Albedo Space, una startup con sede a Denver, sta catturando l’attenzione del pubblico e degli esperti del settore con la promessa di satelliti capaci di catturare immagini dettagliate dallo spazio. Tuttavia, tale iniziativa solleva significative preoccupazioni tra gli esperti dei diritti umani, con particolare riferimento alla privacy.
Gli obiettivi di Albedo Space
Il suo obiettivo è acquisire e distribuire immagini ottiche e termiche ad alta risoluzione dallo spazio, con una risoluzione tale da poter fornire dettagli fino a dieci centimetri quadrati di terreno per pixel per le immagini ottiche e due metri per pixel per quelle termiche.
Gli analisti sottolineano che questa nuova classe di satelliti, il cui lancio è previsto nel 2025, potrebbe essere in grado di inquadrare e ingrandire gli individui, distinguendo in modo capillare caratteristiche di dettaglio come quelle che determinano se un soggetto sia adulto o piuttosto bambino o se indossi un qualche tipo di abbigliamento o meno.
Da decenni, gli esperti di privacy hanno osservato con cautela il potenziale dello spionaggio spaziale, preoccupati dalla possibilità di satelliti abbastanza avanzati da scrutare da vicino gli individui, catturando dettagli intimi che, inevitabilmente, sollevano gravi preoccupazioni sulla protezione dei diritti fondamentali. La sorveglianza derivante da certi scenari potrebbe infatti influenzare il clima sociale e politico, creando un senso diffuso di paura e sospetto in cui le persone si sentono costantemente osservate e controllate. Questo potrebbe erodere la fiducia nelle istituzioni democratiche e ridurre la partecipazione civica, poiché le persone verrebbero scoraggiate dal prendere posizione su questioni importanti per timore di ritorsioni o per la preoccupazione di essere sotto esame da parte delle autorità.
Privacy, le rassicurazioni di Albedo Space
Topher Haddad[1], CEO di Albedo Space, l’azienda che in collaborazione con l’Aeronautica militare degli Stati Uniti e il National Air and Space Intelligence Center, si propone di individuare possibili minacce alla sicurezza nazionale utilizzando satelliti dotati di tecnologia avanzatissimi, assicura che le telecamere di rilevamento terrestre non saranno in grado di identificare gli individui né disporranno di software di riconoscimento facciale. Inoltre, conferma l’implementazione di politiche specifiche per affrontare le preoccupazioni sulla privacy.
“Ci aspettiamo che questo sia un tema costante, in evoluzione nel tempo, ma anche qualcosa a cui vogliamo pensare fin dal primo giorno. In termini di passaggi pratici, approveremo i nuovi clienti caso per caso, rafforzeremo i nostri robusti strumenti interni per individuare i malintenzionati e adotteremo misure ovvie per includere clausole penali nei nostri termini e condizioni”. Riferisce Topher Haddad.
I satelliti che opereranno ad una distanza di 160 chilometri dalla Terra, in un’orbita estremamente bassa, sono stati sviluppati nell’ambito di due contratti del valore di un milione di dollari ciascuno con il Governo degli Stati Uniti, al fine di creare una flotta composta da 24 veicoli spaziali.
Il sito web di Albedo sottolinea come le sue immagini potrebbero facilitare il monitoraggio di punti critici, ridurre l’incertezza e consentire una risposta rapida alle emergenze. Tra i suoi valori fondamentali, l’azienda enfatizza il supporto al giornalismo investigativo basato sui dati, oltre ad altre iniziative finalizzate a migliorare la qualità di vita. Allo stesso tempo però il team di Albedo illustra anche le capacità di osservazione della flotta di satelliti, evidenziando la possibilità di rilevare dettagli specifici sui veicoli e sulle infrastrutture, con ciò lasciando intendere nuove possibilità di identificazione che fino ad ora non erano disponibili.
