proroga della sezione 702

Sorveglianza globale, gli Usa non arretrano: sicurezza nazionale o violazione della privacy?



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Il Presidente Joe Biden ha firmato la legge HR7888 (RISAA), estendendo la Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act. La proroga solleva dibattiti accesi tra sicurezza nazionale e diritti civili. La legge, sebbene utile nella prevenzione del terrorismo, continua a destare preoccupazioni per la privacy dei cittadini americani e solleva interrogativi sulla trasparenza e l’accountability

Pubblicato il 3 lug 2024

Barbara Calderini

Legal Specialist – Data Protection Officer



surveillance-capitalism

Il 20 aprile 2024, il Presidente Joe Biden ha firmato la legge “Reforming Intelligence and Securing America ActHR7888 (RISAA), che estende e modifica il titolo VII del Foreign Intelligence Surveillance Act relativo alla raccolta di intelligence straniera.

US Senate reauthorizes Foreign Intelligence Surveillance Act

Il delicato equilibrio tra sicurezza nazionale e tutela dei diritti civili

Il Presidente si dichiara certo che l’estensione concessa possa fornire un sostegno cruciale in diverse circostanze critiche (come ad esempio i conflitti in Israele e Ucraina), oltre che rispondere alle necessità umanitarie in varie parti del mondo: Gaza, Sudan, Haiti e ad altri luoghi colpiti da conflitti e disastri naturali, rafforzando al contempo la sicurezza e la stabilità nell’Indo-Pacifico.

Ad ogni modo è innegabile come nel delicato equilibrio tra necessità di sicurezza nazionale e tutela dei diritti civili, la proroga della Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act[1](FISA) si collochi come un argomento di dibattito acceso.

La specifica sezione, originariamente introdotta per combattere la minaccia del terrorismo, continua infatti a sollevare interrogativi riguardo alle possibili implicazioni per i dati personali degli individui.

I sostenitori affermano che la Sezione 702 sia uno strumento prezioso per la sicurezza nazionale, mentre i detrattori la definiscono una violazione incostituzionale della privacy.

La sorveglianza senza mandato al centro delle polemiche

How the FISA process actually works

Al centro del dibattito si pone la sorveglianza senza mandato.

La Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) permette alle agenzie di intelligence statunitensi di intercettare, senza un mandato, le comunicazioni digitali di stranieri presi di mira all’estero, incluso quando queste comunicazioni coinvolgono cittadini americani o si svolgono sul suolo americano. Secondo i dati diffusi l’FBI avrebbe utilizzato questo programma per esaminare i dati elettronici di oltre 3 milioni di americani solo nel 2021.

Gli oppositori ritengono la pratica di utilizzare identificatori di cittadini americani (nomi, numeri di previdenza sociale, indirizzi email, ecc.) per cercare le loro comunicazioni digitali costituisca una sorta di “backdoor search loophole“, in grado di aggirare la necessità di un mandato per la sorveglianza individuale, come previsto dal Quarto Emendamento.

L’abuso è dietro l’angolo: preoccupa la mancanza di trasparenza e responsabilità

Peraltro, nello spazio che separa la tesi di coloro che invocano la previsione di un mandato per le interrogazioni dei cittadini statunitensi e quella di chi ritiene che tale requisito sia troppo oneroso, si insidia anche la variabile, di non poco conto, sull’effettiva portata dell’eccezione di emergenza per situazioni critiche. È probabile che anche se il Congresso dovesse optare per l’istituzione di un mandato preventivo, le agenzie governative manterrebbero la capacità di agire rapidamente in caso di minaccia imminente. Allo stesso modo, la semplice salvaguardia dell’approvazione retroattiva del tribunale non sembra possa costituire un deterrente sufficiente contro potenziali abusi che potrebbero violare il Quarto Emendamento.

Ad alimentare le preoccupazioni sulla mancanza di trasparenza e responsabilità nell’utilizzo di questo potente strumento di sorveglianza si sono aggiunti, infatti, i numerosi casi di abuso perpetrati in diverse circostanze dal governo USA come quella legata ai movimenti di protesta degli attivisti di Black Lives Matter.

