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Raccolta firme referendum, Scorza: “Il no del garante è una difesa dei diritti di tutti”

Referendum, Scorza: "Perché il Garante ha detto no alla piattaforma di raccolta firme"

Lo schema di DPCM che descrive il funzionamento della piattaforma per la raccolta delle firme per referendum non risulta conforme alla legge istitutiva, non contiene un’adeguata valutazione dei rischi e necessita di revisione per scongiurare violazioni dei diritti dei cittadini e trattamenti scorretti

Pubblicato il 26 Apr 2022

Guido Scorza

Autorità Garante Privacy

La legge 178/2020 ha istituito una piattaforma per la raccolta delle firme per referendum e leggi di iniziativa popolare e rinvia ad un DPCM l’individuazione delle caratteristiche tecniche e i requisiti di sicurezza e funzionamento.

Lo schema di DPCM sottoposto al Garante descrive il funzionamento della piattaforma e l’interazione tra i soggetti rilevanti individuati dalla Costituzione e dalla legge.

Il Garante ha rilevato però numerose violazioni: da un’errata definizione dei soggetti coinvolti e dei rispettivi ruoli, alla poca attenzione al trattamento di dati idonei a rivelare le opinioni politiche dei sottoscrittori, nonché l’assenza di garanzie in termini di conservazione dei dati o sicurezza. Lo schema di DPCM non risulta conforme alla legge istitutiva, non contiene un’adeguata valutazione dei rischi e necessita dunque di revisione per scongiurare violazioni dei diritti dei cittadini e trattamenti scorretti.

Il “no” del Garante, dunque, non è un “no” al digitale per rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena inclusione sociale delle persone, specie quelle con disabilità, e il diritto alla partecipazione democratica. Al contrario, è un “no” all’idea che il digitale si trasformi in uno strumento di affievolimento di quei diritti che dovrebbe invece amplificare, determinando l’aumento dei rischi democratici.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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