Trans-Atlantic Data Privacy

Dati Usa-Eu, terremoto Trump: ora è rischio caos su diritti e servizi



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Il presidente Trump ha chiesto la possibile modifica o addirittura lo scioglimento del Privacy and Civil Liberties Oversight Board (PCLOB), l’organismo che ha contribuito a sostenere la validità del Trans-Atlantic Data Privacy Framework. L’allarme di Noyb: incombe un nuovo caos normativo per lo scambio dati, la privacy UE, i servizi cloud USA

Pubblicato il 24 gen 2025

Agostino Ghiglia

Componente del Garante per la protezione dei dati personali



Trasferimento dati Ue-Usa

Il trasferimento dei dati personali tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti rappresenta una questione cruciale, non solo per il settore tecnologico, ma per l’intero sistema economico e istituzionale europeo.

A riportare una potenziale svolta su questo fronte è noyb.eu, che segnala che il nuovo presidente Donald Trump ha chiesto la possibile modifica o addirittura lo scioglimento del Privacy and Civil Liberties Oversight Board (PCLOB), l’organismo che ha contribuito a sostenere la validità del Trans-Atlantic Data Privacy Framework (TADPF).

Trasferimento dati Ue-Usa: cosa devono fare le aziende dopo la decisione di adeguatezza

Quest’ultimo è stato alla base della decisione di adeguatezza adottata dalla Commissione Europea per consentire i trasferimenti di dati UE-USA, una decisione che, seppur ritenuta “debole” da molti esperti, è stata giudicata indispensabile per mantenere operativi flussi di dati fondamentali per imprese e istituzioni.

L’auspicio è, ovviamente, che ci si trovi davanti ad un semplice cambio della guardia che smentirebbe le ipotesi allarmistiche che stanno circolando e che, allo stato, paiono forse un po’ frettolose.

La paventata modifica di tale quadro rischierebbe di riallontanare le due sponde dell’Atlantico ricreando una situazione di pesante incertezza, con gravi  conseguenze  per organizzazioni, scuole, istituzioni pubbliche e aziende e qualora si verificasse, occorrerebbe intervenire subito per scongiurare un nuovo stallo normativo e garantire continuità in una materia che non può più essere trascurata.

Il contesto: TADPF e Privacy Shield

La necessità di un quadro normativo per il trasferimento dati tra UE e USA esplose con forza nel 2020, quando la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) invalidò il Privacy Shield, l’accordo che regolava i flussi di dati verso gli USA, con la sentenza Schrems II. Il problema principale? La mancata conformità del sistema statunitense alle norme europee sulla protezione dei dati, in particolare per la sorveglianza governativa sui dati personali dei cittadini europei.

In risposta, fu introdotto il Trans-Atlantic Data Privacy Framework (TADPF), che ha cercato di colmare le lacune introducendo misure aggiuntive per garantire maggiore tutela ai dati personali. Tuttavia, fin dall’inizio, il TADPF fu criticato per la sua debolezza strutturale, essendo basato su un equilibrio fragile tra le esigenze di sicurezza nazionale USA e il rispetto dei principi fondamentali del GDPR europeo. Tra i principali garanti della legittimità di questo accordo si è collocato il PCLOB, organo che ha il compito di monitorare l’applicazione delle norme sulla privacy negli Stati Uniti.

Il possibile scioglimento del PCLOB: conseguenze e implicazioni

Se le notizie sul possibile scioglimento o modifica del PCLOB dovessero trovare conferma, le conseguenze sarebbero molto significative e le conseguenze non del tutto prevedibili, soprattutto nelle loro dimensioni. Tale organismo, infatti, è una delle colonne portanti che hanno consentito alla Commissione Europea di adottare una decisione di adeguatezza per il TADPF. La sua rimozione o indebolimento metterebbe a rischio l’intero sistema di trasferimento dati tra UE e USA, rendendo più fragile la fiducia europea nel rispetto delle garanzie sulla protezione dei dati personali fuori dai confini dell’Unione Europea.