L’utilità della Sezione 702 nella prevenzione di attacchi terroristici

Malgrado ciò, è tuttavia innegabile come la Sezione 702 abbia dimostrato la sua utilità nella prevenzione di attacchi terroristici in più occasioni. Un esempio emblematico è il caso di Najibullah Zazi nel 2009: le sue e-mail intercettate grazie alla Sezione 702 hanno rivelato un complotto per un attentato alla metropolitana di New York, permettendo l’arresto di Zazi e scongiurando il potenziale attacco.

Non di meno si è rivelato fondamentale il ruolo della Sezione 702 a vantaggio di partner stranieri in operazioni antiterrorismo, come l’identificazione dei responsabili dell’attentato di Capodanno 2016 a Istanbul e lo smascheramento di un reclutatore ISIS a Trinidad e Tobago.

Quando arriva e perché la Sezione 702

Introdotta nel 2008 come emendamento alla legge FISA del 1978, la Sezione 702 è nata in risposta alle crescenti minacce terroristiche e agli ostacoli incontrati dagli Stati Uniti nel monitorare le comunicazioni di gruppi ostili.

Inizialmente concepita per colmare il “collection gap” post-11 settembre, che rendeva difficile rilevare e contrastare gli attacchi contro gli Stati Uniti, la Sezione 702 autorizza agenzie di intelligence come la CIA, FBI, DOJ e la National Security Agency (NSA) a sorvegliare cittadini stranieri all’estero senza la necessità di un mandato o un ordine del tribunale, a condizione che vi fosse una ragionevole probabilità che la persona potesse essere coinvolta in un potenziale obiettivo di intelligence straniera.

Procedure e obiettivi sensibili che rientrano nell’alveo della Sezione 702

Le procedure e gli obiettivi sensibili che rientrano nell’alveo della Sezione 702 vengono preventivamente approvati da un organismo chiamato Foreign Intelligence Surveillance Court (FISC)[2].

Nel corso degli anni, la portata del provvedimento si è estesa per includere la lotta contro la criminalità informatica, il traffico di droga e il furto tecnologico.

Una volta ottenuta l’autorizzazione dalla FISC, le agenzie di intelligence degli Stati Uniti vengono messe in condizione di decidere quali informazioni di intelligence raccogliere e monitorare attraverso la sorveglianza delle comunicazioni elettroniche, come email e telefoniche.

In altre parole, la National Security Agency (NSA) potrebbe richiedere ai provider di posta elettronica come Google di consegnare tutti i messaggi provenienti dall’account di qualsiasi utente straniero e obbligare gli operatori di rete come AT&T a intercettare e fornire registrazioni di telefonate, messaggi di testo e comunicazioni Internet da o verso un obiettivo straniero.

Nuova proroga tra le polemiche

Sottoposta a rinnovo ogni cinque anni, la Sezione 702, prorogata dal Congresso una prima volta nel 2013, nel 2018 e ora per altri due anni, è un argomento di grandi discussioni in USA e non solo.

L’approvazione[3], ad aprile di quest’anno, dell’estensione di validità per altri due anni della Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA), non è avvenuta senza polemiche, anche aspre. Sia i democratici che i repubblicani hanno criticato la mossa. L’ex presidente Donald Trump ha esortato i suoi alleati al Congresso a “uccidere la FISA“; il senatore Ron Wyden promise di “fare tutto ciò che fosse in suo potere” per impedire al Congresso di ri-autorizzare ed espandere la Sezione 702 della FISA.

Nulla è servito a molto.

Il provvedimento che ratifica la sezione del quadro normativo che consente la sorveglianza degli Stati Uniti all’estero incorpora le disposizioni contenute nei precedenti progetti di legge: H.R. 7320 – Reforming Intelligence and Securing America Act, H.R. 6611 – FISA Reform and Reauthorization Act of 2023, oltre a S. 3351– FISA Reform and Reauthorization Act of 2023.

Sezione 2 del RISAA: limitazioni rigorose sulle richieste dell’FBI

Tra le disposizioni di riforma introdotte c’è la Sezione 2 del RISAA, che impone limitazioni rigorose sulle richieste dell’FBI. Secondo il neo provvedimento, solo supervisori o avvocati dell’FBI sono autorizzati ad approvare le istanze di accesso alle informazioni, escludendo categoricamente qualsiasi intervento politico. Inoltre, solo il personale adeguatamente formato può accedere ai dati grezzi acquisiti.