Umbra, record di risoluzione per le immagini satellitari
Albedo non è l’unica azienda attiva in questo settore. Ad agosto 2023, la startup californiana Umbra ha annunciato il successo nella produzione di un’immagine Synthetic Aperture Radar (SAR) con una risoluzione di 16 cm, stabilendo un nuovo record per la risoluzione più alta mai raggiunta da un’immagine satellitare commerciale. Tale tecnologia, contrariamente alle immagini satellitari convenzionali, utilizza un radar operante nello spettro delle microonde per generare rappresentazioni degli oggetti osservati, consentendo osservazioni anche durante la notte, in condizioni nuvolose e durante le precipitazioni atmosferiche.
In passato, solo i satelliti militari erano in grado di fornire dati così dettagliati.
Attualmente, Umbra gestisce una flotta di 6 satelliti SAR e ha in programma di espandere la sua costellazione fino a 24 satelliti. Peraltro Umbra rilascia in modalità open source molte delle sue immagini attraverso il suo Open Data Program.
Oggi molte startup sia europee che americane stanno sviluppando satelliti SAR, economici e con risoluzioni in miglioramento.
La svolta della presidenza Trump che ha fatto decollare il settore
La capacità di fornire dati ad alta risoluzione ai clienti commerciali è stata resa possibile dalla revoca da parte della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) delle restrizioni temporanee sulla licenza delle organizzazioni del settore. In base alle norme precedenti, società come Umbra o Albedo non avrebbero potuto vendere immagini con una tale risoluzione ai clienti non governativi. In particolare, le restrizioni precedenti prevedevano che le immagini satellitari di grado “militare” potessero essere commercializzate solo se un’azienda straniera avesse posseduto la stessa capacità.
La normativa è gestita dall’ufficio del NOAA chiamato Commercial Remote Sensing Regulatory Affairs (CRSRA), mentre il NOAA è l’agenzia del dipartimento del commercio degli Stati Uniti.
Peraltro, in precedenza, grazie alle misure di deregolamentazione adottate dall’amministrazione Trump nel 2018 riguardo alle normative che governano la risoluzione dei satelliti civili, Albedo aveva già colto l’opportunità di fare un significativo passo avanti rispetto alle tecnologie esistenti, permettendo la visualizzazione di oggetti piccoli fino a 10 centimetri o quattro pollici. La Direttiva sulla Politica Spaziale (SPD) 2, firmata nel maggio 2018 dal presidente Trump durante una cerimonia privata nello Studio Ovale, ha mirato a razionalizzare le normative sul lancio e sul telerilevamento, creando un ufficio “one-stop-shopping” per gli spazi commerciali e a rivisitare la politica sulle radiofrequenze.
Non è un caso che proprio sotto l’amministrazione Trump gli Stati Uniti abbiano dichiarato lo spazio come un “campo di battaglia” e creato la Space Force come sesta branca indipendente delle forze armate. La Space Policy Directive n. 450, emanata l’18 febbraio 2019, ha formalizzato questa decisione, sottolineando la necessità di proteggere gli interessi e gli investimenti statunitensi nello spazio, considerando l’incremento delle minacce provenienti da altre nazioni, in particolare Cina e Russia. Queste ultime, infatti, hanno da tempo avviato diversi programmi militari che adottano risoluzioni ben superiori a quelle tipiche dei soggetti commerciali, come confermato da diverse analisi di intelligence open source (OSINT) sulla Cina.
Durante l’amministrazione Trump, il Segretario al Commercio, Wilbur Ross, ritenne questi cambiamenti essenziali, a maggior ragione stanti le previsioni di crescita dell’economia spaziale stimate in 3 trilioni di dollari entro il 2040. Al fine di garantire che gli Stati Uniti mantenessero la loro leadership[2] in questo settore in rapida crescita, si rendeva, pertanto, imperativo variare le regolamentazioni esistenti per una maggiore flessibilità, semplificando i processi di ottenimento delle licenze per le aziende private e riducendo gli oneri di conformità per i titolari di licenza.
