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Polizia postale, tutto ciò che fa per proteggerci su internet

Il direttore della polizia postale racconta ad Agendadigitale.eu il nuovo ruolo di questa istituzione, gli ambiti e i nuovi strumenti utilizzati per fronteggiare la crescente complessità delle minacce informatiche

Pubblicato il 05 Mar 2018

Nunzia Ciardi

direttore Polizia Postale e delle Comunicazioni

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La Polizia Postale e delle Comunicazioni, specialità della Polizia di Stato che nasce storicamente per garantire la tutela dei servizi postali e dei (primi) mezzi di telecomunicazione del Paese, ha conosciuto negli anni una progressiva ed inesorabile evoluzione, scandita nelle cadenze dal ritmo frenetico delle innovazioni tecnologiche conseguenti alla diffusione di internet su larga scala.

Nuovi reati della rete informatica

Per le enormi potenzialità che può esprimere nel campo delle comunicazioni, la rete, che da un lato ha segnato una notevole opportunità di sviluppo per cittadini, istituzioni ed operatori economici, ha parimenti rappresentato, d’altra parte, un fattore di attrazione per gli interessi della criminalità nazionale ed internazionale.

L’utilizzo dello strumento informatico ha così consentito di affinare e rendere ancor più insidiose le modalità di perpetrazione di reati tradizionali (si pensi alla galassia dei delitti contro la persona o contro il patrimonio) ed ha provocato il sorgere di nuove fattispecie di reato, prima sconosciute (valga menzionare le diverse declinazioni dell’aggressione illecita ai sistemi informatici, quali l’accesso abusivo, il danneggiamento, la sottrazione di dati).

I complessi scenari di contrasto ai crimini informatici indirizzano oggi l’azione delle Forze di Polizia verso la ricerca di modelli di intervento efficaci, basati sull’innovazione tecnologica e sul costante aggiornamento professionale degli operatori, ed interrogano nondimeno le istituzioni pubbliche al ripensamento costante delle forme della propria azione, anche attraverso la collaborazione interistituzionale ed ricorso sempre più significativo a soluzioni di partenariato pubblico-privato con gli stakeholders di riferimento.

La protezione delle infrastrutture critiche

È in tale prospettiva che, iniziando dal settore della protezione delle infrastrutture critiche, la Polizia Postale attraverso il C.N.A.I.P.I.C assicura in via esclusiva la prevenzione e repressione dei crimini informatici, di matrice comune, organizzata o terroristica, che hanno per obiettivo le realtà strategiche, erogatrici di servizi essenziali del Paese (acqua, energia, trasporti, pubblica amministrazione, telecomunicazioni, finanza), il cui danneggiamento potrebbe comportare danni sistemici incalcolabili.

I servizi di protezione informatica sono erogati a beneficio dell’intero panorama delle infrastrutture critiche nazionali, anche attraverso l’adozione di un modello partenariale che vede la conclusione di apposite convenzioni tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e le singole infrastrutture, con le quali si istituisce, in tale particolare settore, un rapporto di partnership pubblico-privato tra la polizia e le realtà erogatrici dei servizi essenziali.

Il CNAIPIC, Centro tra i primi nel suo genere nel panorama internazionale, opera attraverso un costante intercambio informativo ed operativo con le infrastrutture strategiche del Paese, attraverso una sala operativa 24/7 deputata al monitoraggio della rete ed alla prima risposta in caso di attacchi cyber verso i sistemi informatizzati istituzionali, cui è affiancata è affiancata un’unità investigativa di altissima specializzazione, incaricata di curare i risvolti di polizia giudiziaria dell’attacco informatico, con la possibilità di utilizzare strumenti ordinamentali molto efficaci come le attività sotto copertura ed intercettazioni telematiche preventive.

Nell’ottica di un approccio sistemico multilivello alla protezione logica delle infrastrutture critiche, la Polizia Postale è attore della complessiva architettura nazionale di sicurezza cyber, implementata da ultimo con il DPCM 17 febbraio 2017, che ha previsto, tra l’altro, la messa a sistema delle capacità operative del nostro Paese in ambito Pubblica Sicurezza, Difesa, e comparto Intelligence.

Il contrasto alla propaganda terroristica sul web

La rete è inoltre divenuta il terreno virtuale attraverso il quale il terrorismo, soprattutto quello di matrice fondamentalista, percorre vie emerse e sotterranee per comunicare il proprio messaggio propagandistico, fare proseliti ed attivare forme subdole di addestramento e di radicalizzazione.

Nell’ambito della prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale di matrice jihadista e, in particolare, ai fenomeni di radicalizzazione, alla Polizia Postale e delle Comunicazioni sono affidati il monitoraggio e l’indagine sul web, condotti non soltanto sotto l’aspetto tecno-investigativo, ma anche sotto il profilo della mediazione linguistica e culturale, necessario per l’analisi criminale dei documenti e dei contenuti multimediali presenti in rete.