A ciò si aggiungono la Sezione 3 che proibisce all’FBI l’uso dei dati grezzi della Sezione 702 per scopi di indagine criminale, tranne in situazioni di emergenza, e la Sezione 22, che pone fine alla raccolta di “informazioni” – comunicazioni che menzionano un obiettivo ma non provengono né da né verso di esso.

La Sezione 23 amplia invece la definizione di “informazioni di intelligence straniera” per includere la produzione, la distribuzione o il finanziamento internazionale di farmaci specifici, come gli oppioidi. Questo ampliamento è stato accolto come cruciale per affrontare le sfide legate alla sicurezza nazionale e alla salute pubblica.

La Sezione 24 consente l’uso esplicito della sorveglianza della Sezione 702 sui viaggiatori stranieri negli Stati Uniti, mentre la Sezione 5 propone un nuovo standard per la Corte di sorveglianza dell’intelligence straniera (FISC), suggerendo la consultazione di esperti indipendenti salvo motivi contrari.

Infine, la Sezione 25 estende la definizione di “fornitore di servizi di comunicazione elettronica”, consentendo al governo di richiedere assistenza più ampia per la raccolta di comunicazioni in linea con i cambiamenti tecnologici degli ultimi anni.

Riforme dunque che se da un lato introducono misure rigorose per limitare l’accesso e l’uso dei dati, dall’altro continuano a sollevare domande sulla trasparenza e sull’efficacia delle nuove disposizioni.

Europa: il nodo della Sezione 702 e l’incertezza del Trans-Atlantic Data Privacy Framework

Anche in Europa le tematiche legate alla Sezione 702 del FISA sono quanto mai centrali, a maggior ragione in relazione alla tenuta del nuovo arrivato, il Trans-Atlantic Data Privacy Framework, raggiunto a seguito dell’Ordine esecutivo 14086[4] del presidente Biden.

Nonostante l’approvazione del quadro sulla privacy dei dati UE-USA (DPF) da parte della Commissione Europea nel luglio 2023, il suo futuro rimane incerto. Numerose sfide legali potrebbero ostacolarne la serena e duratura attuazione, soprattutto se il Congresso degli Stati Uniti non adotterà modifiche sostanziali alle sue leggi sulla sorveglianza.

Il punto di svolta dopo le rivelazioni di Edward Snowden

Prima del 2013, le critiche alla Sezione 702 si fondavano principalmente sui rischi per la protezione dei dati personali dei cittadini. Tuttavia, le rivelazioni di Edward Snowden nel 2013 hanno segnato un punto di svolta significativo per i trasferimenti digitali dei dati e il commercio transatlantico. Dopo aver reso noti i dettagli del programma PRISM della NSA sotto la Sezione 702, l’Unione Europea ha dunque minacciato ripetutamente di ridurre i flussi di dati transfrontalieri. Queste minacce si sono concretizzate con le decisioni Schrems I (2015) e Schrems II (2020), in cui la Corte (CGUE) ha stabilito che la Sezione 702 della FISA e l’ordine esecutivo (EO) 12333 non rispettavano gli standard di protezione dei dati personali dell’UE, in quanto carenti di garanzie che limitassero la sorveglianza statunitense a ciò che era strettamente “necessario e proporzionato“, oltre a non fornire un valido meccanismo di ricorso.

Le sentenze Shrems I e Schrems II

Se con la sentenza Schrems I la CGUE ha invalidato l’accordo Safe Harbor per i trasferimenti di dati UE-USA, ritenendo che la Sezione 702 non offrisse sufficienti garanzie per la privacy dei cittadini europei, con la successiva pronuncia Schrems II anche il Privacy Shield, neppure l’accordo successivo al Safe Harbor, ha resistito alla scure della Corte che giunse a conclusioni simili alle precedenti ribadendo la non conformità della Sezione 702 con il GDPR, la normativa sulla sicurezza dei trattamenti dei dati personali dell’UE.

Le decisioni della Corte di Giustizia, insieme ai dubbi e ai timori persistenti sulla portata della sorveglianza FISA ed dell’ EO 12333 hanno, pertanto, alimentato un’area di sfiducia che ha significativamente danneggiato tanto le imprese statunitensi quanto quelle europee e con esse il commercio internazionale.