Il futuro della sorveglianza spaziale in rapida evoluzione
Secondo una previsione della rivista del MIT, Technology Review, i satelliti avranno presto la capacità di sorvegliare ogni luogo in ogni momento. Secondo il report di Precedence Research, il mercato globale della tecnologia di telerilevamento è in costante crescita, con una stima di 18,16 miliardi di dollari nel 2022, prevista a salire a circa 55,36 miliardi di dollari entro il 2032, con un CAGR dell’11,79% nel periodo 2023-2032.
Jennifer Lynch della Electronic Frontier Foundation ha avvertito come questa tecnologia potrebbe consentire a qualsiasi governo di sorvegliare le persone a prescindere da qualsivoglia forma di consenso, sollevando serie preoccupazioni su temi cruciali come l’autodeterminazione e la difesa delle libertà e dei diritti fondamentali. Sulla stessa scia si orientano altri noti esponenti nel mondo scientifico e accademico, come Jonathan McDowell, astrofisico di Harvard, noto per i suoi contributi sugli sviluppi spaziali sia civili che militari, il quale ha commentato quanto questo progresso ci stia avvicinando a un mondo in cui il concetto del Grande Fratello che tutto osserva diventa sempre più reale.
Haddad e altri difensori di Albedo il cui comitato consultivo strategico comprende ex direttori della CIA e della National Geospatial-Intelligence Agency, una divisione del Pentagono, hanno però continuato ad insistere sul preminente valore dei potenziali benefici di tali applicazioni, specialmente in situazioni di emergenza come i disastri naturali.
Gli investimenti di Bill Gates, e non solo, in Albedo
Nel frattempo, Albedo ha attratto investimenti significativi, tra cui uno proveniente da Breakthrough Energy Ventures, la società di investimento di Bill Gates.
Impiego di denaro che si aggiunge, come ricorda anche un recente articolo del New York Times, a quelli ricevuti nel 2022, quando Albedo ha siglato un contratto del valore di 1,25 milioni di dollari con l’Air Force per testare l’efficacia delle sue attrezzature attraverso una serie di valutazioni standard, compresa l’identificazione di particolari dettagli su veicoli e strutture militari. Inoltre, nell’aprile 2023, la società ha ottenuto un ulteriore contratto da 1,25 milioni di dollari con il National Air and Space Intelligence Center. Secondo il contratto stipulato, Albedo sarà incaricata di acquisire immagini satellitari commerciali ad alta risoluzione durante le ore notturne, utilizzando gli spettri visibili e infrarossi termici. I dati raccolti saranno quindi esaminati al fine di supportare i progetti in corso di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) presso la NASIC.
Joseph Rouge, vicedirettore dell’ISR della US Space Force, spiegò come fino ad allora le immagini satellitari notturne commerciali si limitassero al radar ad apertura sintetica. L’introduzione dell’infrarosso termico ad alta risoluzione fornito da Albedo avrebbe potuto offrire una nuova soluzione di telerilevamento commerciale per la US Space Force.
In aggiunta, Albedo ha stipulato un ulteriore accordo per consentire al National Reconnaissance Office, l’ente responsabile dei satelliti spia del paese, di valutare la sua tecnologia.
Se dunque da una parte la storia dello spionaggio dallo spazio possa lasciar intendere come la tecnologia sia avanzata al punto da poter rilevare dettagli sempre più minuti sulla Terra, sollevando interrogativi sull’uso etico e legale di questa potente capacità di sorveglianza, dall’altra, Albedo non sembra intenzionata a rallentare i propri progetti, pianificando di lanciare, entro il 2025, una flotta di 24 satelliti con una risoluzione senza precedenti, alimentando speranze e preoccupazioni per il futuro dell’osservazione dallo spazio.
Spazio, sicurezza e diritti individuali: il bilanciamento cruciale dell’Ue
È chiaro che la riflessione circa l’impatto dei satelliti sulle dinamiche di una società sempre più orientata al controllo diventa cruciale, specialmente in un’epoca in cui ci stiamo rapidamente avvicinando a un futuro in cui la sorveglianza dall’alto potrebbe estendersi in modo sempre più diffuso, anche all’interno dell’Unione Europea.