Le principali conseguenze

1.

Stop all’uso di fornitori di cloud statunitensi da parte di istituzioni pubbliche e scuole? Organizzazioni come scuole, università e agenzie pubbliche correrebbero il rischio di dover interrompere l’uso di servizi forniti da colossi come Apple, Google, Amazon e Microsoft. Occorrerebbe verificare se tali fornitori, infatti, potrebbero ancora garantire il rispetto delle norme europee in assenza di un quadro normativo chiaro e condiviso.

2.

Imprese in difficoltà, ma con alternative: Le aziende, specialmente quelle che operano a livello internazionale, potrebbero ricorrere a strumenti alternativi per garantire la legalità dei trasferimenti di dati. Tra questi figurano le clausole contrattuali standard (SCCs) e le Binding Corporate Rules (BCRs) per i gruppi imprenditoriali. Tuttavia, queste soluzioni richiedono procedure complesse e comportano costi elevati, aumentando il peso burocratico sulle imprese.

3.

Ritorno all’incertezza normativa: Dopo anni di tentativi per stabilire un quadro chiaro, un passo indietro riporterebbe le aziende e le istituzioni europee in una condizione di incertezza, rendendo più difficile pianificare strategie a lungo termine e aumentando il rischio di sanzioni.

La sfida per la Commissione Europea: agire subito

Qualora le notizie venissero confermate e il PCLOB non fosse più operativo, Commissione Europea si troverebbe, quindi, di fronte ad una nuova sfida per tutelare i dati dei suoi cittadini. Sarebbe necessario agire con  estrema tempestività  al fine di prevenire uno scenario di rinnovato caos normativo che penalizzerebbe gravemente sia le istituzioni che le imprese europee. Il trasferimento dei dati, infatti, non è solo una questione tecnica o giuridica, ma un pilastro fondamentale per il commercio, la sicurezza e la competitività globale dell’Unione Europea.

Tra le possibili soluzioni, potrebbe essere necessaria una revisione profonda dell’accordo TADPF, che introducesse garanzie più solide per la protezione dei dati personali. Allo stesso tempo, sarebbe urgente avviare un dialogo più ampio e inclusivo con gli Stati Uniti per rafforzare il quadro di cooperazione internazionale in materia di privacy.

Oltre la commercializzazione: una questione di sovranità digitale

La questione dei trasferimenti di dati UE-USA non riguarda solo il commercio, ma tocca aspetti centrali della sovranità digitale dell’Europa. I dati personali non sono una merce qualsiasi: rappresentano informazioni sensibili che, se trattate in modo improprio, possono compromettere la privacy dei cittadini, influenzare decisioni politiche e alterare dinamiche di mercato.

L’adozione di tecnologie europee, la promozione di fornitori di servizi cloud locali e la creazione di infrastrutture digitali autonome potrebbero rappresentare una risposta strategica a lungo termine, riducendo la dipendenza dalle piattaforme statunitensi

Se il PCLOB venisse realmente sciolto, dunque, la situazione richiederebbe un intervento immediato da parte della Commissione Europea. Sarebbe indispensabile evitare il ritorno alla pesante incertezza normativo e garantire la continuità operativa delle istituzioni e delle imprese. Questo eventualità , peraltro assolutamente non auspicabile né, allo stato, concreta in quanto, giova ripeterlo,  potrebbe rappresentare una normale estensione dello spoil system che contraddistingue la Politica statunitense potrebbe agevolare e indurre una nuova spinta per rafforzare il sistema di protezione dei dati europeo, puntando su soluzioni “continentali” più robuste e sostenibili.

Il trasferimento dei dati non è solo un affare, né tantomeno un affare semplice: è una questione di diritti, sovranità e futuro in cui occorre sempre mettere al centro le persone, le imprese e il rispetto della legge.

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