sharenting

Foto dei minori sui social, la proposta dell’Authority infanzia e adolescenza

Lo sharenting è un fenomeno pericoloso. Sul piano normativo, l’Autorità garante ha condiviso una proposta che è stata fatta propria dal Tavolo tecnico sulla tutela dei diritti dei minori in rete nel contesto dei social network, presso il Ministero della Giustizia. Ecco di cosa si tratta

Pubblicato il 28 Set 2022

Carla Garlatti

Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza

Sharenting: la proposta dell'Authority infanzia e adolescenza sul tavolo del ministero di Giustizia

Lo sharenting abitua i bambini alla sovraesposizione, un fenomeno in grado di incidere negativamente sul loro sviluppo. I genitori invece dovrebbero dare il buon esempio, assumendo comportamenti più equilibrati e rispettosi dell’identità e dell’immagine del minorenne.

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La necessità di una maggiore consapevolezza

Serve maggiore consapevolezza delle conseguenze di un’eccessiva esposizione in rete. Una volta che un’immagine è online può essere riprodotta un numero infinito di volte anche a scopi illeciti.

Questa avvertenza è contenuta in un libretto della buonanotte per bambini dai quattro ai sette anni del Consiglio d’Europa – Kiko e i MoltiMe – che, come Autorità, abbiamo tradotto in italiano.

Poiché il messaggio si manda ai più piccoli, sarebbe paradossale che i genitori non lo prendessero in adeguata considerazione.

Sharenting: la proposta dell’Authority infanzia e adolescenza sul tavolo del ministero di Giustizia

Sul piano normativo a proposito di sharenting l’Autorità garante ha condiviso una proposta che è stata fatta propria dal Tavolo tecnico sulla tutela dei diritti dei minori in rete nel contesto dei social network presso il Ministero della Giustizia e che l’Agia ha formulato espressamente a proposito del fenomeno dei baby influencer.

Si tratta dell’estensione di una disposizione, già contenuta nella legge sul cyberbullismo, che consentirebbe al minorenne di ottenere la rimozione delle immagini condivise, in questo caso, dai genitori o da altri congiunti.

Quella norma prevede infatti che dai 14 anni in poi il ragazzo o la ragazza possa chiedere direttamente alle piattaforme, e senza l’intervento di adulti, la rimozione di contenuti che ritengano lesivi della loro personalità.

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