Una risoluzione straordinariamente alta delle immagini satellitari può fornire dettagli cruciali per una vasta gamma di applicazioni, dall’ambiente alla sicurezza nazionale, dalla pianificazione urbana alla gestione delle emergenze, contribuendo a prendere decisioni informate e a migliorare la nostra comprensione del mondo. Tuttavia il necessario bilanciamento tra l’utilità delle immagini satellitari ad alta risoluzione e la tutela della privacy e dei diritti fondamentali è una sfida significativa che richiede l’implementazione di misure adeguate. E’ necessario un approccio olistico che sia in grado di combinare normative robuste, tecnologie di anonimizzazione, consenso informato, limitazioni sull’uso dei dati, trasparenza e coinvolgimento delle parti interessate. Le informazioni raccolte tramite immagini satellitari devono essere utilizzate in modo responsabile e nel rispetto dei diritti e della dignità delle persone.
Il settore spaziale globale sta vivendo importanti cambiamenti, come la crescita della competizione industriale, l’entrata di nuovi attori emergenti, l’aumento degli investitori privati e la riduzione dei costi di accesso allo spazio. L’utilizzo combinato di dati geospaziali e tecnologie digitali offre nuove opportunità economiche e applicative. E’ palese la crescente dipendenza delle attività umane dallo spazio, soprattutto per la sicurezza e la difesa.
A livello europeo, lo spazio è considerato uno strumento chiave per il posizionamento strategico dell’Europa nell’arena internazionale, attraverso lo sviluppo di programmi chiave[3].
Nel contesto delle applicazioni di sicurezza e difesa, lo spazio non solo ha un’importanza operativa evidente, ma anche una dimensione politico-strategica significativa. Il possesso autonomo di capacità satellitari e il controllo delle tecnologie associate giocano un ruolo cruciale nel determinare la posizione degli Stati sulla scena internazionale, e lo stesso vale per l’Unione Europea.
Tecnologie spaziali cruciali per la sicurezza nazionale
Durante i negoziati internazionali, nelle situazioni di crisi o nei teatri d’azione esterni, la tecnologia spaziale è, da tempo, emersa come uno strumento strategico di grande rilevanza per la tutela degli interessi nazionali. Per quanto riguarda l’Unione Europea, i progressi dei programmi principali come Galileo, Egnos e Copernicus, unitamente ai progetti di ricerca sviluppati nell’ambito del programma Horizon 2020, hanno consentito all’Europa un’attrattiva scientifica e tecnologica riconosciuta, oltre a conferirle credibilità e competitività su scala internazionale.
Anche nell’ambito della politica estera e delle relazioni internazionali, lo spazio si rivela una leva diplomatica di notevole importanza[4]. E’ ormai noto infatti che oltre all’obiettivo di rafforzare la cooperazione internazionale nel settore spaziale, gli Stati Uniti abbiano più volte utilizzato lo spazio come strumento di soft power. Negli anni ’60, ad esempio, Washington ha incoraggiato le potenze occidentali a collaborare con la NASA piuttosto che con l’Unione Sovietica, rendendo così più allettante l’idea di lavorare con gli Stati Uniti piuttosto che rafforzare le posizioni del regime sovietico.
L’istituzione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel 1975 e gli sforzi per l’indipendenza operativa dell’Europa nello spazio sono stati guidati proprio dalla volontà di emanciparsi dalla leadership americana, utilizzando lo spazio come strumento diplomatico teso a rafforzare l’autonomia strategica dell’UE. Da qui la nascita dei programmi chiave comeCopernicus[5]che hanno garantito un accesso indipendente all’osservazione dallo spazio attraverso lanciatori propri e una base di lancio autonoma in Guyana francese.
