STRATEGIE

Horizon Europe e privacy: i finanziamenti europei per una migliore tutela dei dati personali

Sta scaldando i motori il nuovo programma quadro per la Ricerca e l’Innovazione che punta a rafforzare competenze e innovazione in chiave competitiva e sostenibile. I bandi in corso e le dinamiche degli investimenti che impattano sulla promozione della tutela dei dati. I vantaggi per le Pmi

Pubblicato il 09 Ago 2019

Giacomo De Simio

Docente, Randstad Italia

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Il sostegno a progetti sulla privacy e a soluzioni in grado di garantire la sicurezza di cittadini e imprese è strategico per l’Unione Europea. In particolare i fondi di Horizon 2020 finanziano, fra l’altro, una molteplicità di progetti mirati all’incremento della corretta gestione dei dati personali. Anche il nuovo programma quadro Horizon Europe prevede il sostegno ad ambiti di ricerca e sviluppo che impatteranno con la gestione della privacy. Vediamo nel dettaglio le risorse sul piatto.

La call, in scadenza il prossimo 22 agosto 2019, dal topic “Digital security and privacy for citizens and Small and medium enterprises and Micro enterprises”, prevede ad esempio un finanziamento complessivo di 18 milioni di euro, con il quale la Commissione si impegna a promuovere singole iniziative pensate su un budget compreso tra i tre e i cinque milioni di euro.

Ma anche sotto il programma “Rights, Equality e Citizenship (2014-2020)”, con un contributo europeo di circa 450 mila euro, è stato finanziato il progetto SMEDATA che mira ad assicurare il più alto livello di privacy e di protezione dei dati, attraverso strumenti innovativi per le PMI e i cittadini. L’obiettivo generale del progetto SMEDATA, della durata di due anni (1.12.2018 – 30.11.2020), è quello di garantire l’effettiva applicazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) attraverso la sensibilizzazione, la promozione della formazione e lo sviluppo di competenze sostenibili per le PMI e i professionisti legali.

Il 5 luglio il Garante della Privacy ha annunciato il lancio di una piattaforma di autovalutazione per le piccole e medie imprese, elaborata proprio nell’ambito del progetto SMEDATA e frutto delle partnership strette con l’Authority bulgara e l’Università Roma Tre. Le piccole e medio imprese italiane potranno presto disporre di uno strumento di autovalutazione per capire se sono conformi o meno all’attuale normativa sulla privacy. A beneficiarne non saranno solo le PMI, ma anche i professionisti impegnati nell’adeguamento al GDPR e i soggetti che operano nella consulenza giuridica.

Cosa aspettarsi da Horizon Europe

Il 17 aprile 2019 il Parlamento europeo ha approvato, a larga maggioranza, il Regolamento e il Programma specifico di Horizon Europe, il nuovo programma di ricerca dell’Unione Europea che subentrerà all’attuale Horizon 2020 per il settennio 2021-2027; la consultazione pubblica sul Piano strategico si svolgerà entro settembre e, insediatosi il nuovo Parlamento, si riapriranno i negoziati per la definizione di alcuni aspetti ancora da chiarire, tra cui la dotazione finanziaria.

L’obiettivo generale del Programma è la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che superi le debolezze strutturali dell’economia europea e migliori la sua produttività. Gli investimenti in ricerca e innovazione sono orientati a spingere la competitività tra gli Stati all’interno di un’Europa essa stessa competitiva sul mercato mondiale, così da affrontare sfide di interesse globale.

La struttura di Horizon Europe (HE) si articola su tre pillar: Excellence Science; Global Challenges and European Industrial Competitiveness; Innovate Europe.
E una delle principali novità di HE sono le call per i Mission board: cinque comitati suddivisi per “area di missione” che perseguiranno gli obiettivi tramite un finanziamento dedicato e un approccio interdisciplinare, risultante dall’integrazione tra “societal challenges” e “industrial technology”.

I pilastri del nuovo programma quadro

L’innovazione e l’impatto che l’innovazione ha sulla società, sempre più digitalizzata, è sicuramente un centro di interesse fondamentale per HE, lo è stato per H2020 e continua ad esserlo per l’esistenza di una pluralità di linee di finanziamento, all’interno di ciascun pilastro, dedicate ad esempio all’Industry 4.0, alle Digital Global Challenges o all’Innovation Union.

Il 17 giugno la Commissione Europea ha pubblicato il “2019 European Innovation Scoreboard”, il quadro di valutazione che fornisce un’analisi comparativa sullo stato dell’innovazione nell’UE. Valuta punti di forza e di debolezza relativi a sistemi nazionali e aiuta gli Stati membri a identificare aree critiche che necessitano di interventi. Quest’ultima edizione evidenzia che il rendimento del processo di innovazione dell’UE continua a migliorare. Innovation leaders sono Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia e Svezia.

Si consideri però che dal processo di digitalizzazione derivano questioni di carattere non solo tecnico e scientifico, ma anche etico e legale. I trend evidenziano una direzione inequivoca verso la digitalizzazione, per cui la tutela degli individui deve essere garantita con disposizioni normative che disincentivino danni e condotte illecite.

Il framework normativo in materia di privacy

Il framework normativo di riferimento in materia di privacy si compone da una pluralità di atti legislativi. In primo piano troviamo il Reg. 2016/679/UE (il GDPR), entrato in vigore il 25 maggio 2018, che ha rivoluzionato la normativa in materia di privacy con l’obiettivo di armonizzare le leggi applicate da ciascun Stato.

Gravitano attorno al GDPR altri atti: ad esempio la Direttiva NIS (Network and Information Security, Dir. 2016/1148/UE) sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi; la Direttiva PSD2 (Payment Services Directive, Dir. 2015/2366/UE) che impone alle banche di collaborare con i prestatori di servizi digitali di pagamento; il Regolamento eIDAS (Reg. 910/2014/UE) per l’identificazione elettronica; o ancora, da ultimo, il CyberSecurity Act, il Reg. 2019/881/UE per rafforzare la resilienza dell’Unione agli attacchi informatici, creare un mercato unico della sicurezza cibernetica in termini di prodotti, servizi e processi e accrescere la fiducia dei consumatori nelle tecnologie digitali.[1] Si fa attendere il Regolamento ePrivacy sulla sicurezza delle comunicazioni elettroniche e sui metadati.

Privacy e finanziamenti per le Pmi: quali vantaggi

Le piccole e medio imprese contribuiscono in modo fondamentale al PIL europeo e rappresentano la chiave più diffusa per ottenere innovazione. Sono rappresentative di una popolazione eterogenea che va dalle aziende più consolidate alle start-up. Tuttavia linee di finanziamento come gli Sme Instrument, che ad esempio rappresentano chiaramente l’interesse con cui l’Europa guarda alle idee innovative dei piccoli e medio imprenditori, risultano spesso a questi precluse.

Determinate call, determinate linee di finanziamento, sono accessibili solamente a quelle imprese che, in grado di applicare correttamente la normativa verso se stesse, dimostrano, al contempo, di poter offrire modelli innovativi di gestione per il trattamento dei dati personali in tutta l’Europa.

  1. https://www.agendadigitale.eu/sicurezza/cybersecurity-act-ecco-cosa-ci-aspetta-dopo-la-direttiva-nis/

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