Il mondo dell’Open Source Intelligence (OSINT) non è più appannaggio delle sole agenzie di intelligence nazionali: organizzazioni, semplici amatori e utenti del web hanno oggi a disposizione strumenti gratuiti formidabili a cui attingere per fini di varia natura, dal giornalismo partecipativo al sociale. Strumenti che hanno, ad esempio, permesso a un ricercatore di scoprire un sito missilistico cinese grazie alla semplice analisi di immagini satellitari commerciali. Si apre così una nuova era di trasparenza in cui anche il singolo può controllare e verificare le informazioni prima disseminate in via esclusiva da parte dagli stati.
Open Source Intelligence: a cosa serve e come può essere impiegata per il sociale
Osint, l’intelligence a portata di clic
Il progresso tecnologico e l’avvento della società dell’informazione hanno messo a disposizione di chiunque abbia una connessione internet, terabyte e terabyte di dati e informazioni pubblicamente accessibili e che un tempo avrebbero richiesto l’accesso a strutture dedicate con le necessarie autorizzazioni. I dati in questione non si limitano a quelli pubblici rintracciabili in database istituzionali, report e studi pubblicati da stati e organizzazioni o informazioni pubblicate da giornali e blog. Basti pensare ai siti web che permettono di tracciare in tempo reale le rotte di aerei e navi o alle ormai accuratissime immagini satellitari a cui chiunque può accedere in qualsiasi momento anche dal proprio smartphone, strumento che contribuisce esso stesso anche alla continua creazione e pubblicazione di dati digitali. Ogni minuto avvengono interazioni sui social network e vengono pubblicati post, video e foto che possono diventare fonti utilissime per chi si sa orientare attraverso la mole di informazioni, possiede gli strumenti giusti ed è pronto a collaborare con altri animati dallo stesso interesse.
Lo stesso ricercatore che ha scoperto per primo il sito missilistico cinese analizzando le immagini satellitari del deserto dei Gobi si è avvicinato all’OSINT grazie a quel Google Earth che tutti noi conosciamo e utilizziamo, ispirato da un progetto di crowdsourcing legato alla non proliferazione. Esperti e semplici amatori hanno collaborato per anni per setacciare immagini satellitari commerciali riuscendo a individuare impianti di armi chimiche, miniere di uranio e siti di lancio. Nello specifico, la scoperta del sito cinese è stata possibile grazie alle immagini fornite dalla Planet, una delle aziende leader del settore, che fornisce immagini ad alta risoluzione aggiornate con cadenza temporale ravvicinata, permettendo così ai ricercatori di analizzare le varie fasi del processo di costruzione del sito nel tempo. La combinazione di immagini satellitari, analisi dei contenuti postati su social network e forum si rivela utile non solo per singoli animati da curiosità e spirito di iniziativa, ma anche per Organizzazioni Non Governative che si battono per il rispetto dei diritti umani, quali Human Rights Watch, che grazie allo sviluppo dell’OSINT hanno potuto documentare violazioni in varie parti del globo, dai campi di rieducazione in Cina alla pulizia etnica in Myanmar fino al conflitto in Siria. Anche le stesse forze dell’ordine beneficiano di questa apertura al pubblico, aiutati da attivisti e membri della società civile che collaborano continuamente nel fornire informazioni utili a combattere la pedopornografia e gli abusi sui minori, nonché a rintracciare persone scomparse.
