CODICI E SICUREZZA

Crittografia pre-Internet, ecco la lingua segreta delle spie antinaziste

Si basava sulla “Scacchiera di Polibio” il sistema di comunicazione adottato dal gruppo di resistenza Orchestra Rossa che per anni mise in scacco l’intelligence tedesca. Dalle formule originali alle varianti più forti, le “password” che contribuirono alla sconfitta di Hitler

Pubblicato il 20 Dic 2019

Andrea Razzini

Cyber Security Specialist

E’ datato 150 a.C. il sistema crittografico antenato degli attuali codici per la cybersecurity: la “Scacchiera di Polibio” ha costituito per secoli la base per una serie di comunicazioni protette. Da quelle utilizzate nel corso della Seconda Guerra Mondiale fino agli anni della guerra in Vietnam. Di seguito analizziamo modi e circostanze storiche dell’impiego del codice utiizzato dalla cosiddetta Orchestra Rossa.

Tutto terminò nel 1943, quando un gruppo di esperti militari nazisti, chiamato il SonderKommando Die Rote Kepelle, arrestò e smantellò un’organizzazione in Europa che per qualche anno, a partire dal 1940, era riuscita a dare scacco all’intelligence tedesca raccogliendo una quantità di informazioni trasmesse regolarmente all’Unione Sovietica. Riuscì persino ad avvertire i Sovietici dell’imminente operazione Barbarossa, l’invasione della Russia pianificata dai nazisti! Creatore e leader di questa organizzazione fu un certo Leopold Trepper, polacco, ebreo, agente segreto al servizio dei Sovietici, per tutti il Grand Chef di quel gruppo spionistico che venne battezzato dagli stessi nazisti Orchestra Rossa. Il direttore d’orchestra fu Harro Schulze-Boysen, tenente della Luftwaffe, la cui famiglia annoverava addirittura l’ammiraglio Tirpitz tra i suoi antenati che da convinto anti-nazista diventò infine pro-comunista. Altri esponenti di rilievo si unirono ai loro gruppi, come Arvid Harnack, nipote di un noto storico di teologia. Purtroppo per loro, la sorte fu beffarda: un errore fece svelare, infatti, i loro nomi ed indirizzi, ed essi furono arrestati e torturati, poi infine fucilati.

Le tre componenti dell’Orchestra Rossa

In realtà, tre furono le diverse ramificazioni di questa organizzazione, una operante in Belgio, Olanda, Francia, una in Svizzera ed un’altra operante all’interno della Germania stessa da parte degli anti-Nazisti. Leopold Trepper, con il nome d’arte di “Gilbert”, adottò la copertura di una azienda, la Simex Corporation, per fare affari con la Germania, ma in realtà per carpire informazioni utili da passare ai Sovietici.

Fu uno dei pochi sopravvissuti alle uccisioni operate dai Nazisti, ma venne comunque arrestato e con le sue straordinarie capacità, riuscì ad iniziare il grande gioco, vale a dire una sorta di finto doppio gioco che lo mantenne in vita ancora per qualche tempo, prima di riuscire in maniera rocambolesca a fuggire. Si nascose in Francia fino alla fine delle guerra ma dopo il suo ritorno in Unione Sovietica fu molto amaro.

Arrestato e imprigionato per ben nove anni, a causa delle sue dichiarazioni contro Stalin, dopo aver appreso delle epurazioni avvenute in Unione Sovietica, subì pressioni fisiche e psicologiche continue fino alla liberazione finale, dopo la morte del dittatore e al suo ritorno in Polonia. Anche qui dovette vedersela con forze antisemite, infine, grazie anche ad un movimento internazionale a suo favore, riuscì ad andare in Israele dove morì nel 1982. La sua autobiografia, intitolata appunto Il Grande Gioco è una grande storia di spionaggio, avvincente come un vero romanzo d’avventura.

L’organizzazione si affidò ad una potente rete di trasmissioni via radio di messaggi in codice. Per svariati anni, i nazisti non riuscirono a decifrare i messaggi segreti che si scambiarono gli appartenenti all’organizzazione spionistica, poi un fortunato ritrovamento ed un fatale errore di trasmissione scrissero la parola fine al loro grande sogno.

