Facebook si dichiara intenzionato a “compiere un salto di qualità importante” nel nuovo decennio e ed ha in programma di proporre a oltre 2 miliardi di persone la revisione delle proprie impostazioni sulla privacy. Toccando il prompt nel proprio feed di notizie l’utente verrà infatti indirizzato allo strumento di verifica della privacy in versione rinnovata.
Vedremo quindi qui di seguito nel dettaglio in cosa consiste la novità 2020 – la funzione “Off-Facebook activity, che permette di gestire ed eliminare i dati che le app hanno condiviso con il social.
Ne approfittiamo per approfondire tutto quello che c’è da sapere sulla nostra privacy se siamo iscritti a Facebook: come aggiornare le nostre impostazioni sulla privacy e quali sono le normative che consentono di tutelare la nostra privacy.
Facebook, tre regole per una piena ma diligente libertà di utilizzo
Iscriversi ad un social network richiede consapevolezza. La conoscenza è sempre la miglior difesa, in particolare quando parliamo di “minori”, ma anche per gli adulti, la conoscenza è potere!
- Non condividere con altri la propria password. Scegliere la propria password utilizzando codici alfanumerici ed eventualmente un’autenticazione a due fattori. Non usare lo stesso user name e la stessa password già utilizzata per altri siti web, per la gestione di eventuali conti bancari on-line e per la posta elettronica;
- Scegliere con attenzione le impostazioni sulla privacy e controllarle frequentemente. Accettare contatti solo da persone conosciute, segnalando e/o bloccando coloro che inviano messaggi non opportuni. Riflettere con attenzione prima di pubblicare i propri dati personali.
- Non inserire dati personali altrui senza aver valutato la necessaria autorizzazione degli interessati. Evitare di rendere disponibili informazioni strettamente personali.
Le istruzioni per mettere in pratica le regole di buon utilizzo di Facebook
Vediamo come mettere in pratica queste semplici regole su Faceebook, partendo dalla scansione della barra laterale delle Impostazioni presente sia nella versione Web che Mobile le cui funzionalità sono analoghe anche se divergono su pochi dettagli di forma più che di sostanza:
La versione Web prevede di entrare in Impostazioni dalla freccia in alto a destra, accanto all’icona dell’immagine del Profilo. L’app invece è organizzata per arrivare ad Impostazioni tramite le tre barrette in fondo allo schermo a destra; da lì si va su sVisualizza Profilo, un tap sui tre pallini e ci siamo.
Come mettere in sicurezza la password di accesso
Percorso: Impostazioni – Protezione ed accesso
- “Verifica o cambia la tua password”. La prima cosa da fare per proteggere il proprio account Facebook è creare una password complessa ed eventualmente abilitare l’autenticazione a due fattori. È una buona norma, tuttavia non è la panacea da tutti i mali. Secondo le ultime indicazioni del NIST, cambiare periodicamente le password (definite “memorized secrets”) non è più considerata una pratica utile, anzi può portare l’utente ad utilizzare password banali per riuscire a ricordarle più facilmente (ogni volta che si è obbligati a cambiarle). Ovviamente, la password va cambiata se c’è il sospetto o l’evidenza di una sua compromissione. La lunghezza minima per la password dovrebbe essere di almeno 8 caratteri compresi tutti i caratteri ASCII e non deve essere la stessa utilizzata per account cruciali come la tua app bancaria o il tuo account di posta principale. Può essere utile servirsi di un gestore di password per creare e, soprattutto, ricordare le proprie password.
- “Attivare l’autenticazione a due fattori” su Facebook può rivelarsi vantaggioso (richiede di cedere dati personali ulteriori tra cui numero telefonico), sempre però scegliendo accuratamente come e dove ricevere il secondo codice temporaneo necessario per l’autenticazione e le notifiche di accesso non autorizzato. In genere sullo smartphone o nella casella mail.
- Un’altra opzione di sicurezza prevista da Facebook è “Contatti fidati“: ovvero inviare da tre a cinque amici “scelti” un codice di recupero utile ad accedere nuovamente se Facebook viene bloccato per errato inserimento della password dopo più tentativi di accesso.