Nel panorama dell’evoluzione tecnologica e dell’ampio utilizzo delle immagini satellitari, l’Unione Europea si trova di fronte a sfide cruciali riguardanti l’equilibrio tra sicurezza e salvaguardia dei diritti fondamentali.
Il Regolamento generale sulla protezione dei dati n. 2016/679 – GDPR, tra le altre normative, cerca di affrontare queste preoccupazioni stabilendo restrizioni sull’utilizzo e sulla divulgazione dei dati personali raccolti attraverso immagini satellitari. All’interno dell’Unione Europea, la salvaguardia dei diritti umani e il rispetto dello Stato di diritto rappresentano pilastri fondamentali su cui si basa l’intera struttura comunitaria. Questi principi, sanciti dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea, costituiscono un punto di riferimento vincolante per gli Stati membri e un elemento di coesione per i cittadini europei. Tuttavia, l’incertezza persiste, soprattutto considerando la necessità di risposte tempestive e coordinate che mettono alla prova la capacità dell’UE di preservare tali valori fondamentali, sia attraverso azioni istituzionali che regolamentari.
Satelliti ad alta risoluzione: salvaguardare i diritti fondamentali contro il rischio di abusi
È imperativo affrontare il tema con cautela e responsabilità in ogni contesto al fine di garantire la protezione adeguata dei diritti fondamentali degli individui. I satelliti spaziali dotati di telecamere ad alta risoluzione offrono una vasta gamma di possibilità, ma allo stesso tempo presentano rischi di abusi.
Finora, le immagini satellitari sono state utilizzate in ambito di ricerca, commerciale e governativo per scopi benefici, come il monitoraggio delle scorte petrolifere globali, la misurazione della deforestazione amazzonica e l’identificazione di imbarcazioni coinvolte nella pesca illegale. Tuttavia, se queste informazioni cadessero nelle mani di entità private o governative senza controlli adeguati, potrebbero essere sfruttate per fini economici o politici a discapito della società e dei suoi diritti.
Le finalità di sorveglianza civile, come il monitoraggio del traffico, la gestione delle emergenze o la sicurezza urbana, se non regolamentate, potrebbero facilmente minare la privacy dei cittadini e portare a una società invasiva. Inoltre, le esigenze di sicurezza nazionale, soddisfatte tramite il monitoraggio satellitare di aree sensibili, la sorveglianza delle frontiere e la raccolta di informazioni di intelligence, se sfruttate impropriamente o per fini di spionaggio, potrebbero minacciare la sovranità nazionale e alimentare tensioni internazionali.
Il controllo dei confini, il monitoraggio dei flussi migratori, il traffico di esseri umani e il movimento delle popolazioni, sono aree in cui le telecamere spaziali possono fornire ampi contributi, ma, se utilizzate in modo discriminatorio o per implementare politiche restrittive sull’immigrazione, potrebbero anche violare i diritti umani e alimentare conflitti sociali.
La sorveglianza pervasiva ha profonde implicazioni per la democrazia e la tutela dei diritti:
- Può costituire una minaccia per la libertà individuale. Le persone sentendosi costantemente osservate e controllate potrebbero essere indotte a comportamenti auto repressivi e all’auto censura, evitando di esprimere opinioni o comportamenti che potrebbero essere considerati “sospetti” o “inappropriati” dalle autorità di sorveglianza.
- Può prestare il fianco ad abusi di potere. Quando le autorità governative o altre entità hanno accesso illimitato ai dati personali dei cittadini, esiste il serio rischio di abusi di potere. Questi dati possono essere utilizzati per scopi politici, come per identificare e reprimere i dissidenti o per manipolare le elezioni. Inoltre, possono essere utilizzati per fini economici, come per il targeting pubblicitario invasivo o per discriminare le persone in base alle loro caratteristiche personali.
- Può contribuire all’ erosione della fiducia nelle istituzioni. La sorveglianza può erodere la fiducia delle persone nelle istituzioni governative e nelle imprese private che raccolgono e utilizzano i loro dati. Quando le persone si rendono conto che i loro dati personali sono soggetti a monitoraggio costante e possibile abuso, possono diventare più scettiche nei confronti delle istituzioni e meno propense a collaborare con esse.
