vehicle forensics

Auto che si guidano da sole, il futuro dell’informatica forense

L’esame di dati informatici in un ambiente nel quale a circolare sono veicoli guidati da sistemi informatici e non da esseri umani diventa cruciale in caso di incidenti. Assume pertanto una importanza sempre maggiore la vehicle forensics. Ecco come si sviluppa e le prospettive

Pubblicato il 24 Lug 2019

Michele Ferrazzano

consulente informatica forense

vehicle forensics

La vehicle forensics è uno degli ambiti che maggiormente si sta sviluppando tra le branche dell’informatica forense: consiste nell’applicazione del protocollo scientifico della digital forensics per eseguire una perizia informatica[1] sui veicoli: registrazione di posizioni, destinazioni, eventi relativi al funzionamento e all’utilizzo del veicolo, chilometri dall’ultimo tagliando, dispositivi collegati, rubrica e chiamate sono alcuni esempi di dati tipicamente presenti.

Già adesso, infatti, le nostre automobili elaborano e producono una enorme mole di dati digitali e questo giacimento è destinato ad aumentare con l’introduzione dei veicoli a guida autonoma, che comporterà un’ulteriore dotazione di apparati hardware da gestire e, quindi, di dati digitali la cui possibile rilevanza in un contesto giudiziario richiede l’adozione di tecniche di informatica forense.

La vehicle forensics

L’informatica forense è la scienza forense che si occupa del trattamento del dato digitale da utilizzare a supporto di attività investigativa o come prova in un processo.

Quando si ricerca una prova digitale su un veicolo, di qualsiasi tipologia esso sia, bisogna partire dal presupposto che su quel veicolo possono essere installati numerosi e diversi sistemi informatici che possono contenere, elaborare, trasmettere molte informazioni rilevanti rispetto al caso per il quale si esegue un accertamento tecnico.

I veicoli moderni possono essere visti come un tipico sistema informatico con numerosi moduli elettronici collegati e controllati da diversi dispositivi informatici. Le informazioni vengono inviate tramite bus, ovvero una rete di comunicazione interna che collega le varie componenti all’interno del veicolo. Ciò consente alle componenti e ai veicoli di interagire tra loro.

Negli autoveicoli i principali sistemi informatici presenti sono :

  • diverse unità di controllo, tra cui unità di controllo del motore (ECU), unità di controllo della trasmissione (TCU), sistema di frenata antibloccaggio (ABS ), moduli di controllo del corpo (BCM);
  • sistema di intrattenimento, tra cui radio digitale, lettore audio (CD, MP3, USB o Bluetooth), lettore DVD;
  • sistema di connettività Bluetooth che permette il collegamento dei dispositivi mobili al sistema di intrattenimento e ciò consente lo scambio di dati relativi a rubrica, messaggi, chiamate…;
  • sistema di navigazione satellitare (GPS), integrato oppure esterno;
  • una serie di telecamere che assistono durante il parcheggio o che riprendono l’interno e/o l’esterno del veicolo;
  • una scatola nera per registrare alcune informazioni da utilizzare in caso di incidente (le compagnie assicurative negli ultimi anni sollecitano l’installazione a fronte di forti sconti sul prezzo della polizza).

Attualmente non esiste una grande varietà di strumenti per l’acquisizione dei dati dai veicoli, ma appare piuttosto ovvio se si considera che la vehicle forensics è da poco apparsa sulla scena. C’è anche da considerare che poi in effetti all’interno del veicolo non sono presenti molti dati poiché la maggior parte, pur essendo connessi allo spostamento con veicolo sono all’esterno: nel cloud, la timeline delle posizioni di Google, nello smartphone del guidatore, nelle telecamere installate all’interno dell’abitacolo e così via.

Le prospettive dell’autonomous driving

Come abbiamo già accennato, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma comporta la produzione e la gestione di una ancora maggiore quantità di apparati hardware che portano in dote un enorme mole di dati digitali che possono assumere rilevanza in un contesto giudiziario e quindi richiedono l’adozione di tecniche di informatica forense.

L’informatica forense può infatti entrare in gioco per la valutazione delle modalità con le quali tali veicoli sono stati concepiti e progettati e per verificare l’aderenza con quanto dichiarato dalle case costruttrici. Si pensi, ad esempio, a tutto ciò che ruota intorno alla comunicazione tra e con i veicoli attraverso i tre modelli di Vehicle to cloud (V2C), Vehicle to vehicle (V2V) e Vehicle to infrastructure (V2I).

I veicoli saranno comunque influenzati dai conducenti umani durante il lungo periodo di transizione da veicoli manuali e semiautonomi a veicoli totalmente autonomi, periodo nel quale certamente il rischio di incidenti non sarà pari a zero. È possibile che il software commetta errori, sia violato o si trovi in condizioni impreviste non codificate oppure che ci siano dei malfunzionamenti della parte meccanica del veicolo, o ancora che si verifichino circostanze esterne impreviste quali ad esempio pedoni distratti o negligenti, condizioni climatiche critiche, animali selvatici.

La circostanza per la quale i veicoli a guida autonoma non sono immuni da incidenti pone importanti questioni rilevanti da un punto di vista civile e penale che devono ancora essere risolte.

La possibilità che un veicolo a guida autonoma possa essere coinvolto in una situazione di emergenza deve essere prevista, ovvero programmata nel codice del software di guida autonoma, per rispondere con un’adeguata modalità di guida che possa ridurre al minimo i danni. Assumiamo, dunque, che sia possibile progettare e realizzare veicoli a guida autonoma in grado di causare un numero di incidenti inferiori con danni inferiori rispetto alle auto a guida umana. Se i veicoli a guida autonoma causassero infatti più incidenti o incidenti più gravi, il loro impiego, oltre a non superare probabilmente qualsiasi processo autorizzativo, non sarebbe tollerato poiché esporrebbero utilizzatori e case automobilistiche a danni rilevanti dal punto di vista economico, reputazionale e anche penale.

Come devono essere programmati i veicoli a guida autonoma per comportarsi in caso di un incidente inevitabile in cui l’unica scelta aperta è quella di causare danni o perdite a diversi oggetti o persone? È possibile prendere in esame la dottrina della necessità, il divieto legale di uccidere intenzionalmente al di fuori dell’autodifesa, l’incommensurabilità dei beni e le restrizioni legali all’uso della forza letale stabilita da posizioni normative: obblighi, responsabilità, diritti e autorità.

L’esame di dati informatici in un ambiente nel quale a circolare sono veicoli guidati da sistemi informatici e non da esseri umani diventa cruciale in caso di incidenti. L’accertamento tecnico sul sistema di governo del veicolo e sui dati raccolti viene in ausilio per determinare tali responsabilità, richiedendo pertanto tecniche di informatica forense per il trattamento del dato digitale in questione.

I progetti di autonomous driving in Italia

Attualmente le città di Modena e di Torino ospitano progetti di sviluppo sul tema. In particolare a Modena con il progetto MASA (Modena Automotive Smart Area[2]) è in atto un progetto tra Università di Modena e Reggio Emilia, Comune di Modena e Maserati per installare l’infrastruttura in un’area della città per sperimentare questa tecnologia. Analogamente un progetto simile è attivo nel capuologo piemontese con la collaborazione di FCA e GM.

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  1. https://www.bit4law.com/servizi-offerti/perizia-informatica/
  2. www.automotiveacademy.unimore.it/site/home/masa.html

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