È possibile, inoltre, personalizzare una lista di dispositivi dove non sarà necessario usare il secondo codice di accesso
Secondo alcune voci, Facebook vorrebbe introdurre a breve il riconoscimento facciale su Messenger, l’app di messaggistica collegata al social network, come parte del metodo di autenticazione biometrica a due fattori.
Controllare periodicamente i dispositivi con accesso al proprio account è una buona prassi. Nel corso degli anni, abbiamo tutti effettuato l’accesso ai nostri account Facebook su diversi telefoni, computer, tablet e vari altri dispositivi. E Facebook ovviamente ne conserva un registro. Tale elenco è modificabile da “Protezione ed accesso”. È concesso anche disconnettersi da tutte le sessioni.
Come scegliere con attenzione le impostazioni sulla privacy e le “attività fuori da Facebook”
Percorso: Impostazioni – Le tue informazioni su Facebook
- “Attività fuori da Facebook”. Ogni azione che si intraprende su Facebook o tramite Facebook ha implicazioni sulla condivisione che devono essere considerate prima di “caricare il prossimo selfie”. La società ha introdotto uno strumento di “Attività fuori da Facebook”. Inizialmente, quando è stato annunciato nel 2018, dopo lo scandalo di Cambridge Analytica, era noto come “Cancella cronologia” e gli utenti di alcuni paesi come l’Irlanda, la Spagna e la Corea del Sud hanno già avuto accesso a questa nuova impostazione sulla privacy da agosto.
Attività fuori da Facebook
Questo oggi si presenta come un riepilogo delle app e dei siti web che hanno condiviso l’attività dell’utente (un utente acquista un prodotto da un negozio online in cui ha fatto accesso tramite Facebook e lo stesso negozio condivide con Facebook l’attività in maniera generica – così Facebook conosce l’interesse dell’utente verso quella categoria di prodotto e grazie a questo dato può proporre sconti dedicati e offrire pubblicità mirata a cui l’utente è potenzialmente interessato) con Facebook e consente di gestire ed eliminare i dati che queste stesse app hanno condiviso con il social.
Il nuovo strumento permette di scollegare tutte le attività con un unico click, o di stabilire quali scollegare sulla base di tutte le attività svolte fuori dal social network in precedenza. È possibile anche semplicemente dare un occhio alla lista delle attività e, ancora più, si può decidere come gestire tutte le attività future.
Come? Sono previste tre scelte:
- gestire la propria attività fuori da Facebook, il che significa selezionare quali aziende e app possono e non possono condividere informazioni con Facebook,
- cancellare completamente la cronologia,
- visualizzare le informazioni per categoria, scaricare i dettagli sulla tua navigare che Facebook ha raccolto per la sua attività pubblicitaria e gestire le attività future, come interrompere del tutto la raccolta dei dati.
Per accedere allo strumento via smartphone è necessario:
- accedere alle Impostazioni di Facebook attraverso la tab nella schermata principale contrassegnata dalle tre righe orizzontali
- premere su Impostazioni e privacy e poi ancora su Impostazioni
- scorrere verso il basso e premere su Attività fuori da Facebook
Anche dopo aver scollegato le attività, però, le aziende continueranno a inviare a Facebook dati sul nostro comportamento all’interno dei loro siti e delle loro app:
“la cronologia delle attività verrà disconnessa dal tuo account. Continueremo a ricevere la tua attività dalle aziende e dalle organizzazioni che visiterai in futuro”, si legge.
Come regolare opportunamente la visibilità del proprio profilo
Nella parte superiore della sezione “La tua attività” si trova la dizione “chi può vedere i tuoi post futuri?” È pensata per limitare il numero di persone che possono visualizzare i post pubblicati dall’utente e prevede delle categorie predefinite ma in parte personalizzabili.
- “Limita il pubblico per i vecchi post nella tua sequenza temporale” è consigliabile a coloro che desiderano rendere il proprio account il più privato possibile. Commuta i post precedenti condivisi pubblicamente per essere visualizzabili solo dagli amici. Ciò include i post condivisi anche con l’opzione amici di amici.
