verso l’AI Act

Governare l’intelligenza artificiale: un dovere pubblico



Indirizzo copiato

L’AI Act in arrivo cerca il giusto equilibrio tra regole e innovazione.Ma la vera innovazione non può che avvenire a garanzia di diritti e interessi di tutti. A fronte dell’avanzata dei prodotti con IA, il governo pubblico della materia è dovere ineludibile, come detto anche da Frattasi (ACN) al Cybersecurity360Summit

Pubblicato il 29 nov 2023

Alessandro Longo

Direttore agendadigitale.eu

Andrea Viliotti

Innovation Strategist



intelligenza artificiale europa

OpenAI si è rivelato un tentativo fallito di autoregolamentazione dell’AI e ora, con il nuovo board, sembra a tutti gli osservatori che la tecnologia andrà sempre più veloce; con nuovi prodotti e applicazioni. La concorrenza del resto incalza: è di ieri il chatbot Amazon Q, specializzato per l’uso in ufficio, con tutela (promessa) su privacy, proprietà intellettuale.

L’industria dei chatbot con AI avanza

Amazon Q si unisce ad altri prodotti ai generativi per il business, come Bing Enterprise, Google Duet AI, ChatGpt Enterprise, Microsoft Copilot.

Anche questi prodotti provano ad affrontare il tema della tutela dati e diritti di terzi, per rassicurare i clienti (business).

Perché bisogna governare l’IA

Ma ora, soprattutto ora alla luce delle vicende di OpenAI, sempre più Paesi sono convinti che non si possa lasciare la safety dell’IA alla discrezione delle imprese che la producono. E che serva piuttosto una governance pubblica, norme e indirizzi, per mitigare i rischi delle sue applicazioni più controverse. E’ stato questo uno dei messaggi di Bruno Frattasi, direttore dell’ACN al convegno Cybersecurity360Summit di ieri. L’Agenzia cyber proprio questa settimana ha aderito alle linee guida internazionali per lo sviluppo sicuro dell’IA. Il nostro Paese è sulla partita insomma.

Al tempo stesso, i Governi – alcuni più di altri – non si preoccupano solo di evitare i rischi ma anche pensano a come incoraggiare l’uso vantaggioso dell’IA: per rilanciare la produttività, sostenere la ricerca, l’innovazione in Sanità.

Nella cybersecurity – come ha detto Frattasi – questo duplice ruolo pubblico significa ad esempio sia fare in modo che i prodotti di IA non abbiano vulnerabilità pericolose e che non siano usati a scopi malevoli (almeno, ridurre questo rischio); sia che possano servire a migliorare le nostre difese cyber.

AI Act, i lavori in corso

La sfida che vediamo ora in Europa con l‘AI Act, in discussione al trilogo (Consiglio, Commissione, Parlamento europei) è trovare il giusto equilibrio tra regole e innovazione.

Che non sono due valori dicotomici, in realtà: la vera innovazione, in fondo, non può che avvenire a garanzia di diritti e interessi di tutti.

L’attuale bozza, uscita dal Parlamento europeo dopo l’iniziativa della Commissione, privilegia un approccio regolamentato. Questo approccio si basa sulla classificazione delle applicazioni AI in base al rischio, distinguendo tra quelle potenzialmente dannose, che richiedono una regolamentazione attenta, e quelle che possono essere sviluppate più liberamente​​.

Questo dibattito si inserisce nell’amplio contesto delle preoccupazioni relative agli impatti dell’IA su lavoro, economia, finanza, disinformazione, discorsi di odio e la concentrazione del potere nelle mani di poche grandi aziende. Ci sono anche preoccupazioni etiche e strategiche, come l’uso dell’IA in ambito militare e nel controllo dei sistemi di connettività nelle zone di guerra​​.

L’Europa si trova in una posizione unica, con un sistema giuridico incentrato sui diritti umani che potrebbe rallentare lo sviluppo delle tecnologie AI favorendo ad altri attori globali. Tuttavia, ciò potrebbe anche essere visto come un’opportunità per progettare IA di un tipo nuovo, eticamente consapevoli e focalizzate sulla qualità dell’informazione e sui diritti dei cittadini.

