazioni puramente on-premises possano diminuire nel tempo, i modelli ibridi continueranno a prosperare. Le aziende continueranno a utilizzare AD per le applicazioni legacy, mentre sposteranno i nuovi carichi di lavoro verso autenticazioni basate sul cloud.
Festeggeremo il 30° o il 40° compleanno di AD? Non scommetterei contro. Non sarà la tecnologia più appariscente, ma Active Directory ha superato in silenzio innumerevoli altre soluzioni, dimostrandosi uno degli strumenti IT aziendali più resistenti mai creati.
E quindi, è lecito fare un brindisi ai 25 anni di Active Directory: una tecnologia che ha dimostrato la sua longevità, ha plasmato il mondo IT aziendale come lo conosciamo e continua a supportare la forza lavoro digitale ogni singolo giorno.