Il codice segreto usato dall’Orchestra rossa

Il codice utilizzato si basava sulla nota Scacchiera di Polibio, da cui nel 1880 venne ricavato il cifrario dei cosiddetti Nichilisti. Il termine nichilista fu coniato in Germania alla fine del diciottesimo secolo per indicare chi avesse un atteggiamento in generale rinunciatario e negativo nei confronti del mondo. In Unione Sovietica i Nichilisti erano coloro che tentavano ripetuti attentati agli Zar, usando un codice segreto per le loro comunicazioni.

La Scacchiera di Polibio è una semplice tabella contenente le 25 lettere dell’alfabeto, ordinate in 5 righe e cinque colonne, dunque ha il seguente aspetto:

12345
1ABCDE
2FGHI/JK
3LMNOP
4QRSTU
5VWXYZ

Un messaggio in chiaro veniva cifrato semplicemente sostituendo ad ogni lettera un numero le cui cifre rappresentano il numero di riga e di colonna della sua posizione nella scacchiera.

Così ad esempio la parola “SEGRETO” corrisponde a 43,15,22,42,15,44,34.

Non essendo assolutamente sicuro, necessitava di aggiunta di quei principi di confusione e diffusione che C. Shannon teorizzò solo nel 1946. Ma prima di allora, altri cifrari vennero inventati, con altre tecniche per renderli più sicuri agli attacchi dei crittoanalisti, ad esempio quello dei Nichilisti russi del 1880.

Questo gruppo utilizzava la Scacchiera di Polibio con alfabeto mescolato ed una parola chiave segreta. Se questa poniamo che sia ad esempio “RUSSIA” la nuova tabella di cifratura diventerebbe:

12345
1RUSSI
2ABCDE
3FGHKL
4MNOPQ
5TWXYZ

Vale a dire, si inizia a riempire la tabella con le lettere della parola chiave, quindi si inseriscono le restanti lettere dell’alfabeto nel loro ordinamento tradizionale.

Utilizzando una seconda parola segreta ad esempio “SECRET”, un messaggio del tipo “ATTACCARE PRESTO” diventerà:

21,51,51,21,23,23,21,11,25 44,11,25,13,51,43

La parola SECRET diventa 13,25,23,11,25,51

Il testo cifrato da trasmettere (T2) veniva ottenuto a questo punto dalla somma numerica del testo di partenza e della parola segreta (ripetuta fino ad ottenere la lunghezza medesima del testo), nel nostro esempio:

T1: 21,51,51,21,23,23,21,11,25 44,11,25,13,51,43

S0: 13,25,23,11,25,51,13,25,23 11,25,51,13,25,23

T2: 34,77,74,32,48,74,34,36,48 55,36,76,26,76,46

Di nuovo, si tratta di un cifrario debole, ma quello dell’Orchestra Rossa venne migliorato come descriveremo ora.

Uno dei problemi da risolvere era prima di tutto la compressione dei messaggi da trasmettere per evitare che i Nazisti, in ascolto nelle stazioni radiogonometriche, potessero intercettarli e localizzare poi la posizione della stazione trasmittente ovvero smascherare la rete spionistica.

Ecco perché venne adottata una tabella modificata, del tipo seguente:

0123456789
RUSSIA
8BCDEFGHKLM
9NOPQTWXYZ,/

Una parola “speciale” (nell’esempio sopra riportato usiamo ancora la parola RUSSIA) deve dunque essere codificata con singole lettere e non più coppie di lettere quindi viene inserita all’inizio della tabella, poi il resto viene riempito con lo stesso criterio del cifrario nichilista. Si può pensare di inserire al posto di una unica parola come RUSSIA, solo le lettere a maggiore frequenza, ad esempio le vocali E,A,I poi le consonanti B,C etc… Si può anche immaginare di costruire una tabella con numerazione differente da quella indicata, o colonne trasposte in modo differente.

Ma tenendo per ora la base della tabella indicata sopra, supponiamo di voler cifrare il seguente messaggio: “La difesa totale.”

Il testo cifrato sarà:

88,5,82,4,84,83,2,5,94,91,94,5,88,83,99

Lo si divida in gruppi di 5 cifre:

88582 48483, 25949, 19458, 88399

Ora, per renderlo più sicuro operiamo una sopracifratura con chiave additiva o sottrattiva senza riporto, di lunghezza pari al messaggio, ad esempio una somma senza riporto sarebbe del tipo:

88582 +

34567=

12049

e cosi via. Le chiavi segrete possono essere ricavate da pubblicazioni, libri, dati statistici casuali o altro. Qui entra in gioco come vedremo un punto importante nella tragica conclusione della storia dell’Orchestra Rossa che racconteremo nel prossimo paragrafo.

