la guida

Difendersi dai pericoli del digitale: quali sono i più diffusi e a chi rivolgersi

Dal cyberbullismo al revenge porn, passando per l’accesso abusivo al sistema informatico e la pedopornografia. I principali rischi a cui si è esposti frequentando le piazze virtuali e le autorità a cui rivolgersi

Pubblicato il 27 Gen 2023

Mauro Ozenda

consulente informatico

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Non passa giorno in cui non ci sia una qualche novità sul fronte tecnologico: nuovi servizi e soluzioni che consentono di soddisfare meglio i bisogni dei cittadini e delle imprese. Ma, di pari passo alle enormi opportunità e potenzialità che il mondo digitale ci mette a disposizione, proporzionalmente aumentano anche le criticità e i problemi derivanti da un lato dall’incremento del crimine informatico e dall’altro da un utilizzo scarsamente consapevole di questi strumenti da parte del cittadino, che fa transitare sul digitale tutto ciò che accade nel reale, a partire da quello che è l’oggetto più utilizzato su scala mondiale per accedere al web: lo smartphone.

Giovani sui social: proteggiamoli educandoli ai rischi del web

Proprio in virtù di queste problematiche, dal 2007 quella che sembrava per me un’attività collaterale a quella di consulente informatico è diventata, oltreché un’attività lavorativa, una missione. Formare le fasce deboli della popolazione italiana, in particolare i bambini e i ragazzi delle scuole italiane, ad un uso sano, legale, sicuro e consapevole del Web e di tutto ciò che vi ruota attorno.

A partire da alcuni rischi che possono derivare dal crimine informatico, questo articolo vuole essere una guida accessibile a tutti (evitando linguaggio “tecnichese” o “legalese) per capire a chi rivolgersi e in quali modalità a seconda del tipo di problema incontrato nel mondo digitale.

Quali sono i crimi informatici più diffusi

I crimini informatici sono numerosi e sono aumentati proporzionalmente all’utilizzo degli strumenti e dei servizi digitali da parte della maggior parte della popolazione, che affolla in maniera sempre più massiccia le piazze virtuali per eccellenza, i social network, senza avere (spesso) le competenze per distinguere cosa è vero da cosa non lo è, cosa è lecito da cosa non lo è.

Di seguito i principali tipi di crimini informatici cui possono essere soggette in particolare le fasce deboli della popolazione, con le indicazioni sul come intervenire all’occorrenza. Importante far presente che per ognuna di queste casistiche importante sempre e comunque denunciare alla Polizia Postale.

Accesso abusivo a sistema informatico o telematico

L’accesso abusivo a un sistema informatico si concretizza nell’introdursi in un computer o altro dispositivo o servizio protetto da misure di sicurezza e nel mantenersi nello stesso contro la volontà del soggetto proprietario del bene medesimo. Viene commesso il reato quando si accede a un sistema violando il sistema di autenticazione o in ogni caso contro la volontà del proprietario cui le credenziali sono associate (Art. 615 Ter Codice Penale-a seconda dei casi previste pene da 1 a 5 anni).

  • Modalità di intervento: dopo aver fatto regolare denuncia alle forze dell’ordine, interagire con il provider di servizi facendo presente l’accaduto (Centro Assistenza del Social/servizio di riferimento).

Cyberbullismo

La legge sul cyberbullismo introdotta nel 2017, fornisce per la prima volta una definizione giuridica di “cyberbullismo”, nello specifico: “qualunque forma di  pressione,  aggressione,   molestia,   ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento  illecito  di  dati personali in danno  di  minorenni,  realizzata  per  via  telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi  ad  oggetto  anche uno o  più  componenti  della  famiglia  del  minore  il  cui  scopo intenzionale e predominante sia quello di  isolare  un  minore  o  un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco  dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

Grazie a questa legge è consentito a ciascun minore ultraquattordicenne vittima di cyberbullismo di inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del della piattaforma web, una istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti lesivi che lo riguardano diffusi in Rete.

  • Modalità di intervento: chiedere la rimozione alla piattaforma che ospita i contenuti che ci danneggiano o anche solo violano la nostra privacy. Nel caso in cui la rimozione non avvenga nelle 24 ore compilare il modulo presente nel link messo a disposizione dal Garante Privacy. Entro le 48 ore successive alla richiesta il Garante Privacy interverrà direttamente per intimare la rimozione dei contenuti lesivi in nostro danno.

Pedopornografia online

La pedopornografia utilizza come soggetti bambini e adolescenti. Triste fenomeno che è nato contestualmente alla diffusione di internet e che prevede l’uso del computer e di altri supporti tecnologici analoghi per attività connesse ad interessi pedofili. Il principale centro che si occupa di monitorare costantemente ciò che avviene sul Web in relazione a questo tipo di contenuti è il CNCPO (Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia online).

  • Modalità di intervento: per qualunque tipo di problema collegato al fenomeno della pedopornografia il canale primario resta la Polizia Postale e delle Comunicazioni. Save The Children mette a disposizione uno spazio web attraverso il quale poter segnalare di aver riscontrato materiale pedopornografico online. Stop-it è un servizio che consente agli utenti di Internet di segnalare – in maniera anonima – la presenza di materiale pedopornografico online, compilando un form con le informazioni a disposizione (ad es. indirizzo sito web).

