Lo sviluppo tecnologico ha modificato il modo di svolgere molte abitudini quotidiane sotto diversi aspetti, sollevando quesiti nuovi. Non sono escluse dal novero di queste attività anche quelle che riguardano la crescita dei bambini attraverso i giocattoli.
Da qui la necessità di riflettere su quali benefici e quali rischi possa portare l’intelligenza artificiale nello sviluppo dei più piccoli.
Bambini e intelligenza artificiale, come bilanciare i rischi: gli studi
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella vita dei bambini
Si discute da tempo sul ruolo che l’intelligenza artificiale (IA) può rivestire nella vita quotidiana dei bambini. Se ne è parlato molto in merito all’accesso ai social network, che dovrebbe essere consentito soltanto a chi rispetta i requisiti anagrafici accertati mediante algoritmi. Da qui la scelta di alcune piattaforme – come YouTube – di ricorrere a versioni interamente dedicate ai bambini.
Tuttavia, lo sviluppo tecnologico sembra andare ben oltre, ed infatti negli ultimi tempi il discorso sul rapporto tra IA e infanzia si è spostato su un elemento fondamentale per la crescita, ossia il gioco. Da un po’, infatti, le aziende del settore stanno cercando di sviluppare giocattoli basati sull’Intelligenza Artificiale. In particolare, ve ne sono due tipologie diverse: i “compagni” intelligenti che imparano e interagiscono con il bambino durante le attività, e quelli programmabili progettati con l’apprendimento automatico che si muovono ed eseguono compiti per insegnare ai bambini le abilità educative.
Le ragioni di questa svolta digitale nelle attività ludiche si basa essenzialmente sul principio secondo cui ogni bambino è diverso da un altro per capacità e interessi, di conseguenza un gioco dotato di intelligenza artificiale è in grado di interagire con il minore, adeguandosi alle sue abilità, e potrebbe quindi essere un alleato prezioso per cominciare a conoscere e immagazzinare nozioni utili per il futuro.
Tuttavia, seppure sia facile trovare evidenti aspetti di utilità di questa nuova prospettiva nella crescita dei bambini, è altrettanto vero che non si può prescindere da un’attenta valutazione dei rischi.
Giocare con l’IA: un nuovo modo di crescere?
Negli ultimi anni sono stati presentati diversi progetti di giocattoli basati sulle tecnologie di intelligenza artificiale, ciascuno dei quali ha avuto come obiettivo quello di dimostrare come gli algoritmi possano migliorare l’esperienza ludica del bambino in una prospettiva di crescita. Ed in effetti gli esempi recenti mostrano come alcuni giocattoli di nuova generazione lascino intravedere elementi molto interessanti e positivi.
Roybi, il giocattolo più intelligente al mondo
Il primo esempio è ROYBI, il giocattolo intelligente che si pone l’obiettivo di insegnare le lingue e fornire abilità STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Questo robot è in grado di insegnare attraverso giochi e conversazioni interattive, cercando quindi di rendere l’apprendimento qualcosa di divertente con oltre 500 lezioni, sotto forma di canzoni, racconti, quiz e giochi interattivi e con un catalogo di oltre 70.000 termini.
L’Intelligenza Artificiale del robot è in grado di adattarsi alle esigenze del minore in base alla sua età, ai suoi interessi ed ai suoi bisogni. Questo permette quindi un insegnamento fatto su misura, che consente di imparare la lingua partendo dalle basi fino a raggiungere livelli molto avanzati così che il bambino possa padroneggiarla.
Quarky
Un gioco del tutto particolare, sempre finalizzato all’insegnamento, è invece Quarky, lanciato tramite il sito web di crowdfunding Kickstarter ad agosto 2021. Si tratta infatti di un giocattolo per insegnare ai bambini a programmare e saperne di più sui concetti di intelligenza artificiale e robotica. L’IA è quindi sia l’oggetto dell’insegnamento, sia il metodo.
Playbot4all e altri progetti italiani
Anche l’Italia, però, ha fatto parlare di sé. Si tratta del progetto Playbot4all dei ricercatori dell’Airlab del Politecnico di Milano, che ha condotto alla creazione di giocattoli-robot per bambini con disabilità cognitive. Si tratta di giochi reattivi dotati di sistemi di Intelligenza Artificiale che servono, per esempio, a rielaborare gli stimoli sensoriali come il tocco impresso dalla mano del bambino, ed hanno lo scopo nobile di creare esperienze di gioco accessibili a tutti.
Più di recente, invece, è nata la collaborazione tra Ammagamma – società di data science che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale per le aziende – e Clementoni – azienda italiana del gioco educativo – che hanno annunciato l’avvio di una partnership di ricerca per lo studio di nuove modalità di utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per attività educative incentrate sul gioco. Una volta conclusa la fase di formazione e di studio dei fondamenti dell’IA, la collaborazione si sposterà verso l’elaborazione di progetti come la creazione di nuovi giochi basati sull’Intelligenza Artificiale che aiutino i bambini nella crescita.
