Lo sharenting abitua i bambini alla sovraesposizione, un fenomeno in grado di incidere negativamente sul loro sviluppo. I genitori invece dovrebbero dare il buon esempio, assumendo comportamenti più equilibrati e rispettosi dell’identità e dell’immagine del minorenne.
Scuola, attenti genitori con quelle foto sui social: ecco i pericoli
La necessità di una maggiore consapevolezza
Serve maggiore consapevolezza delle conseguenze di un’eccessiva esposizione in rete. Una volta che un’immagine è online può essere riprodotta un numero infinito di volte anche a scopi illeciti.
Questa avvertenza è contenuta in un libretto della buonanotte per bambini dai quattro ai sette anni del Consiglio d’Europa – Kiko e i MoltiMe – che, come Autorità, abbiamo tradotto in italiano.
Poiché il messaggio si manda ai più piccoli, sarebbe paradossale che i genitori non lo prendessero in adeguata considerazione.
Sharenting: la proposta dell’Authority infanzia e adolescenza sul tavolo del ministero di Giustizia
Sul piano normativo a proposito di sharenting l’Autorità garante ha condiviso una proposta che è stata fatta propria dal Tavolo tecnico sulla tutela dei diritti dei minori in rete nel contesto dei social network presso il Ministero della Giustizia e che l’Agia ha formulato espressamente a proposito del fenomeno dei baby influencer.
Si tratta dell’estensione di una disposizione, già contenuta nella legge sul cyberbullismo, che consentirebbe al minorenne di ottenere la rimozione delle immagini condivise, in questo caso, dai genitori o da altri congiunti.
Quella norma prevede infatti che dai 14 anni in poi il ragazzo o la ragazza possa chiedere direttamente alle piattaforme, e senza l’intervento di adulti, la rimozione di contenuti che ritengano lesivi della loro personalità.