La cyber guerra fredda ora riguarda anche la ricerca di vaccini e cure per il coronavirus. L’Fbi e l’homeland security accusano la Cina di tentare il furto con attacchi cyber alle aziende farmaceutiche che se ne stanno occupando. Ma rilevano attacchi anche da Corea del Sud, Iran, Vietnam.
Usa-Cina e i vaccini coronavirus
Sappiamo che Pfizer è la prima ad aver avviato i test del vaccino contro il coronavirus su esseri umani, nelle facoltà di medicina della New York University e della University of Maryland; se ne occupa anche la Johnson&Johnson. Tutti diventati target degli attacchi cinesi, con email di phishing. Accusa che Cina respinge con forza, mentre l’Fbi ricorda che cyber attacchi cinesi sono stati una costante negli anni a caccia di segreti industriali e brevetti americani.
Gli esperti di cyber security a questo punto sbadigliano. Certo si stupiscono molto meno della gente comune. Che le spie spiano? È come accusare me che insegno. Perché non dovrebbero? Chi arriva prima ha due benefici enormi: miliardi di dollari e gratitudine mondiale. Non c’è nient’altro al mondo che ti possa garantire un simile bingo.
Il tutto mentre Usa e Cina si scambiano accuse e disinformazione globale sull’origine del virus. Dandosi la colpa a vicenda (“in un laboratorio di Wuhan”. “Portato dall’esercito americano”). Altro esempio di edizione digital di vecchie tattiche da guerra fredda.
Un’occasione persa di collaborazione
La vera tristezza è che non riusciamo a collaborare neanche di fronte a una pandemia. Forse non conoscono il greco e il significato di “pan”.
Ma la vera sorpresa, altro che sbadigli, sarebbe stata proprio questa: se per una volta ci fossero riusciti, a collaborare, per il bene comune.