I progressi nella realtà virtuale e l’emergere del metaverso rendono i giochi sempre più coinvolgenti. Tuttavia, il gioco immersivo espone alla manipolazione volumi di informazioni senza precedenti sui giocatori. I rischi coinvolgono soprattutto i minori, i più attratti dal gaming online ma spesso ancora senza la necessaria consapevolezza dei rischi legati a un’esposizione senza controllo dei loro dati.
Ecco perché occorre intervenire con urgenza sul piano della legislazione.
Se anche le aziende spingono verso la gamification: i dati
Negli ultimi anni si è parlato spesso e sempre di più della spinta delle grandi aziende verso la gamification: l’approccio al sistema ludico per accrescere la brand awareness, incrementare la fidelizzazione del cliente e creare una community, ha portato l’industria del gaming online a raggiungere una crescita del 27% dal 2018 al 2022 ed è previsto che entro il 2025 il mercato globale cresca da 1,9 miliardi a 30,7 miliardi di dollari.
Aumenta anche il dato relativo ai bambini che posseggono un dispositivo mobile personale e va diminuendo la media dell’età in cui, nel caso non ne posseggano uno personale, utilizzano quello dei genitori.
Secondo l’ultimo report di We Are Social, la maggior parte del tempo di utilizzo di uno smartphone viene dedicato al gioco online: quasi l’82% della popolazione, ama passare il suo tempo con dei videogiochi e lo smartphone costituisce il device primario con un dato del 62% rispetto a console (38%) e computer (35%).
Il mercato del gaming detiene il podio anche nello scenario delle spese per i prodotti digitali, con un totale di 2,11 bilioni di dollari spesi nel 2022.
I bambini sono attratti in particolar modo dai giochi online strutturati sul tema del “world building” e incentivati allo scambio con altri utenti perché spinti, per natura, alla socialità.
La veloce crescita dell’industria del gaming online, tuttavia, non corrisponde a proporzionate iniziative di implementazione della sicurezza e responsabilizzazione sui rischi a cui si accede una volta iniziato il gioco.
L’approccio privacy-by-design per una protezione efficace
Di quali rischi si tratta?
La tipologia riguarda due situazioni che conseguono all’accesso a tali attività:
- La raccolta di dati degli utenti registrati
- L’accesso alle piazze virtuali del web
Spesso, infatti, la modalità di gioco online è incentivata dallo sblocco di premi, livelli e tips da cui i bambini sono attratti; talvolta accade che il download dell’app di game abbia impostata la modalità online di default e quindi l’utente non è nemmeno messo chiaramente al corrente di questo passaggio.
Rispetto al gaming da pc o console, il settore del gaming su dispositivo mobile non è ancora sottoposto a quella serie di normative e impostazioni che assicurano un ambiente di gioco sicuro: le Big del settore come Sony e Nintendo hanno istituito programmi per la privacy e comprendono i rischi associati agli abusi dei dati personali. Il settore dei giochi mobili è costituito da nuove e piccole aziende che non dispongono di risorse interne per la privacy e potrebbero non seguire i principi di protezione dei dati. Di conseguenza, le autorità di regolamentazione hanno rivolto la loro attenzione al gioco online, un settore in rapida crescita che commercializza spesso prodotti digitali ai giovani.
Inoltre, secondo uno studio condotto dall’Oxford Internet Institute il tempo trascorso a giocare ai videogiochi non ha un effetto positivo sul benessere psichico e fisico: alienazione, calo della capacità di attenzione e nevrosi dettata dal ritmo serrato del binomio azione/premio sono solo alcune delle dinamiche sistematizzate dall’attività di gioco online.
Il problema non riguarda solo i minori.
Tuttavia, il livello di esposizione a cui questo target è sottoposto e il grado di sensibilità di questi rispetto al target adulto impone una riflessione urgente su quali potrebbero essere le immediate iniziative per migliorare lo stato attuale delle cose.
Un approccio efficace e costruttivo al gaming online
Un approccio efficace e costruttivo, infatti, prevede un accompagnamento all’utilizzo e fruizione più sicura del gaming online piuttosto che un allontanamento.
In tal senso si è già mossa l’Unione Europea con l’entrata in vigore nell’Aprile 2022 del Digital Services Act, che prevede la messa in atto da parte delle Big Tech di misure adeguate a garantire un elevato livello di privacy, sicurezza e protezione per i minori che accedono ai loro servizi.
Il dispositivo di assicurazione dell’età proposto fino ad oggi come soluzione alla garanzia di sicurezza, non basta: è necessario che gli sviluppatori dei giochi seguano un approccio privacy-by-design. Questo, infatti, non risolve la seconda questione relativa ai rischi dell’attività di gaming online ovvero la trasparenza sulla raccolta dei dati. Spesso, infatti, queste piattaforme hanno accesso alle informazioni attraverso espedienti come la geolocalizzazione. I giochi online spesso nascondono le impostazioni sulla privacy, rendendo difficile anche per utenti relativamente sofisticati esercitare il controllo sulle proprie informazioni personali.
Conclusioni
Come possono i bambini capire facilmente come vengono utilizzati i loro dati? Quali controlli o impostazioni verranno presentati?
I progressi nella realtà virtuale e l’emergere del metaverso rendono i giochi sempre più coinvolgenti. Il gioco immersivo espone volumi di informazioni senza precedenti sui giocatori, le loro connessioni e le loro vulnerabilità alla manipolazione. Motivi che rendono ancora più urgente e prioritario l’inserimento di un piano di legislazioni nell’agenda delle politiche europee, per agire in modo sinergico ed efficace su un panorama che non riguarda più né il domani né l’oggi, ma ieri.