In questo contesto, l’AI Act europeo appare come un elemento cruciale per determinare la direzione futura dello sviluppo dell’IA, bilanciando innovazione, etica, e sicurezza.

AI ACT, i contenuti

I 771 emendamenti all’AI Act da parte del Parlamento Europeo nel giugno 2023, segnano una svolta decisiva nel panorama regolatorio dell’intelligenza artificiale. Questi emendamenti non sono solo un ritocco al testo legislativo del 2021, ma una vera e propria rivoluzione che tocca le fondamenta stesse della regolamentazione, con modifiche significative anche agli allegati, in particolare all’Allegato III che elenca i sistemi AI ad alto rischio, su cui servono garanzie maggiori.

In questo contesto, l’intelligenza artificiale si divide in quattro livelli di rischio: da inaccettabile a minimo. L’Europa pone un veto sui sistemi AI discriminatori e intrusivi, delineando un confine chiaro tra ciò che è permesso e ciò che non lo è. La responsabilità è distribuita lungo tutta la catena di produzione – dai fornitori ai produttori, dagli importatori ai distributori.

La conformità ai principi europei riveste un ruolo cruciale. L’Emendamento 10 enfatizza la necessità di orientare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in conformità con i valori dell’Unione Europea. Questo include il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, come delineato nei trattati dell’Unione, nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e nelle normative internazionali sui diritti umani.

Un punto cruciale è la robustezza e la sicurezza dei sistemi di AI. L’importanza della robustezza tecnica e della cybersecurity è stata enfatizzata per i sistemi di AI ad alto rischio. Inoltre, il regolamento ha ridefinito e ampliato l’elenco dei sistemi di AI considerati ad alto rischio e ha introdotto norme rigide per sistemi di AI non consentiti, inclusi quelli che utilizzano l’identificazione biometrica remota “in tempo reale” e quelli che rischiano di discriminare individui o gruppi.

La riformulazione dell’AI Act riflette una maturata consapevolezza dei rischi e delle opportunità che l’intelligenza artificiale porta con sé, specialmente nel campo dei modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), ormai fenomeni di massa.

Si chiede ad esempio a chi fa modelli di base di IA di rispettare principi di trasparenza e dare garanzie di non violazioni delle nostre norme (vedi articolo sotto per dettagli).

Ricordiamo che le aziende che si spingono oltre i limiti dell’AI Act affrontano sanzioni pesanti, con multe che possono raggiungere i 30 milioni di euro o il 6% del fatturato annuo.

Gli emendamenti del 2023 hanno introdotto anche nuove strutture e organi per la governance dei sistemi di AI, assegnando a ogni Stato membro un’autorità nazionale di controllo e stabilendo meccanismi per la gestione dei dati relativi ai sistemi di AI.

Questo approccio europeo potrebbe servire da modello per un equilibrio tra progresso tecnologico e salvaguardia dei valori fondamentali, plasmando non solo l’ambito normativo, ma anche il futuro stesso dell’intelligenza artificiale.

AI generativa e AI Act: lo scontro

Tuttavia secondo molti l’arrivo dell’IA generativa – nonostante gli emendamenti last minute del Parlamento- hanno fatto apparire già vecchio l’AI Act. E soprattutto ora in sede di trilogo ci si pone il tema di come regolamentare i modelli fondazionali (quelli alla base dell’IA generativa). In modo più o meno stringente.

In questa sede Italia, Francia e Germania hanno siglato un accordo trilaterale per una regolamentazione light di questi modelli.

Questo accordo, che potrebbe influenzare l’adozione dell’AI Act europeo, pone l’accento sull’importanza dell’autoregolamentazione. Si prevede l’istituzione di un codice di condotta per gli sviluppatori di AI, enfatizzando un approccio più flessibile e adattabile, in contrasto con il modello più prescrittivo e preventivo dell’AI Act. Inoltre, l’accordo prevede un ruolo di supervisione per un’entità europea, che potrebbe avere implicazioni significative per l’armonizzazione delle normative degli Stati membri con quelle dell’UE.

