L’adeguamento al GDPR investe con forza i big del web. Ma in particolare lo scandalo Cambridge Analytica, scoppiato negli ultimi mesi e le cui conseguenze non sono ancora definitivamente venute alla luce, ha portato soprattutto il colosso dei social network a correre ai ripari per cercare di tutelare la privacy dei propri utenti (di tutti noi).
Questo coincide anche con l’imminente entrata in vigore del nuovo regolamento europeo in tema di privacy e sicurezza (GDPR) che avrebbe comunque “costretto” Facebook ad adottare delle nuove contromisure in questo senso.
Certamente, se Facebook fosse stato così preoccupato per la privacy degli utenti negli ultimi anni, come sembra lo sia ora, saremmo stati forse molto più tutelati e risparmiati dagli ultimi accadimenti.
Si ha la sensazione che le misure che Facebook sta attuando, sono in gran parte legate a reazioni a situazioni che non sarebbero dovute accadere e questo, di fatto, getta un’ombra che solo con il tempo potrà essere rimossa se, soprattutto, non accadranno nuovi episodi gravi come quelli accaduti.
Anche gli annunci di qualche giorno fa sul miglioramento della privacy, appaiono solo come un provvedimento per andare incontro al GDPR e non come delle vere e proprie azioni a più ampio spettro.
Già da qualche giorno infatti, Facebook sta chiedendo agli utenti di rivedere e aggiornare le impostazioni sulla privacy e si potranno quindi apportare modifiche da una “specie” di sondaggio a step guidati rispondendo a domande, ad esempio, sui dati utilizzati da terze parti per visualizzare annunci su Facebook. Questo potrà essere disabilitato in anche in futuro, in modo che il comportamento di navigazione non abbia alcun effetto sulla pubblicità visualizzata su Facebook.
Facebook e il riconoscimento facciale
Ci sono anche impostazioni sul riconoscimento facciale. Negli ultimi sei anni, Facebook ha offerto questa funzionalità, ma non nella Ue. Con le modifiche ora, anche gli utenti dell’UE e del Canada avranno la possibilità di abilitare il riconoscimento facciale (o di disattivarlo). Verrà utilizzato, ad esempio, per i suggerimenti di tagging durante il caricamento di foto o anche per riconoscere quando qualcun altro usa un’immagine di profilo che non è la sua.
Facebook, il GDPR e i minori
Un’altra importante novità riguarda i minori che, come sappiamo, usano molto attivamente il social.
In base al Regolamento Europeo infatti, le persone di età compresa tra i 13 e i 15 anni in alcuni paesi dell’Ue, hanno bisogno del permesso di un genitore o tutore per compiere alcune azioni specifiche su Facebook, come vedere inserzioni sulla base dei dati dei partner e includere nel loro profilo le opinioni religiose e politiche. Questi adolescenti vedranno una versione meno personalizzata del social con condivisione limitata e annunci meno rilevanti, fino a quando non otterranno il permesso da un genitore o tutore di usare tutti gli aspetti di Facebook.
Facebook, il download di dati e il rischio sanzioni col GDPR
Facebook intende anche facilitare la visualizzazione, la cancellazione e il download dei dati. Con il GDPR infatti, dovrà essere più semplice abbandonare il servizio, recuperare le proprie informazioni personali per eventualmente portarle in un servizio concorrente. Facebook dovrebbe consentire di caricare i dati personali in diversi formati, ma non è ancora chiaro se verrà consentito di trasferire questi dati su un’altra applicazione in maniera automatica o semi automatica.
Facebook dunque, da un lato apporta delle modifiche per adeguarsi al nuovo regolamento europeo, dall’altro ripropone ai suoi utenti delle scelte che erano già possibili e che sicuramente l’utente aveva in qualche modo già fatto.
Le sanzioni ovviamente preoccupano la società che, se si dovessero verificare nuovi scandali come quelli recentemente avvenuti in uno dei paesi sottoposti al GDPR, potrebbe facilmente andare incontro a delle class action con una sanzione che potrebbe arrivare al 4% del fatturato annuo mondiale dell’esercizio precedente (cifre da capogiro evidentemente).
Ritengo assolutamente appropriata la scelta di riproporre la scelta delle opzioni di condivisione agli utenti in quanto, in questi anni, Facebook ha sempre cercato di portare gli utenti verso il massimo della condivisione e in molti casi gli utenti non erano e non sono pienamente coscienti delle informazioni che condividono con la piattaforma e con gli altri utenti (anche non facenti parti della cerchia di amici).
Entro il 25 maggio comunque tutti gli utenti del social network dell’Ue si saranno confrontati con il nuovo sondaggio sulla privacy. Successivamente, Facebook dichiara che offrirà queste opzioni anche al resto del mondo, anche se non si sa bene in quali tempi. Ricordiamo che circa 1,5 miliardi di persone (quasi l’80% del totale degli utenti attivi), per ora, non verranno sottoposte a queste nuove tutele.