Con l’entrata in vigore del decreto milleproroghe slitterà in avanti l’entrata in vigore della legge sulle intercettazioni e quindi anche le norme sul captatore informatico utilizzato per finalità di accertamento e repressione dei reati.
Non scattano più a gennaio 2020, ma dal primo luglio 2020.
Come funziona il captatore informatico
Il captatore è quel malware (un trojan) che ormai da moltissimi anni costituisce per le forze di polizia e per la magistratura un formidabile strumento in grado di bypassare sistemi di cifratura e tutti gli altri ostacoli che la criminalità utilizza per sfuggire alle indagini. Esso viene inoculato negli smartphone e nei personal computer e allo stato, in base alle norme in vigore può attivare il microfono a ascoltare le conversazioni, geolocalizzare lo smartphone, attivare la telecamera e scattare le foto all’insaputa dell’indagato. E’ in grado di fare moltissime altre attività (tecnicamente impossibili con altri strumenti meno invasivi) che la legge non prevede e non disciplina e che inoltre non viene gestito in prima persona sempre e solo da ufficiali di polizia giudiziaria ma da società private. Preme evidenziare che oggi parlare di trojan sta diventando antiquato e forse sarebbe più opportuno parlare di “metodi di captazione da remoto”. Ma di questo parleremo in un’altra occasione.
Leggendo la bozza del decreto milleproroghe, in materia di intercettazione possiamo dire che siamo davanti ad una proroga secca del termine in cui le norme entreranno in vigore.
Le nuove norme su captatore informatico (luglio 2020)
Per la parte che riguarda il trojan siamo quindi sempre quindi davanti ad un sistema di captazione informatica che, attivato in modalità di intercettazione delle comunicazioni ambientali, per alcuni reati (reati di criminalità organizzata, terrorismo e reati dei pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio) sarà svincolato dalle modalità (e dalle maggiori garanzie) tipiche delle intercettazioni all’interno dei luoghi di privata dimora.
Significa che sarà possibile intercettare con i trojan anche quando qualcuno è a casa anche per i reati contro la PA (che prima di queste norme godevano di maggiori garanzie).
Già la Cassazione a Sezioni Unite aveva stabilito questo principio per i reati di criminalità organizzata. Quando entrerà in vigore la nuova norma, a luglio, varrà anche per reati contro la pubblica amministrazione puniti con la pena della reclusione nel massimo a cinque anni.
La maggiore facilità di captazione deve, come contrappeso, far aumentare l’attenzione per la riservatezza della vita privata dell’indagato.
Intercettare in un luogo di privata dimora un soggetto attraverso il suo smartphone (che oggi è sostanzialmente un prolungamento della mano di ognuno di noi) senza una puntuale motivazione del pubblico ministero e del giudice per le indagini preliminari che valuta domicilio per domicilio e presupposto per presupposto, esigenza per esigenza, non deve e non può consentire superficialità nelle decisioni e deve portare ad alzare l’attenzione anche e soprattutto sulla dignità dell’indagato.
Insieme alla legge cd Orlando e alla legge Spazzacorrotti fu sospeso anche il regolamento ministeriale che costituisce la parte più tecnica del sistema di intercettazione che disciplina cose molto importanti come la funzione dell’archivio riservato, l’accesso allo stesso, la gestione e la sicurezza dei sistemi e i requisiti tecnici dei programmi informatici funzionali all’esecuzione delle intercettazioni. E’ la parte più delicata. Sono le norme più importanti attraverso le quali dovrà essere tutelata la sicurezza dei dati e il controllo sull’adozione delle misure di sicurezza tecniche e organizzative alla base del sistema d’intercettazione. Il regolamento è già un buon passo avanti rispetto al “nulla” precedente ma, come tutte le norme che hanno una base tecnologica, dovrà essere periodicamente sottoposto a verifiche e miglioramenti.
Pro e contro del captatore
Tutte le altre attività tipiche del captatore informatico e della captazione da remoto dei contenuti di uno smartphone non erano nella normativa sospesa e non sono in discussione sul tavolo. A questo proposito l’argomento è molto delicato e contrastato. Ci troviamo davanti a modalità di captazione più simili alla perquisizione occulta da remoto piuttosto che ad una intercettazione. Esistono soluzioni che potrebbero contemperare tutti gli interessi in gioco e decidere con una norma ben fatta e definitiva cosa si può fare e cosa non si può fare. Soprattutto cosa non si può fare. E’ cosi difficile prevedere un paio di norme anche su queste modalità? Far finta che oggi non sia un problema significa non aver capito o non voler capire qual è la portata di questo strumento tipico della guerra elettronica.
Che vogliamo fare? Continuiamo a fare come gli struzzi e a mettere la testa sotto la sabbia, minimizzando e rimandando sempre il problema alla giurisprudenza e alla prossima sentenza della Corte di Cassazione o troviamo il coraggio per disciplinare il captatore a 360 gradi guardando con priorità anche alle garanzie difensive? Basterebbe riflettere che quest’ultime sono uno dei perni su cui si regge ogni Paese democratico per inserirle in modo più chiaro ed evidente.
La grandissima capacità di questo strumento di invadere anche la vita più intima degli indagati è proporzionale alla sua efficacia. Occorre gestire il materiale raccolto con grande attenzione alla dignità dell’indagato e con grande rispetto e senso etico delle persone preposte all’utilizzo.
L’augurio che possiamo fare a noi stessi è che quando le norme entreranno in vigore il sistema si sia strutturato per evitare i casi di perdite di dati, abusi e diffusioni illecite che, avevano previsto anni fa e che si sono puntualmente verificati. Senza captatore le indagini contro la criminalità organizzata, la mafia, il terrorismo, i reati contro la pubblica amministrazione (o contro gli altri gravi reati che affliggono questo paese) sono in salita e molto difficili ma altrettanto importante è il rispetto della vita privata e della dignità dell’indagato e delle altre persone che insieme all’indagato vengono intercettate. Questo non bisogna mai dimenticarlo perché il rischio di perdere tutto in un colpo solo su entrambe i fronti è altissimo e i recenti fatti accaduti (Exodus, Hacking team, etc) sono un campanello d’allarme.