Regolamentazione inadeguate al progresso delle tecnologie

L’Unione Europea e gli Stati Uniti sono partner commerciali importanti e i flussi di dati transatlantici sono cruciali per le reciproche relazioni bilaterali.

A ciò si sono aggiunte le critiche e le denunce dei difensori della privacy, sia dell’UE che degli Stati Uniti, che a più riprese hanno espresso preoccupazioni sul fatto che le tutele legali dei diritti umani non pare abbiano saputo tenere il passo con il rapido cambiamento tecnologico.

Tutte le tensioni svelate, infatti, convergono sull’adeguatezza dei quadri regolatori vigenti disallineati rispetto al ritmo veloce del progresso tecnologico e alle nuove istanze dell’economia guidata dai dati.

Il ruolo delle big tech nella raccolta dati

L’industria tecnologica statunitense, le big tech tra tutte, hanno notevolmente esteso le pratiche di raccolta dei dati, aumentando indirettamente la quantità e la varietà di informazioni accessibili alle agenzie governative statunitensi tramite meccanismi FISA e simili. I dati delle comunicazioni e i metadati vengono conservati indefinitamente in archivi remoti, creando una finestra più ampia per l’intercettazione ai sensi della Sezione 702.

Non ultimo, la pandemia Covid-19 del 2020 ha contribuito ad accelerare questa tendenza, portando a un spostamento quasi completo delle attività quotidiane online.

Sebbene molti oppositori della Sezione 702 abbiano ripetutamente suggerito di codificare nella legge NDAA alcune delle garanzie presenti nell’accordo UE-USA attuato tramite l’Ordine esecutivo 14086[5], come i limiti alla raccolta di dati solo per scopi “necessari” e “proporzionati” e il divieto di intercettazione per scopi impropri, è chiaro che ciò non rappresenta una soluzione definitiva soddisfacente. Queste garanzie, che comprendono la sicurezza informatica e l’applicazione delle sanzioni, sono ritenute cruciali per rispondere ai dubbi sulla stabilità normativa sollevati dalla CGUE. Tuttavia, l’idea di placare le preoccupazioni della commissione LIBE del Parlamento europeo riguardo alla possibilità che il Presidente degli Stati Uniti modifichi l’Ordine Esecutivo attraverso la codificazione non sembra una valida alternativa. Alcune disposizioni chiave dell’EO 14086, come i concetti di “necessità” e “proporzionalità”, sono infatti formulate in modo vago, lasciando spazio a diverse interpretazioni e a potenziali disaccordi tra le due sponde dell’Atlantico.

Per il Congresso la riforma delle leggi sulla sorveglianza rimane una questione aperta, ben più ardua e complessa della codifica di un EO che può essere modificato in qualsiasi momento dal Presidente degli Stati Uniti e che dovrà essere considerata attentamente in tutte le dinamiche legislative in evoluzione.

Scelte sbagliate potrebbero rendere estremamente concreto il rischio che numerose organizzazioni non solo statunitensi, tra cui start-up e piccole imprese che fanno affidamento sui trasferimenti internazionali di dati, debbano ritrovarsi, per l’ennesima volta, nello stesso scenario di incertezza normativa con tutte le pesanti conseguenze che ne deriverebbero.

L’intelligence americana blinda la sua arma contro le critiche

Intanto a Washington, malgrado il Presidente abbia firmato la legge: HR 7888, il “Reforming Intelligence and Securing America Act”, il dibattito sulla proroga della validità della Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) è stato ed è tuttora più che mai fervido.

Gli schieramenti pro e contro sono netti e i legislatori non celano scenari dai riflessi politici turbolenti.

Le voci sono forti su entrambe le estremità dello spettro.

L’intelligence americana divisa sul ruolo della Sezione 702

L’intelligence americana è divisa sul ruolo della Sezione 702. Da una parte, funzionari dell’FBI e della NSA sostengono che questa sezione del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) sia basilare per raccogliere informazioni di intelligence straniera e contrastare il terrorismo. Dall’altra, critici come l’ACLU temono per la privacy dei cittadini americani.

Il vice procuratore generale della divisione di sicurezza nazionale del Dipartimento di Giustizia, Matthew Olsen, ha più volte sottolineato l’importanza di evitare la scadenza della Sezione 702 per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

“Non possiamo permetterci di restare ciechi di fronte alle numerose minacce che affrontiamo da parte di avversari stranieri, tra cui Iran e Cina, nonché da organizzazioni terroristiche come Hamas e ISIS”, ha affermato Olsen.