Al momento non è chiaro se questo documento avrà seguito. Dal dipartimento innovazione (sottosegretario Alessio Butti) ricordano che la delega sulla strategia dell’IA è loro; come si legge del decreto sulle deleghe di Butti, Gazzetta ufficiale 22 novembre 2022 e più di recente nella nota del governo, 9 novembre 2023, sulla riunione del comitato interministeriale per la transizione digitale.

Non starebbe allora decidere sulle regole Mimit, che ha firmato il documento. La cui validità insomma è in forse.

E Butti propende per poche e chiare regole sull’IA; non autoregolamentazione. Si vedrà: il 6 dicembre, quando è previsto il nuovo incontro del trilogo. L’obiettivo dell’Europa è sempre di approvare l’Act a fine anno per una entrata in vigore nel 2024.

La sfida: regole e crescita economica dell’Europa via IA

Di fondo, alcuni Paesi europei temono che regole troppo stringenti in questo campo – come avviene tipicamente nell’innovazione – favoriscano gli incumbent al danno di startup, nuovi entranti. E’ l’accusa che anche startup americane dell’IA lanciano a OpenAI, che invoca regole governative: di volere tagliare le gambe alla concorrenza.

Gli incumbent sono americani; noi siamo quelli che devono farsi strada.

L’associazione di settore Digital Europe, che rappresenta le principali aziende innovative europee, lancia proprio quest’allarme, rischio iper-regolamentazione con AI Act, chiedendo di non regolamentare la tecnologia ma le applicazioni a rischio; si allinea al documento firmato da Germania, Italia e Francia. Sostiene che una pmi con 50 dipendenti se dovesse lanciare un prodotto con AI dovrebbe subire costi da 300 mila euro per la conformità.

E’ anche vero che Germania e Francia sembrano più avanti dell’Italia in questo percorso.

Francia

Il governo francese, impegnandosi nel 2021 con un finanziamento di 2,2 miliardi di euro distribuiti nell’arco di cinque anni, mira a rafforzare la sua posizione come leader globale nel settore dell’intelligenza artificiale.

In particolare a giugno ha annunciato un fondo per le startup AI da 500 milioni.

A novembre ha annunciato Kyutai, un centro di ricerca indipendente focalizzato sulla scienza aperta, con una dotazione iniziale di 300 milioni. Questo progetto ha ricevuto il sostegno di figure influenti nel mondo della tecnologia e del business: Xavier Niel, noto imprenditore nel settore delle telecomunicazioni e fondatore di Free; Eric Schmidt, ex CEO di Google e veterano dell’industria tecnologica; e Rodolphe Saadé, leader di rilievo nel settore del trasporto e della logistica, presidente e CEO del gruppo CMA CGM. In aggiunta, progetti innovativi come Mistral AI hanno ulteriormente rafforzato l’impegno francese nell’AI. Mistral è una startup che vuole competere con OpenAI sul fronte dell’IA generativa.

La strategia adottata si concentra sul sostegno all’ecosistema AI, includendo la liberalizzazione dei dati e l’elaborazione di un quadro normativo in linea con gli obiettivi dell’AI Act. Il presidente francese Emmanuel Macron, in un evento con startup a Parigi, ha invitato l’Europa a trovare un equilibrio fra innovazione e normativa, criticando un approccio eccessivamente restrittivo dell’AI Act.

Germania

La Germania ha già un suo campione, la startup Aleph Alpha, che può avere fatto azioni di lobby in sede di trilogo.

Il Paese con un piano di investimento di quasi 500 milioni di euro entro il 2024, mira a rafforzare le infrastrutture di supercomputing e la ricerca nell’AI, puntando a sviluppare competenze specifiche, sostenere gruppi di ricerca guidati da donne, e creare 150 nuove cattedre professorali. Nonostante l’entusiasmo per questi nuovi progetti e fondi, esistono preoccupazioni riguardo all’AI Act europeo.