Revenge Porn

L’espressione anglofona maldestramente utilizzata nel nostro Paese, indica la “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. Un sopruso spesso perpetrato da ex compagni o amici che vogliono danneggiare un soggetto con il quale hanno interrotto un rapporto. Per fare un esempio, in maniera consensuale uno dei due partner si lascia riprendere in atteggiamenti intimi permettendo all’altro di registrare. In seguito, le cose possono mutare e ci si lascia. Dunque, il partner che ha registrato per vendicarsi pubblica il contenuto in modo non consensuale, sui social o in gruppi chiusi WhatsApp/Telegram.

  • Modalità di intervento: per questo tipo di problematica la tempestività è fondamentale. Non appena si viene a conoscenza dell’accaduto occorre, dopo aver fatto regolare denuncia alle forze dell’ordine, darne comunicazione al Garante Privacy che ha facoltà di far rimuovere quei contenuti al massimo entro 48 ore dalla richiesta. Fra le associazioni no profit maggiormente attive oggi contro questo fenomeno da menzionare Permesso negato. Mio suggerimento è di comunicare in questi casi anche a loro con tempestività l’accaduto in modo da consentire una rimozione celere del contenuto lesivo transitato sui social media.

A quali istituzioni, enti o associazioni rivolgersi

Di seguito i principali enti, istituzioni preposte alla salvaguardia del Web.

  • Polizia Postale e delle Comunicazioni: istituita nel 1998, è l’istituzione pubblica preposta primariamente per i reati commessi sul web. E’ il primo organismo a cui bisogna rivolgersi per denunciare l’accaduto. Nel caso non fosse possibile recarsi presso gli uffici della Polizia Postale, ci si rivolge a carabinieri o polizia. La denuncia alla Polizia Postale può essere fatta anche online, e poi deve essere confermata entro 48 ore in presenza, portando il numero di protocollo che è stato assegnato nella procedura effettuata dal sito web.
  • Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale: istituita nel 2021, è l’agenzia nazionale che si occupa di monitorare costantemente le criticità presenti sulla Rete Internet assicurando il coordinamento tra i soggetti pubblici e la realizzazione di azioni pubblico-private che puntino a garantire la sicurezza e la resilienza cibernetica per lo sviluppo digitale del Paese.
  • Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali: istituita nel 1997, è la massima autorità preposta (fra i diversi compiti cui deve sottostare) a gestire i reclami dei cittadini che subiscono violazioni all’interno del mondo digitale.
  • Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni: istituita nel 1997, svolge funzioni di regolamentazione e vigilanza nei settori delle comunicazioni elettroniche, dell’audiovisivo, dell’editoria, delle poste e più recentemente delle piattaforme online.
  • Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza: istituita nel 2011, svolge attività di promozione per la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, l’applicazione della normativa europea e nazionale vigente in materia di promozione della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza.

Fra le principali organizzazioni non profit :

  • Permesso Negato: organizzazione no profit nata nel 2020 contro la pornografia non consensuale. Coloro che sono vittime di questo triste fenomeno possono segnalarlo mediante l’Help Line presente sul sito messo a disposizione. Dal 2022 attivo uno sportello di primo soccorso psicologico gratuito alle vittime di pornografia non consensuale.
  • Save The Children ITALIA– Organizzazione Non Governativa (ONG) nata nel 1998 che dal 2002 porta avanti un progetto di lotta allo sfruttamento e all’abuso sessuale a danno dei minori su Internet e tramite Internet.

Conclusioni

Per alcuni tipi di reati informatici maggiormente diffusi, quali i furti di dati personali e sensibili, furto d’identità e revenge porn, la loro diffusione è dovuta alla mancanza di vera prevenzione, che è l’unico modo per combatterli veramente.

Manca ancora oggi una sorta di alfabetizzazione su tutti quelli che sono i rischi e i pericoli presenti sul Web. Fra questi, ad esempio, il phishing è un crimine che si può debellare attraverso una corretta e costante aggiornamento e sensibilizzazione.

Altri tipi di reati che dal mondo reale si sono spostati online come la diffamazione, il bullismo, hanno visto un incremento negli ultimi anni per le potenzialità che il web ha di raggiungere una platea infinita di utenti nel raggio di brevissimo tempo. “Ciò che posti in Rete una volta, un secondo diventa un tatuaggio indelebile”. E di questo l’utente medio non ne è consapevole. Per questo molti reati diventano eclatanti e se ne viene a conoscenza proprio perché sono commessi sul web. Esistono poi crimini il cui dilagare purtroppo non può essere controllato dagli utenti, come il cyberbullismo o la pedopornografia.

Fondamentale affinché il lato peggiore della tecnologia venga messo ai margini e isolato per quanto possibile, sono necessari:

  • Alfabetizzazione potenzialità ma consapevoli dei rischi e pericoli del Web
  • Formazione, informazione e sensibilizzazione di tutti i cittadini a partire dai fondamentali di
  • cybersicurezza, protezione dati e identità digitale.
  • Collaborazione transnazionale tra governi, forze dell’ordine e autorità preposte alla salvaguardia del WEB.
  • Investimenti in sicurezza e protezione dei dati da parte delle piattaforme sui cui si appoggiano i nostri dati personali.
  • Certezza della pena per coloro che commettono tali reati.

Come sempre la prevenzione resta la miglior cura.

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