- “Come le persone ti trovano e contattano“. È possibile porre dei limiti su chi può inviare richieste di amicizia, chi può vedere l’elenco di amici e nascondere il proprio numero di telefono e indirizzo e-mail.
- Facendo clic su Impostazioni e poi Privacy sarà disponibile la funzione che consente di stabilire in che modo le persone ci trovano e ci contattano compreso “Chi può inviarti richieste di amicizia “.
Percorso: Home Page – Simbolo Punto interrogativo (in alto a destra) – Controllo della Privacy e Collegamenti rapidi alla Privacy
- C’è anche una guida smart più “user-friendly” accessibile cliccando sul simbolo del punto interrogativo nella parte in alto a destra di qualsiasi pagina Facebook dopo aver effettuato l’accesso: una sorta di procedura guidata base e facile da seguire delle proprie impostazioni correnti relative ad informazioni personali, post, app e siti Web e Profilo.
- Sarà possibile modificare più o meno agevolmente chi vede cosa andando alla sezione Informazioni del profilo e selezionando Modifica in ciascuna sezione, dalla data di nascita alla situazione affettiva, dal percorso di studi agli account di posta associati al profilo e altre. Il passaggio delle impostazioni sulla privacy da Amici a Solo io nasconderà le informazioni dal profilo.
Come regolare la visibilità dei post e gestire i tag
Percorso: Impostazioni – Diario e aggiunta tag
- “Impostazioni del diario e dei tag“. La scheda “Impostazioni del diario e dei tag” riguarda le azioni di altri utenti che coinvolgono il profilo specifico di ogni utente. È interessante specie per chi avesse amici “dediti al tag compulsivo”. Nella sezione “revisione” in basso, è possibile abilitare una funzione che ogni volta che qualcuno tagga l’utente specifico, richiede l’approvazione dello stesso per procedere.
Percorso: Impostazioni – Post pubblici
- A partire dalla scheda “Post pubblici” si possono controllare le impostazioni di condivisione predefinite attraverso specifici filtri e strumenti.
Se impostato su Pubblico, tutti i tuoi post possono essere visualizzati da chiunque dentro o fuori Facebook. A meno che non verta in ambito di celebrità o si gestisca una pagina utilizzata per generare interesse per un’azienda specifica, probabilmente sarà preferibile limitare la visibilità delle varie attività. Idem per la sezione “Storie”.
L’impostazione Amici presente sul pulsante delle impostazioni di condivisione, quindi sul pulsante Altre opzioni, consente di modificare l’opzione personalizzata. Si potrà optare per includere tutti gli amici, escludendo i nomi di alcuni amici di Facebook a cui non si gradisce far vedere i propri aggiornamenti. È anche importante notare che gli amici di chiunque verrà taggato nel post, pubblicazione di foto comprese, potrebbero essere in grado di vedere quel post qualora non si deselezioni l’opzione presente. Queste opzioni sono ovviamente reversibili ed è inoltre possibile modificare le impostazioni di condivisione di ogni singolo aggiornamento di Facebook facendo clic sui punti tripli nella bacheca personale, quindi sul pulsante di condivisione a sinistra del pulsante Pubblica.
Come controllare il Diario dalla propria Home page personale
Percorso: Home page personale– Registro attività
- Se poi si avesse qualcosa da “dire” senza che ciò debba rimanere come un record permanente nella rispettiva cronologia, si può spuntare il “Nascondi” partendo dal campo Controllo del diario presente in Home Page. Nella sezione intitolata Registro attività nella home della pagina personale, è possibile scorrere cronologicamente tutte le tue attività per visualizzarle, modificarle ed eliminarle.
Come verificare la lista delle applicazioni associate ai profili e le interazioni con terze parti
Percorso: Impostazioni – App e siti web
- “App e siti web”, è la sezione speculare alla nuova arrivata “Attività fuori da Facebook” e contiene un elenco di app che hanno accesso ai dati di Facebook, come il proprio nome, foto, data di nascita e lista di amici. C’è una buona probabilità che l’elenco sia significativamente più lungo del previsto.
