L’OSINT – Open Source Intelligence è la metodologia con cui l’intelligence classica si occupa di ricercare, raccogliere, valutare e analizzare dati, notizie e informazioni pubblicamente disponibili, non protette da classifiche di sicurezza, né acquisite tramite mezzi illegali, clandestini o confidenziali.
Perché Osint è importante
In questa nuova era delle informazioni sta assumendo sempre più rilevanza: gli ultimi anni hanno infatti segnato una crescita di informazioni disponibili online senza precedenti. Ogni secondo vengono caricati online milioni di informazioni personali, notizie, fatti e/o nozioni attraverso articoli, post, foto, video e dati più o meno strutturati. Tendenza che non sembra subire rallentamenti ma crescita esponenziale nei prossimi anni e che focalizzerà l’attenzione generale sulla raccolta e analisi di informazioni digitali.
Storicamente, la disciplina dell’Open Source Intelligence si è concentrata su fonti pubblicamente accessibili più tradizionali come notizie di quotidiani o pubblicazioni scientifiche, ma dopo la crescita esplosiva delle comunicazioni nel web e l’enorme volume di dati digitali prodotti in tutto il mondo, si è focalizzata sulle fonti aperte online come interazioni su social network, file multimediali e contenuti generati dagli utenti; post nei blog; discussioni nei forum; file audio; immagini e video digitali. A queste si aggiungono i dati pubblici: rapporti governativi, dati demografici, conferenze stampa, discorsi e database istituzionali.
L’efficacia e l’esperienza acquisite nell’Open Source Intelligence, prima appannaggio solo di enti governativi, ha acquisito un grande interesse, diventando una necessità per diversi tipi di organizzazioni e società commerciali, che stanno sempre più utilizzando queste tecniche.
Un ambito specifico però sta attirando l’attenzione di molti professionisti di tutto il mondo, provenienti da diversi campi, che si riuniscono online sotto l’hashtag #OsintForGood e che potremmo tradurre come “Open Source Intelligence per il sociale”.
Questi volontari mettono a disposizione le loro competenze e il loro tempo per aiutare le forze dell’ordine e le istituzioni, contribuendo, attraverso attività pratiche e di sensibilizzazione, alla lotta alla pedopornografia online, al revenge porn, alla ricerca di persone scomparse e tanto altro ancora.
Open Source Intelligence per il sociale: dalla lotta alla pedopornografia online al revenge porn
Un esempio di Open Source Intelligence per il sociale è l’iniziativa “Stop Child Abuse – Trace the Object” dell’Europol, progetto lanciato nel 2017 in cui si chiede alla community di aiutare ad identificare oggetti presi da immagini che contengono materiale sessualmente esplicito e che coinvolgono minori.
Ad oggi, i risultati del progetto sono: dieci bambini salvati da gravi situazioni di maltrattamento e sfruttamento, tre criminali sessuali arrestati, quasi 26.000 suggerimenti sulle possibili origini degli oggetti mostrati nelle foto, 102 oggetti identificati, 93 casi in cui è stato identificato un probabile paese di origine dell’abuso segnalato e diverse indagini in corso che lavorano per stabilire l’identità delle vittime e degli autori di reato.
Un’altra iniziativa che sta raggiungendo sempre più persone è quella promossa dalla no-profit canadese Trace Labs, il cui motto è “noi utilizziamo il crowdsourced Osint per aiutare a ritrovare le persone scomparse”. Trace Labs organizza periodicamente degli eventi chiamati CTF- Capture the Flag, ovvero “rubabandiera”, conosciuti anche come “OSINT Search Party CTF”: una competizione globale per ricercare informazioni su persone scomparse utilizzando l’OSINT.
Open Source Intelligence per il sociale: nasce OsintItalia
In Italia è stata recentemente istituita l’Associazione di Promozione Sociale OsintItalia, nata dall’incontro di un gruppo di giovani professionisti dell’Open Source Intelligence.
I fondatori dell’Associazione sono: Mirko Lapi, Intelligence & Information Security Expert e Presidente OsintItalia; Alessia Gianaroli, Open Source Intelligence Analyst; Antonio Rossi, Fraud Investigation & Corporate Intelligence Expert; Valentina Lavore, Information Security Analyst; Andrea Caldarini, Intelligence & Investigation Agent; Valerio Lilli, Intelligence Analyst e Mattia Vicenzi, Threat Intelligence & Open Source Intelligence Analyst.
L’obiettivo è di dar vita ad una community di professionisti eterogenea (analisti, investigatori, giornalisti, avvocati e tanti altri) che intende informare, formare, divulgare e stimolare il volontariato sui temi legati alle discipline dell’Open Source Intelligence per fini sociali e solidali e naturalmente aiutare e contribuire al lavoro che svolgono istituzioni e altri enti già impegnati in queste tematiche.
È importante precisare che l’intento non è quello di svolgere attività investigativa ma bensì una qualificata attività di osservazione e monitoraggio. L’associazione è supportata da un partner strategico, Deephound, azienda italo-inglese, che opera nel campo delle tecnologie per l’analisi delle informazioni online attraverso l’intelligenza artificiale.
Si pensi alle persone scomparse: ogni anno in Italia scompaiono oltre 13.000 persone, una media di 35 al giorno. Non a caso, il nostro Paese ha istituito il ruolo importantissimo del Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse. Il contributo di più forze potrebbe essere utile nel momento più delicato della ricerca, immediatamente successivo alla scomparsa: al giorno d’oggi, infatti, ciascuno di noi lascia delle tracce in rete che è possibile provare ad individuare. Il tempo è un fattore da non sottovalutare: aumentare la capacità e le figure coinvolte nella prima ricerca, quindi, può fare la differenza.
Un altro campo in cui OsintItalia può offrire supporto è la pedopornografia in rete. A questo proposito esiste il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia sulla rete Internet, istituito per contrastare i criminali che, avvalendosi di Internet e di altre reti di comunicazione, diffondono materiale pedopornografico commettendo reati a danno dei minori. Le sue funzioni sono state stabilite dalla legge 6 febbraio 2006 n. 38, che gli affida il compito di raccogliere tutte le segnalazioni provenienti anche da organi di polizia stranieri, da soggetti pubblici, da provider, da privati cittadini e anche, appunto, da associazioni di volontariato.
Spesso si guarda a questi temi come lontani dal proprio quotidiano, quando in realtà l’uso superficiale del web può essere molto pericoloso e avere forti ripercussioni sulle vite di tutti, sulle proprie famiglie, a partire dalle categorie più fragili, come gli anziani, magari meno consapevoli degli strumenti e quindi più soggetti a truffe, o i giovani, che a volte non hanno gli strumenti per interpretare le informazioni che leggono o i profili che incontrano.
Non esiste una zona del web esente da potenziali minacce, che sia un social o un videogame, un motore di ricerca o una news page: i pericoli della rete sono ovunque, per questo è necessario tutelarsi, informarsi e, chi vuole e può, partecipare ad iniziative sociali dedicate ad acquisire consapevolezza e conoscenza dei meccanismi della rete. Improvvisare azioni, a cose fatte e successe, è potenzialmente poco efficace e il più delle volte dannoso.