intelligenza artificiale

AI in Europa: sistemare le regole e salvarsi dal declino



Indirizzo copiato

Siamo di fronte ad un cambio storico di paradigma mondiale: l’Europa è chiamata a fare di più, meglio; che non vuol dire solo mettere miliardi di euro, come sta facendo, ma anche ripensare il complesso sistema regolatorio. Un vero ginepraio è tutta la normativa applicabile all’intelligenza artificiale ed il coordinamento tra diversi regolamenti e direttive

Pubblicato il 12 feb 2025

Massimo Borgobello

Avvocato a Udine, co-founder dello Studio Legale Associato BCBLaw, PHD e DPO Certificato 11697:2017



europa intelligenza artificiale

L’avvento di DeepSeek e l’elezione di Donald Trump spingono l’Unione Europea a rivedere completamente la propria visione sull’intelligenza artificiale e la strategia della regolamentazione che, fino ad oggi, ha permesso di limitare l’impatto delle Big Tech straniere sulla vita dei cittadini europei.

E’ questo lo spunto più forte che emerge dal Summit globale di Parigi sull’AI.

Ormai siamo di fronte ad un cambio storico di paradigma mondiale: l’Europa è chiamata a fare di più, meglio; che non vuol dire solo mettere miliardi di euro, come sta facendo, ma anche ripensare il complesso sistema regolatorio.

AI: quale futuro in Europa?

Il tempismo di questa presa di coscienza europea non stupisce.

WHITEPAPER

Norma ISO 31700 e privacy by design: cosa devono sapere aziende e consulenti

Contract Management
Privacy/Compliance

A pochi giorni dalla piena efficacia dei divieti più stringenti previsti dall’AI Act, ossia quelli dell’articolo 5, pienamente applicabile dal 2 febbraio 2025, l’UE sembra voler fare un passo indietro rispetto alle scelte legislative sull’intelligenza artificiale.

I dati sono molteplici e sovrapposti: l’annuncio di un investimento massivo da parte dell’Unione in ricerca sull’intelligenza artificiale, 200 miliardi; gli esiti dell’AI Action Summit di Parigi e la richiesta di 60 start up europee di semplificazione normativa, con Mistral capofila.

Da un lato, la Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha annunciato una campagna di finanziamenti massiva: 20 miliardi di fondi pubblici per realizzare quattro Gigafactories per l’intelligenza artificiale, per un indotto di dieci volte tanto.

La tesi è che la corsa all’intelligenza artificiale è appena iniziata ed è tutt’altro che finita, anche se, allo stato, USA e Cina appaiono in netto vantaggio sull’Unione.

Il dato infrastrutturale però è cruciale: senza potenza di calcolo parlare di AI europea è semplice fantasia.

A questo tema di collega il discorso del presidente francese Emmanuel Macron, che candida la Francia ad essere hub di queste infrastrutture.

La base di partenza è semplice: l’hardware che sostiene l’AI consuma molta energia elettrica e la Francia vede un 71% di energia fornita da centrali nucleari.

Il risultato – non espresso in modo del tutto esplicito – è che fondi pubblici ed investimenti privati nell’intelligenza artificiale dovrebbero essere convogliati in Francia, dove è già presente un sistema di sostentamento energetico idoneo a mantenere gli altissimi consumi richiesti dalle Gigafactories.

Non a caso, quindi, il vertice è stato organizzato a Parigi.

Altro dato interessante è che il vertice ha avuto come promotori la Francia – diretta interessata – e l’India, altra potenza demografica ed economica esclusa – per ora – dalla corsa all’intelligenza artificiale.

Se questo asse diventasse strategico, in futuro, la partita si riaprirebbe per davvero.

Regole più semplici e tasse diverse

Le richieste di tutti i players economici, però, sono regolamentazione più semplice e meno burocrazia, oltre, ovviamente, a fondi pubblici più sostanziosi (a cui è sempre difficile dire di no), oltre ad una tassazione più vantaggiosa per le Big Tech.

Partiamo da quest’ultima.

Tutte le sedi europee delle Big Tech – imposte per via normativa da GDPR e altri regolamenti – sono in Irlanda: questo non perché alla Silicon Valley amino la Guinness quanto piuttosto perché gli accordi tra multinazionali e governo irlandese hanno determinato un imponente sforzo di detassazione a fronte di investimenti imponenti, a tutto beneficio di una Repubblica con seri problemi macroeconomici.

Insediare le Gigafactories sul Continente, dove ci sarebbero le infrastrutture idonee ad accoglierle, implica investire in Paesi con tassazione elevatissima (secondo i diretti interessati ossia le Big Tech USA e cinesi).