In tale quadro, è significativo sottolineare che nell’anno appena trascorso, la Polizia Postale ha monitorato ben 15.851 spazi virtuali, di cui 1.695 sono stati oggetto di ulteriore approfondimento investigativo.

Trattandosi di un fenomeno di carattere transnazionale, inoltre, risulta imprescindibile l’attivazione efficiente degli strumenti della cooperazione sovranazionale, che vedono effettivamente la Polizia italiana dialogare con le diverse forze di polizia estere, con l’apporto di indiscusso valore aggiunto per le indagini.

Il contrasto al financial cybercrime ed alla pedopornografia online

Il c.d. “web profondo”, specie la partizione di esso denominata “dark web”, è oggi luogo di installazione di veri e propri mercati mondiali virtuali, che mettono a disposizione ogni tipo di prodotti illeciti (droga, armi, materiale pedopornografico, credenziali bancarie e dati personali) e servizi illegali. Valga ricordare che nel 2013 la Polizia Postale, attraverso il proprio Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (CNCPO), ha scoperto e disarticolato il primo e più importante black Market italiano, «Babylon».

Il settore del contrasto alla pedopornografia in rete, in particolare, vede gli operatori di polizia misurarsi principalmente con tale galassia oscura, con complesse attività di indagine, anche sottocopertura, volte a penetrare i canali “anonimi” del darkweb.

Parallelamente, la continua evoluzione degli strumenti di pagamento elettronico (si pensi all’e-payment, al mobile-payment, alle criptovalute), catalizzando costantemente l’attenzione di gruppi criminali alla ricerca di strumenti di facilitazione delle transazioni illecite, impegna fortemente la polizia postale anche sul versante del contrasto al financial cybercrime, nei settori dell’antifrode e dell’antiriciclaggio.

L’esperienza operativa ha dimostrato come oggi la via preferenziale del contrasto di tali reati, non possa prescindere dal consolidamento di partnership pubblico-privato con gli Istituti bancari e finanziari.

In questo campo, la postale italiana è anzi portatrice di un’innovazione d’eccellenza a livello internazionale, in predicato di essere esportata a livello europeo. Già nel 2010, avendo intuito l’importanza di realizzare uno scambio informativo in tempo reale dei dati relativi alle frodi informatiche sui sistemi di pagamento – ed essendo a tal proposito il fattore-tempo, legato alla estrema velocità delle transazioni finanziarie online, determinante sul buon esito dell’azione di prevenzione e contrasto – la polizia postale e delle comunicazioni ha ideato e realizzato la piattaforma informatica OF2CEN (On-line Fraud Cyber Centre and Expert Network).

La piattaforma, che mette in comunicazione la polizia e gli istituti di credito, nasce per raccogliere in tempo reale, tutti i dati economico–informatici relativi a fattispecie di frode bancaria e rappresenta un valido strumento di prevenzione e contrasto dei financial cyber crimes: da un lato essa permette agli istituti di creare una black list dei rapporti bancari utilizzati per perfezionare le varie frodi in modo da intraprendere,  autonomamente, rapide ed efficaci azioni di protezione del cliente; dall’altro, essa consente alle forze di polizia di acquisire una serie di importanti elementi investigativi relativi alle transazioni illecite, utili alla successiva individuazione dell’autore dei reati.

La prossimità al cittadino come chiave della prevenzione

Il fenomeno odioso della pedopornografia on line, benché desti il più elevato allarme sociale, non esaurisce certo il novero delle aggressioni criminose attraverso il web alla sfera personale dell’individuo.

La tutela dei minori e delle fasce deboli include infatti ogni altra forma di violenza ed abuso in rete, e si connette all’odierno larghissimo utilizzo dei social da parte dei cittadini.

In questo quadro la Polizia Postale, oltre alla quotidiano impegno nell’attività d’indagine, considera centrale il compito della prevenzione e della prossimità alla cittadinanza. Il “Commissariato di  PS on line” è, a tal proposito, la struttura di riferimento, attiva nella diffusione della cultura delle sicurezza e dei servizi di prossimità al cittadino, e che ha saputo, sin dalla sua istituzione nel 2005, attraverso i suoi canali di comunicazione istituzionale (pagina web del Commissariato di PS on line; pagina facebook “Polizia di Stato” e “Una vita da social”; canale youtube “Agente Lisa”) aggregare attorno a sé una Community virtuale che oggi supera gli 800 mila contatti.

Attraverso il nostro portale, i cittadini possono inoltrare segnalazioni dirette agli operatori della Polizia Postale (nell’anno appena trascorso sono state ben 18.053), divenendo parte attiva della partita della sicurezza cyber nel nostro Paese; un impegno, del resto, così complesso e sfidante da non poter più prescindere, nell’epoca attuale, da un simile decritto modello di governance allargata.

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