L’intelligence del popolo
Negli ultimi anni, lo sviluppo dell’OSINT asservito all’interesse pubblico è stato talmente notevole da portare alla nascita di vere e proprie piattaforme di giornalismo partecipativo, di cui la più famosa è certamente la Bellingcat, fondata da Eliot Higgins nel 2014 e da lui stesso definita “un’agenzia di intelligence per il popolo”. Nata con l’intento di analizzare video del conflitto siriano pubblicati su YouTube al fine di identificare l’utilizzo di armi vietate, la piattaforma è salita agli onori della cronaca per le analisi effettuate su casi quali l’abbattimento in Ucraina del volo 17 della Malaysia Airlines e di quello ucraino PS752 in Iran, nonché degli avvelenamenti di Sergei e Yulia Skripal e Aleksej Naval’nyj. Gli strumenti a loro disposizione sono fondamentalmente gli stessi che sarebbero disponibili al pubblico, ma la piattaforma permette a più individui di collaborare in maniera funzionale e organizzata allo scopo di scoprire la realtà dei fatti sulla base dei dati a disposizione. Ecco, quindi, che la pur complessa indagine dietro l’abbattimento del volo MH17 si è basata sull’attento scrutinio delle immagini disponibili su Google Earth da parte di volontari alla ricerca dei luoghi in cui il lanciamissili usato per l’attacco era stato ripreso in video pubblicati dalla popolazione locale sui social media. L’unione di più fonti OSINT ha quindi permesso di tracciare tutto il percorso seguito dal lanciamissili in questione fino a rintracciarlo in Russia privo del missile utilizzato. Similmente, anche nel caso del volo ucraino PS752 abbattuto in Iran, sia la Bellingcat che gruppi di appassionati coordinati tramite Slack hanno avvalorato la tesi dell’attacco missilistico, poi confermato dalle autorità iraniane, ricorrendo a un mix di fonti: video dell’esplosione pubblicati sui social media, immagini satellitari per rintracciare i luoghi dei video e tracciato seguito dall’aereo come riportato dal noto sito FlightRadar24.
Grazie all’attenta analisi dei dati a disposizione, compreso il calcolo della distanza del luogo di impatto da quello delle riprese sulla base del tempo intercorso fra il lampo e il suono dell’esplosione, hanno infine permesso di confermare che l’aereo era stato effettivamente colpito da un missile terra-aria.
La “democratizzazione” dell’intelligence: trasparenza e contrololo
Questa “democratizzazione” dell’intelligence è stata resa possibile visti gli enormi miglioramenti in termini di qualità e numero di fonti disponibili dati dall’avanzamento tecnologico e dalla riduzione dei costi. Basti pensare che i satelliti commerciali per l’osservazione del pianeta attualmente in orbita sono più che triplicati negli ultimi 3 anni e sono anche più piccoli, meno costosi e producono immagini con risoluzioni perfino superiori ai 50cm per pixel. Il maggior beneficio che un OSINT “pubblico” di questo livello può donare al mondo è quello della trasparenza: nazioni e governi non possono più trincerarsi dietro il monopolio delle fonti di intelligence e nascondere all’opinione pubblica (o ad altri stati) fatti sconvenienti o veri e propri crimini e violazioni che chiunque con una connessione internet potrebbe scovare. Ciò non toglie che anche gli stessi governi potrebbero beneficiare di queste agenzie o privati cittadini per veicolare informazioni e spingere narrative che non potrebbero altrimenti rendere note in prima persona per questioni di sicurezza o convenienza. D’altra parte, però, la volontà di celare determinati fatti potrebbe invece essere solo un tassello di un più ampio lavoro diplomatico mirato a un obiettivo che verrebbe vanificato dalla rivelazione a mezzo OSINT: non sempre la verità è l’arma migliore per risolvere un conflitto.
Non va infine dimenticato che il carattere positivo rivestito da tali attività non le esenta dall’essere soggette allo stesso scrutinio che merita qualsiasi analisi di dati che è per sua stessa natura fallibile: una sana competizione tra diversi soggetti permetterebbe di addivenire a risultati più accurati e autorevoli, evitando di accettare acriticamente versioni dei fatti forniti da un singolo soggetto o gruppo che potrebbe anche agire per altri scopi. Va infatti ricordato che la stessa mole di dati di cui si è finora delineato un utilizzo per nobili fini può allo stesso tempo comportare pesanti violazioni del diritto alla privacy degli individui, intaccando quella sfera privata che se si ritiene debba essere protetta da ingerenze pubbliche e di società private, a maggior ragione dovrebbe esserlo rispetto alla massa dei cittadini.