E’ certo rilevante la notizia che al primo consiglio dei ministri il nuovo Governo Conte abbia esercitato la Golden Power, sugli operatori telefonici, in relazione agli apparati di rete di fornitori non europei e finalizzata a proteggere la sicurezza nazionale. Si tratta di accordi fatti con Huawei (Wind 3 e Vodafone), Zte (Fastweb) per il 5G; il Governo non esprime un veto ma darà alcune prescrizioni da rispettare ai fini della sicurezza. Il potere speciale è esercitato anche su Linkem e Tim (per 4G). In precedenza, lo è stato su Fastweb per Samsung (a luglio).
La notizia evidenzia ancora una volta l’imprescindibile attenzione che ormai deve essere garantita – in maniera continuativa – al tema del 5G e delle tecnologiche utili per la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione delle nuove reti di infrastrutture tecnologiche.
Non si può sottacere, però, che l’urgenza di esaminare immediatamente questo dossier sia nata, in realtà, dalla scadenza dei termini per la conversione in legge del Decreto Legge di riforma del cosiddetto “golden power”, prevista per il 9 settembre, che avrebbe di fatto svincolato da qualsiasi obbligo o prescrizione i contratti oggetto della prima riunione del nuovo Consiglio dei Ministri.
Necessario una nuova norma per avere la Golden Power
Decaduto il Decreto Legge, allora, la speranza è che il nuovo esecutivo – magari proprio grazie all’impulso del neo Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli – faccia confluire questi temi così centrali per la nostra sicurezza nazionale quantomeno all’interno dell’iter di conversione del disegno di legge “Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica”, approvato lo scorso 19 luglio dal Consiglio dei Ministri.
Ciò, a maggior ragione perché al suo interno già oggi si legge dell’istituzione di un meccanismo teso ad assicurare un procurement più sicuro per i soggetti inclusi nel perimetro che intendano procedere all’affidamento di forniture di beni e servizi ICT destinati a essere impiegati sulle reti, sui sistemi e per i servizi rilevanti.
In ogni caso, nonostante la sottoscrizione da parte del precedente governo del memorandum politico con la Cina sulla Nuova Via della Seta, l’odierna applicazione della “Golden Power” anche a società tecnologiche cinesi, al netto delle prescrizioni richieste dal Governo alle aziende – di cui non si ha notizia pubblica -, dimostra (fortunatamente) quanto il tema della nostra sicurezza nazionale sia primario nell’agenda dell’attuale governo.