Facendo clic su ciascuna voce dell’elenco vengono mostrati i tipi di dati a cui è stata concessa l’autorizzazione ad accedere. Deselezionando ciascuna casella, è possibile limitare il numero di dettagli personali su cui è possibile mettere le mani. Le app si possono anche scollegare, tuttavia, le app scadute e rimosse potrebbero continuare ad accedere alle informazioni condivise in precedenza, ma non possono ricevere ulteriori informazioni non pubbliche.
Percorso: Impostazioni – Inserzioni
- Durante la scansione della barra laterale delle impostazioni di Facebook, è consigliabile soffermarsi sulla scheda poco nota chiamata “Inserzioni” verso il fondo. In quella sezione è possibile limitare quali informazioni Facebook utilizza negli annunci in base alla propria attività su Internet.
Come impostare la funzione Blocco su Facebook
Percorso: Impostazioni – Blocco
- “Blocco”, permette di digitare il nome o l’indirizzo e-mail dell’amico (o ex amico) che si desidera “bloccare” dal proprio account. Ed è prevista anche la funzione che impedisce ad alcune persone specifiche di inviare messaggi, qualora già inseriti nella lista di Amici.
È anche possibile bloccare le persone con cui non si è amici andando nella pagina dello specifico profilo, facendo clic su “…” sul lato destro e selezionando Blocca.
In alternativa esiste l’opzione Lista limitata. Ciò significa che gli utenti Amici inseriti appositamente nella Lista possono vedere sole le informazioni nei post pubblici, ma non quelle visibili al resto degli Amici.
Oltre a bloccare e limitare le persone dal profilo, si possono bloccare messaggi, Pagine, app specifiche, gli inviti di app in base all’utente e quelli agli eventi.
Come disattivare i servizi di geolocalizzazione ed il riconoscimento facciale
Percorso: Impostazioni – Posizione geografica
- Continuando sulla barra laterale fino a “Posizione geografica”, solo se fosse attivo il Servizio di localizzazione nell’app mobile di Facebook, (e quindi il social terrà traccia della posizione esatta e ne crea una cronologia), si potrà visualizzare la cronologia delle geo-localizzazioni ed eliminarla se ritenuto opportuno. La cronologia viene definita “privata”. Io ne dubito.
Percorso: Impostazioni – Riconoscimento facciale
- “Riconoscimento facciale” : facile. Direi senza dubbio da tenere non attivo. Il beneficio non vale il rischio. Dunque, da impostare su No.
Come rendere l’account commemorativo, eliminare l’account e scaricare una copia dei propri dati
Percorso: Impostazioni – Generali – Impostazioni per rendere commemorativo l’account
- Il tuo profilo racconta una storia a chi lo sta visualizzando ed è possibile informare Facebook in anticipo se si desidera che l’account possa divenire, in seguito, “Account commemorativo” o eliminato definitivamente da Facebook.
Occorre tener presente, inoltre, che l’anonimato o i profili fake, in rete come nei social, sebbene possano essere concepibili per certe necessità, non sono invece concepibili per commettere reati ed in questo caso le autorità competenti hanno molti strumenti per intervenire e auspicabilmente scoprire il “colpevole”.
Percorso: Impostazioni – Le tue informazioni di Facebook – Disattivazione ed eliminazione
L’unica vera via d’uscita potrebbe essere eliminare il proprio account Facebook. La campagna #DeleteFacebook è ben nota. Ma anche allora Facebook afferma che ci vorranno fino a 90 giorni per rimuovere tutti i dati. Poco rassicurante davvero.
Percorso: Impostazioni – Le tue informazioni di Facebook
- Attraverso lo strumento Scarica le tue informazioni si dovrebbe essere in grado di scaricare una copia di buona parte delle nostre informazioni presenti su Facebook.