E’ dello stesso parere il presidente dell’intelligence del Senato, Mark Warner, che ha ribadito l’importanza della Sezione 702 nella gestione delle sfide provenienti da Cina, Russia, Iran, Corea del Nord e minacce terroristiche.

Parte della comunità dell’intelligence e la stessa Casa Bianca hanno speso gran parte dello scorso anno enfatizzando pubblicamente l’importanza della Sezione 702 e mettendo in guardia sui rischi derivanti dalla sua scadenza o dalla riduzione dei suoi poteri[6].

Funzionari statunitensi hanno evidenziato il ruolo chiave di questa disposizione nel contrastare attacchi terroristici, incluso un piano di attacco da parte di al-Qaeda alla metropolitana di New York nel 2009, oltre a contribuire all’eliminazione del leader del gruppo, Ayman al-Zawahiri, a Kabul nel 2022.

Secondo l’Ufficio del Direttore dell’intelligence nazionale, nel 2022 quasi il 60% dei briefing giornalieri forniti al presidente degli Stati Uniti Joe Biden conteneva informazioni ottenute dalla NSA tramite la Sezione 702.

Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e il vice consigliere per la sicurezza nazionale Jon Finer hanno scritto a luglio che grazie alla Sezione 702, gli Stati Uniti sono stati in grado di comprendere e rispondere alle minacce provenienti dalla Repubblica popolare cinese, mobilitare la comunità internazionale contro le atrocità russe in Ucraina, individuare ed eliminare terroristi mirati a danneggiare l’America, interrompere il traffico di fentanil, affrontare l’attacco ransomware contro Colonial Pipeline, e molto altro ancora.

La posizione del Comitato consultivo dell’intelligence presidenziale

Queste affermazioni sono, peraltro, in linea con la conclusione del Comitato consultivo dell’intelligence presidenziale, secondo il quale una mancata autorizzazione della Sezione 702 sarebbe “uno dei peggiori fallimenti dell’intelligence del nostro tempo”.

“La comunità dell’intelligence fa affidamento ogni giorno sulle informazioni raccolte tramite la sezione 702 della FISA per mantenerci al sicuro e informare i politici. Qualsiasi errore potrebbe comportare un catastrofico fallimento della sicurezza nazionale di cui il Congresso sarebbe responsabile” riferiscono il presidente del Comitato ristretto permanente sull’intelligence della Camera Mike Turner e il membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato del Connecticut Jim Himes.

Insomma, appare evidente che, nonostante alcune voci contrarie, l’intelligence americana difenda fermamente la Sezione 702, considerandola “legittima” in base al Quarto Emendamento. Questo atteggiamento che dimostra una certa indifferenza verso la tutela dei non americani all’estero, con pratiche come la geolocalizzazione degli smartphone tramite intermediari di dati e la scansione dei database di riconoscimento facciale, rivela anche quanto una parte dell’intelligence americana sembri pronta ad affrontare nuovamente le sfide politiche e giuridiche già incontrate con l’Unione Europea.

Tra rinnovo e riforme, il Congresso sotto pressione

Non è così invece per alcuni legislatori e attivisti della privacy, che esprimono forti timori e sottolineano il rischio di abusi, soprattutto a causa della perdurante mancanza di trasparenza sull’utilizzo della Sezione 702, spesso svolto in modalità “a porte chiuse”. Nonostante le riforme apportate questi gruppi continuano a chiedere maggiori garanzie e controllo, specialmente nei casi di “fuga dal Quarto Emendamento”. Essi temono infatti che senza un controllo rigoroso, la Sezione 702 possa essere ancora utilizzata per violare i diritti fondamentali, non solo dei cittadini americani ma anche degli individui all’estero, sollevando preoccupazioni su una sorveglianza indiscriminata e non giustificata.

