il problema

Authority tlc e privacy depotenziate, ecco i rischi per cittadini e consumatori

I ritardi nelle nomine delle authority sembrano inevitabili e comporteranno diritti negati agli italiani: sul fronte della tutela della par condicio in campagna elettorale, il dossier privacy su Facebook (con una class action ora a rischio) e le sanzioni agli operatori telefonici

Pubblicato il 12 Ago 2019

Marco Pierani

Direttore Public Affairs & Media Relations - Euroconsumers

parlamento-italiano1

Sussiste un ulteriore problema nel problema, nella già caldissima estate politica italiana.

Vista l’escalation degli eventi forse non tutti lo ricorderanno ma, tra le varie questioni aperte sulle quali la maggioranza gialloverde non era riuscita a trovare un accordo prima della deflagrazione della crisi di governo, spiccavano anche le nomine dei Garanti Privacy ed AGCOM.

Tale inerzia aveva già provocato una situazione del tutto inedita, se è vero che per il Garante Privacy si era resa necessaria lo scorso 7 agosto l’emanazione di un decreto d’urgenza per prorogare l’attuale Collegio che rimane dunque in carica e continuerà ad esercitare le proprie funzioni, limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione e a quelli indifferibili e urgenti per ulteriori sessanta giorni.

Per quanto concerne l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il cui mandato è scaduto il 26 luglio scorso, non si è invece reso necessario un decreto legge di prorogatio, sulla base di un precedente parere del Consiglio di Stato AGCOM gode infatti di una proroga di 60 giorni, ma ciò non toglie che anche in questo caso l’attività dell’Autorità durante la prorogatio rimarrà limitata agli atti di ordinaria amministrazione.

Insomma, siamo nel bel mezzo di una crisi politica senza precedenti, i cui esiti sono al momento abbastanza imprevedibili, con le due più rilevanti Autorità di Garanzia a mezzo servizio, ma non solo, in entrambi i casi ulteriori proroghe appaiono già oggi quasi inevitabili, il Parlamento infatti non potrà evidentemente procedere prima che si chiarisca l’esito della crisi e, ove si andasse a nuove elezioni, questo comporterebbe che bisognerà attendere il nuovo Parlamento.

Questi ritardi nelle nomine comporteranno certamente diritti negati e meno tutele a utenti e consumatori (di servizi telefonici, tra l’altro), in regime di prorogatio le due Autorità dovranno infatti limitarsi allo stretto indispensabile, per fare solo un piccolo esempio caro a chi scrive, pare purtroppo difficile che in questa situazione il Garante Privacy possa intervenire nella class action promossa da AltroConsumo vs Facebook per la violazione dei dati personali di milioni di utenti, che gli è stata formalmente notificata.

Ma oltre alle conseguenze negative per i consumatori, in questo caso più che mai, occorre preoccuparsi dei diritti primari e costituzionalmente garantiti di tutti noi cittadini, pensiamo solo ai provvedimenti già presi in passato dal Garante Privacy nei confronti di diverse forze politiche durante precedenti campagne elettorali per l’invio massivo di comunicazioni politiche su indirizzi reperiti illegalmente, pensiamo alla grande attenzione che sarebbe utile ed opportuno attendersi da AGCOM per quanto concerne la par condicio sui canali televisivi ma anche e soprattutto rispetto a comunicazioni politiche abusive e/o ingannevoli sui social media.

In questa fase dunque la peculiare carenza delle due authorities di garanzia a pieno regime rende la situazione politica ancor più preoccupante, occorrerà che le più alte cariche dello Stato e tutte le altre Istituzioni ne tengano conto e facciano quadrato a garanzia dei cittadini e della tenuta democratica del Paese.

Infine, se da una parte può essere stato un gesto di leggerezza o irresponsabilità da parte delle forze di governo il non riuscire a chiudere, prima della crisi, questa partita delle nomine, dall’altra a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina e allora, lasciatemelo dire, forse chi ha staccato la spina stava già preparandosi alla crisi.

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