Facebook e la nostra privacy: vantaggi percepiti, rischi reali
È certo che i social network come Facebook offrano vantaggi percepiti in genere come significativi ed immediati: semplificano i contatti, rendono possibili scambi di informazioni con un numero enorme di persone, trasformandoli in un importante veicolo per attività non solo personali ma anche commerciali e di marketing.
La circolazione e pubblicazione in tempo reale di giudizi, critiche, informazioni, immagini e video, per loro intrinseca natura possiedono indubbiamente una reale capacità di influenzare i gusti e le scelte degli utenti su prodotti e servizi offerti dai numerosissimi siti italiani ed esteri “ospitati” dal social.
Ma amplificano allo stesso tempo anche i rischi legati ad un utilizzo improprio o fraudolento dei dati personali degli utenti, esponendoli a danni alla reputazione, furti di identità, veri e propri abusi. L’iniziale gratificazione lascia il campo alla monetizzazione.
In un sondaggio del Pew Research Center pubblicato nel 2019 si legge che il 74% degli iscritti americani di Facebook non è ancora consapevole del fatto che il social dispone di un dossier su ciascuno di loro che funge da base di analisi per successivi annunci ed offerte creati “su misura” per lo specifico utente e la ricerca Retail Transformation 2.0 realizzata da Digital Transformation Institute e CFMT rivela che a fronte di una certa percentuale (in crescita) di utenti capaci di un uso critico dello strumento, permane ancora una significativa quota di utenti che hanno, come la definisce Stefano Epifani, presidente del Digital Transformation Institute, “una percezione distorta di consapevolezza, che potremmo definire una conoscenza ingenua”, che rappresenta quindi un potenziale problema dell’uso consapevole di tali strumenti.
Secondo la Electronic Frontier Foundation (EFF), Facebook traccia gli utenti sul 30% dei primi 10.000 siti Web.
Un tribunale tedesco, con una sentenza pubblicata recentemente, ha stabilito che le impostazioni sulla privacy di Facebook violano la legge sulla protezione dei dati e dei consumatori.
E anche in Italia, nella riunione del 21 gennaio 2020, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento di inottemperanza nei confronti di Facebook per non aver attuato quanto prescritto nel proprio provvedimento del 29 novembre 2018.
Sebbene Facebook possa rappresentare una grande risorsa a disposizione di chiunque, allo stesso modo, buon senso, prudenza e consapevolezza rimangono i presupposti per un uso corretto e sicuro dello stesso.
Facebook e privacy, la normativa
Per utilizzare i social network, secondo la normativa vigente in Italia, occorre aver compiuto almeno 14 anni. Fra i tredici e i 14 è possibile farlo, ma con la supervisione dei genitori. Sotto i 13 anni è semplicemente vietato usare Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat o WhatsApp.
A livello europeo, il complesso scacchiere regolatorio incidente nel novero delle attività e servizi legati al Social è strettamente correlato al tema della protezione dei dati, specie personali, che a sua volta è sottoposto in particolar modo a due importanti atti di rango comunitario ovvero il Regolamento (UE) 2016/679 meglio noto come GDPR, recepito in Italia con il D.lgs. 101/2018, e la Direttiva 2002/58 nota come ePrivacy poi modificata dalla Direttiva 2009/136/CE, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche, oltre ovviamente alla Carta UE dei diritti fondamentali. Fanno parte del quadro normativo di riferimento attualmente in vigore anche altre Direttive e atti di legge che tengono conto sia della dislocazione geografica di origine dei social (extra UE) che dell’ampiezza dei diritti coinvolti (normativa Antitrust, Codice del Consumo).
In Europa ci riferiamo ad un complesso insieme di atti normativi e regolamenti, in buona parte sottoposto ad un riesame periodico da parte della Commissione UE. Tra questi, specie ponendosi i social network a cavallo tra i caching e gli hosting providers, anche la Direttiva europea sul commercio elettronico 2000/31/CE (recepita in Italia con d.lgs. n. 70/2003), con particolare riferimento agli art. 13 e 14.
