il pericolo

Cina, la corsa alla supremazia tecnologica spaventa l’Occidente: i motivi di allarme

Dal capo dell’agenzia di intelligence britannica GCHQ l’allerta sulla possibilità che la Cina definisca il prossimo futuro sfruttando la propria supremazia tecnologica. I motivi di allerta, l’allarme dell’FBI, il ruolo di Taiwan

Pubblicato il 28 Ott 2022

Marco Santarelli

Chairman of the Research Committee IC2 Lab - Intelligence and Complexity Adjunct Professor Security by Design Expert in Network Analysis and Intelligence Chair Critical Infrastructures Conference

china-5144457_1280

L’appuntamento annuale sulla sicurezza del Royal United Services Institute (RUSI) è stata l’occasione in cui Sir Jeremy Fleming, capo dell’agenzia di intelligence britannica Government Communications Heaquarters (GCHQ), nata dall’agenzia che durante la Seconda Guerra Mondiale violò il codice nazista Enigma, ha esposto il rischio di una supremazia tecnologica cinese a livello mondiale e sulla necessità sempre più impellente di rispondere degnamente da parte dell’Occidente per limitare questo rischio. La tecnologia è solo lo strumento sfruttato da Pechino, secondo Fleming, per arrivare ai mercati interni e al loro controllo, compresi i relativi cittadini.

Dall’altra parte, sono in pericolo anche i paesi occidentali nel momento in cui acquistano sistemi tecnologici e infrastrutturali cinesi, che potrebbero diventare in futuro trappole per il furto di informazioni e dati importanti.

China’s Trade Dominance: How The U.S. Invited Beijing To Eat Its Lunch - Steve Forbes | Forbes

China’s Trade Dominance: How The U.S. Invited Beijing To Eat Its Lunch - Steve Forbes | Forbes

Guarda questo video su YouTube

I settori in cui la Cina punta alla supremazia

Il capo della GCHQ ha anche individuato i settori su cui sta puntando maggiormente la Cina. Primo fra tutti, la valuta digitale, che permette allo stato di controllare i cittadini e le aziende e in futuro di poter evadere le sanzioni internazionali. Altro settore cruciale per la Cina è rappresentato dai sistemi satellitari di geolocalizzazione, basti pensare a BeiDou, il sistema cinese che vuole raggiungere i livelli del GPS americano fino a diventare lo strumento che in caso di conflitto impedisca l’accesso allo spazio per i paesi avversari.

Secondo Fleming, “Molti credono che la Cina stia costruendo una potente capacità antisatellite, con la dottrina di negare ad altre nazioni l’accesso allo spazio in caso di conflitto” […] “E si teme che la tecnologia possa essere utilizzata per rintracciare individui”, tuttavia “il controllo cinese in queste aree non è inevitabile, ma il nostro futuro vantaggio tecnologico e strategico si basa sulle scelte che la nostra comunità dovrà urgentemente compiere. Al Gchq è nostro privilegio e dovere individuare i momenti epocali nella storia, come quello che affrontiamo oggi”.

In una conferenza stampa recente, Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato l’assenza di una base fattuale nelle affermazioni di Fleming nei confronti della Cina, rimarcando come obiettivo primario della crescita tecnologica della Cina la volontà di migliorare la vita del popolo cinese.

Il potere tecnologico della Cina: da dove arriva, dove vuole arrivare, cosa rischiamo

Perché la Cina è sorvegliata speciale

L’allarme lanciato da Fleming non a caso arriva in questo momento storico, in cui già la Cina è monitorata a vista d’occhio, infatti, lo scorso luglio è stato reso pubblico un comunicato congiunto alla Thames House di Londra tra il MI5, il Military Intelligence, Sezione 5, l’ente per la sicurezza e il controspionaggio britannico, e l’FBI americana per denunciare attività ostili provenienti da Pechino.

In quell’occasione, Cristopher Wray, direttore dell’FBI, si era già espresso sulle operazioni messe in campo dalla Cina al di là delle quali c’era puro spionaggio, lanciando un appello alle aziende occidentali per la loro sicurezza e tutela e Ken McCallum, capo dell’MI5, ha portato a suffragio dati rilevanti che hanno mostrato la crescita di sette volte dal 2018 di indagini relative a Pechino, con un conseguente raddoppiamento di capacità di gestirle da parte dell’MI5, contro una media di un’indagine aperta dagli USA sulla Cina per spionaggio ogni 12 ore. Secondo Wray, “La Cina è la più rivoluzionaria di tutte le minacce, nel senso che pervade tanti aspetti della nostra vita nazionale”, e appunto, come già detto in precedenza, cerca di rubare tecnologia occidentale per penetrare i mercati occidentali e dominarli, rubando persino semi geneticamente modificati dai terreni agricoli statunitensi.

Rivolgendosi ai vertici di aziende ed enti, Wray ha affermato che “in termini di volume la maggior parte di ciò che è a rischio a causa delle aggressioni del Partito comunista cinese non sono cose di nostra pertinenza ma vostre: il più avanzato expertise mondiale, la tecnologia, la ricerca e i vantaggi commerciali sviluppati dalle persone che siedono in questa stanza”. Si tratta di “pericolo complesso, duraturo e pervasivo nei confronti sia di Stati Uniti e Gran Bretagna che dell’intero Occidente”. Merita di essere menzionato come esempio il caso dell’interferenza della Cina nelle elezioni per il Congresso nel Distretto di New York, in cui ha tentato di ostacolare un candidato che aveva partecipato alle proteste di Piazza Tienanmen.

Il ruolo di Taiwan

Sia Fleming in quest’ultima occasione, sia MI5 e FBI qualche mese fa, non hanno tralasciato di parlare della questione che riguarda Taiwan, l’isola che nel tempo ha acquisito grandi competenze in campo tecnologico per la produzione di chip e semiconduttori e che rappresenta per la Cina un ghiotto bottino. In caso di invasione, secondo Wray, si tratterebbe “di una delle più orribili interruzioni dell’attività economica che il mondo abbia mai conosciuto”.

Il presidente cinese Xi Jinping, secondo l’economista americano di origine turca Nouriel Roubini, guarda al conflitto russo-ucraino per elaborare una strategia di riconquista di Taiwan, evento che nel caso in cui si verificasse, potrebbe far scoppiare una vera e propria guerra tra Cina e USA.

Roubini si è unito anche alle ultime preoccupazioni di Fleming sottolineando che Pechino, nei suoi tentativi di emergere sul piano tecnologico, controllando tecnologia e dati, rappresenta ormai una vera e propria minaccia, se non la più grande, per la sicurezza nazionale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati