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Elisabetta Belloni al DIS: che c’è dietro e l’impatto sulla cyber italiana

Ci sono motivi politici ma non solo dietro alla successione di Vecchione a capo Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), con Elisabetta Belloni. C’è anche la volontà di ristrutturare la cyber e aprire di più ai rapporti con Paesi extra UE

Pubblicato il 13 Mag 2021

Marco Santarelli

Chairman of the Research Committee IC2 Lab - Intelligence and Complexity Adjunct Professor Security by Design Expert in Network Analysis and Intelligence Chair Critical Infrastructures Conference

Elisabetta belloni al dis

Il mondo della sicurezza è stato scosso da una notizia, che era un evento già nell’aria anche se la sua maturazione è accelerata nelle ultime ore: l’ambasciatore Elisabetta Belloni nuovo direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS). Attuale segretaria generale della Farnesina. Il Premier Draghi ha avuto l’ok del Copasir e del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica.

Andiamo a vedere in dettaglio motivi e implicazioni di questa scelta.

Chi è Elisabetta Belloni, nuova direttrice generale del DIS

La prima donna a ricoprire l’incarico, ma non nuova ad impegni di alto profilo. Infatti, era stata anche la prima donna a diventare segretario generale del ministero degli Esteri e iniziando la carriera diplomatica negli anni ‘80 con le rappresentanze a Vienna e a Bratislava, si è distinta tra il 2004 al 2008 quando ha diretto l’Unità di Crisi della Farnesina.

Da qui ruoli sempre più di cooperazione e innovazione. Nel 2014 diventa ambasciatrice di grado e, dall’anno successivo, capo di gabinetto per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Dal 2016 Segretaria Generale del Ministero degli Affari Esteri, ruolo che sarà ricoperto dall’ambasciatore Ettore Sequi, attualmente suo capo di gabinetto. Viene, invece, prorogato l’incarico di Mario Parente come direttore dell’Aisi, l’Agenzia di sicurezza interna: sarebbe scaduto a giugno.

Perché Vecchioni è stato sostituito da Belloni al DIS

Sembra un fulmine a ciel sereno, ma in realtà si sono sommate varie questioni che hanno anticipato l’uscita del prefetto Gennaro Vecchione, che peraltro aveva ancora due anni di mandato, rinnovato l’estate scorsa.

In sintesi, sembrano essere stati tre i motivi.

  • In primo luogo, colpire direttamente il cuore politico dei 5Stelle, compromettendo le scelte di Conte in maniera trasversale.
  • In secondo luogo, sembra, a quanto ci risulta, che la famosa foto in autogrill di mesi fa, tra Renzi e la super spia Marco Mancini, anche se non direttamente riconducibile, abbia fatto vacillare la capacità di controllo dell’uscente capo del Dis, che, all’audizione al Copasir, ha espressamente fatto capire che Mancini non lo aveva informato dell’incontro. Ricordiamo che l’attuale legge 124/2007 prevede che gli incontri tra spie e personalità sensibili per l’opinione pubblica devono essere espressamente autorizzati dai vertici. Questo non è accaduto.
  • Per ultimo, e non di minore importanza, questa scelta deve servire una volta per tutte a definire il ruolo dei servizi nell’ambito della cybersecurity. Il fatto che alla volontà di Franco Gabrielli, attuale autorità delegata ai servizi di informazione e sicurezza, di “staccare” il reparto della cyber dal Dis dopo la nascita dello CSIRT, Computer Security Incident Response Team, nessuno del Dis ha risposto o annoverato la tesi, ha fatto nascere dei dubbi sull’attuale ruolo dello stesso CSIRT nei confronti delle reali esigenze delle aziende italiane in materia cyber.

Parte lo CSIRT italiano: come cambia la cyber difesa nazionale

Belloni al Dis, conseguenze

La scelta di Elisabetta Belloni porta a tre riflessioni: da una parte proprio all’interno del Dis, va potenziata e strutturata definitivamente, come detto sopra, la gestione sulla cybersecurity in un momento in cui l’esposizione delle nostre aziende sembra essere altissima.

Questa mossa potrebbe superare personalismi e aprire una collaborazione, magari facendo dei reparti separati con una demarcazione tra interesse nazionale e rotazione asset, ma sempre in costante dialogo. Questo permetterebbe anche l’istituzione di un fondo serio per abbattere le spese che attualmente le aziende devono affrontare per combattere attacchi cyber.

Dall’altra, la propensione al dialogo di natura cooperativa dell’attuale capo del Dis potrebbe annoverare e chiudere il cammino dei nostri servizi, iniziato dal post Cossiga in poi, verso una definitiva vision sempre più ampia nei confronti di Paesi esterni all’UE, capendo e mettendo insieme le reali esigenze del Sistema Paese con le innovazioni che provengono dall’esterno. Infine, cosa che ha esaltato il ruolo del prefetto Vecchione, si potrebbe chiudere il cerchio, sempre in termini di collaborazione, tra cittadini e Stato, in modo che quelli che molti chiamano sorveglianza diventi sicurezza partecipata.

Una delle implicazioni che il ruolo della Belloni porterà sarà anche la capacità di gestire sia i rapporti con paesi delicati, come Siria, Libia, Afghanistan ed Egitto, che la gestione delle nuove tecnologie in ambiti di rilevazione, acquisizione e lavorazione dei dati aereospaziali come testimoniano le sue attente indagini che puntavano a capire come è cosa stesse accadendo intervenendo prontamente per sulla tragedia dello tsunami nel sudest asiatico, con la gestione di migliaia di turisti e i casi di sequestro in Iraq e Afghanistan in cui furono coinvolti anche giornalisti e civili.

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