Con il provvedimento del 9 giugno scorso, il Garante ha chiuso la prima delle istruttorie avviate sulla base dei reclami presentati da NOYB, l’associazione fondata da Max Schrems, in relazione all’illegittimità del trasferimento dei dati personali negli Stati Uniti d’America sotteso al funzionamento di Google Analytics.
Dall’indagine del Garante è emerso che i trasferimenti di dati personali in questione, nonostante le misure sin qui adottate dai titolari del trattamento e soprattutto da Google, restano incompatibili con la disciplina europea della privacy in ragione del persistente disallineamento tra l’ordinamento americano e quello europeo in fatto di riconoscimento agli interessati di garanzie effettive ed efficaci di protezione dati.
Il Garante ha evidenziato, in particolare, le possibili violazioni della privacy degli utenti da parte di agenzie di intelligence americane e le scarse possibilità per gli stessi di esercitare i propri diritti in caso di eventuali abusi.
La società destinataria del provvedimento del Garante, a questo punto, avrà novanta giorni per adeguarsi alle regole vigenti o, in difetto, cessare l’utilizzo di Google Analytics.
L’Autorità ha anche invitato tutti i gestori di siti pubblici e privati a verificare che l’utilizzo di cookie e altri strumenti di tracciamento sia conforme alla normativa privacy, con particolare attenzione a Google Analytics e servizi analoghi.
L’accordo politico non basta, serve subito un accordo giuridico.
Il comunicato del Garante privacy
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