Bitcom, rappresentante del settore digitale tedesco, ha evidenziato una lenta adozione dell’AI, attribuendo questo fenomeno a regole restrittive sul trasferimento dei dati. L’associazione tedesca di AI, che rappresenta oltre 400 aziende, ritiene che l’AI Act potrebbe diventare un ostacolo per l’industria AI del continente, poiché le normative proposte potrebbero aumentare i costi di sviluppo per i prodotti AI e creare incertezze legali. Holger Hoos, professore di AI, ha sollevato dubbi sull’efficacia del sostegno dell’UE all’ecosistema AI, suggerendo la necessità di un obiettivo comune e ambizioso, come un “CERN per l’AI”, per stimolare il progresso europeo in questo campo​​.

Italia

Il governo italiano ha aumentato significativamente il suo impegno nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Ha annunciato un fondo 800 milioni di euro in investimenti.

Il fondo però sembra ancora a livello di annuncio a quanto annunciano dal dipartimento. I soldi verranno da dipartimento innovazione, Cdp (Cassa depositi e prestiti) e Acn (Agenzia cyber).

Il Governo sta al momento elaborando una nuova strategia sull’IA, aggiornando quella precedente.

L’approccio italiano all’AI si basa su tre pilastri fondamentali: competenze e conoscenza, ricerca, sviluppo e innovazione, e un quadro di regole incentrate sull’innovazione. Questo include la rapida implementazione del Centro nazionale per l’AI di Torino e un’enfasi sulla formazione e sull’educazione per accrescere le competenze digitali, cruciale per il progresso tecnologico del Paese​​.

Un confronto internazionale

L’AI Act Europeo non mira solo a disciplinare l’uso dell’AI nel Vecchio Continente, ma aspira a diventare un punto di riferimento a livello mondiale, una sorta di “Effetto Bruxelles” per il resto del globo.

Guardando questo scenario dal punto di vista globale, emerge un contrasto netto tra l’approccio europeo e quello di altre potenze tecnologiche come Stati Uniti, Regno Unito e Cina. L’Europa, con i suoi quattro livelli di rischio per i sistemi AI, si distingue per una regolamentazione più dettagliata e prescrittiva. Al contrario, paesi come gli USA e il Regno Unito adottano un approccio più flessibile, meno vincolante, che potrebbe accelerare l’innovazione, ma con meno salvaguardie.

Tuttavia, nonostante le sue nobili ambizioni, l’impatto globale dell’AI Act europeo potrebbe essere meno incisivo di quanto sperato. La sua efficacia oltre i confini europei sembra limitata, essendo rilevante principalmente per i prodotti venduti all’interno dell’UE. Questo pone un dilemma interessante: mentre l’Europa si impegna a definire un quadro etico e sicuro per l’AI, potrebbe trovarsi in una corsa tecnologica globale con le mani legate, rischiando di essere sorpassata da nazioni con regolamentazioni meno stringenti.

Al tempo stesso sarebbe pericoloso allentare le regole di salvaguardia solo per evitare di danneggiare la competitività europea. Significherebbe partecipare a una corsa al ribasso sui diritti e alla fine non ne verrebbe un vero progresso socio-economico.

Questo scenario evidenzia una sfida cruciale per l’Europa: trovare l’equilibrio tra mantenere elevati standard di sicurezza ed etica e non inibire la sua capacità di competere a livello globale nel campo dell’intelligenza artificiale.

Conclusione

La realizzazione dell’AI Act segnerà un traguardo significativo per il progresso dell’intelligenza artificiale nell’ambito dell’Unione Europea. Questa legge mira a stabilire un equilibrio raffinato tra le necessità dell’industria e la protezione imprescindibile dei diritti umani e la sicurezza delle persone.

La sfida è complessa, ma è essenziale per l’Europa perseguire una strategia dinamica e adattabile, che consenta alle sue imprese di mantenersi al passo con la concorrenza a livello internazionale. Trovare una sintesi tra un’innovazione consapevole e una normativa efficace sarà decisivo per assicurare che l’Europa non solo partecipi ma anche assuma un ruolo guida nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, affermando la propria influenza nel contesto globale.

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 4