I temi al centro delle ragioni sostenute dagli oppositori della Sezione 702

  • Proteggere gli americani da ricerche backdoor senza mandato,
  • codificare le garanzie inserite nell’Ordine Esecutivo 12333, anche vietando di prendere di mira gli stranieri come pretesto per sorvegliare gli americani,
  • stabilire la necessità di ottenere specifici mandati per l’acquisizione dei dati sulla posizione degli americani, della navigazione web e dei record di ricerca, inclusi gli assistenti di intelligenza artificiale, i dati sui veicoli,
  • limitare il settore dei broker di dati,
  • definire le modalità in cui il governo, nei casi in cui non c’è tempo sufficiente per ottenere un mandato preventivo, possa continuare a utilizzare la Sezione 702 per scopi difensivi di sicurezza informatica;

sono questi tutti temi al centro delle ragioni sostenute dagli oppositori della Sezione 702.

Malgrado infatti la FISC, approvi annualmente le procedure di sorveglianza della Sezione 702 ed esamini i casi di non conformità, tuttavia la stessa non funziona come un tribunale tradizionale. I procedimenti sono unilateralmente guidati dalle argomentazioni del governo, senza notifica alle persone interessate al di fuori dei procedimenti penali. E non convince neppure la figura dell’amicus curiae introdotta dal Congresso nel 2015, per fornire prospettive esterne, a maggior ragione stanti le funzioni limitate attribuite allo specifico ruolo.

Rileva inoltre la questione del privilegio del segreto di stato, che le agenzie di intelligence possono invocare per proteggere informazioni riservate sulla sicurezza nazionale. Molti ritengono che un tale privilegio possa ostacolare i ricorrenti nel raccogliere prove o portare a un respingimento totale delle contestazioni della Sezione 702, come visto nel caso Wikimedia Foundation v. NSA[7] o Clapper v. Amnesty International USA.

L’American Civil Liberties UnionACLU, l’associazione nazionale in difesa dei diritti sanciti dalla Costituzione degli Stati Uniti, ha già lanciato una petizione online invitando i legislatori a “lasciar cadere” la Sezione 702.

Sulla stessa scia anche il Brennan Center for Justice e l’Electronic Privacy Information Center che hanno divulgato un documento che illustra come il FISA sia la più grande espansione della sorveglianza governativa dai tempi del Patriot Act.

Anche i cittadini americani a rischio sorveglianza

Come già evidenziato in più occasioni, è evidente che gli strumenti forniti alle agenzie di spionaggio statunitensi consentano la sorveglianza dei cittadini non solo stranieri, bensì anche americani, come peraltro evidenziato dalle rivelazioni secondo cui l’FBI avrebbe fatto un uso inappropriato di tali strumenti per raccogliere dettagli su cittadini statunitensi in 280.000 occasioni nel 2020 e nel 2021.

E’ servita a ben poco però l’iniziativa della Electronic Frontier Foundation e di altri attivisti dei diritti umani che, a novembre dello scorso anno, cercarono di scuotere le coscienze del Congresso inviando una lettera in cui esortavano a non rinnovare la Sezione 702. Nella lettera, ribadivano come l’FBI avesse utilizzato queste disposizioni per accedere alle comunicazioni di “decine di migliaia” di cittadini americani, inclusi manifestanti, attivisti e membri del Congresso. Le informazioni raccolte ai sensi della legge senza mandato possono infatti essere utilizzate per perseguire e imprigionare persone, anche per crimini che non hanno nulla a che fare con la sicurezza nazionale. La lunga lista di abusi imputabili alle autorità di sorveglianza e la segretezza che circonda il programma ne sono una chiara dimostrazione, specialmente quando la Sezione 702 si è prestata ad essere “sfruttata” per prendere di mira in modo sproporzionato gruppi svantaggiati, siano essi comunità minoritarie, attivisti politici o persino giornalisti.

Nonostante queste gravi accuse e l’appello alla protezione dei diritti civili, la risposta del Congresso si è rivelata tiepida, dimostrando quanto sia difficile sfidare l’apparato di sicurezza nazionale e la sua interpretazione estensiva dei poteri di sorveglianza. Questo contesto sottolinea l’urgenza di una riforma più incisiva rispetto a quella apportata con il “Reforming Intelligence and Securing America Act“, che possa garantire un maggior equilibrio tra la sicurezza nazionale e la protezione dei diritti individuali, riducendo al minimo gli abusi e aumentando la trasparenza delle operazioni di sorveglianza.

