Lo scenario

GDPR, i problemi delle autorità garanti nazionali: mancano soldi, strumenti e personale

A due anni dall’entrata in vigore del GDPR, il Parlamento europeo con una risoluzione ha portato alla luce la necessità delle autorità di controllo nazionali di disporre di adeguate risorse finanziarie, tecniche e di personale per far fronte alle esigenze di sorveglianza

Pubblicato il 29 Apr 2021

Luigi Padovan

Avvocato e Data Protection Officer (DPO), Co-founder DPO Compliance Consulting

Requirements-for-GDPR-Data-Processing-Agreement-700x500

L’efficace applicazione e la piena effettività del GDPR risultano fondamentali, anche alla luce dell’importanza che il regolamento sempre più riveste nel tessuto socio economico europeo e non solo. Una considerazione condivisa dal Parlamento Europeo, che con la Risoluzione del 25 marzo 2021, volta ad analizzare l’attuazione del GDPR a due anni dalla sua applicazione, ha portato all’attenzione dell’Assemblea la necessità, più che l’opportunità, di garantire alle Autorità di controllo nazionali sufficienti finanziamenti e adeguate risorse per poter far fronte alla sempre crescente necessità di sorveglianza che esse si trovano a dover affrontare.

Non è infatti sfuggito all’attenzione dell’organo comunitario come molte Autorità di controllo europee abbiano dichiarato esplicitamente di non disporre di sufficienti risorse umane, tecniche e finanziarie per poter assolvere adeguatamente ai propri compiti, dovendo far fronte a un numero in crescita costante di casi, oltre a trovarsi nella posizione di dover necessariamente utilizzare parte delle risorse già disponibili per la cooperazione con le altre DPA nazionali e il coordinamento con queste ultime in ordine alle proprie attività.

GDPR, la situazione delle autorità nazionali

Dalla raccolta di informazioni alla quale si è proceduto in sede comunitaria è risultato evidente che tali criticità abbiano sin qui causato e stiano causando un impatto sempre maggiore, in termini deteriori, sulla durata delle indagini e, più in generale, dei procedimenti posti all’attenzione delle autorità di controllo, con ovvie ripercussioni sull’efficace applicazione di tali misure e, non da ultimo, sulla fiducia da parte dei cittadini nei loro confronti.

È infatti indubbio che l’efficacia del Regolamento nel tessuto socioeconomico degli Stati Membri, assieme alla percezione della sua concreta efficacia da parte dei cittadini europei, passino dalla sua reale capacità di coercizione, che tali problematiche, da più parti sottolineate, certo non aiutano a rafforzare. A ciò si aggiungano poi le legittime preoccupazioni sull’applicazione non uniforme del Regolamento da parte delle singole Autorità nazionali e, talvolta, sulla parziale mancata applicazione di questo da parte di alcuni Stati membri, con le possibili ulteriori conseguenze di una scarsa effettività del Regolamento e un eccessivo carico posto sui cittadini, sui quali potrebbe in sostanza ricadere l’onere dell’effettivo controllo sulla sua applicazione; infine, si è avuto modo di osservare come l’applicazione del GDPR sia stata ed è ancora particolarmente impegnativa per le piccole e medie imprese (PMI).

Le proposte del Parlamento UE all’EDPB

Per questo, lo stesso Parlamento Europeo ha innanzitutto invitato l’EDPB ad armonizzare l’attuazione dei requisiti in materia di protezione dei dati nella pratica attraverso lo sviluppo di idonee linee guida che riguardino la necessità di valutare i rischi relativi alle informazioni sul trattamento dei dati per gli interessati (articoli 12-14), l’esercizio dei diritti degli interessati stessi (artt. 15-18, 20-21) e l’attuazione del principio di responsabilità, insieme all’emanazione di raccomandazioni riguardanti le misure tecniche e organizzative appropriate da porsi da parte dei titolari del trattamento e procedere a una chiara definizione dei casi di uso illegale dei dati personali, oltre ad approfondire le questioni riguardanti le tecniche di anonimizzazione e stabilire un elenco di criteri inequivocabili per ottenere l’anonimizzazione stessa, incoraggiando infine l’EDPB stessa a chiarire il significato di trattamento dei dati ai fini delle risorse umane.

Pur conscio della limitatezza delle risorse a disposizione a loro disposizione, il Parlamento Europeo ha tuttavia auspicato un maggiore impegno da parte delle DPA nazionali, probabilmente nella consapevolezza che tali sforzi ne aumenterebbero, e non poco, le capacità finanziarie, come noto alimentate anche grazie ai proventi derivanti dall’erogazione delle sanzioni pecuniarie rese dal Garante medesimo.

Obiettivo: aiutare enti e imprese ad adeguarsi

Tali sforzi, a detta dell’organo europeo, andrebbero rivolti al fine di aiutare enti e imprese ad attuare il regolamento in maniera meno gravosa ma più efficace; per questo, ha esortato le stesse Autorità di Protezione dei Dati degli Stati membri ad accelerare la risoluzione dei casi loro sottoposti e a utilizzare l’intera gamma di possibilità previste dal GDPR, con particolare riferimento ai casi di violazioni sistematiche e persistenti, anche con interesse proficuo e con il coinvolgimento di un gran numero di interessati, al fine di veder sanzionati pesantemente i comportamenti illecitamente posti in essere.

Il caso: verso nuovi strumenti di tutela

Sulla scorta degli auspici appena ricordati si pone un’interessante iniziativa, quella di Not with My Data – NOMYD, piattaforma digitale online, del tutto gratuita, che vede un team di esperti in ambito GDPR assistere gratuitamente chiunque abbia bisogno di aiuto per segnalare abusi o reclamare i propri diritti. Promossa da Civiltà Digitale e ANDIP, associazioni ben note operanti nel settore della protezione dei dati personali, la piattaforma online di NOMYD intende fornire uno strumento di supporto, sia per gli interessati, sia per i titolari/responsabili del trattamento, nella gestione delle richieste e delle problematiche che interessano il trattamento dei dati personali, le quali come noto necessitano di una serie di formalità.

Tramite il percorso guidato previsto nel sito, pubblicato a questo scopo, è possibile innanzitutto, per gli utenti/interessati, indicare quali richieste si desidera inoltrare nei confronti di chi gestisce i propri dati personali (ad esempio nel caso di proposte commerciali indesiderate, di volontà di esercitare il diritto all’oblio, e quant’altro previsto dal GDPR) ed eventualmente intavolare un dialogo tra interessato e titolare del trattamento.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2