- Può favorire il rischio di conformismo sociale. In un ambiente di sorveglianza pervasiva, le persone possono sentirsi spinte a conformarsi alle norme sociali dominanti per evitare l’attenzione indesiderata delle autorità. Questo può limitare la diversità di opinioni e comportamenti nella società, minando il pluralismo e la libertà di espressione.
- Può comportare la perdita di autonomia individuale. Quando le persone perdono il controllo sui propri dati personali e sulla propria privacy, possono perdere anche parte della propria autonomia individuale. La capacità di prendere decisioni informate e di agire senza interferenze esterne è compromessa quando le informazioni personali vengono raccolte, analizzate e utilizzate senza consenso o controllo diretto dell’individuo.
La nuova frontiera spaziale: tra ambizioni commerciali, geopolitiche e riflessioni europee
Fin dall’antichità, l’osservazione del cielo è stata un’attività umana finalizzata a comprendere il futuro, conoscere l’universo e orientarsi sulla Terra e nei viaggi in mare. Tuttavia, solo in tempi più recenti l’umanità ha sviluppato un interesse per l’esplorazione dello spazio extra-atmosferico, con l’obiettivo di migliorare la vita sulla Terra o colonizzare altri corpi celesti.
L’attuale corsa allo spazio è caratterizzata dall’emergere di nuovi attori motivati dal profitto o dalla sicurezza nazionale, trasformando la percezione dello spazio esterno da mero sentiero di esplorazione a opportunità di mercato e chiave strategica nelle politiche di potenza e nelle relazioni internazionali.
L‘ascesa delle imprese private nello spazio, il rinnovato interesse degli Stati Uniti e l’affermazione della Cina come potenza spaziale sono segnali di cambiamento che richiedono riflessioni. Mentre le aziende private mirano all’esplorazione spaziale per massimizzare il profitto, sostenute da politiche come quella degli Stati Uniti, le ambizioni espansionistiche della Cina suggeriscono una visione egemonica a Pechino.
In questo scenario competitivo, caratterizzato da pulsioni capitaliste, ambizioni egemoniche e desideri di affermazione, le sorti e le evoluzioni del panorama spaziale internazionale appaiono incerte.
L’Unione Europea, con la sua storia e il suo ruolo nelle relazioni internazionali, non può restare esclusa da questa corsa al futuro, poiché ciò potrebbe privare i suoi cittadini di servizi e benefici essenziali ma anche delle giuste tutele a presidio dei diritti e libertà fondamentali.
Note
[1]L’ispirazione per gli obiettivi di chiarezza di Albedo è derivata dalla condivisione da parte di Trump di un’immagine spia americana su Twitter, che mostrava danni a una piattaforma di lancio in Iran con una risoluzione stimata di circa 10 centimetri, scatenando una discussione sulle possibilità commerciali. Il fondatore di Albedo, Haddad, ha una formazione in ingegneria e ha lavorato per Lockheed Martin, azienda che costruisce satelliti spia di grandi dimensioni. Con i co-fondatori Tri e Lasater, hanno intravisto un mercato per immagini ad alta risoluzione e hanno sviluppato una soluzione per posizionare i satelliti in orbite basse, riducendo così i costi e consentendo l’utilizzo di fotocamere più piccole.
Per approfondimenti: https://www.nytimes.com/2024/02/20/science/satellites-albedo-privacy.html
[2]Nel 1994, il presidente Clinton, fortemente convinto della nascita e dello sviluppo di un mercato per le immagini satellitari, autorizzò le compagnie private statunitensi a progettare e costruire satelliti di osservazione per scopi commerciali. Questo permise la nascita dei satelliti Ikonos, Orbview e QuickBird, le cui caratteristiche tecniche permettevano di catturare immagini con una qualità vicina a quella dei satelliti militari da ricognizione della fine degli anni 60.