Ogni Stato dell’UE normalmente conserva la possibilità di adottare le misure necessarie per assicurare la tutela dei suoi interessi essenziali in materia di sicurezza, salvaguardare l’ordine pubblico e la pubblica sicurezza e consentire la ricerca, l’individuazione e il perseguimento dei reati, tenendo sempre conto del fatto che, conformemente all’articolo 52, paragrafo 1, della Carta UE dei diritti fondamentali, ogni limitazione dell’esercizio dei diritti e delle libertà riconosciute dalla Carta, in particolare dagli articoli 7, 8 e 11, come le limitazioni relative al trattamento di dati, deve essere prevista dalla legge, rispettare l’essenza di tali diritti e libertà e rispettare il principio di proporzionalità.
Il 12 settembre 2019 il Parlamento Europeo di Strasburgo ha inoltre approvato la tanto discussa Direttiva europea sul sistema di gestione e controllo del copyright, che stravolge le regole di fruizione dei contenuti sul web, compresi quelli presenti sui social network.
La disciplina del trattamento dei dati resi pubblici dall’utente e la tutela della privacy in Europa ed in Italia
È importante essere consapevoli del fatto che anche il trattamento dei dati personali resi manifestamente pubblici dall’utente Facebook non sfugge al principio di liceità del trattamento espresso dalla normativa privacy. Ne consegue che il consenso al trattamento dei propri dati personali tramite inserimento e interazione su piattaforme telematiche di contatto deve intendersi inerente alle funzioni tipiche del social network e non anche a finalità ulteriori, quali spam e marketing.
Il trattamento dei dati personali sia comuni sia particolari ai sensi dell’art. 9, par. 1, lettera e, GDPR resi manifestamente pubblici dall’interessato anche tramite social network deve quindi intendersi legittimo solo se fondato su una delle condizioni di liceità dell’art. 6 GDPR, fra le quali deve attribuirsi particolare rilievo al consenso dell’interessato.
Il trattamento dei dati personali sia comuni sia particolari ai sensi dell’art. 9, par. 1, lettera e, GDPR resi manifestamente pubblici dall’interessato anche tramite social network deve quindi intendersi legittimo solo se fondato su una delle condizioni di liceità dell’art. 6 GDPR, fra le quali deve attribuirsi particolare rilievo al consenso dell’interessato.
La tutela della cosiddetta social privacy, in Italia, risulta oggetto anche di svariati interventi del Garante per la protezione dei dati personali già prima del GDPR: tra questi la campagna informativa del 2013 ed il vademecum “Social Privacy – Come tutelarsi nel’era dei social network” ( che tuttavia risente del tempo in cui è stato pubblicato e andrebbe aggiornato).
I comportamenti illeciti
Facebook, inoltre, costituendo una sorta di “piazza virtuale” dove le informazioni immesse sono immediatamente fruibili da chiunque nel web, è evidentemente un bacino dal quale possono originarsi comportamenti illeciti di vario genere: primo fra tutti la sostituzione di persona mediante furto di identità (art 494 e 640 c.p.) che si realizza ogni qualvolta una informazione relativa a persona fisica o azienda è ottenuta in modo fraudolento allo scopo di assumere l’identità altrui per compiere illeciti tra i quali: apertura di conti correnti bancari, richiesta di rilascio di carte di credito, illecito utilizzo dell’altrui identità per realizzare acquisti di beni, servizi nonché vantaggi finanziari.
Come descrive la pagina informativa del sito del Commissariato di Polizia di Stato:
- Lo Skimming, ovvero clonazione della carta di credito;
- il Bin raiding, ossia recuperare informazioni fiscali, estratti conto, bollette o qualsiasi altra documentazione riportante informazioni personali;
- il Phishing, alias la trasmissione tramite posta elettronica di e-mail, apparentemente provenienti da soggetti attendibili, che inducono il destinatario a fornire informazioni personali con le più svariate motivazioni (riscossione di premi, sbloccare il conto corrente, ripristinare password ecc…); sono solo alcuni dei possibili veicoli di informazioni personali captate ed usate illecitamente.
