Nell’ultima release di ChatGPT 4, per chi ha sottoscritto un abbonamento, compare l’integrabilità del sistema con l’altro motore Microsoft, Bing, integrato nel browser Edge e la possibilità di attivare una pletora di plugin che aiutano a orientare le performance di ChatGPT.
Ma come giustamente ci ricorda OpenAi stessa, non appena fatto clic sull’opzione indicata dalla freccia, si viene allertati da questa finestra
che recita appunto:
“I plugin sono potenziati da applicazioni di terze parti che non sono controllate da OpenAI. Siate certi di potervi fare affidamento prima di installarli.”
“Il plugin connettono ChatGPT a app esterne. Se abiliterete un Plugin, ChatGPT potrebbe trasmettere parti della vostra conversazione e il paese dove vi trovate al plugin per migliorare la conversazione”
“ChatGPT sceglie automaticamente quando usare uno specifico plugin abilitato durante una conversazione, a seconda dei plugin che sono stati abilitati”
Plugin ChatGPT, a cosa prestare attenzione e perché
Questi disclaimer sollevano diverse questioni di privacy che dovrebbero essere considerate attentamente. Innanzitutto perché, in generale, è sempre una buona idea leggere attentamente le policy e i termini di servizio prima di utilizzare qualsiasi servizio online, compresi i plugin, e ovviamente se si nutre il minimo dubbio sulla fine che potrebbero fare i nostri prompt, in altre parole se non si è sicuri di come un plugin gestisca le tue informazioni, potrebbe essere meglio rinunciare ad una feature velleitariamente ulite e non installare nulla, tralasciando queste funzionalità aggiuntive che mirano a migliorare l’esperienza dell’utente, ma che prestano il fianco anche a potenziali rischi per la privacy. È fondamentale fare ricerche approfondite e considerare attentamente questi rischi prima di decidere di utilizzare un plugin. La privacy della nostra “psicologia” e i nostri “riferimenti valoriali” e in sostanza il nostro “Io” è un coacervo di identità preziosa che ci definisce e merita sempre di essere protetta.
Il delicato equilibrio tra funzionalità e privacy
Nelle interazioni con l’AI rimane la privacy la preoccupazione di sempre. In pieno hype delle intelligenze artificiali conversazionali, è importante comprendere come le nostre domande, richieste, interazioni con i chatbot intelligenti vengono gestite e protette. Cosa accadrebbe se i miei dubbi amletici, o quelli “più” amletici, o eccessivamente sinceri, venissero campionati e poi utilizzati o peggio ancora diffusi, anche senza dolo ma per un databreach? Un aspetto particolare di questa discussione riguarda proprio in questo breve articolo l’uso dei plugin di terze parti che stanno venendo sviluppati su/per ChatGPT. Questi strumenti di terze parti possono migliorare l’esperienza dell’utente, ma presentano anche potenziali rischi per la privacy.
Plugin ChatGPT: le implicazioni a cui prestare attenzione
Esaminiamo più da vicino queste implicazioni.
Controllo di terze parti
Come abbiamo detto, i plugin di ChatGPT sono gestiti da terze parti, non da OpenAI. Questo significa che le informazioni che passano attraverso questi plugin sono al di fuori del controllo diretto di OpenAI. Questo può rappresentare un rischio significativo per la privacy, poiché le terze parti potrebbero non avere le stesse rigide politiche sulla privacy o le stesse misure di sicurezza di OpenAI.
Prima di installare un plugin, è fondamentale fare una ricerca approfondita sulla società o l’individuo che lo gestisce. Questo dovrebbe includere un’analisi della loro reputazione, delle loro politiche sulla privacy e di come gestiscono i dati degli utenti. Inoltre, è importante considerare se la società o l’individuo ha avuto problemi di sicurezza o violazioni dei dati in passato.
Trasmissione di dati
Un altro aspetto preoccupante è che, se si abilita un plugin, parti della conversazione e il to paese di origine potrebbero essere trasmessi al plugin. Questo potrebbe includere informazioni sensibili o personali che si potrebbe non voler condividere.
È importante capire come queste informazioni vengono utilizzate e protette dal gestore del plugin. Le politiche sulla privacy dovrebbero delineare chiaramente come i dati vengono raccolti, utilizzati e conservati. Se queste policy non sono disponibili o non sono chiare, potrebbe essere meglio evitare di utilizzare quel plugin.
Selezione automatica dei plugin
ChatGPT sceglie automaticamente quando utilizzare un plugin specifico durante una conversazione. Questo significa che si potrebbe non avere il pieno controllo su quali informazioni vengono condivise con quali plugin. È proprio per questo che potrebbe essere necessario riconsiderare l’uso di plugin o limitare le informazioni condivise durante l’uso di ChatGPT, lasciando il plugin acceso per comodità ma comportandoti come se la tua comunicazione fosse pubblica, quindi ponendo domande “rovesciate” e non dirette, per non essere tracciato nello scopo e nelle intenzioni.
Dalla privacy dei dati, alla privacy della personalità
La privacy digitale è un terreno complesso e in continua evoluzione. Con l’espansione delle tecnologie di intelligenza artificiale come ChatGPT, la questione della privacy diventa sempre più intricata e relativa non solo ai dati, ma anche ai nostri modi di interagire linguisticamente, i nostri preconcetti, i nostri stereotipi e le nostre convinzioni, paure, speranze. L’uso dei plugin di ChatGPT è solo un esempio di come le nuove tecnologie possono presentare sfide inaspettate per la protezione non più dei dati personali, ma della personalità.
La responsabilità dell’utente
In questo contesto, gli utenti devono assumersi una certa responsabilità per la protezione della propria identità sociale, psicologica e valoriale. Questo significa essere proattivi nel comprendere come le proprie informazioni vengono utilizzate e protette. Prima di installare un plugin, ad esempio, gli utenti dovrebbero leggere attentamente le politiche sulla privacy e i termini di servizio. Se queste politiche non sono chiare o se l’utente non si sente a proprio agio con la loro gestione dei dati, è meglio evitare di installare il plugin.
La necessità di trasparenza
Allo stesso tempo, le aziende che sviluppano e gestiscono questi plugin hanno la responsabilità di essere trasparenti su come gestiscono i dati degli utenti. Questo include la divulgazione di quali dati vengono raccolti, come vengono utilizzati e come vengono protetti. Le aziende dovrebbero anche essere trasparenti su eventuali violazioni dei dati o problemi di sicurezza che potrebbero aver avuto in passato.
Non solo sfide, ma anche motivi per essere ottimisti
Mentre la tecnologia continua a evolvere, anche le misure di protezione dei dati stanno migliorando. Nuove leggi sulla privacy, come l’Artificial Intelligence Act, approvato iI 14 giugno 2023 dal Parlamento europeo: il progetto di normativa sull’intelligenza artificiale proposto dalla Commissione europea nell’aprile del 2021 servirà a stabilire standard più elevati per mettere l’AI al completo servizio dell’essere umano.
Inoltre, gli sviluppatori di intelligenza artificiale stanno lavorando su nuovi metodi per proteggere la privacy degli utenti. Ad esempio, tecniche come l’apprendimento federato e la differenziazione privata possono aiutare a proteggere i dati degli utenti mentre consentono ancora l’uso di intelligenze artificiali come ChatGPT.
È grazie a questo che possiamo sperare in un futuro in cui le potenzialità dell’intelligenza artificiale possono essere sfruttate senza compromettere le informazioni relative all’approccio etico, politico, sessuale, o religioso degli utenti che vi interagiranno.