[3]Programmi spaziali faro dell’UE: Copernicus: il più avanzato sistema di osservazione della Terra a livello mondiale. Galileo: il sistema globale di navigazione satellitare dell’UE che fornisce dati di posizionamento globale estremamente accurati. EGNOS: fornisce servizi di navigazione critici per la sicurezza agli utenti nel settore dei trasporti aerei, marittimi e terrestri in tutta l’UE
[4]La corsa allo spazio ha avuto inizio nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, caratterizzato dalla rivalità tra le due superpotenze, l’URSS e gli USA, che cercavano di affermare la propria superiorità strategica e militare a livello globale. Questa competizione geopolitica è emersa nel contesto della “Guerra Fredda”, un conflitto caratterizzato dalla minaccia costante di una guerra globale tra due blocchi contrapposti con ideologie ed economie divergenti.
La competizione tra le superpotenze si estese a diverse attività sociali ed economiche, tra cui lo sport, l’architettura, l’arte, la moda e la pubblicità, oltre alle attività spaziali, che ebbero un grande impatto sul vasto pubblico, dando vita all’era spaziale. Questa era non fu solo caratterizzata da avanzamenti scientifici e tecnologici, ma anche da una competizione per la superiorità e l’influenza culturale, estetica e narrativa.
La gara tecnologica nello spazio portò a una crescente ricerca e sperimentazione nelle tecnologie di lancio dei missili, utilizzate sia per fini militari che per consentire l’accesso allo spazio extra-atmosferico e dimostrare la superiorità tecnologica.
L’URSS colpì per prima nel 1957 con il lancio dello Sputnik I, il primo satellite artificiale, dimostrando una capacità tecnologica e militare sorprendente, che suscitò preoccupazione negli Stati Uniti e nel mondo occidentale. Questo evento innescò una serie di risposte degli USA, tra cui il lancio dell’Explorer I nel 1958 e l’istituzione della NASA, seguita dal programma Mercury nel 1961. L’URSS continuò a sorprendere il mondo con il lancio del primo uomo nello spazio, Yuri Gagarin, nel 1961, accelerando ulteriormente la corsa allo spazio e la competizione tra le superpotenze.
[5]Copernicus utilizza una combinazione di satelliti dedicati, noti come famiglie Sentinel, e missioni partecipanti che includono sia satelliti commerciali che pubblici già esistenti. I satelliti Sentinel sono stati progettati appositamente per soddisfare le esigenze dei servizi Copernicus e dei loro utenti. Il lancio del primo satellite Sentinel-1A nel 2014 da parte dell’Unione Europea ha segnato l’inizio di un processo che prevede il lancio di quasi 20 ulteriori satelliti entro il 2030.
Inoltre, Copernicus raccoglie dati da sistemi in situ, come stazioni terrestri, che forniscono informazioni acquisite da una vasta gamma di sensori posizionati su terra, in mare e nell’atmosfera.
I servizi Copernicus analizzano ed elaborano questa vasta quantità di dati provenienti dai satelliti e dai sistemi in situ per creare informazioni di valore aggiunto. I dati raccolti nel corso degli anni sono indicizzati e resi comparabili per monitorare i cambiamenti nel tempo. I modelli strutturali vengono esaminati e utilizzati per migliorare le capacità di previsione, ad esempio nell’analisi degli oceani e dell’atmosfera. Inoltre, vengono create mappe utilizzando le immagini satellitari, individuate caratteristiche e anomalie, e sono estratte informazioni statistiche per una varietà di applicazioni.
Il programma Copernicus è coordinato e gestito dalla Commissione europea. Lo sviluppo dell’infrastruttura di osservazione avviene sotto l’egida dell’Agenzia spaziale europea per la componente spaziale e dell’Agenzia europea dell’ambiente e degli Stati membri per la componente in situ.
Per maggiori informazioni: https://www.copernicus.eu/it/informazioni-su-copernicus/copernicus-breve