I romanzi alla base del codice

Come racconta Leopold Trepper nella sua autobiografia, quando il servizio segreto venne istituito, uno specialista dell’ufficio cifra russo concordò con lui il codice da usare basato su un romanzo di Balzac, La Femme de Trente Ans. Successivamente vennero utilizzati anche altri libri per trovare parole chiave nuove da cambiare ogni volta. A poco a poco organizzò tutta la rete: tre emittenti radio a Berlino, tre in Belgio e tre in Olanda, infine anche in Francia e Svizzera. Si lavorava anche con inchiostro simpatico all’occorrenza e microfilm per le parti che non si potevano trasmettere come testo, ad esempio mappe e piani militari. Le trasmissioni avvenivano di notte e per poche ore, tre o quattro al massimo per evitare possibili intercettazioni.

I nazisti misero in campo i loro esperti del resto, un gruppo dedicato alla ricerca degli appartenenti dell’Orchestra Rossa. Un certo Vauck, capo del loro ufficio decrittazione, intuì la necessità di trovare la chiave, interrogò una francese che aveva ospitato il gruppo, la quale ricordava cinque titoli di libri che vedeva sempre sui tavoli degli operatori dell’Orchestra Rossa. Per trovare il volume giusto, Vauck possedeva solo un frammento di parola: Proctor. Era riuscito a individuarlo nel frammento di un messaggio cifrato trovato semincenerito nel camino della casa di Bruxelles, che era stata fin dall’inizio la prima base logistica del gruppo, in Rue des Atrebates e dove le truppe tedesche erano entrate all’improvviso dopo aver identificato la stazione radio trasmittente.

Il segreto racchiuso fra le pagine di un libro

Questa parola gli suggerì la possibilità che non fosse una parte del messaggio cifrato, ma una parte della chiave vera e propria usata per cifrare tutti i messaggi. La parola Proctor non compariva in nessuno dei primi quattro libri, ma il quinto Il Miracolo del Professore Wolman, romanzo di fantascienza di un certo Guy de Teramond, si rivelò introvabile. I nazisti iniziarono allora la ricerca del libro in tutte le librerie di Parigi, fino a trovarne un esemplare. Trovarono la parola all’interno del libro, ricostruirono la chiave completa e riuscirono poi a decrittare gli altri messaggi in loro possesso. Partì la caccia a tutti gli appartenenti dell’Orchestra Rossa. In Belgio misero a segno un grande colpo a loro favore, catturando l’esponente di spicco di quel gruppo, chiamato il Professore per le sue abilità nella trasmissione radio, Johann Wenzel, tradito solo dalle tante ore passate di notte a trasmettere messaggi. Sottoposto a tortura fu costretto a collaborare e rivelò il modo per tradurre i messaggi, permettendo così di risalire ai nomi e gli indirizzi dei responsabili del gruppo a Berlino.

L’epilogo della storia: un finale a sorpresa

Il resto è facilmente immaginabile: altre torture, arresti, uccisioni. La rete spionistica prima in Francia poi in Belgio venne facilmente distrutta, già nel 1942, mentre quella in Svizzera continuò ancora per un po’ a trasmettere, grazie all’accordo di neutralità. La pressione sulla polizia svizzera però fu tale da costringere le autorità ad arrestare gli operatori di Lucerna nell’autunno del 1943.

Quasi un anno prima, il 24 dicembre 1942, dopo numerosi tentativi andati a vuoto, Leopold Trepper venne arrestato mentre si trovava dal dentista. Sopravvisse grazie alla sua straordinaria freddezza, iniziando una grande partita a scacchi con i nazisti, grazie al fatto che il gruppo della Gestapo che lo arrestò intendeva cercare una pace separata con la Russia, ma ormai era rimasto solo.

Entro la primavera del 1943 la storia dell’Orchestra Rossa ebbe il suo epilogo nel sangue: smise di suonare mentre ormai la guerra volgeva al termine.

Poi un giorno, il 13 settembre del 1943, accompagnato dal suo inseparabile custode e controllore della Gestapo, Trepper entrò in una farmacia con una scusa per comprare medicinali. Uscì da una porta secondaria e non lo rividero mai più.

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