Travis LeBlanc, primo membro del Privacy and Civil Liberties Oversight Board (PCLOB), in diverse occasioni, ha sostenuto pubblicamente la battaglia contro la proroga della Sezione 702. “Dato quello che ho visto e quello che so, nutro diverse preoccupazioni che una ri-autorizzazione pulita senza riforme significative e basate sul buon senso possa salvaguardare la privacy e le libertà civili,” ha riferito LeBlanc. A tal riguardo, il Privacy and Civil Liberties Oversight Board, l’ente governativo indipendente, dopo il rapporto “On the Surveillance Program Operated Pursuant to Section 702 of the Foreign Intelligence Surveillance Act” pubblicato lo scorso settembre, si è impegnato a fornire ulteriori raccomandazioni per aggiungere maggiori tutele al programma di sorveglianza.

Nel frattempo, come sappiamo, mentre il dibattito infiamma, il presidente Joe Biden ha già deciso sull’approvazione dell’estensione della validità della Sezione 702.

La Sezione 702 “essenziale per la protezione nazionale“? No, strumento di spionaggio interno per l’FB

Il generale Paul Nakasone, direttore della National Security Agency (NSA), ha recentemente sottolineato l’irrinunciabilità della Sezione 702 inserita nel Foreign Intelligence Surveillance Act nel 2008, definendola essenziale per la protezione nazionale.

Mentre Elizabeth Goitein del Brennan Center for Justice ha criticato la Sezione 702, descrivendola come uno strumento di spionaggio interno per l’FBI.

Per comprendere appieno il dibattito che ruota intorno alla Sezione 702 è necessario conoscerne il contesto e considerare prospettive diverse.

Il giorno in cui è diventata legge nel 2008, l’ACLU e altre organizzazioni per la privacy e le libertà civili hanno intentato una causa per far sì che la Sezione 702 potesse essere dichiarata incostituzionale.

La Corte Suprema si espresse di contrario avviso e, da allora, il Congresso ha prorogato la Sezione 702 nonostante la persistenza di ampie schiere di oppositori. Tutti i tribunali che via via hanno considerato la questione della legittimità della Sezione 702 hanno affermato la costituzionalità del programma.

Ciò nonostante è ormai di dominio pubblico il fatto che l’FBI, in modo particolare, stia utilizzando, in molteplici occasioni, la Sezione 702 come una sorta di “strumento di spionaggio interno” attraverso l’uso massiccio di ricerche backdoor “senza mandato”. Proprio il termine “senza mandato” – spesso usato dagli oppositori della Sezione 702 rappresenta un punto cruciale di ogni discussione sulle ipotesi di riforma a garanzia dei cittadini statunitensi.

In base alla Sezione 702 il governo può acquisire informazioni di intelligence straniera prendendo di mira le comunicazioni di soggetti non statunitensi al di fuori degli Stati Uniti.

Questo perché, non essendo cittadini americani, non godono della protezione del Quarto Emendamento contro perquisizioni e sequestri irragionevoli.

Per i cittadini americani, la Sezione 702 vieta espressamente la sorveglianza mirata. Tuttavia, come ammesso, la pratica diverge spesso dalla teoria.

Anche se la Sezione 702 prevede autorizzazioni preventive da parte di un giudice e protocolli rigorosi, le violazioni e gli aggiramenti dei requisiti sono frequenti.

Preoccupa la disparità di trattamento tra cittadini americani e stranieri

La disparità di trattamento tra cittadini americani e stranieri continua a sollevare seri dubbi sulla tutela della privacy e sull’accesso improprio alle informazioni.

Gli agenti possono utilizzare i dati su cittadini non statunitensi per scopi non strettamente legati alla sicurezza nazionale.

Gli stranieri all’estero potrebbero non essere a conoscenza della raccolta delle loro comunicazioni.

La supervisione del Congresso sulla sorveglianza degli stranieri potrebbe essere meno efficace rispetto a quella sui cittadini americani.

Le riforme apportate, per quanto in buona parte apprezzabili, non pare abbiano ancora raggiunto la soglia del giusto contemperamento tra tutele contrapposte entrambe meritevoli e infatti il dibattito è più che mai acceso.

Per molti è necessario un uso più mirato e limitato delle informazioni raccolte.

Altri sostengono che la Sezione 702 sia essenziale per la sicurezza nazionale e che qualsiasi riforma debba bilanciare in modo più efficiente la protezione dei dati personali con la necessità di informazioni cruciali.