Da qui la tensione sul tema della tassazione; tema che certamente ha contribuito a non far firmare il documento finale del Summit a USA, Cina e Gran Bretagna.

Normativa complessa e troppa burocrazia: cosa vuol dire in concreto?

Al netto del qualunquismo del sintagma, un tema di eccessiva complessità normativa si pone; la questione burocratica, invece, è strettamente politica. E una qualche apertura per la semplificazione è arrivata anche dalla presidente Ue Ursula Von Der Layen.

“Lo scopo della legge sull’IA è quello di fornire un unico insieme di norme sicure in tutta l’Unione europea – 450 milioni di persone”, ha sottolineato von der Leyen. “Invece di 27 diverse regolamentazioni e sicurezze nazionali nell’interesse delle imprese”.

“Allo stesso tempo, so che dobbiamo rendere le cose più semplici e ridurre la burocrazia – e lo faremo”

Il problema, almeno in apparenza, non è tanto l’AI Act, quantomeno nella sua parte sacrosanta, ossia divieti e precauzioni – pure poche, secondo alcuni.

Il tema è la complessità della compliance richiesta, anche se pure questo, ad oggi, non è così centrale: tutto dipende dall’uso che si fa del modello, più che da altre questioni.

Quindi, se un modello non viene ideato, addestrato ed impiegato per una delle finalità ad alto rischio, la compliance prevista dall’AI Act è basica.

Nel caso di alto rischio, è previsto un sistema di tracciabilità con schede prodotto e marchiature CE non eccessivamente complesso da mettere a terra per delle multinazionali.

Per le start up, invece, sono previsti sistemi semplificati, che si traducono in certificazioni, con costi certamente alti ma verosimilmente coperti da fondi pubblici.

Fin qui è tutto bellissimo: peccato che da qui in poi si entri nel vero ginepraio, ossia tutta la normativa applicabile ed il coordinamento tra diversi regolamenti e direttive.

Chi scrive ritiene che vi sia un vero e proprio diritto del trattamento dei dati personali, dei servizi e dei mercati digitali, in cui rientra la regolamentazione dell’AI.

Il tema è che il set normativo “minimo” è composto da: GDPR, Digital Service Act, Digital Markets Act, Data Act, Data Governance Act, Ai Act, Direttiva Nis 2 e regolamento DORA, solo per elencare i più rilevanti.

Nessuna di queste normative prevede parametri certi e lascia all’operatore economico la responsabilità (accountability) di determinare se e come ogni singola normativa gli si applica ed in che termini declinare la propria compliance.

Questo impone un super lavoro in termini di servizi legali e individuazione delle scelte tecnico-operative per risultare compliant e non incorrere in sanzioni.

E qui si arriva al dato politico-burocratico: le multinazionali devono o trattare direttamente con la Commissione le modalità concrete di operatività, come per esempio accade per il Digital Service Act: che non a caso è stato il primo e più feroce terreno di scontro da quando Elon Musk è entrato sulla scena dei Social Network.

Poi ci sono le Autorità indipendenti che emanano linee guida con valore giuridico teoricamente applicativo e indicativo ma sostanzialmente cogente.

Da ultimo i Garanti nazionali, che effettuano ispezioni ed emanano sanzioni.

E’ ovvio che un nell’ottica di una multinazionale statunitense questo modello sia irrazionale ed assolutamente insensato, quasi sovietico.

E ora che succede?

Siamo solo all’inizio? Parrebbe di sì, come parrebbe che la Vecchia Europa voglia dare un colpo di reni sul tema dei prossimi 5 anni, ossia energia e intelligenza artificiale.

Non è una questione teorica o dottrinale, ma di sopravvivenza economica come potenza industriale e non come mera penisola dell’Eurasia in cui venire a fare vacanze culturali.

La sfida è aperta e si dovrà capire come verranno declinati ii macroprincipi formulati: altri regolamenti? Deregulation sostanziale tramite linee guida?

Nemmeno le richieste di semplificazione erano specifiche: pare che la normativa sia così complessa che diviene pure difficile chiedere un’abrogazione mirata di un determinato obbligo.

Una cosa è certa: o l’Europa mette soldi veri sull’AI e sulle infrastrutture connesse ed inizia a giocare duro, o il declino è una sicurezza.

WHITEPAPER

Preparati per la NIS2: guida essenziale per rispettare gli obblighi cyber in tempo!

Backup
Software security

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Video & Podcast
Analisi
Social
Iniziative
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 3