I rischi per il bambino
Quando si va ad affrontare il discorso relativo alle possibili controindicazioni dell’uso dell’intelligenza artificiale si tocca sempre un tasto molto delicato, e lo diventa ancor di più quando a dover interagire con la tecnologia sono bambini. La premessa essenziale è che per poter sfruttare al meglio le potenzialità dei giocattoli che sfruttano l’IA occorre che questi possano interagire con chi li utilizza, anche e soprattutto attraverso l’assorbimento di informazioni e caratteristiche del bambino.
Prendendo come esempio ROYBI, considerato ad oggi il giocattolo più intelligente al mondo, è possibile utilizzare una app per smartphone per monitorare in tempo reale il percorso del bambino, visualizzando i suoi progressi ed i traguardi raggiunti. Ciò implica quindi che le informazioni sull’evoluzione dell’apprendimento dei piccoli vengono immagazzinate e conservate. Inoltre, essendo dotato di telecamera, è possibile vedere in tempo reale cosa loro stiano facendo. Per merito dell’Intelligenza Artificiale, il robot riesce a riconoscere la voce ed il volto del bambino, instaurando delle conversazioni con lui ogni qual volta sia possibile. Ma non è tutto, il gioco ha una funzione che permette di riconoscere l’umore del bambino, in modo tale da poter offrire lui un po’ di conforto in momenti di difficoltà. A questo punto, le interazioni compiute iniziano ad essere molte e profonde. I produttori garantiscono la tutela della privacy affermando che nessuna informazione viene immagazzinata sul cloud senza un espresso consenso dei genitori, ma quantomeno una riflessione è legittima.
Ad ogni modo le preoccupazioni sui giocattoli IA variano in base al tipo e alle capacità che ha in termini di raccolta dei dati.
Come anticipato, in generale i giocattoli intelligenti imparano dai bambini e forniscono un’esperienza di gioco adattiva e reattiva, ma i modi di raccolta sono diversi a seconda che lo strumento impari con il bambino durante le attività o che sia invece progettato con l’apprendimento automatico muovendosi ed eseguendo compiti per insegnare ai bambini determinate abilità. Nel primo caso, ovviamente, l’approccio del gioco cambia in base alle azioni e reazioni del minore adattandosi a quest’ultimo, di conseguenza dovrà immagazzinare quantità di dati superiori. Sono questi tipi di giochi a destare le maggiori preoccupazioni e ad aver sollevato le principali critiche nel corso degli anni. Ad esempio, tra il 2014 e il 2017, un’azienda di giocattoli chiamata Genesis Toys ha messo in vendita My Friend Cayla, commercializzato come una bambola interattiva in grado di ascoltare e rispondere ai bambini, una funzione molto simile a ROYBI. Il problema è che registrava le conversazioni con i bambini, così come quelle con genitori, fratelli e sorelle e chiunque altro intorno alla bambola, ed era in grado di condividere i dati con società di terze parti. Ciò ha condotto a numerose denunce della Federal Trade Commission (FTC) negli Stati Uniti, e addirittura la Germania ne ha vietato completamente la vendita definendolo un dispositivo di spionaggio nascosto e ordinandone la distruzione immediata a tutte le famiglie.
Conclusioni
Come abbiamo visto, i giocattoli intelligenti possono essere utili strumenti educativi per i bambini e segnare una sorta di nuova era per quanto riguarda l’accompagnamento del minore nel suo percorso di apprendimento e di crescita. Tuttavia, comportano anche rischi per la privacy che i produttori di giocattoli e gli esperti del settore stanno ancora imparando a bilanciare, tanto che probabilmente non si è ancora arrivati ad un livello di sicurezza tale da consolidare la fiducia delle famiglie.
Infatti, come affermato da Juli Lennett, consulente per l’industria dei giocattoli degli Stati Uniti presso NPD Group, tra maggio 2020 e maggio 2021, il mercato dei giocattoli intelligenti programmabili ha costituito lo 0,1% dell’intero settore ludico; complici i prezzi elevati, certo, ma non solo.
I genitori per il momento continuano a preferire le cose semplici, tipi di giocattoli che possono controllare sapendo ciò che possono dare o non dare ai propri figli. Tuttavia, è una tendenza che può variare. Si pensi ad esempio al caso degli assistenti vocali virtuali che oggi sono molto diffusi pur essendo stati criticati aspramente per la loro capacità di registrare le conversazioni domestiche – comprese quelle dei bambini – registrare le voci ed attivarsi anche in presenza di estranei che pronuncino per errore la parola di attivazione del dispositivo.
Ad oggi molti genitori non si fidano dei giocattoli intelligenti, ma usano i sistemi di parental control, oppure consentono ai figli di usare tablet per giocare. Si tratta di novità importanti che non erano prese in considerazione in passato, sulle quali si dubitava. Il successo dei giocattoli IA potrebbe quindi essere inevitabile nei prossimi anni, anche perché non vi è alcun dubbio che il mondo in cui vivranno questi bambini sarà un mondo potenziato dall’Intelligenza Artificiale. L’importante sarà essere preparati per quel momento, garantendo il massimo della sicurezza per le informazioni personali, soprattutto quando queste riguardano i più piccoli.