- Postare immagini altrui, specie se riconducibili alla nozione legale di dato personale, può assumere a certe condizioni rilievo sia da un punto di vista civilistico che penale, compresa la Legge sulla protezione del diritto d’autore L.633/41.
- Anche la tutela della reputazione, uno dei cosiddetti diritti della personalità, diventa ancora più importante nell’era dei social network, potendo facilmente essere incrinata dalla condotta di chi, “comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione” fini ad integrare gli estremi del reato di diffamazione (art 595 c.p.). La net reputation (o web reputation) è divenuto una tema importante che oltre ad imprese ed i professionisti, coinvolge tutte le persone che accedono ad internet come semplici utenti fruitori di contenuti ma anche come “fautori” di notizie e di post.
- Bullismo e cyberbullismo, bodyshaming e fatshaming (cioè la tendenza, fortemente acuita dall’utilizzo dei social network, di giudicare, offendere o deridere una persona per una sua peculiarità fisica). In Italia è all’esame una proposta di legge che ha appena ottenuto il voto positivo alla Camera e che prevede pene più severe (ma anche procedure di rieducazione e prevenzione), al pari di quelle previste per lo stalking, un numero d’emergenza e un’app. La proposta riprende e completa il provvedimento varato nella scorsa legislatura contro il cyberbullismo.
Il nostro Codice Privacy prevede agli art.li 167 e ss. specifiche fattispecie di rilevanza penale nell’ambito dell’illegittimo trattamento dei dati personali.
Conclusioni
“Timeo Danaos et dona ferentes”. Letteralmente significa: “Temo i greci e coloro che portano doni” ed è una frase che Virgilio fa pronunciare nell’Eneide al sacerdote troiano Laocoonte, nel suo tentativo di mettere in guardia i troiani a non accettare il famoso cavallo di legno lasciato dai Greci come un dono apparente. Sappiamo bene come va a finire.
Eppure, sembriamo essere caduti nella stessa trappola.
Come scrive il Professor Luciano Floridi, “i servizi digitali di Facebook come i regali non necessitano né di giustificazione né di legittimazione”.
Non vi è alcun contratto, sia esso sociale o legale, ma solo termini di servizio che devono essere accettati per poter usufruire del “dono”. E come per i regali, al contrario dei beni e dei servizi a pagamento, possono indurre gli utenti a maturare la convinzione che non si abbia il diritto di lamentarsi o di scegliere.
Non va bene. Facebook è un colosso con oltre 2,45 miliardi di utenti attivi mensili. Il tempo medio trascorso per visita su Facebook è di 20 minuti (Fonte: Infodocket) e ogni 60 secondi su Facebook vengono pubblicati 510.000 commenti, vengono aggiornati 293.000 stati e vengono caricate 136.000 foto. (Fonte: The Social Skinny)
La diffusione di simili tecnologie dell’informazione e della comunicazione influisce radicalmente sulla condizione umana, tuttavia, l’attuale cassetta degli attrezzi concettuale di cui disponiamo, fatta di consapevolezza e regole a presidio del corretto sviluppo delle stesse non è adatta per affrontare le nuove sfide.
“Sentiamo la responsabilità di assicurarci che i nostri servizi non siano solo divertenti da usare, ma anche buoni per il benessere delle persone”, scrive Zuckerberg.
Ci fa piacere (più o meno) che Mark Zuckerberg si senta responsabile ma non ci rassicura e non basta.
Le conseguenze dell’attuale stato di cose sul social sono istruttive: tra Facebook e gli utenti non c’è uno scambio di valori prevedibili e trasparenti ma una condizione instabile e situazionista. In tutto questo che spazio occupano i diritti degli utenti? La tutela e la salvaguardia dei diritti e delle libertà, fin dove riesce a spingersi rispetto all’interesse degli inserzionisti pubblicitari?
La consapevolezza e la buona volontà possono certo contribuire ad accelerare l’evoluzione del diritto così come della valorizzazione di un approccio etico applicato alla scienza dei dati in vista dell’efficace promozione dei diritti umani e della costruzione di social media più “intelligenti”.