Il punto di convergenza tra le due posizioni sembra ancora lontano.

L’inazione non è un’opzione, data la complessità delle questioni in gioco.

Sono in gioco diritti fondamentali e la linea tra democrazia e sorveglianza oppressiva è sottile.

Conclusioni

Negli Stati Uniti e non solo, la sfida è trovare il giusto equilibrio tra libertà civili e sicurezza nazionale in un mondo di minacce globali sempre più complesse.

Purtroppo, la risposta attuale è spesso la proroga senza modifiche realmente incisive della Sezione 702, una soluzione che non affronta le criticità vere del sistema.

Note

  1. Il Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) è stato approvato per la prima volta dal Congresso nel 1978 ed è stato modificato più volte per garantire che gli Stati Uniti abbiano gli strumenti legali di cui necessitano per raccogliere informazioni di intelligence estera. Il FISA regolamenta una serie di tipi di attività di raccolta di intelligence tra i più sensibili che si verificano negli Stati Uniti.
  2. La Corte di Sorveglianza Estera degli Stati Uniti (FISC) è un tribunale federale speciale che autorizza le attività di intelligence straniera negli Stati Uniti. Approva o respinge le richieste del governo per: * Perquisizioni * Accesso ai registri carcerari * Sorveglianza “trap and trace” * Acquisizione di documenti aziendali * Sorveglianza all’estero di cittadini americani che lavorano per potenze straniere * Altre attività investigative ai sensi della Sezione 702 del FISA Composizione: * 11 giudici dei tribunali distrettuali federali, scelti dal Presidente della Corte Suprema. I giudici servono a rotazione, presiedendo per una settimana alla volta. Funzionamento: * Segue le procedure dei tribunali federali (regole, documenti, udienze, ordinanze, pareri). La maggior parte dei procedimenti si svolge in segreto (“ex parte”) per proteggere la sicurezza nazionale. Il FISC emette ordinanze che definiscono e limitano le attività di raccolta di informazioni del governo. Nei casi complessi, nomina un amicus curiae per presentare argomenti legali a favore della privacy e delle libertà civili.Il FISC pubblica pareri e ordinanze declassificati che contengono interpretazioni significative della legge. Questi pareri e ordini declassificati vengono resi pubblici e possono essere trovati su intel.gov. https://www.intel.gov/
  3. Il 12 aprile 2024, la Camera dei Rappresentanti ha votato per riautorizzare il Titolo VII della Legge sulla sorveglianza dell’intelligence estera (FISA), inclusa la controversa Sezione 702, per un periodo di due anni, con un voto finale di 273-147. Il disegno di legge è passato al Senato il 19 aprile 2024, senza emendamenti, con un voto di 60-34. Il Presidente ha firmato la legge il 20 aprile 2024.
  4. L’Ordine Esecutivo 14086 è stato emanato dall’amministrazione Biden il 7 ottobre 2022. Contestualmente a questo decreto, il Procuratore Generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, ha emesso un regolamento per istituire un Tribunale di Revisione della Protezione dei Dati. Con tali azioni, gli Stati Uniti si sono impegnati ad implementare ulteriori misure di protezione al fine di rispondere alle preoccupazioni sollevate dalla Corte di Giustizia riguardo alla raccolta di massa di dati personali e alla mancanza di criteri oggettivi per limitare l’accesso e l’utilizzo di tali dati da parte delle autorità pubbliche.
  5. L’Ordine Esecutivo 14086 è stato emanato dall’amministrazione Biden il 7 ottobre 2022. Contestualmente a questo decreto, il Procuratore Generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, ha emesso un regolamento per istituire un Tribunale di Revisione della Protezione dei Dati. Con tali azioni, gli Stati Uniti si sono impegnati ad implementare ulteriori misure di protezione al fine di rispondere alle preoccupazioni sollevate dalla Corte di Giustizia riguardo alla raccolta di massa di dati personali e alla mancanza di criteri oggettivi per limitare l’accesso e l’utilizzo di tali dati da parte delle autorità pubbliche.
  6. Per maggiori dettagli: https://www.csis.org/analysis/reforming-section-702-foreign-intelligence-surveillance-act-digital-landscape
  7. Per approfondimenti si veda https://www.csis.org/analysis/reforming-section-702-foreign-intelligence-surveillance-act-digital-landscape

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