A differenza della mia lettura, che risulta quindi erronea, del provvedimento del 22 febbraio riportata su agendadigitale.eu, il Garante Privacy ha dichiarato di non essersi pronunciato sul differimento delle funzioni ispettive e sanzionatorie.
Se da una parte dispiace aver diffuso un’interpretazione del provvedimento senza prima un confronto con l’Autorità, dall’altra il clamore suscitato e l’immediata precisazione del Garante confermano l’attenzione e la sensibilità nei confronti di una materia così importante per le aziende e il sistema Paese.
Insomma, nessun rinvio: questa volta il Paese dovrà trovarsi preparato, tutto, alla scadenza del 25 maggio.